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martedì 8 marzo 2016

Le toghe adesso vogliono in galera Pier Silvio e Fedele Confalonieri

Le toghe adesso vogliono in galera Pier Silvio e Fedele Confalonieri



Il pm di Milano Fabio De Pasquale con il ruolo di Pg al processo in appello per il caso Mediatrade ha chiesto alla corte di condannare a 3 anni e 2 mesi e a 3 anni e 4 mesi di carcere Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, accusati di frode fiscale al processo di secondo grado sul caso Mediatrade. Il Pg ha inoltre chiesto di condannare gli altri imputati a pene che vanno dai 3 anni ai 5 anni di carcere. Le pene sono le stesse proposte nel processo di primo grado. Tutti gli imputati furono assolti nel luglio 2014.

Silvio pronto a cedere la poltrona: trovato il leader di Forza Italia / Chi è

Berlusconi pronto a cedere la poltrona: ha trovato il leader di Forza Italia / Chi è




Guido Bertolaso senza se e senza ma. Silvio Berlusconi lo ha voluto fortemente come candidato sindaco del centrodestra e alacremente sta lavorando per lui, per la sua campagna elettorale. Come scrive Ugo Magri nel suo retroscena su La Stampa il Cav ha riunito tutto lo stato maggiore forzista con la mappa di Roma sul tavolo per decidere dove piazzare i gazebo che sono stati ordinati presso una ditta che vende articoli da giardini. Berlusconi è quindi in prima linea per il "lancio" dell'uomo delle calamità al Campidoglio. Tra un paio di giorni verrà inaugurata la sede del comitato pro-Bertolaso, sulla via Aurelia appena fuori dal Gra, e in più un comodo ufficio di rappresentanza al centro.

Eredità politica - E pare proprio che Silvio si accollerà le spese. Sì perché pare che ormai l'ex premier non abbia più dubbi sul nome del suo erede. E' Bertolaso. Di più. Se non ci fosse stata di mezzo la scelta tra lui e Verdini Silvio avrebbe giocato d'anticipo e già due anni fa lo avrebbe messo a capo di Forza Italia. Molti forzisti considerano Bertolaso in testa ai tanti possibili candidati anti-Renzi alle prossime elezioni politiche. Più di Toti e di Salvini. 

giovedì 3 marzo 2016

La fine di tutto: né Stefano né Borriello. Notte bollente: Belen beccata a casa di...

La fine di tutto: né Stefano né Borriello. Notte bollente: Belen beccata a casa di...



Una voce-terremoto. Gossip all'ennesima potenza. Si parla di Belen Rodriguez e di un ritorno di fiamma. E no, Stefano De Martino non c'entra, come invece si sostiene da più parti. La showgirl, infatti, starebbe rifrequentando Fabrizio Corona, anche lui fresco di rottura con la "Donatella" Silvia Provvedi. La voce viene rilanciata da Diva e Donna, secondo cui Belen avrebbe incontrato di nascosto, di notte, lo storico ex. Due incontri, avvenuti a Milano. "Noi possiamo svelare questi incontri, confermati da fonti certe e vicinissime a Corona", si legge sul rotocalco. In particolare, i due si sarebbero visti proprio a casa di Corona. Bene ricordare che Fabrizio, più volte, lo aveva detto: "Belen tornerà da me". Aveva ragione?

Calcio, la bomba gay nello spogliatoio: "Nella squadra famosissima quei due..."

Calcio, esplode la bomba gay: "I due compagni della famosissima squadra che si amano"



Una pruriginosa soffiata su Oggi a firma di Alberto Dandolo, che stuzzica l'attenzione dei lettori con un indovinello: "Chi è quel calciatore della più importante squadra sarda che ha molto sofferto dell'allontanamento di un suo collega e che ha stretto una intima amicizia con il nuovo arrivato? Ah, saperlo...". Se ne deduce, dunque, che "nella più importante squadra sarda" (fate voi) ci siano due giocatori omosessuali, e che un terzo se ne sia appena andato...

Fisco, dite addio a queste detrazioni Una rovina: ecco quali soldi perderai

Fisco, dite addio a queste detrazioni. Una rovina: ecco quali soldi perderai


di Francesco De Dominicis



L’idea non è nuova, ma stavolta il governo di Matteo Renzi ha deciso di «vestirla» in maniera diversa. Stiamo parlando del progetto, già presentato nella primavera del 2015 e subito ritirato, volto a mettere mano agli sconti e alle detrazioni fiscali. Una giungla di quasi 300 voci - cresciute anche negli ultimi anni - che valgono 175 miliardi di euro. Dal 2011 si tenta di riordinarle, ma sia il governo tecnico di Mario Monti sia l’esecutivo guidato da Enrico Letta non sono riusciti a fare granché. Intervenire in quel terreno, del resto, vuol dire, a conti fatti, aumentare le tasse a carico dei contribuenti, sia famiglie sia imprese: perché si tratta di sconti che riducono il prelievo sull’Irpef (nel caso delle persone) o sulle imposte societarie. Il rischio «politico» è altissimo.

Ragion per cui a palazzo Chigi stanno studiando il modo per «vendere» ai cittadini la manovra alla stregua di una sforbiciata alle tasse. Come? Semplice: il riassetto delle cosiddette tax expenditure servirà come fonte di copertura finanziaria per ridurre, forse già dal prossimo anno, le aliquote Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche. Ed è assai probabile che lo stesso presidente del Consiglio spinga per questa soluzione, in modo da poter annunciare l’intervento nel corso della campagna elettorale per le amministrative di maggio-giugno. Gli annunci di Renzi si limiteranno a raccontare solo il lato «buono» della riforma, vale a dire l’abbattimento di qualche punto percentuale dell’Irpef; mentre resterà «coperto», il rovescio della medaglia, ossia i tagli alle agevolazioni. Tagli che, alla fine della giostra, finiscono per sterilizzare i vantaggi sul versante del prelievo Irpef. Facciamo un esempio: è assai probabile che vengano ridotte, tra altro, le detrazioni per spese sanitarie e ciò comporterebbe un minor sconto Irpef che, nella migliore delle ipotesi, verrebbe compensato da un abbattimento delle aliquote della stessa imposta.

Grosso modo, per dirla tutta, quel che l’esecutivo sta per servire sul tavolo è un classico gioco delle tre carte: un taglio delle tasse accompagnato da un aumento delle tasse. La faccenda, messa in questi termini, spiega un po’ meglio, forse, le dichiarazioni del viceministro dell’Economia. In una intervista al Corriere della Sera, lunedì, Enrico Morando aveva fatto accenno alla possibilità di anticipare al 2017 gli interventi sull’Irpef programmati per l’anno successivo. L’esponente del Pd probabilmente ha giocato d’anticipo rispetto a Renzi, costringendo il ministro Pier Carlo Padoan, ieri, a tirare il freno a mano. Sta di fatto che il doppio intervento è allo studio dei tecnici di palazzo Chigi. Per quanto riguarda la revisione di sconti e agevolazioni, si ripartirà dal dossier elaborato ad aprile dello scorso anno. In quel documento, preparato al Tesoro, erano state elencate tutte le ipotesi di azzeramento o riduzione delle detrazioni fiscali.

Il progetto poggia sull’idea di legare al reddito alcune agevolazioni: il che vuol dire dare una mazzata a chi guadagna di più, guarda caso una categoria tendenzialmente meno appetibile, sul piano squisitamente elettorale, al centro sinistra. Un primo elenco messo a punto a via Venti Settembre conteneva una cinquantina di voci da rivedere, tra le quali i principali sconti candidati progressivamente a scomparire all’aumento del reddito sarebbero appunto le detrazioni (ora al 19% per tutti), per le spese mediche, così come quelle sostenute per i contributi previdenziali per l’assistenza personale e familiare, cioè per i «badanti». Stretta pure sulle spese funebri oltre che su una serie di «sconti» per le imprese, dall’autotrasporto alla agricoltura. Chi oggi porta in detrazione 5mila euro per spese di ristrutturazione edilizia potrebbe vedersi ridotta l’agevolazione a 3-4mila euro nel caso di un reddito superiore al tetto fissato dalla riforma.

Valeria Valente apre a Napoli un'agenzia unica per imprese e professioni

Valeria Valente apre a Napoli un'agenzia unica per imprese e professioni



"Istituiamo a Napoli l'Agenzia Unica delle Imprese e delle Professioni così che chiunque voglia investire a Napoli, possa trovare un interlocutore capace di valutare le esigenze, offrendo soluzioni concrete in tempi definiti. Immagino un organismo che, in sinergia con la macchina burocratica, sia al servizio di chi crede in Napoli": così Valeria Valente (Pd), candidata per le primarie a sindaco di Napoli. "Non è vero che un sindaco non possa contribuire a creare o agevolare la creazione di lavoro - continua Valente - E' dovere di una città metropolitana attrarre investimenti, facilitare le imprese, favorire nuovi insediamenti o l'implementazione di quelli esistenti. L'obiettivo è offrire le migliori opportunità ai cittadini. Spesso, infatti, a mancare non sono gli imprenditori sani, ma la capacità di affiancarli, ascoltarli e sostenerli nelle loro attività". La candidata, inoltre, ribadisce il suo impegno per un regime fiscale vantaggioso per Napoli. "Mi batterò affinché Napoli possa avere forme di fiscalità vantaggiose, in particolare per le startup. Fare impresa al Sud, in particolare nella nostra città, è sempre più difficile rispetto ad altre aree dell'Italia. Avvierò un’immediata trattativa con il Governo nazionale, affinché già con le prossime leggi di stabilità possano essere introdotte norme fiscali di sostegno ai nuovi investimenti. Non chiediamo soldi a pioggia, bensì un equo bilanciamento affinché il nostro territorio abbia le stesse condizioni di partenza del resto del Paese", conclude Valente.

Renzi svende pure la "sua" Toscana Italia umiliata, addio paradiso marino

Renzi vende la Toscana alla Francia: dite addio al paradiso marino



Non ci sono solo pezzi del mare della Sardegna e a largo della Liguria tra i regali fatti dal governo Renzi alla Francia. Anche una parte di mar Tirreno a largo dell'isola di Capraia non è più italiana, stando a quanto ha detto l'assessore regionale della Toscana, Marco Remaschi: "Sono state cedute porzioni di superficie marina per 339,9 kmq e acquisite per 23,85 kmq con una diminuzione di 316,05 kmq". La conferma dell'assessore è arrivata in risposta a un'interrogazione del leghista Claudio Borghi, che ha preteso chiarimenti proprio su quell'accordo tra Roma e Parigi per la cessione di acque territoriali italiane, di cui Libero ha ampiamente scritto.

Dove - Le acque italiane cedute, secondo l'assessore toscano, sono davanti alle coste toscane, all'isola di Capraia, mentre quelle acquistate si trovano davanti alle isole d'Elba e di Pianosa. La perdita per l'Italia non è solo in termini territoriali, ma anche dal punto di vista naturalistico: "Le risorse contenute nel tratto di mare interessato - ha detto ancora l'assessore Remaschi, facendo riferimento al Santuario per i mammiferi marini - sono di altissimo pregio naturalistico. L'accordo Italia-Franca sembra penalizzi in maniera rilevante il settore della pesca professionale marittima".