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lunedì 9 maggio 2016

Silvio: il progetto per il centrodestra ecco la risposta di Salvini e Meloni

La proposta di Silvio a Salvini e Meloni: messaggio respinto al mittente


Dal palco del Teatro Manzoni di Milano, Silvio Berlusconi , presentando i candidati in lista per FI alle prossime amministrative del capoluogo lombardo, tende ripetutamente la mano alla Lega e a Fratelli d'Italia. "Forza Italia è un partito di moderati, liberali, cattolici e di persone che amano il lavoro e la famiglia. Non siamo di destra, ma la destra deve essere unita a noi per poter ottenere un risultato vincente".

La replica - Ma la risposta di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini non si fa aspettare, arriva nel pomeriggio del giorno della festa della mamma. "Berlusconi parla di accordi inesistenti su un futuribile governo nazionale di centrodestra per cercare di far dimenticare che nelle ultime settimane le scelte compiute dal suo partito vanno in tutt’altra direzione, cioè in quella di un rinverdito patto con Matteo Renzi e il suo pessimo Governo". È quanto dichiara in una nota la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. "È un modo come un altro per provare a recuperare un elettorato di Fi che non capisce perché Berlusconi si sia rifiutato di sostenere la candidatura di un suo storico alleato - dice - E queste dichiarazioni dimostrano che la ragione è tutt’altro che nei contenuti. Infatti, se a Roma FdI rappresenta una politica dalla quale prendere le distanze, non si capisce perché a livello nazionale sia invece cosa buona e giusta un’alleanza con noi", ha commentato la Meloni. 

E dalla Lega... "È giusto ragionare di cose da fare, e quindi ben venga la cancellazione della legge Fornero, l’abolizione degli studi di settore, il blocco dell’immigrazione clandestina e la riduzione delle tasse. Ma parlare di poltrone e ministeri è l’ultima delle mie preoccupazioni e non interessa al momento né alla Lega, né agli italiani". xosì il segretario della Lega Nord e presidente Ncs Matteo Salvini commenta le parole di Silvio Berlusconi.

Caivano (Na): L'accusa contro la madre di Antonio L'ultimo orrore: che cosa ha fatto

L'accusa contro la madre di Antonio. L'ultimo orrore: ecco che cosa ha fatto


Marianna Fabozzi, la compagna dell'assassino di Fortuna Loffredo, la piccola violentata e buttata giù dal palazzo degli orrori, è indagata per l'omicidio volontario del figlio Antonio Giglio, 4 anni, morto in circostanze drammaticamente analoghe a quelle in cui fu ammazzata Chicca. La conferma, riporta il Giornale, è della Procura di Napoli Nord che indaga sui mostri brutali del Parco Verde di Caivano Antonio precipitò il 27 aprile 2013, Chicca il 24 giugno 2014. Le due morti sembrano due fotocopie: stesso palazzo e stessa caduta nel vuoto. Raimondo Caputo, l'Orco in carcere accusato di aver violentato e ucciso Chicca, è il compagno di Marianna Fabozzi, già in galera per non aver evitato che Caputo stuprasse le tre figliastre.

Pericolo Is, arrestato foreign fighter: "Reclutava jihadisti in tutt'Italia"

Arrestato foreign fighter sloveno: "Reclutatva jihadisti in Italia"


Un cittadino sloveno, 26enne, ritenuto un foreign fighter responsabile di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, è stato arrestato dai Carabinieri del Ros, in collaborazione con la polizia slovena. Lo rende noto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Un'altra operazione contro la minaccia del terrorismo internazionale - afferma-  è stata portata a termine con successo dai Carabinieri del Ros che, in collaborazione con la Polizia slovena, hanno arrestato un cittadino sloveno, 26enne, ritenuto un foreign fighter responsabile di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale, oltre che di avere avviato un processo di radicalizzazione e di reclutamento di aspiranti jihadisti sul territorio nazionale italiano. È la conferma, ancora una volta - sottolinea il ministro - che il nostro sistema di prevenzione e sicurezza sta funzionando al meglio"

Lo stop del Csm: "Le toghe non devono intervenire nella campagna sui referendum"

Lo stop del Csm: "Le toghe non intervengano nella campagna sui referendum"


Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, intervistato da Maria Latella, sulla partecipazione di magistrati alla campagna sul referendum costituzionale, ha affermato che un magistrato non può partecipare attivamente alle campagne politiche. "Esiste il diritto del magistrato a esprimere un’opinione su referendum o riforme, ma c’è un divieto a partecipare alle campagne politiche. Il referendum costituzionale, secondo il procuratore Spataro, non è competizione politica, ma ha a che fare con la Costituzione. Io su questo sarei più cauto. I partiti hanno approvato quella riforma, e le correnti della magistratura potrebbero trovarsi al fianco dei partiti nella competizione elettorale".

Allarme acqua inquinata dal rubinetto: la Regione nel panico: qui è vietato bere

Allarme acqua inquinata dal rubinetto: una Regione nel panico: qui è vietato bere


Per anni 250mila persone hanno utilizzato acqua potabile inquinata da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), che si sono accumulate nel loro sangue e i cui effetti sulla salute sono ancora da determinare. Lo scrive il sito Il Fatto Alimentare che riporta il risultati del biomonitoraggio fatto dall’Istituto superiore di Sanità e della Regione Veneto che ha coinvolto un campione di 507 persone.

L'elenco  - Il sito riporta ancha le lista della sessantina di Comuni interessati  nelle province di Vicenza, Verona e Padova. La zona più colpita è quella compresa tra i comuni di Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo e Sarego, in provincia di Vicenza. Tra i cittadini esposti a questa contaminazione, il livello medio di Pfas nel sangue è di 14 ng/g, mentre tra quelli maggiormente esposti è di 70 ng/g.

I Pfas -  I Pfas sono sostanze chimiche utilizzate principalmente per rendere resistenti ai grassi e all’acqua vari materiali come tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti. L’azienda chimica indicata come responsabile dell’inquinamento da Pfas è la Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza, che è specializzata nella produzione di molecole fluorurate per la farmaceutica, l’agricoltura e l’industria tecnica.

La Miteni - La Miteni, però, esclude la propria responsabilità, affermando che la presenza di Pfas “non può essere dovuta alla falda dello stabilimento Miteni. Un’area così vasta va necessariamente riferita al sistema di scarichi consortili a cui sono collegate centinaia di aziende del territorio. Miteni non produce più Pfos e Pfoa dal 2011, e ancora prima i reflui delle lavorazioni erano inviati a sistemi di trattamento esterni. Pfos e Pfoa vengono usati tutt’oggi da oltre duecento industrie del settore conciario e manifatturiero presenti nella zona che li acquistano sul mercato estero, imprese che sono allacciate agli stessi scarichi consortili a cui è allacciata Miteni”.

Niente più soldi per salvare i conti Renzi trema (ma i correntisti di più)

Niente più soldi per salvare i nostri conti, Renzi trema (i correntisti di più)


di Francesco De Dominicis



L' allarme è passato in sordina, ma a palazzo Chigi il «segnale» è arrivato forte e chiaro: il fondo di tutela dei conti correnti bancari è senza soldi. Quel mezzo miliardo di euro di dotazione iniziale del Fitd corre il rischio di essere prosciugato dai risarcimenti agli sbancati, vale a dire i titolari delle obbligazioni subordinate dei quattro istituti salvati a novembre. L' allarme è stato lanciato giovedì da Salvatore Maccarone, che del Fondo interbancario di tutela dei depositi è presidente. Maccarone, nel corso di un seminario organizzato dall' Abi, ha spiegato che il prosciugamento del fondo è un effetto del decreto approvato la scorsa settimana dal governo, quello sugli indennizzi agli «sbancati». Le norme di palazzo Chigi hanno stabilito, infatti, che sia proprio il Fitd a rimborsare i risparmiatori. Operazione che costerà non meno di 320 milioni di euro.

Facciamo due conti. Oggi il Fondo ha una dote di 500 milioni e quindi, al termine dei rimborsi, il saldo potrebbe essere prossimo a zero. Il problema è che il fondo funziona come una carta prepagata: viene alimentato un po' alla volta (250 milioni a semestre fino al 2024) e con una ricarica extra in caso di emergenza. Ecco, il punto è proprio questo: se una banca fosse messa in liquidazione o portata al fallimento pilotato (risoluzione), il fondo - che per statuto e sulla base di regole europee deve rimborsare i conti e i depositi bancari fino a 100mila euro - si troverebbe, in partenza, a secco (o quasi). Un' ipotesi, quella della liquidazione, guardata con enorme preoccupazione dal premier Matteo Renzi. Ieri il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, è stato esplicito sul rischio «contagio» allo sportello, perché «se una banca chiude quella vicina potrebbe esserne infettata».

L' inquilino di via Venti Settembre ha spiegato che «quando si prendono misure su singole banche non bisogna mai dimenticare l' impatto sul resto del sistema». Come dire: occhio, gli istituti non possono essere lasciati fallire. E in effetti negli ultimi mesi, un pezzetto dopo l' altro, è stato costruito un articolato meccanismo di protezione delle banche del Vecchio continente. Qualche attrezzo funziona, altri meno. Quel che è certo è lo stato di salute degli istituti di credito italiani: non se la passano benissimo, nonostante le rassicurazioni del governatore della Banca d' Italia. I salvataggi di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara, le difficoltà del Monte dei Paschi di Siena e il caso «Nord Est» (Veneto Banca e PopVicenza) sono lì a dimostrare che il sistema scricchiola. Il governo è intervenuto a più riprese: prima con le garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs), poi più recentemente con norme ad hoc per accelerare il recupero crediti da parte delle banche.

Non solo. L' esecutivo è intenzionato a solverare addirittura il paracadute usato alla fine degli anni '90 per evitare il fallimento del Banco di Napoli: stiamo parlando della Sga, una società, ora tornata nella piena disponibilità del Tesoro, che potrebbe essere utilizzata per alleggerire i bilanci bancari dai prestiti non rimborsati. Anche i banchieri si stanno muovendo: hanno creato il fondo Atlante ( già intervenuto nell' aumento di capitale di Vicenza) nel quale un ruolo di peso (finanziario e politico) è giocato dalla Cassa depositi e prestiti, a cui palazzo Chigi e Tesoro hanno chiesto uno sforzo non ordinario per evitare crisi sistemiche; all' orizzonte, poi, c' è l anascita di un secondo fondo d' emergenza «per interventi preventivi» e gestito parallelamente dallo stesso Fitd. Se tutto fosse sotto controllo, come sostiene Bankitalia, non sarebbe stato sfoderato questo poderoso armamentario.

LA NOMINA DA FAZIO Renzi fa il nome del ministro: chi va al posto della Guidi

Matteo Renzi va da Fazio e nomina il ministro che prende il posto della Guidi / Chi è


Il vuoto lasciato dalle dimissioni di Federica Guidi dopo lo scandalo dell'inchiesta sul petrolio, sarà colmato dopo diverse settimane da Carlo Calenda, da poco meno di due  mesi rappresentante italiano alla Ue. Sarà lui il nuovo ministro dello Sviluppo economico. Lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, durante la trasmissione di Fabio Fazio su Rai tre "Che tempo che fa". Il premier ha detto che "in settimana Calenda giurerà al Quirinale" .

L'annuncio - “Uno che già governava la macchina. Lo faccio rientrare da Bruxelles, giurerà in settimana al Quirinale”. Calenda è stato viceministro alle attività produttive sia nel governo Letta che in quello di Renzi. Poi era stato nominato a gennaio capo della missione diplomatica italiana a Bruxelles.