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sabato 21 maggio 2016

Sparatoria e paura alla Casa Bianca: Obama nel mirino, ferito un uomo

Sparatoria alla Casa Bianca, ferito un uomo: Obama non era a Washington



Allarme rosso alla Casa Bianca: ci sono stati spari nel West Executive Drive, il viale di accesso riservato al personale dove è richiesto un badge di riconoscimento. Secondo la Cnn sarebbe stato preso in custodia l'autore degli spari. Il presidente Barack Obama e la sua famigia non si trovavano nel complesso residenziale al momento della sparatoria. Era presente solo il vice presidente, Joe Biden, che è al sicuro. In base alle ultime informazioni, la sparatoria non sarebbe avvenuta all'interno della Casa Bianca ma ad un check point della struttura e i colpi sarebbero stati rivolti contro agenti dei servizi segreti. Le condizioni dell'uomo colpito non sono note, anche se un portavoce dei vigili del fuoco citato dal Washington Post, ha riferito che l'uomo è stato portato in ospedale e versa in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto ieri dopo le 14 (ora locale).

Sorpresa: i soldi delle pensioni ci sono A chi li darà l'Inps (no, non a noi...)

Pensioni, i soldi ci sono. Ma ecco dove li butta l'Inps


di Antonio Castro



Entrate 189, uscite 173. Anche la più distratta delle massaie sarebbe in grado di capire e fregarsi le mani: in teoria la nostra casalinga di Voghera avrebbe per le mani un avanzo di 16. In teoria, appunto. Visto che non stiamo parlando dell' oculata gestione familiare, ma del magmatico bilancio dell' Inps: oltre 189 miliardi di entrate e circa 173 miliardi di uscite, al netto delle tasse. Tirando una linea salta fuori un avanzo di 16 miliardi. Peccato che non sia così: perché quello che vale per qualsiasi sana famiglia non vale per lo Stato.

Addentrarsi nella balena pensionistica è un' impresa da Giona: si rischia di perdersi. Questo perché l' Istituto previdenziale guidato da Tito Boeri eroga ogni anno 21 milioni di trattamenti (non ci sono solo pensioni ma anche disoccupazione, Cig, Invalidità, trattamenti di guerra, ecc), a ben 15 milioni di persone: praticamente un italiano su quattro è a libro paga dell' Istituto di previdenza. La spesa pensionistica complessiva, al netto delle prestazioni assistenziali, supera i 216 miliardi (ultimi dati disponibili 2014). L' erario si porta a casa quasi 43 miliardi di tasse sui trattamenti. Morale: dell' avanzo di bilancio tra entrate e uscite (al netto delle tasse), invece dei 16 miliardi di avanzo, salta fuori un buco di 26 miliardi.

Questo perché l' Inps non paga solo pensioni, ma anche molte prestazioni temporanee (in sigla le Gpt), oltre che una trentina di miliardi l'anno (33,3 miliardi per la precisione), in prestazioni assistenziali (e altri 23 miliardi per pensioni di invalidità, assegni di accompagnamento, integrazioni al minimo, pensioni sociali), in totale 92 miliardi. Insomma, con l' alibi di garantire un welfare a tutti, nei decenni passati si è preferito accorpare previdenza ed assistenza in un unico calderone e a pagare è sempre il bancomat Inps. Salvo poi, a fine anno, dover coprire i buchi - a carico della fiscalità generale, vale a dire pagando con le tasse prelevate agli italiani - una novantina di miliardidi buco.

Ma non basta: infatti i furbacchioni che negli scorsi decenni si sono accomodati a Palazzo Chigi hanno pensato bene di non versare per anni i contributi all' esercito dei dipendenti pubblici. Oggi sono più di 3,5 milioni gli statali. È solo dal 1994 che, con l' Inpdad, lo Stato versa ogni anno circa 10 miliardi per i contributi dei propri dipendenti.

Ma non c' è solo previdenza ed assistenza. C' è anche la gestione delle zattere salariali per quando le imprese chiudono, vacillano o sono in difficoltà. Sempre al bancomat Inps spetta infatti pagare miliardi di indennità di disoccupazione e cassintegrazione. Nel solo 2014 sono usciti la bellezza di 15,408 miliardi. In un crescendo inversamente proporzionale tra calo del Prodotto interno lordo e aumento esponenziale del ricorso agli ammortizzatori sociali. Come se non bastasse nel bilancio dell' Istituto ci sono virtualmente miliardi di euro da incassare, ma in sostanza difficilmente si porterà in cassa più di qualche spiccioli. Tra truffe e fallimenti il conto per l' Istituto è assai salato: oltre 100 miliardi di contributi non pagati che sono riportati a bilancio come possibili incassi futuri, peccato che siano in sostanza dei veri e propri crediti incagliati al pari di quelli bancari. Nel 2016 - tanto per fare due conti - il totale di contributi non versati all' Inps da parte dei datori di lavoro o dagli stessi iscritti supererà i 100 miliardi di euro.

Tant'è che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell' Istituto ha già lanciato un accorato allarme approvando approvato il Bilancio preventivo 2016. Sono anni che questi crediti "virtuali lievitano": nel 2002 ammontavano a oltre 31 miliardi.

Nel 2010 sfioravano i 61 miliardi crescendo a botte di 5 o 8 miliardi l' anno. Nel 2014 i crediti non incassati raggiungevano gli 86,6 miliardi del 2014, mentre per il 2015 ne sono stati previsti 94,3 e per il 2016 si potrebbe sfondare quota 104 miliardi.

Tutto il dibattito - che dura da almeno 18 mesi - sui possili interventi in campo pensionistico mettono in allarme questo popolo di pensionati, e anche quello dei "pensionandi", incolpevoli aspiranti tali rimasti congelati alla scrivania per i diktat di Mamade Fornero che in una settimana o poco più gli ha stiracchiato anche di 5, 6 o 7 anni i requisiti per agguantare l' assegno e andarsene ai giardinetti. In autunno le proposte e le ipotesi - che già rimbalzano su tv e giornali aumentando l' ansia e l' incertezza - verranno incolonnate nella legge di Stabilità 2017 (o almeno così assicurano Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan). Modesto dettaglio: a parte la timida ipotesi di rimpianguare le pensioni più basse con i famosi 80 euro (ipotesi da 3 miliardi di costo, e quindi repentinamente accantonata), tutto il dibattito si concentra sui tagli: passati, presenti e futuri.

Bisognerà ora vedere come Renzi, Padoan e Poletti declineranno le varie proposte in ballo. E soprattutto con quali risorse finanziarie si potrà contare. L' idea di base è di mettere un po' ciascuno: un po' lo Stato, che si assumerebbe il ruolo di garante, un po' il datore di lavoro che poer svecchiare l' organizo sarebbe disposto ad anticipare contributi e agevolare uno scivolo alla pensione, un po l' aspirante pensionato che pur di andare a riposo si autoridurrà il trattamento. O almeno questo è il piano del governo. Salvo che non si scelga di far pagare chi è già in pensione con vaghi "contributi di solidarietà", che solitamente chiamiamo tassa aggiuntiva.

UNA LETTERA-RIBALTONE La Santanchè scrive al Cav "Ci salviamo solo così..."

Santanchè, la lettera a Berlusconi: "Molla Marchini, appoggia la Meloni e salva Forza Italia e centrodestra"



Mollare Marchini, appoggiare la Meloni e salvare Forza Italia e unità del Centrodestra. La lettera che Daniela Santanchè ha scritto a Silvio Berlusconi rischia di far saltare il banco a poco più di due settimane dalle elezioni comunali a Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Un appuntamento cruciale, soprattutto quello della Capitale, perché potrebbe segnare la crisi conclamata di Matteo Renzi e del Pd e, in qualche caso, mettere un freno all'ascesa apparentemente inarrestabile del Movimento 5 Stelle. Ma solo a patto che tutti, nel mondo della destra, siano sulla stessa barca. 

Le "primarie" di Roma - "Il centrodestra, unito e compatto - scrive la Santanchè al Cavaliere -, può avere la grande occasione di governare Roma. Perché buttare via una vittoria a tavolino?". "L'ultimo sondaggio apparso oggi su Repubblica dice che Marchini supera di poco l'11% mentre la Meloni supera il 20%", ricorda la pasionaria azzurra, che dà voce ai "dissidenti" forzisti che avrebbero preferito già ai tempi di Bertolaso una convergenza sulla candidata di Fratelli d'Italia, sostenuta dalla Lega di Matteo Salvini. "In questo mese è come se si fossero tenute sul campo una sorta di primarie del centrodestra. È ormai chiaro che solo Giorgia Meloni può competere con la Raggi e con il candidato del Pd". Solo riunendo il centrodestra intorno alla Meloni, conclude la Santanchè, Berlusconi può sperare di vincere a Roma: "Renzi, se escluso dal ballottaggio, dovrà prendere atto che nessun referendum può salvare il suo premierato traballante". Anche nel caso di una vittoria della Raggi, dunque, il vantaggio per Forza Italia sarebbe notevole, segnando il punto fermo di una nuova federazione.

LA VENDETTA DI PORRO Virus, una sfida alla Rai: gli ultimi numeri-bomba

Virus, la rivincita di Porro: ascolti record per Virus



Un "quasi addio" col botto per Virus: in attesa dell'ultima puntata del 2 giugno, il talk di Raidue condotto da Nicola Porro, eliminato dai palinsesti dai vertici di viale Mazzini, giovedì 19 giugno ha realizzato il 6,20% di share, record di ascolti in parte "dopati" dalla polemica degli ultimi giorni ma sicuramente in controtendenza rispetto ai dati decisamente più bassi sbandierati al Corriere della Sera dalle "fonti Rai" per giustificare la soppressione del programma (che poco piace a Matteo Renzi). A sottolineare il risultato è stato lo stesso Porro, non senza polemiche nei confronti delle "veline del Corriere della Sera". 

Mentana, l'ultimissimo sondaggio: verdetto finale sulla sfida-chiave

Mentana, l'ultimissimo sondaggio: chi va al ballottaggio



Più che un sondaggio, è una sentenza anche perché di fatto si tratta dell'ultima rilevazione pubblicabile fino alle comunali del 5 giugno. Al TgLa7 di Enrico Mentana va dunque in onda la fotografia definitiva (anche se i partiti continueranno a "sondare" gli elettori fino a sabato mattina) del panorama attuale, con un occhio di riguardo per la sfida cruciale: Roma. Il sondaggio Emg Acqua conferma il vantaggio incolmabile, almeno al primo turno, della grillina Virginia Raggi, data al 29,5 per cento. Dietro di lei un testa a testa tra Roberto Giachetti (Pd) al 22,6% e Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia e Lega Nord) al 22%, mentre è staccato Alfio Marchini (lista civica con l'appoggio di Forza Italia) al 16%, dato leggermente superiore a quello pubblicato da Repubblica. La sostanza, però non cambia: Marchini non andrebbe al ballottaggio, con Daniela Santanchè che ha chiesto ufficialmente a Berlusconi di virare sulla Meloni. Fuori dai giochi Stefano Fassina di Sinistra italiana, al 5,7%: voti pesanti "rubati" al Pd, anche se non è detto che all'eventuale secondo turno non possano tornare a Giachetti (Raggi permettendo). 

venerdì 20 maggio 2016

Strage Egyptair, trovano strani detriti Un vero mistero: "Non sono di un aereo"

Strage Egyptair, trovano degli strani detriti. Il giallo che può stravolgere tutto



Il mistero si infittisce circa il relitto dell'aereo dell'Egyptair: il capo dell'agenzia greca per la sicurezza sul volo ha infatti, affermato che i frammenti finora ritrovati in mare non appartengono ad un aereo, quindi non sarebbero dell'Airbus sparito la scorsa notte nel Mediterraneo, smentendo così quanto precedentemente affermato alla Cnn il vicepresidente dell'Egyptair. "Una verifica sui ritrovamenti mostra che non appartengono ad un velivolo", ha detto Athanassios Binis, capo dell'Autorità greca per la sicurezza del volo e le indagini sugli incidenti, aggiungendo che ciò è stato confermato dalle autorità del Cairo.

Le versioni - Intanto, anche se finora non è arrivata alcuna rivendicazione, l'ombra del terrorismo si innesta tra le ipotesi passate al vaglio e che si sono rincorse per tutto il giorno sulle cause del disastro. I primi a evocare il terrorismo, sono stati gli egiziani per bocca del ministro dell'aviazione Sherif Fatih dopo che il presidente francese Francois Hollande aveva detto di non escludere "nessuna ipotesi". E poi l'intelligence russa, seguita da fonti americane che hanno parlato di "bomba", salvo poi fare parziale marcia indietro in serata con il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, per il quale è ancora troppo presto dire che cosa può aver provocato la tragedia. Mentre per Hillary Clinton "sembra proprio un atto di terrorismo".

Le rotte - Secondo il sito specializzato FlightRadar24 il 18 maggio all'1:30 GMT ha lasciato Asmara, in Eritrea, alla volta del Cairo. Poi ha fatto un'andata e ritorno tra la capitale egiziana (6:21) e Tunisi (10:53), e quindi dal Cairo (14:50) è partito per Parigi, che ha lasciato ieri sera alle 21:09. Un percorso in capitali dove il rischio terrorismo è elevatissimo e, possibili falle nella sicurezza ce ne potrebbe essere state. Ad alimentare le paure di un ennesimo 'atto di guerra del terrorismo jihadista i molti misteri che i rottami dell'aereo, per ora, si sono portati sul fondo del mare. Le fiamme avvistate in cielo questa notte, a 240 chilometri a sud dell'isola greca di Karpathos, dal capitano di un mercantile potrebbero far pensare a una bomba a bordo o ad un kamikaze che si è fatto esplodere, magari minacciando il pilota. Il che potrebbe spiegare le virate scomposte che hanno fatto precipitare l'aereo da 37.000 a 15.000 piedi. Solita strategia del terrore per colpire Parigi e dintorni? O un obiettivo più preciso: qualcuno a bordo da far fuori.

I passeggeri noti - Tra i passeggeri noti c'erano Ahmed Helal, egiziano, direttore di Procter & Gamble negli stabilimenti industriali di Amiens; la cognata di Hisham el-Maqawad, numero due dell'ambasciata egiziana; Sahar al-Khawaga, donna che lavorava all'ambasciata saudita al Cairo. E forse qualcuno del quale le generalità non sono state rese note. Ma se molti, con più o meno cautela, hanno provato a cercare tra le pieghe della guerra jihadista all'Occidente o tra possibili rese di conti interne agli intrecci che attraversano il medio oriente e il nordafrica, sono davvero pochi quelli che credono a un guasto.

Virus chiuso, ora parla lui: quell'sms profetico di Renzi

Il presagio nero. Virus chiuso, parla Porro: l'sms profetico del Presidente del consiglio Renzi



Prima che Nicola Porro sapesse che il suo programma Virus sarebbe stato cancellato dal palinsesto di Raidue, ha ricevuto un triste presagio. Come ha raccontato a la Zanzara su Radio24, il suo talk finora raccoglieva buoni numeri di ascolti: "Ha sempre guadagnato rispetto all'anno precedente, siamo arrivati a un milione e centomila persone, e costava 45mila euro a puntata, metà degli altri se non un terzo". Eppure la decisione di viale Mazzini è stata inesorabile e sulla stampa i maligni hanno sospettato che su quella chiusura ci fosse la spinta di Matteo Renzi: "Non ne ho la più pallida idea - ha risposto Porro a Giuseppe Cruciani e David Parenzo - Tempo fa lo volevo ospite e lui mi ha scritto un messaggio sms: 'non stare sereno'. Il contrario di quanto aveva scritto a Enrico Letta. Non ci si può fidare - ha continuato il conduttore - Lo ha deciso Campo Dall'Orto, che è stato nominato da Renzi, non da Babbo Natale, dunque chiedetelo a Renzi se mette bocca nei palinsesti Rai. Fosse accaduto con Berlusconi - ha rincarato Porro - sarei stato un eroe, parlerebbero di editto contro Porro, invece sto morendo nell'indifferenza completa, sono uno sfigato".