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lunedì 21 dicembre 2015

Verdini, sfida totale a Silvio: "Ecco chi verrà presto con me"

Denis Verdini sfida ancora Berlusconi: "A gennaio raddoppio i miei parlamentari"



Denis Verdini sfida ancora Berlusconi:

Si frega le mani, Denis Verdini. Le ultime fibrillazioni all'interno di Forza Italia, quelle che hanno visto il partito diviso in due sul voto di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi, sono manna dal cielo per il suo nuovo partito Ala (Alleanza Nazionalpopolare Autonomie). E non lo nasconde intervenendo a "In mezz'ora" su Raitre da Lucia Annunziata. Dallo studio della giornalista più odiata dal Cav, l'ex big di Forza Italia lancia una nuova sfida al leader di Forza Italia: "Nel giro di un mese, entro la fine di gennaio, contiamo di raddoppiare la rappresentanza parlamentare". Ovvio come intenda farlo: l'Ncd di Angelino Alfano ha ormai da tempo esaurito la sua spinta propulsiva e la sua capacità di attrazione. Ovvio, quindi, che quanti intendano fuggire da Forza Italia, finiscano per "parcheggiarsi" nel Gruppo Misto o passino con lui. Verdini, non bastasse, da es banchiere ha anche preso le difese del ministro Maria Elena Boschi: "Conoscendo come sono fatte le banche locali- ha detto - non vedo alcun conflitto di interessi".

La ricetta di Toti contro le liti in Fi: "Vi spiego che cosa serve al partito

Toti, la ricetta contro le liti in Fi: "Vi spiego cosa serve al partito"



Giovanni Toti, governatore della Liguria, parla a Repubblica, dopo le polemiche di questi ultimi giorni soprattutto per la distanza tra i due capigruppo, Renato Brunetta e Paolo Romani. Il Governatore della Liguria, non ha dubbi, servono elezioni per tutte le cariche, compresi i capogruppo. Primarie per le amministrativi se non ci saranno candidati unitari di centrodestra. "Io sostengo che il centrodestra deve dimostrare di saper rispondere alle esigenze di un Paese fermo, che non cresce, che con Renzi non ha politica estera, non sa affrontare l' onda migratoria, piuttosto che farsi paralizzare da alchimie organizzative interne a Forza Italia, di cui francamente si è parlato fin troppo. Diciamo che i nostri capigruppo hanno sensibilità diverse".

Feltri scatenato contro la Gruber: "Cara Lilli, ti scandalizzi per il vestito della Santanché ma tu...

Feltri scatenato contro la Gruber: "Cara Lilli, ti scandalizzi per il vestito della Santanché ma tu...



Vittorio Feltri ritorna sul caso del vestito verde che Daniela Santanché che ha sfoggiato alla prima della Scala. In particolare parla dell'intervista che Lilli Gruber che ha fatto nei giorni scorsi ad Alessandro Sallusti concentrandosi soprattutto sul look della sua compagna. Un abito che non ha lasciato di certo indifferenti: gonna verde, papillon in tinta e camicetta bianca. C'è chi ha parlato di un vestito leghista, chi di una mise da Oktoberfest. Ma Feltri si sofferma su altro. Sugli orecchini della Gruber. "Mentre Lilli tentava di scoprire, attraverso le sue domande impertinenti, quale fosse in realtà il giudizio sincero di Sallusti sul verde pisello ostentato dalla parlamentare, ho notato un particolare: l'ottima conduttrice, giustamente considerata una star televisiva, capace e volitiva, esibiva in video inquadrati in primo piano, un paio di orecchini (direi orecchioni, data la loro dimensione) dello stesso colore della sottana portata da Daniela nella fatidica serata scaligera: un verde pazzesco".  Da qui la conclusione: "Merita segnalare che spesso le donne si divertono a sfruculiarsi a vicenda pur palesando in pratica gli stessi gusti cromatici. In altri termini: se il colore lo sceglie la Gruber è fantastico se lo sceglie la Santanché fa orrore". 

Terrorismo, allarme bomba a Torino evacuata la Mole Antonelliana

Allarme bomba a Torino: evacuata la Mole Antonelliana


di Gaetano Daniele



Un allarme bomba, ieri mattina intorno alle 11.00, a Torino: evacuata la Mole Antonelliana, monumento simbolo della città di Torino e sede del Museo Nazionale del Cinema. Una telefonata anonima, a quanto si è appreso, ha preannunciato la presenza di un ordigno. Sul posto,  intervenuti gli artificieri dei Carabinieri che hanno subito sfollato la zona, e rinvenuto un ordigno falso. Quindi, falso allarme, anche se si indaga su chi abbia potuto effettuare la telefonata anonima da una cabina telefonica già individuata. 

Banche, la lista salva-denaro Dove mettere i soldi al sicuro

Crac banche, la lista salva-denaro. Ecco tutti gli istituti fuori pericolo


di Tobia De Stefano



Mentre il governo Renzi prova affannosamente a mettere una pezza sugli ultimi dissesti del credito made in Italy, i risparmiatori nostrani sono arsi dal dubbio. I fallimenti di Banca Marche, Etruria, Carife e CariChieti che costano, al netto degli interventi dell' esecutivo, circa 1,2 miliardi ad azionisti ed obbligazionisti, rappresentano delle mosche bianche o «un alert» in vista di altre crisi del sistema?

Domanda tutt'altro che campata in aria, visto che a partire dal primo di gennaio entreranno in vigore le nuove regole per il salvataggio degli istituti in grave difficoltà volute dalla comunità europea (con la direttiva Brrd). Il cosiddetto bail-in prevede che non sarà più lo Stato a rimetterci i soldi, ma chi ha investito nelle banche. Con una logica: se hai puntato sugli strumenti finanziari più rischiosi sosterrai prima degli altri le eventuali perdite. E quindi, ci rimetteranno prima gli azionisti, poi chi possiede titoli subordinati (bond in primis), quindi i normali obbligazionisti e, per finire, anche i correntisti che hanno depositi superiori ai 100 mila euro. Ecco perché diventa fondamentale capire fino a che punto è possibile fidarsi della proprio istituto di credito.

Diversi sono gli strumenti utili. Uno di questi è il rating stabilito dalle società specializzate che danno un sorta di giudizio sulla capacità dell' istituto di ripagare il proprio debito. Basta vedere la valutazione per farsi un' idea. Più basso è il rating e maggiori saranno gli interessi che la banca dovrà pagare ai sottoscrittori dei suoi bond perché ovviamente affrontano un rischio più elevato. Milano Finanza, invece, ha analizzato (nella tabella a fianco) l' indice di solidità patrimoniale per eccellenza, il «Cet 1 ratio» (il Common equity tier 1).

In pratica il rapporto tra il capitale ordinario versato e la attività ponderate per il rischio. Un parametro fondamentale perché ci spiega con quali risorse «primarie» (capitale versato, utili non distribuiti, le riserve) la banca può garantire i prestiti che effettua alla clientela (mutui, prestiti alle imprese ecc) e i rischi che possono derivare da sofferenze, incagli e altri crediti deteriorati. E lo ha messo a confronto, lì dove possibile (per le banche soggette alla vigilanza europea), con le raccomandazioni specifiche della Banca Centrale Europea e con quella più generica del Comitato di Basilea, che si attesta sul 7%. Risultato? Il sistema creditizio del Belpaese regge.

Tanto per dire. La Bce chiedeva al Credito Valtellinese un «Cet1» del 8,30%, pienamente rispettato stando ai numeri, 11,72%, registrati nel settembre del 2015. E lo stesso discorso vale per due banche che arrivano da momenti molto difficili e che hanno richiesto sforzi supplementari ai propri azionisti, aumenti di capitale, come Carige ed Mps. A Francoforte gli chiedevano di stare sopra l' 11,25% e il 10,20% e in entrambi i casi gli istituti hanno risposto con risultati che si aggirano intorno al 12%.

In testa alla classifica, comunque, campeggiano gli istituti specializzati nel private banking (per esempio Banca Finnat e Banca Profilo), che avendo quale attività principale la gestitone dei portafogli e non i prestiti a famiglie e imprese corrono anche meno rischi.

Poi ci sono Fineco, Banco di Sardegna e Mediolanum. Mentre più giù, ma con un margine molto ampio rispetto alle richieste di Francoforte, si attestano Banca Intesa e Ubi Banca. Con l' istituto dell' amministratore delegato Carlo Messina che vanta un 13,40% rispetto al 9,50 richiesto dalla Bce e la banca nata dalla fusione di diverse popolari in salita al 13% rispetto al 9,25%. Ma ovviamente non ci sono solo note positive. L' unica banca che va sotto le richieste di Basilea (il 7%) è la Popolare di Vicenza che di conseguenza non riesce a rispettare neanche i parametri, 10,25%, imposti dall' Eurotower.

Ma qui c' è in ballo un importante aumento di capitale in vista della quotazione in Borsa. Più o meno la stessa situazione che si trova ad affrontare Veneto Banca che al 30 giugno del 2015 aveva un «Cet 1 ratio» dell' 8,37%.

E non finisce qui. Perché possono destare preoccupazione la Popolare di Cividale, che nel 2014 è entrata nel mirino degli ispettori di Palazzo Koch, e la Cassa di Risparmio di Cesena. Bankitalia ha sottolineato l' importanza di un aumento di capitale e a giugno 2015 aveva un rapporto (8,13%) più basso rispetto al risultato del 2014 (8,83%).

Un trend negativo (risultati del 2015 peggiori rispetto al 2014) che caratterizza anche altre Casse locali. Da quella di Asti, ferma al 9,98% rispetto al 10,70, fino ad arrivare a San Miniato, Ravenna e Parma.

GOVERNATORE DI BANKITALIA Visco a sorpresa in studio da Fazio Così papà Boschi affondò la banca

Ignazio Visco: "Banca Etruria è affondata nel 2014"


Ignazio Visco:

C'era molta attesa per l'intervento del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco a "Che tempo che fa" su Raitre. In realtà, l'appuntamento era stato fissato diverse settimane fa, per pubblicizzare il libro di Visco "Perchè i tempi stanno cambiando" uscito lo scorso settembre. Ma tutta la vicenda delle banche popolari, e in particolare quella di Banca Etruria, lo ha reso di estrema attualitaà.

Il conduttore Fabio Fazio, dopo aver profusamente ringraziato Visco per la sua visita, è partito proprio da lì, dalla banda del papà del ministro Maria Elena Boschi. Chiedendo a Visco come sia possibile che se le difficoltà di Banca Etruria erano note già nel 2011, si sia spettato il 205 per commissariarla. Il governatore di Bankitalia ha risposto spiegando che "la situazione in realtà nel 2011 non era deteriorata al punto da richiedere un intervento. E ancora nel 2013 la banca aveva un patrimonio tale da poter sostenere possibili futire perdite". La situazione, però, è peggiorata sensibilmente nel corso del 2014, "quando già prodotti come obbligazioni e azioni non venivano più venduti, quello si è fatto fino al 2013 e non dopo" ha precisato Visco. Insomma, nel 2014 è venuto giù tutto, esattamente in coincidenza col periodo in cui (dal maggio di quell'anno fino al commissariamento del cda della banca) Pier Luigi Boschi, il papà di Maria Elena, è stato vicepresidente dell'Istituto di credito

domenica 20 dicembre 2015

"Una bomba sul volo dell'Air France" La scoperta dopo le indagini. Arresti

Allarme bomba su un volo Air France atterraggio di emergenza in Kenya




Un volo Air France proveniente dalle Mauritius e diretto a Parigi è stato deviato e ha fatto un atterraggio di emergenza in Kenya nella città di Mombasa dopo che l'equipaggio ha avvertito il capitano della presenza di un oggetto sospetto nel bagno dell'aereo. Lo riferisce il capo della polizia del Kenya, Joseph Boinnet. A bordo viaggiavano 459 passeggeri e 14 membri dell'equipaggio. L'apparecchio è stato recuperato dal bagno e le analisi sono in corso. Dopo i controlli è arrivata la conferma: nella toilette dell'aereo c'era un ordigno individuato da un passeggero. 

La scoperta - Era una bomba il pacco sospetto trovato in una toilette del Boeing 777 dell’Air France poi costretto a un atterraggio d’emergenza a Mombasa, in Kenya. Lo riferisce Sky News citando l’Autorità aeroportuale keniana. L’aereo, decollato dalle Mauritius e diretto a Parigi, è atteratto al Moi International Airport poco prima dell’1 locale (nella tarda serata italiana). I passeggeri sono stati evacuati in sicurezza dagli scivoli dell’aereo e gli artificieri sono intervenuti per recuperare il sospetto ordigno. Partenze e arrivi all’aeroporto di Mombasa hanno subito ritardi. Dopo successive ricerche è emerso che la bomba era finta.  Lo riferisce France Info. "Secondo le nostre informazioni si tratterebbe apparentemente di diversi oggetti suddivisi in piccoli sacchetti portate a bordo da due persone della stessa famiglia», si legge sul sito web. In precedenza l’Autorità aeroportuale keniana sulla sua pagina facebook aveva scritto che l’ordigno era stato fatto esplodere in un luogo sicuro".