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mercoledì 30 marzo 2016

L'ultimo "capolavoro" della Fornero Lo sfregio: chi va in pensione oggi

Fornero, l'ultimo "capolavoro": calciatori e artisti in pensione prima dei minatori


di (S.IAC.)


Ballerini, cantanti e calciatori potranno andare in pensione prima dei minatori, di chi maneggia l’amianto o di chi presta servizio la notte. Proseguono, anche nel 2016, gli effetti paradossali della legge Fornero. Nel provvedimento presentato alla fine del 2011 con le lacrime agli occhi, l’ex ministro del Lavoro aveva individuato una serie di categorie a cui garantire, fino al 2022 uno speciale regime di armonizzazione tra le vecchie e le nuove norme. Si tratta di lavoratori che non rientrano nelle tradizionali attività usuranti, ma che, per la specificità del lavoro svolto, subiscono, secondo il legislatore, gli effetti di un fattore temporale.

Si tratta di alcuni tipologie di lavoratori delle spettacolo, degli sportivi professionisti, dei marittimi e del personale viaggiante addetto ai pubblici servizi di trasporto. Per coloro, in ottemperanza della Fornero, il Dpr 157/2013 ha stabilito regole speciali per l’accesso alla quiescenza. Fino al 31 dicembre 2013 questi lavoratori potevano andare in pensione a 60 anni (55 per le donne). Dal 2014 il requisito è stato fissato, con alcune deroghe, in 5 anni prima dell’età pensionabile del regime generale obbligatorio. Anche le eccezioni alla Fornero hanno subito, nel corso degli ultimi anni, alcuni innalzamenti dell’asticella dovuti alla progressione prevista per tutti i comuni mortali, compresa quella dovuta all’innalzamento dell’aspettativa di vita stabilito dall’Istat. Ma il risultato è che nel 2016 i marittimi addetti al pilotaggio hanno diritto alla pensione di vecchiaia a 61 anni e 7 mesi (60 anni e 7 mesi le donne), i marittimi adibiti al servizio di macchina a 57 anni e 7 mesi, gli autoferrotranvieri a 61 anni e 7 mesi (60 anni e 7 mesi le donne), il gruppo ballo a 46 anni e 7 mesi, gli sportivi professionisti a 53 anni e 7 mesi (50 anni e 7 mesi le donne), il gruppo cantanti, artisti lirici ed orchestrali a 61 anni e 7 mesi (58 anni e 7 mesi le donne), il gruppo attori, conduttori e maestri d’orchestra a 64 anni e 7 mesi (61 anni e 7 mesi le donne). Questi ultimi due gruppi in assenza di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 saranno soggetti alle regole generali.

Lasciando da parte l’impietoso confronto con gli altri lavoratori, che nel 2016 possono andare in pensione solo se hanno raggiunto i 66 anni e 7 mesi (65 anni e 7 mesi le donne del privato) di età, il paragone clamoroso riguarda chi svolge attività fisicamente e usuranti. Malgrado la presenza, anche per questi lavoratori, di un regime speciale, in alcuni casi gli «armonizzati» continuano a godere di una corsia preferenziale. Chi effettua un lavoro faticoso e pesante potrà andare a riposo a 61 anni e 7 mesi, ma solo se è dipendente, Gli autunomi dovranno aspettare fino a 62 anni e 7 mesi. Per chi svolge un’attività notturna esistono diverse fascia. Chi colleziona durante l’anno più di 78 giorni di turni di notte avrà il diritto di lasciare a 61 anni e 7 mesi. Chi ha fatto un po’ meno notti, da 72 a 77 giorni l’anno, dovrà aspettare 62 anni e 7 mesi (63 e 7 mesi gli autonomi). Per chi ha lavorato durante la notte «solo» da 64 a 71 giorni l’asticella si alza a 63 anni e 7 mesi (64 anni e 7 mesi per gli autonomi).

La beffa più grande è poi per i macchinisti delle ferrovie. I loro «colleghi» di tram e autobus vanno tranquillamente a riposo a 61 anni. Per avere lo stesso trattamento chi guida un locomotore (misteriosamente escluso dagli armonizzati) dovrà dimostrare, certificazioni alla mano, di aver viaggiato di notte almeno 78 giorni l’anno. 

MASSACRATI Aumenta la tassa più odiata Quando dovrai pagare 508 €

Il maxirincaro sulla tassa più odiata. Massacrati: quando pagherai 508 €



L'ultimo rapporto della Corte dei conti è impietoso sul futuro delle tasche degli italiani, apparentemente condannati a subire un rincaro del costo della vita, che sia diretto o indiretto. I giudici infatti hanno detto chiaramente che se non verranno tagliate le spese fiscali, l'aumento dell'Iva entro il 2018 sarà inevitabile. In realtà più che un taglio generale, i giudici indicano la necessità del riassetto della base imponibile "redistribuendone la collocazione tra aliquota ordinaria e quelle agevolate". Per il governo c'è poco margine di manovra e come riporta Italia Oggi, già le clausole di salvaguardia del 2016 costeranno a ogni famiglia in media 414 euro nel 2017. Nel 2018 la cifra salirà a 508 euro, considerando l'inflazione all'1,74%.

Dove intervenire - Secondo i giudici contabili le detrazioni in Italia sono fin troppe. Nel 2001 erano 720 e costavano all'erario 254 miliardi di euro. Nel 2016 sono arrivate a 799 per un valore complessivo di 313 miliardi. Dati da record per l'Italia, secondo paese al mondo per erosione della base imponibile, che comporta: "una significativa riduzione dell'are di azione e dei margini di manovra della politica fiscale". Troppi regali da parte del governo quindi, per i giudici ci vuole un maggior impegno nella lotta all'evasione e meno concessioni a chi magari qualche servizio può benissimo pagarselo da solo.

martedì 29 marzo 2016

Casa inagibile, va a vivere in tenda Equitalia lo umilia: cosa gli chiede

Casa inagibile, va a vivere in tenda. Equitalia lo umilia: cosa gli chiede



Un vero paradosso. Ma succede anche questo in Italia. Un signore polacco di Belluno vive da anni in una tenda dato che la sua casa è stata dichiarata inagibile. Andrej Jez, tecnico industriale, musicista da 26 anni in Italia, ha comprato una casa a Ceresera, in provincia di Belluno. Sta ancora pagando il mutuo ma l'abitazione non ha l'allacciamento dell'acqua dunque non è abitabile.

L'uomo ha quindi allestito una tenda di fronte a casa dopo che, per un certo periodo, ha alloggiato nelle case comunali d'emergenza. Il 7 marzo riceve una busta da Equitalia, una raccomandata in cui l'ente riscossione gli chiede i soldi della tassa dei rifiuti, la Tares. Immediata la protesta del signor Jez: "Non abito in quella casa, è inagibile. Per 5 anni sono stato a Triches e ora dormo in tenda", si sfoga sulle pagine del Gazzettino, "Praticamente  a Ceresera non posso avere residenza, né domicilio. Allora perché devo pagare tasse? Da 12 anni non posso ristrutturare l’edificio per mancanza di accesi carrabili, cosa devo fare?". 

Guerra in tribunale Carlucci-De Filippi: due indagati. Con una frase Maria demolisce Milly

Guerra in tribunale Carlucci-De Filippi: due indagati. Con una frase Maria demolisce Milly



Dalla Tv alla Procura di Roma, il passo è stato breve per la polemica tra la conduttrice di Ballando sotto le stelle, Milly Carlucci, e la collega di Amici, Maria De Filippi, scoppiata lo scorso maggio. L'ultimo capitolo della vicenda, vede l'iscrizione nel registro degli indagati di due persone, gestori della pagina Trash Italiano, sulla quale sarebbe scoppiato lo scontro tra le due conduttrici. Alla vigilia del verdetto del premio Social, uno dei riconoscimenti assegnato con il Premio regia televisiva di Raiuno, sono comparsi sulla pagina Facebook Trash Italiano gli screenshot di un profilo Twitter @defilippi_m, quasi certamente un fake. I messaggi scritti dal falso profilo della conduttrice Mediaset sono frasi al vetriolo contro la Carlucci, a proposito del premio da assegnare in base alla quantità di tweet raccolti con l'hashtag del programma: "Complimenti a Ballando Rai che compra i tweet per vincere il Premio Tv Social". Quelle frasi vengono cancellate, ma sul web difficilmente certe cose spariscono del tutto. I messaggi vengono letti da tanti, a cominciare, scrive il Tempo, anche da Francesco Facchinetti, in gara per The Voice, che minaccia di ritirarsi. Vista la malaparata, la Rai decide di declassare il premio in semplice menzione. Nonostante lo scambio di accuse, i due programmi non vincono, Amici si piazza secondo e Ballando sotto le stelle quinto, ma la polemica sbarca in Tribunale, con l'avvocato della Carlucci, Titta Madia, incaricata di presentare un esposto.

Lo scontro - Tra le due conduttrici non ci sono mai state accuse dirette, per quanto da entrambe le parti siano stati sollevati sospetti e dubbi sulla regolarità di tutta la vicenda: "Lei non c'entra niente - ha chiarito la Carlucci riferendosi alla De Filippi che comunque ha detto - Ci si stupisce che settemila utenti generino quarantamila voti in 60 ore, mentre in un'altra pagina, si elogia Amici che genera 117mila voti provenienti da 18mila utenti unici più o meno in tre ore". La conduttrice di Amici è stata anche interrogata dalla Procura di Roma e in una nota Mediaset ha ribadito che la De Filippi: "non è la regista occulta di un bel niente. E tanto meno è indagata per questo tipo di accuse". La conduttrice Mediaset ha ammesso di conoscere diversi gestori delle pagine sui social, anche perché spesso sono presenti tra il pubblico in studio. Sono appassionati o professionisti della comunicazione: "E con certezza so di non aver mai nemmeno influezato nessuno di questi operatori".

La frecciata - Certo andare in Tribunale per beghe tra trasmissioni non deve essere piacevole, anzi per la De Filippi è stato quasi sgradevole: "Non mi sono mai sognata di querelare chi da produzioni rivali ha fatto intendere che io avessi il potere di taroccare l'Auditel a mio vantaggio".

Addio affitto: ci sono 4 motivi epocali Perché conviene comprare casa adesso

Mutuo o affitto? Cosa conviene. La risposta in questo momento epocale



L'eterno dilemma tra mutuo e affitto in questo periodo storico trova una risposta più certa rispetto a pochi anni fa. Come riporta il Corriere della sera, oggi esistono almeno quattro motivi validi che rendono il mutuo una soluzione più conveniente rispetto all'affitto di casa.

I perché - Il primo motivo riguarda i prezzi delle case che nell'ultimo periodo sono scesi di più rispetto a quelli delle locazioni. Entrambi i dati sono in calo nelle grandi città, dal 2011 però i costi dei mutui sono scesi del 15%, mentre gli affitti del 10. Mai come ora il tasso dei mutui fissi e variabili è basso. Negli ultimi tre anni, quelli variabili sono scesi in media di 250 centesimi di punto, mentre quelli fissi di 300, restando comunque un po' più cari di circa il 10%. Sperando che il governo Renzi non ci ripensi, non ci sono più imposte per i proprietari delle prime case, come Imu e Tasi. E infine il quarto motivo, cioè gli scarsissimi rendimenti delle obbligazioni. L'investimento in Btp può rendere l'1% netto a 10 anni, fermo restando che i tassi potrebbero salire, con l'effetto immediato di aver perso il capitale investito. Solo nel 2011, chi aveva abbastanza denaro per comprare titoli di Stato, ricavava denaro necessario per pagare l'affitto grazie a generose cedole semestrali.

Come conviene - La convenienza del mutuo rispetto all'affitto si realizza con la presenza di almeno tre condizioni fondamentali. La prima è che si abbia da parte almeno il 30% del valore dell'immobile che si vuole comprare; la seconda è che il proprio reddito possa sostenere la rata del mutuo; la terza è che si abiti in quella casa per almeno 10 anni, considerando che i costi legati all'acquisto, atti notarili e commissioni per l'agenzia, possono arrivare al 7% del valore complessivo della casa, una cifra che ha bisogno del suo tempo per essere ammortizzata.

"C'è il nuovo simbolo, qui cambia tutto" Il mega-partito che "accoppa" Renzi

La soffiata di Bisignani: "Lega e 5 Stelle lavorano al logo per un partito unico"



Alla Lega l'intesa con Forza Italia sta stretta. Lo si è visto anche a Roma, sul caso Bertolaso. Ma più in generale, al Carroccio 2.0 guidato da Matteo Salvini, una riedizione del centrodestra vecchio stile, quello targato Berlusconi-Bossi, sta stretta. Fratelli d'Italia, da parte sua, è troppo piccolo, con quel 4% dal quale a livello nazionale non pare essere in grado di schiodarsi. Come fare, allora, per schiodare Renzi e i suoi da Palazzo Chigi? Dove trovare sponda? Da tempo, si vocifera di una possibile intesa tra padani e grillini. Ne parlò, in un editoriale sul Tempo del giugno scorso, il faccendiere-scrittore Luigi Bisignani. E più ri recente Salvini in persona ha speso parole di elogio per le candidate 5 Stelle a Roma e Torino: Raggi e Appendino. Insomma, non si parla certo di fantascienza.

Nelle scorse ore, poi, in un intervento al sito internet de "Il Tempo", Bisignani è tornato a battere il tasto, prefigurando un accordo Salvini-Grillo in vista delle prossime elezioni politiche e arricchendo la sua profezia di alcuni particolari succulenti e suggestivi. Primo fra tutti quello secondo cui una società di marketing di Milano si starebbe già esercitando in bozzetti per un logo che unisca i simboli dei due partiti. "Importanti esponenti discutono invece se non sia meglio federarli, anche se l'ordine degli stati maggiori è di negare sempre e comunque" scrive l'autore de "L'uomo che sussurrava ai potenti". Lega-5 Stelle sarebbe senza discussioni il primo partito italiano, con una percentuale di preferenze che oggi oscillerebbe tra il 40 e il 45%. "Lega 5 Stelle" potrebbe essere il nome, secondo lo stesso Bisignani.

Torna il 730 precompilato, la guida: i trucchi "segreti" per rispamiare

Arriva il 730 precompilato, la guida: tutti i nuovi trucchi per risparmiare


di Tobia De Stefano


730 precompilato atto secondo ci siamo. Dal prossimo 15 di aprile i contribuenti avranno la possibilità di accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate, inserire il pin e tutte le altre credenziali richieste ed entrare nelle aree dedicate. Troveranno on line gran parte delle spese sostenute l’anno precedente e il lavoro dei sostituti di imposta che entro il 7 di marzo hanno inviato all’Agenzia la Certificazione Unica, il vecchio Cud con i redditi del 2015.

Da quel momento avranno altri due mesi e mezzo di tempo (la scadenza è il 7 luglio) per controllare, eventualmente integrare e inviare nuovamente il modello alle Entrate. Anzi. Da quest’anno avranno anche la possibilità di scegliere: fa il suo esordio il modello Unico che riguarderà altri 10 milioni di contribuenti (contro i 20 milioni del 730) e potrà essere precompilato però solo da luglio.

Filerà tutto liscio? Impossibile. Perché quando parliamo di fisco e ci aggiungiamo la burocrazia le trappole sono dietro l’angolo. Per questo motivo Libero con l’aiuto del consigliere dell’ordine dei dottori commercialisti di Verona, Federico Grigoli, e dei responsabili dei Caf della Cisl ha cercato di segnalarne alcune. Partendo da una premessa: da quest’anno è possibile fare la precompilata anche in modalità congiunta. Basta che marito e moglie siano provvisti di un pin autonomo. Certo, il procedimento non è dei più semplici, ma comunque si tratta di un passo in avanti rispetto al passato quando era necessario rivolgersi a un Caf o un professionista.

730 O UNICO?
L’applicativo predisposto sul sito dell’Agenzia delle Entrate per la precompilata 2016 indirizzerà il contribuente verso la scelta del modello più adatto alle sue caratteristiche.

Ma a questo proposito vale la pena ricordare alcune differenze: a) Solo il 730 consente normalmente di avere l’eventuale rimborso Irpef in busta paga già a partire dall’estate. b) L’esonero dai controlli formali vale soltanto per chi accetta il 730 precompilato.

SPESE MEDICHE
Ma la novità più significativa del precompilato 2016 riguarda l’inserimento delle spese mediche. Da quest’anno i contribuenti troveranno anche visite, analisi diagnostiche e l’acquisto dei farmaci tra i dati già predisposti dall’Agenzia delle Entrate che danno diritto alla detrazione del 19% sulle somme pagate.

Consiglio? Continuate comunque a fotocopiare e custodire tutte le ricevute e gli scontrini. Motivo? Errori a parte è una questione di privacy. Da una parte, infatti, il contribuente può chiedere la cancellazione di una o più tipologie di spese dal sistema tessera sanitaria.

Dall’altro, alcune categorie di medici (sono tenuti alla comunicazione i medici, le farmacie, le strutture sanitarie, etc...) sono esentati dall’obbligo di trasmettere i dati (il caso classico è quello dello psicologo). Insomma, molte spese potrebbero mancare. Particolare attenzione andrà posta alla voce eventualmente inserita nel rigo E6 relativo alle spese rateizzate in precedenza: conviene accertare che siano state correttamente inserite le spese rateizzate degli anni 2012, 2013 e 2014.

In questa fase sperimentale non è scontato che tutto sia correttamente riportato.

LAVORI IN CASA
Quest’anno il contribuente troverà on line anche la prima rata del bonus per i lavori in casa (50%) e per il risparmio energetico (65%).

Attenzione, però, perché l’indicazione non comparirà direttamente in precompilata. La spesa, infatti, sarà inserita nel foglio informativo e sarà il contribuente che dovrà provvedere o meno a segnalarla nella dichiarazione.

MUTUI
Qui non c’è novità. Perché anche nel 2015 il 730 precompilato indicava interessi passivi e oneri accessori per i mutui in corso (da verificare o utilizzare il rigo E7 del Quadro E) con un massimale di 4 mila euro detraibili (al 19%).

Avvertenze: verificate il corretto trattamento in caso di mutuo cointestato fra due coniugi non fiscalmente a carico dell’uno o dell’altro. In tale caso la somma massima di 4 mila euro va equamente divisa fra i due coniugi. Al contrario, se uno dei coniugi è fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione spetta per intero al coniuge che ha sostenuto integralmente la spesa.

SPESE VETERINARIE
Non rientrano nel sistema tessera sanitaria e quindi non saranno automaticamente presenti nel 730 precompilato le spese veterinarie. I contribuenti possono, comunque, presentare la documentazione relativa ma potranno detrarre al 19% solo le somme superiori a 129,11 euro e fino a un importo massimo di 387,34 euro.

In pratica, la detrazione consente al massimo un risparmio d’imposta di 49,06 euro e riguarda solo gli animali detenuti legalmente a scopo di compagnia o per la pratica sportiva. Occhio quindi perché non sono previsti sconti, ad esempio, per gli animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare ecc.

I CONTRIBUTI 
Nel 730 precompilato ci sono anche le somme versate a titolo di contributi previdenziali obbligatori o volontari al proprio ente di previdenza (Sezione II del quadro E al rigo E21). Parliamo di oneri deducibili. Bisogna ricordarsi che sono deducibili anche i contributi sostenuti per i familiari a carico e i contributi previdenziali versati per il riscatto degli anni di laurea e per la ricongiunzione dei periodi assicurativi.

Insomma, è bene controllare che siano stati inseriti.

EROGAZIONI LIBERALI
Non sono, invece, inseriti nella precompilata le erogazioni liberali. Peccato perché da quest’anno fare beneficienza è più conveniente: il tetto massimo di detraibilità (al 26%) è passato da 2.065 euro a 30 mila euro.

SPESE FUNEBRI
Sono, invece, inserite nella precompilata le spese funebri. Ma anche qui c’è una grossa novità. Fino allo scorso anno, infatti, si aveva diritto alla detrazione (al 19% sul limite massimo di 1.550 euro) solo se la persona deceduta rientrava tra i familiari.

Da quest’anno non esiste più il vincolo della parentela.

LA SCUOLA
Una delle novità fiscali riguarda la scuola. Da quest’anno, infatti, saranno detraibili (al 19% sul limite massimo di 400 euro) le spese per la frequenza nelle scuole dell’infanzia (asili pubblici e privati dai 3 ai sei anni) e per il primo ciclo di istruzione (elementari e medie inferiori e superiori). Le spese detraibili sono quella per la frequenza e comprenderanno anche i costi sostenuti per la mensa scolastica.

Non le troveremo nel 730 precompilato perché verranno comunicate solo le tasse universitarie.

I DATI DEL 2015
Nel 730 precompilato sono riportati alcuni dati indicati nella dichiarazione dell’anno precedente: a) I dati dei terreni e dei fabbricati. b) Gli oneri che danno diritto a una detrazione da ripartire in più rate annuali. c) Le eccedenze riportabili e i crediti d’imposta. Va da se che sarà opportuno fare dei controlli per verificare che i dati siano stati riportati correttamente anche con riguardo agli anni precedenti.

Si ricorda, per esempio, che in alcuni modelli 730 precompilati dell’anno precedente l’esito del 730 (debito o credito) non teneva conto delle detrazioni previste per i redditi di lavoro dipendente o di pensione a causa della mancata indicazione dei giorni per i quali spettavano le detrazioni. Tale errore comportava, se non corretto manualmente, oltre a un invio sbagliato del modello precompilato, la liquidazione di una maggiore imposta.