Matteo Renzi ha già tutto pronto: le parole dopo il referendum
"Resta pure ancorato alla poltrona, caro Matteo, che ti cuciniamo a fuoco lento". Usa l'arma dell'ironia Renato Brunetta per commentare l'ultimo "ribaltone" di Matteo Renzi. Secondo quanto scrive Repubblica, il premier starebbe pensando a una retromarcia sul referendum costituzionale di ottobre: dopo settimane di campagna per il sì al grido "se le riforme non passano, mi dimetto", Renzi già scottato dal tracollo elettorale delle Comunali vorrebbe ora "valutare con calma" le conseguenze di una eventuale vittoria del fronte del no. Niente dimissioni, niente addio alla politica di fronte a un "passaggio importante per il futuro del Paese". I virgolettati sarebbero, secondo Repubblica, il succo di un discorso che Renzi starebbe mettendo a punto proprio in queste ore, anche per "spersonalizzare" la sfida referendaria. Scelta dettata dagli ultimi, tragici numeri di Pd e governo, ma che suona surreale visto che a personalizzare il voto in chiave plebiscito pro o contro Renzi era stato lo stesso segretario-premier.
Brunetta: "Addio spocchia" - "Fino a qualche settimana fa era sicuro di vincere e trasudava spocchia e certezze - commenta Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Adesso, dopo la storica scoppola subita alle amministrative, raccontano i retroscena, il presidente del Consiglio mai eletto sarebbe pronto ad un piano B in caso di sconfitta al referendum costituzionale di ottobre, starebbe insomma pensando ad un incredibile dietrofront per tentare di salvare capra e cavoli. Se vince il No, non mi dimetto, sarebbe pronto ad annunciare Renzi. E ti pareva… diciamo noi".
D'Alema, Rossi e veleni Pd - Se Massimo D'Alema, con un bel po' di perfidia, ha ammesso che voterà no al referendum ma che chiederebbe a Renzi di restare al suo posto, è Enrico Rossi, governatore della Toscana e possibile prossimo segretario del Pd, a fornire un assist meno malizioso al premier. "Questo fatto che in politica tutto si gioca sul piano personale, mi pare che ci sta tornando, se lo posso dire in toscano, a gola. La politica deve ridiventare confronto, dibattito democratico. C'è bisogno dei leader e anche di strutturare e partiti che abbiano al proprio interno momenti di approfondimento, di analisi, ma dove poi la sintesi finale produce qualcosa di meglio che non alzarsi e dire, ho tutte le risposte io".
Nessun commento:
Posta un commento