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domenica 20 dicembre 2015

Famiglie numerose, indigenti e... beffate: cosa potranno comprare con la "carta"

Legge di stabilità, via libera alla carta famiglia per chi ha almeno 3 figli: sconti su biglietti di trasporti, mostre e cinema


Via libera alla "carta famiglia". Un emendamento alla legge di stabilità approvato alla Camera conferma l'iniziativa destinata ai nuclei "con almeno tre figli minori a carico" che dà diritto a sconti per l'acquisto di beni e servizi "con soggetti pubblici o privati che intendano contribuire all'iniziativa". Bocciato dal Pd invece l'emendamento presentato da Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia che chiedeva l'esenzione dal calcolo Isee per pensioni di disabilità e indennità di accompagnamento.

Biglietti per trasporti, mostre e cinema - La "card" ha validità biennale e verrà rilasciata dai Comuni "previo pagamento degli interi costi di emissione", con criteri stabiliti sulla base dell'Isee con decreto del ministero del Lavoro insieme a Mef e il Mise. Le famiglie indigenti potranno così acquistare "biglietti e abbonamenti famigliari per servizi di trasporto, culturali, sportivi, ludici, turistici ed altro".

Cibo agli indigenti - La commissione Bilancio di Montecitorio ha poi stanziato 7 milioni di euro, 2 nel 2016 e 5 nel 2017, destinati al fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti. Il fondo è previsto da una legge del 2012 e prevede la consegna del cibo a famiglie in difficoltà attraverso organizzazioni caritatevoli.

IL GOVERNO VA A CASA Renzi e Boschi fanno crac: il sondaggio li manda ko

Banche, il sondaggio di Mannheimer: due italiani su tre contro il governo, il 50% voleva le dimissioni della Boschi



Il governo (forse) non cadrà per lo scandalo delle banche popolari, Banca Etruria in testa, ma sicuramente il premier Matteo Renzi e il Pd rischiano di lasciarci le penne a livello elettorale. Nonostante Maria Elena Boschi abbia dribblato la mozione di sfiducia in Parlamento, è proprio "l'effetto Boschi" a farsi sentire nei sondaggi, che vedono i democratici in netto calo di popolarità a fronte di una risalita generale delle opposizioni.

Due su tre contro il governo - Anche Renato Mannnheimer, sul Giornale, certifica il trend di queste ultime settimane. Secondo il sondaggista ben il 62% degli intervistati, quasi due su tre, è convinto che ci sia una responsabilità del governo nella disastrata situazione economica di quelle banche, e la quota è notevole anche all'interno dei simpatizzanti del Pd, il 43% (il 62% tra gli elettori di Forza Italia, il 74% tra i leghisti e il 79% tra i grillini). 

La Boschi ha vinto ma... - Anche la vittoria in aula della Boschi rischia di essere un boomerang, perché il 59% degli intervistati è convinto che il ministro abbia un conflitto d'interessi per il ruolo ricoperto dal padre in Banca Etruria mentre il 50% è convinto che avrebbe dovuto dare le dimissioni (contro il 32% contrario al passo indietro e il 18% che preferisce non ha un'idea precisa).

Renzi manda a casa due ministri Arriva il rimpasto, cosa cambia

Renzi manda a casa due ministri. Arriva il rimpasto: ecco cosa cambia

Renzi manda a casa due ministri. Arriva il rimpasto: che rischia

Lo stile accentratore di Matteo Renzi si mostrerà in tutta la sua forza già nelle prime settimane del prossimo anno. Da Palazzo Chigi arrivano diversi segnali che sostengono questa previsione, con la squadra di governo e quella dei collaboratori più stretti del premier pronta a un giro di valzer ancora tutto da definire. Qualche dettaglio però emerge, come riporta Il Giorno che sulla scorta delle parole velenose della parlamentare di Forza Italia Nunzia De Girolamo, ipotizza quali saranno i ministri che per primi potrebbe mollare la poltrona. Sostiene la De Girolamo: "Ai vertici del partito come al governo ha scelto personaggi mediaticamente poco ingombranti. Letta - ha aggiunto l'ex Ncd - non era così accentratore...". Secondo la parlamentare azzurra tutti i ministri rischiano poco in prima persona, il che però porta a delle strozzature a livello dei singoli ministeri: "Hanno i dossier pronti in attesa dell'ok del premier - scrive il Giorno citando una fonte interna alle strutture economiche del governo - così i tempi si allungano".

Chi rischia - C'è chi dall'interno della maggioranza, sponda non renziana, boccia senza appello tutti i componenti del governo, salvando soltanto Maria Elena Boschi: "I ministri scelti da Renzi sono volutamente deboli". Un modo comodo secondo i maligni per renderli intercambiabili e sostituibili. Nel mirino ci sarebbero il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti, e quella dello Sviluppo, Federica Guidi. Perde punti di giorno in giorno anche il titolo del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, soprattutto dopo la diversità di vedute sulla questione banche.

Il doppio cerchio - Il lavoro vero, quei dossier che devono andare avanti e anche a passo svelto, secondo i più cattivi partono tutti da Palazzo Chigi, sfornati dai collaboratori più stretti di Renzi. E per gennaio il "rimpastino" nella testa del presidente del Consiglio si muoverà su due fronti. Il gruppo tecnico di Palazzo Chigi sarà ristrutturato, promuovendo l'economista Tommaso Nannicini a sottosegretario con deleghe economiche, una specie di badante di Padoan. Saranno poi riempite le caselle mancanti, come il ministero per gli Affari regionali, già promesso a Ncd che aspetta il rimpiazzo di Maurizio Lupi. E poi c'è da nominare il successore della De Vincenti allo Sviluppo, ruolo che sembra destinato al viceministro all'Economia Casero. Godrebbe quindi di una promozione sul campo Zanetti di Scelta Civica, oggi "solo" sottosegretario". Il secondo fronte di rimpasto riguarderà i consiglieri economici di Renzi, piaccia o no quello che per tanti è il governo ombra. Andato via il commissario alla spending review Roberto Perotti, passato all'Anpal Maurizio Del Conte, sono rimasti Luigi Marattin e Marco Simoni, coordinati da Nannicini. Il progetto prevede la creazione di due gruppi: uno fatto da una decina di economisti e tecnici full time, l'altro composto da tecnici esperti in diversi settori, soprattutto quello giuridico, che lavoreranno ai singoli dossier.

sabato 19 dicembre 2015

Renzi, un mutuo d'oro dalla banche: ecco quanti soldi gli hanno prestato

Panorama: tra 2004 e 2012 le banche hanno prestato a Matteo Renzi 800mila euro


Panorama: tra 2004 e 2012 le banche hanno prestato a Matteo Renzi 800mila euro

Un mutuo "abbondante" per Matteo Renzi. Come rivela Panorama nell'ultimo numero in edicola, da presidente della Provincia e da sindaco di Firenze l'attuale premier ha ottenuto tra 2004 e 2012 prestiti per quasi 800mila euro da banche del "territorio" fiorentino, dalla Cassa di risparmio (ok decisivo di un funzionario cugino del padre) alla banca dell'amico e braccio destro Marco Carrai.

Nei guai il vescovo pro-immigrati: "Ha sottratto 180mila euro", è indagato

Il vescovo Domenico Mogavero avrebbe rubato "180mila euro alla curia"


Il Vescovo Domenico Mogavero avrebbe rubato

Si sarebbe appropriato di 180mila euro appartenenti alla Curia. Domenico Mogavero, è stato interrogato ieri dalla Procura di Marsala, il vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e commissario Cei per le migrazioni. Noto anche all'interno della Curia romana, come maggiori sostenitori delle politiche di solidarietà verso i profughi che sbarcano sulle coste siciliane, don Mogavero cura anche una rubrica sull'edizione domenicale del Fatto quotidiano.

Indagini - Coordinata dal procuratore Alberto di Pisa, l'inchiesta è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Trapani, che punta a chiarire presunte anomalie gestionali avvenute all'interno della curia di Mazara. A Mogavero è stato contestato di essersi appropriato di 180mila euro della Curia che avrebbe fatto transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni tratti dai conti intestati alla sua diocesi. Sotto la lente dei magistrati c'è anche la posizione dell' ex economo, don Franco Caruso, a lui i pm contestano l' appropriazione indebita e anche la malversazione. Per l' accusa si sarebbe appropriato di 120 mila euro della diocesi. In quanto, delegato a operare sui conti correnti e avendo la disponibilità delle somme ricevute dalla Cei, invece di destinare il denaro a interventi caritatevoli, avrebbe speso, poi, oltre 250 mila euro con altre finalità. 

Intrighi - Gli inquirenti stanno verificando se parte del denaro sia stato dato a don Vito Caradonna, un prete marsalese che il vescovo Mogavero aveva sospeso a divinis dopo una condanna a due anni per violenza sessuale su un uomo. "La posizione del vescovo Mogavero è stata chiarita ieri durante l' interrogatorio -spiega il suo avvocato Stefano Pellegrino- in modo documentale per quanto riguarda i fatti oggetto dell' indagine che risalgono agli anni 2010-2011 e riguardano anomalie nella gestione dell' economato della curia, che però lo stesso prelato aveva rilevato e denunciate alla Procura". La storia è intricata. Il vescovo Mogavero avrebbe avuto grossi dubbi sui conti della Curia. Così aveva deciso di non rinnovare più l' incarico a don Caruso, inviato come parroco a Santa Ninfa, comune di cinquemila anime nel Trapanese. "Il vescovo -prosegue il legale- al primo sospetto di irregolarità gestionale ha nominato due consulenti per verificare e fare chiarezza e dopo aver ricevuto la relazione l'ha trasmessa alla Procura manifestando sia la propria volontà querelatoria sia chiedendo, allo stesso tempo, di essere sentito dal procuratore". Monsignor Mogavero era stato nominato vescovo di Mazara del Vallo, nel febbraio del 2007, da papa Benedetto XVI che, nel 2011, lo aveva anche inviato a Trapani come visitatore apostolico di quella diocesi dopo che era scoppiato uno scandalo a seguito di un'intricata inchiesta giudiziaria che puntava a verificare se erano state commesse truffe ai danni della Curia trapanese da parte di un sacerdote.

Il miracolo di Madre Teresa di Calcutta ha convinto Francesco a farla santa

Vaticano, Papa Francesco dà l'ok alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta


Vaticano, Papa Francesco dà l'ok alla canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta

Madre Teresa di Calcutta verso la santità. Papa Francesco ha approvato il miracolo attribuito alla "apostola degli ultimi" e ha disposto di promulgarne il decreto, come riferito dal sito di Avvenire. Si chiude così l'iter del processo super miro per Madre Teresa, al secolo la religiosa albanese Anjëzë Gonxhe Bojaxhiu, che sarà canonizzata con ogni probabilità il 4 settembre, nell'Anno Santo della Misericordia. "La data verrà resa pubblica nel prossimo Concistoro", si legge sul sito.

Giallo in fonderia a Marcheno, la svolta: quattro indagati, due sono i nipoti

Giallo di Marcheno, indagati due operai e i due nipoti dell'imprenditore


Giallo di Marcheno, indagato un operaio. In caserma anche il nipote dell'imprenditore

Svolta nel giallo di Marcheno: a due mesi di distanza dalla scomparsa dell'imprenditore Mario Bozzoli, visto l'ultima volta nella sua fonderia nel Bresciano, ci sono quattro persone iscritte nel registro degli indagati: si tratta di due operai della stessa fonderia e dei due nipoti dell'imprenditore. Come riporta il Corriere della Sera, in mattinata è stato portato in caserma anche Giacomo Bozzoli, il nipote di Mario con cui c'erano stati screzi sulla gestione dell'impresa famigliare. La sera dell'8 ottobre scorso, giorno della scomparsa dell'imprenditore, Giacomo (30 anni) era stato immortalato dalle telecamere a bordo della sua Porsche Cayenne nei dintorni della fabbrica, mentre suo fratello Alex (36 anni) stava stracciando alcuni documenti in ufficio. Adelio Bozzoli, fratello di Mario e padre di Alex e Giacomo, ha sempre smentito ogni possibile coinvolgimento della famiglia in quella che quasi subito si è trasformata in una complicatissima indagine per omicidio. Un altro operaio, Giuseppe Ghirardini, addetto al forno nella sera della scomparsa dell'imprenditore bresciano, è stato trovato morto a Ponte di Legno con segni di avvelenamento pochi giorni dopo. Mistero anche in questo caso, con il sospetto di omicidio.