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martedì 19 gennaio 2016

UNDICI BANCHE A RISCHIO Ecco la lista degli istituti finiti nel mirino dell'Europa

Le undici banche nel mirino dell'Europa


di Nino Sunseri



Piazza Affari la peggiore d' Europa. A travolgerla sono state le banche trainate da Mps la cui quotazione è andata letteralmente a pezzi (-14,7%). Da inizio anno il ribasso supera il 38% spingendo la capitalizzazione a 2,2 miliardi. Livello ben distante dai 3 miliardi di aumento di capitale realizzato solamente lo scorso giugno. Un ricordo lontano e doloroso l' altra operazione da cinque miliardi del 2013. Sulla scia del Monte hanno chiuso in forte ribasso altri bancari come Ubi (-7,2%) e Banco Popolare (-6,7%). Ma non se la sono passata bene neppure i due big del settore: Intesa Sp (-5%) e Unicredit (-5,3%). L' indice ha chiuso in ribasso del 2,65%, facendo nettamente peggio del resto d' Europa. Londra perde lo 0,42%, Francoforte lo 0,25% e Parigi lo 0,49%. 

Questi dati dimostrano che la tempesta è tutta concentrata sull' Italia. Sembra proprio di rivivere le terribili giornate dell' autunno 2011 quando le banche italiane piene di Btp erano travolte dalle vendite. A muovere la speculazione era la crisi dell' eurodebito, con il mercato che scommetteva sull' ingresso del nostro Paese nel programma di assistenza della troika. Come mai il copione si ripete? Stando alle chiacchiere che si fanno nelle sale operative «lo zampino ce l' ha messo pure Renzi». Secondo gli operatori lo scontro con Bruxelles, proprio mentre è in discussione il progetto di protezione delle banche (la cosiddetta bad bank) e la legge di Stabilità 2016 è ancora all' esame dell' Europa, non ha certamente fatto bene alla percezione che gli investitori hanno del nostro Paese. L' anello debole è stato individuato nel credito. Le banche scontano diversi errori. Innanzitutto la confusione con cui è stato risolto il caso dei quattro istituti commissariati: il problema era sul tavolo da tempo. In qualche caso (per esempio Banca Marche) addirittura da due anni. Come mai nessuno ha pensato di intervenire? Il ritardo è costato il patrimonio a miglia di risparmiatori che avevano acquistato le obbligazione emesse dalle banche.

Sul ribasso di ieri gioca anche il timore di un peggioramento della situazione economica. Il rallentamento della congiuntura va in direzione diametralmente opposta a quella desiderata. Se l' economia non cresce diventa impossibile la risoluzione del grande problema del sistema bancario italiano e cioè l' ammontare dei crediti inesigibili. Le sofferenze sono pari al 16,7% del totale dei prestiti (3,4% del totale in Germania). Un macigno da 201 miliardi di euro circa (record di tutti i tempi) che ostacola la normale attività dei prestiti. Ed è su questa montagna che si sono schiantate le quotazioni di Mps. L' istituto senese ha circa 26 miliardi di crediti inesigibili e anche se gli ultimi aumenti di capitale hanno migliorato il patrimonio la situazione resta critica. Il mercato si è mosso in direzione del «bail in». Ha fatto la risoluzione del capitale per i fatti suoi portando il valore della banca sempre più in basso. Il primo a soffrire è proprio lo Stato che attualmente è il primo azionista con il 4% del capitale.

Le undici banche - Il prezzo medio in carico al Tesoro è di poco superiore ai 2 euro per azione. Con la Borsa a 0,76 la perdita supera i 140 milioni.  La speculazione sente l' odore del sangue e con posizioni ribassiste scommette sul peggioramento a breve della situazione. Il presidente della Consob Giuseppe Vegas vede "mani" sconosciute che vendono dall' Italia e dall' estero. Cercherà di capire, ma non sarà facile. A ogni buon conto a partire da oggi torna il divieto di vendita allo scoperto. Per rendere ancora più stretti i controlli gli sceriffi della Borsa hanno chiesto a undici banche quotate notizie più precise sulle sofferenze. (Intesa, Unicredit, Mps, Ubi, Bpm, Credem, Banca popolare di Sondrio, Veneto Banca, Banca Popolare Vicenza, Carige, Bper).  La Consob si è mossa seguendo l' impulso della Bce che fra gennaio e febbraio avvietà un' indagine per capire le condizioni dei crediti marci. Nel mirino Vanco Popolare e Carige.

A dimostrarlo i risultati positivi Srep (gli esami della Bce sul patrimonio) e il miglioramento della gestione operativa nei primi nove mesi del 2015. La flessione del titolo «è avvenuta in assenza di eventi gestionali idonei a giustificare tale andamento» spiega Viola. Infatti «il nostro piano industriale è confermato e lo stiamo portando avanti in linea con quanto presentato agli investitori e alle autorità di vigilanza, anche con riferimento alla gestione e cessione degli Npl dove ci stiamo in particolare - evidenzia ancora Viola - concentrando per ottenere risultati anche migliori rispetto al piano»

Checco Zalone dà una lezione di vita a Benigni

Checco Zalone dà una lezione di vita a Benigni


di Pierre Cantagallo


Stesso mestiere (tutti e due comici), per entrambi grandi successi cinematografici: “La vita è bella” da un lato, “Quo vado” dall’altro. Ma una cosa li distingue: la coerenza.

Roberto Benigni è uno di quelli che, per un’ospitata a Sanremo, chiede 350 mila euro. Sì, porta ascolti e un tocco di fantasia al Festival, ma sono soldi pubblici (la Rai è un’emittente pubblica), denari in questo momento eccessivi in virtù della crisi che ha colpito il nostro Paese. Nel 2011, Benigni promise due terzi del suo cachet all’ospedale Meyer di Firenze. Soldi che, a discrezione del direttore dell’epoca, non sono mai arrivati.



Insomma, una netta somiglianza con un suo grande amico, che ha, peraltro, interpretato tempo fa: Pinocchio.



“Dio li fa e poi li accoppia”: amici di coerenza e di carenza di umanità. Uno grida “Viva l’Italia!” e uno rovina l’Italia.

L’Italia dell’arte ha però i suoi lati positivi. Checco Zalone ne è l’esempio. Lui, che nel suo film record d’incassi, “Quo Vado”, ha spiegato a grandi e piccini gli sprechi dello Stato, mettendoci la questione immigrazione e tolleranza del prossimo.

Be’, notizia del giorno: il comico barese ha rinunciato all’ospitata di Sanremo. Ha affermato che questa è una manifestazione “strapagata” e che quelli “sono i soldi dei cittadini”. E’ uno spreco disumano prendere 350 mila euro di soldi pubblici per 20 minuti di comparsa.

A lui vanno i complimenti più vivi da parte del popolo italiano mentre a Benigni, fresco dei 6 milioni di euro incassati per “Tutto Dante” (un flop), va solo la retorica, quella che lui usa per difendere l’Italia e che poi, come il suo amico Matteo, usa per pagarsi lo stipendio.

#CheccoInsegnaAPinocchio

Caivano (Na): Tavolo di confronto sul rimpasto in Giunta Monopoli messo KO?

Caivano (Na): Tavolo di confronto sul rimpasto in Giunta Monopoli messo KO Passerà la linea di Noi insieme?


di Gaetano Daniele



Non sono bastate le strategie politiche del Sindaco Simone Monopoli o di chi ne fa le veci, a mettere in un angolo alcune forze politiche di maggioranza. Difatti, stamattina 19 Gennaio 2016, apprendiamo che, Domenico Falco, eletto consigliere comunale nella lista civica Idea Nuova, fondata da Simone Monopoli e guidata dal fratello Luca e dal cognato Nicola Ambrosio, insomma, lista civica a carattere familiare, lascia la medesima lista civica, e passa a Noi Insieme. Così facendo, Idea Nuova, torna a ridimensionarsi, forse, per qualche incomprensione nata in merito ad incarichi o ad assessori, richiesti. Nuova tegola per il sindaco inesperto? 

Intanto, la lista civica Noi Insieme, guidata dall'Ufficiale dell'Esercito Biagio Abbate, si aggiudica un consigliere comunale in più, e stando alla regola del numero, non rilanci chiedendo appunto, un assessorato in più, che a conti fatti potrebbe ricoprirlo lo stesso Abbate, una delle poche figure esperte e carismatiche di questa amministrazione. Escludiamo l'ascesa in campo del consigliere comunale Angelo Marzano che, primo degli eletti di Noi Insieme, potrebbe, per questo diciamo sgarbo al sindaco, essere messo da parte dallo stesso sindaco Monopoli una volta in Giunta. Ovviamente, le nostre restano solo ipotesi politiche. Insomma, le consultazioni continuano ininterrotte e la sorpresa è tutta da scoprire, però, non si può sottovalutare in questi ultimi 6 mesi di consiliatura Monopoli, un continuo salto in banco da parte di consiglieri comunali, seppur in partiti politici di maggioranza. 

LA MERKEL VUOLE I NOSTRI SOLDI La Germania pensa al bail in di Stato Tassarci i conti con la patrimoniale

LA MERKEL VUOLE I NOSTRI SOLDI Il piano tedesco per salvare le banche: tassare i nostri risparmi, patrimoniale




Era già successo con i conti pubblici, adesso ecco che davanti alla crisi delle banche rispunta la tentazione tedesca di mettere le mani sui nostri conti correnti. Colpire i risparmi degli italiani partendo dall'assunto che i cittadini sono ricchi e quindi vanno tassati. Lo Stato invece è povero. Non esiste un piano preciso, ma come scrive il Giornale si è radicata forte nei tedeschi che la chiave di volta di tutti i problemi italiani sia la patrimoniale. Le prime avvisaglie su questo fronte arrivarono quattro anni fa quando il Deutsche Institut für Wirtschaftsforschung (pensatoio molto influente) propose una patrimoniale del 10% sopra i 250mila euro. L'idea che la ricchezza degli italiani vada colpita non è mai stata accantonata.  L'agosto scorso il presidente della Bundesbank Kens Weidmann per introdurre titoli di stato subordinati. Come le sfortunate obbligazioni delle quattro banche fallite, i titoli di stato italiani, in caso di intervento europeo, sarebbero azzerati, non rimborsati o rimborsati in parte. Insomma, fa notare Il Giornale, la Germania vuole il bail in di Stato. A pagare sono gli azionisti, quelli che hanno Bot e Btp ma anche con una patrimoniale. 

La proposta - Un mese fa un economista tedesco vicino al ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, Lars Feld, ha proposto un salvataggio generalizzato delle banche italiane, le cui sofferenze ammontano a 200 miliardi, con un maxi bail in, taglio ai conti correnti sopra i 100mila euro, e piano di salvataggio in stile greco. Ma nella commissione europea circola anche un'altra proposta: l' Italia chiede aiuto all' Europa (quindi un salvataggio esterno) e si attiva l' Esm. Il meccanismo europeo di salvataggio. L' Ue si fa carico di risolvere i problemi delle banche italiane a rischio, ma arriva la Troika.  Unione europea, Banca centrale e Fondo monetario internazionale, che ci detterebbero la ricetta per uscire dalla crisi. Tradotto per i risparmiatori tutto questo vuol dire solo ancora tasse 

La più bella del mondo per la scienza Super-seno e curve: ecco chi è

Gli scienziati: la modella Kelly Brook è la donna più bella del mondo




E' Kelly Brook, modella e attrice, la donna più bella del mondo secondo la scienza: lo dicono i ricercatori dell'università di Ed in Texas, che hanno preso in considerazione dei parametri universali (le proporzioni, la forma del viso, del naso, del girovita e perfino i capelli) per elaborare un algoritmo della bellezza. E il risultato è che la Brook, 36 anni e considerata "curvy", è la donna che qualsiasi maschio del pianeta desidera.

Dopo 100 km in auto, un'atroce scoperta Quella distrazione che pagherà cara

Dopo 100 km in auto fa una scoperta. Quella distrazione che pagherà carissimo




Il premio di marito più distratto del mondo va certamente a un turista brasiliano, soprannominato Walter dai media. L’uomo è ripartito dalla stazione di servizio dimenticando la moglie e se n'è accorto solo dopo una novantina di chilometri. Sua moglie Claudia dormiva sul sedile posteriore, ma alla sosta aveva deciso di scendere per comprare un pacco di biscotti. La donna, arrabbiatissima, ha tentato di telefonare al marito, ma senza riuscirci. Infine, non le resta che contattare la polizia di Paso Fundo. Un agente riferisce dell’incredulità della moglie di fronte alla distrazione del marito, ma anche del figlio 14enne, il quale, durante la vicenda, era seduto accanto al padre e stava giocando concentratissimo a un videogioco.

"Quel giocattolo è pericoloso per i bimbi" L'appello dell'Ikea a tutti i genitori / Foto

"Quel giocattolo è un pericolo per i bimbi". L'appello dell'Ikea a tutti i genitori




Le bacchette per tamburo Lattjo vendute da tutti i negozi Ikea in Italia potrebbero essere pericolose per i bambini che le usano. Per questo l'azienda svedese ha diffuso un avviso alla clientela perché tutti i genitori che hanno comprato il giocattolo lo riportino nei punti vendita, così da ottenere il rimborso. "Questo richiamo - riporta l'avviso dell'Ikea - è una misura precauzionale, decisa dopo aver ricevuto sei segnalazioni da parte di collaboratori dei negozi Ikea, che hanno notato che la pallina di gomma delle bacchette per tamburo può staccarsi o essere svitata". Finora non sarebbero stati segnalati incidenti legati all'uso del giocattolo, tuttavia avverte l'azienda: "la pallina potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, presentare un rischio di soffocamento per i bambini più piccoli".

I controlli - L'Ikea ha poi chiarito il motivo per cui accade che certi prodotti potenzialmente pericolosi per la salute dei bambini possano arrivare sul mercato: "I prodotti e i giocattoli Ikea - spiegano - vengono testati e approvati in conformità ai più severi standard di sicurezza. Tuttavia, nel corso delle verifiche relative a queste segnalazioni, abbiamo individuato dei rischi non coperti dalle norme vigenti".

La riconsegna - Gli accessori del tamburo Lattjo può essere riconsegnato in qualsiasi punto vendita della catena di mobili fai da te, non è richiesto lo scontrino dell'acquisto e una volta riportato il giocattolo, è possibile ottenere il rimborso immediato.