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giovedì 17 dicembre 2015

Milano, allarme bomba in una scuola poco prima dell'incontro sull'islam

Milano, allarme bomba in una scuola di Cinisello Balsamo: evacuati 3.500 studenti

Allarme bomba a Milano. All'istituto Parco Nord di Cinisello Balsamo sono evacuati 3500 studenti

Allarme bomba all'istituto Parco Nord di Cinisello Balsamo, nel Milanese: sono stati evacuati 3.500 studenti delle scuole superiori. L'allarme sarebbe arrivato proprio prima dell'incontro sull'Islam, dal titolo "Noi e i musulmani". Una telefonata anonima ha avvisato della presenza di un ordigno nell'edificio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Sesto San Giovanni (Milano) insieme agli artificieri e il Nucleo Cinofili.

Ritirati tutti gli ovetti Kinder dai negozi: "I vostri bambini rischiano la vita..."

Ritirati tutti gli ovetti Kinder dai negozi: "I vostri bambini rischiano la vita"




Bandito l'Ovetto Kinder, la piccola gioia cioccolatosa ingurgitata con gusto dai bimbi di tutto il mondo. Già, l'ovetto è stato vietato nei supermercati degli Stati Uniti a causa delle sorprese al suo interno: gli oggetti, infatti, potrebbero essere ingeriti dai bambini con meno di tre anni, causandone il soffocamento. Già nel lontano 1997 la Consumer Product Safety Commission, la commissione federale per la sicurezza dei prodotti di consumo, dispose il sequestro di 15mila ovetti. La Ferrero non si oppose, ricordando che 90 Paesi approvano la commercializzazione del prodotto, ma per i bimbi dai tre anni in su. L'azienda, oggi, di fronte al sequestro, ha sottolineato come finora non abbia registrato una vittima dopo milioni e milioni di uova Kinder vendute in tutto il mondo, e ha sottolineato che per aggirare il pericolo sono stati creati contenitori in grado di non essere aperti dai bimbi più piccoli. Ma per gli ispettori degli Stati Uniti, il problema si riproporrebbe dopo aver montato la sorpresa: ovetti banditi, dunque.

Una nuova valanga su Banca Etruria: papà Boschi nella lista di Bankitalia...

Banca Etruria, in arrivo le sanzioni di Bankitalia: nell'elenco c'è anche il padre della Boschi




Banca Etruria, l'affare si complica: i componenti del vecchio Cda, infatti, sono stati sottoposti a procedimento disciplinare da Bankitalia. Secondo il Corriere della Sera, la pratica è ormai chiusa: entro qualche giorno le conclusioni saranno notificate e scatterà la procedura per l'invio delle controdeduzioni prima dell'erogazione delle sanzioni. Uno sviluppo clamoroso. Nell'elenco di Bankitalia ci sarebbero l'ex presidente Lorenzo Rosi, l'ex vicepresidente Pierluigi Boschi (il padre del ministro Maria Elena) e i consiglieri che hanno svolto l'intero mandato prima dell'arrivo del commissario.

Sono tutti ritenuti responsabili di "mala gestio", che ha causato un buco in bilancio di 3 miliardi di euro, 2 dei quali riconducibili a "sofferenze". Nella relazione citata dal Corsera si parla esplicitamente di "anomalie non rimosse". Diverse le operazioni e gli emolumenti concessi nel mirino di Palazzo Koch. Tra le irregolarità individuate dagli ispettori, il premio al personale di due milioni di euro e la liquidazione al dg, Luca Bronchi, che ha ottenuto una buonuscita da 900mila euro.

Le contestazioni formaili saranno notificate a breve ai vertici di Etruria. È la seconda volta che accade: al termine dell'ispezione conclusa il 18 marzo 2013, per esempio, furono erogate sanzioni per 2 milioni e mezzo di euro, di cui 144mila a Pierluigi Boschi. In quel caso furono contestate "carenze nella funzionalità degli organi e nel sistema dei controlli con significative ricadute sulla qualità del portafoglio crediti, sulla redditività e sul patrimonio di vigilanza". Le nuove sanzioni saranno comunicate alla magistratura per la valutazione di eventuali illeciti penali, proprio come accadde per Rosi e Nataloni.

Sgarbi dall'ospedale parla a Libero "Mezz'ora in più e ora sarei morto"

Sgarbi parla a Libero: "Mezz'ora in più e sarei morto"


di Alessandra Menzani


Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi sta meglio. Contattato telefonicamente da Libero dopo il grave malore e il ricovero di questa notte, il critico d'arte è provato, stanco ma in lenta ripresa. Dal letto d'ospedale a Modena, con un filo di voce, ricostruisce l'accaduto, spiegando di essere stato a mezz'ora esatta dalla morte. "Dopo aver fatto una conferenza a Brescia, e visitato alcune chiese, mi sono messo in macchina verso le due diretto a Firenze", dice, "ero un po' raffreddato, avevo un malessere, quando ho sentito un dolore. Un dolore strano, che si diffondeva e mi agitava. Mi trovavo all'altezza di Modena e ho deciso subito, intuitivamente: non proseguo ma esco dall'autostrada per andare al Policlinico, uno dei migliori per i casi cardiaci. Che caso fortuito. Il verdetto dei medici è stato immediato: avevo una occlusione per metà della coronaria, mi hanno operato ed è andata tutto a posto". L'intervento è durato meno di un'ora, dice il critico d'arte a Libero.

E pensare che poteva finire in tragedia: "Se avessi proseguito fino a Bologna o Firenze sarei morto.  La coronaria si sarebbe chiusa del tutto e addio. La cosa 'divertente' è che sono stato a mezz'ora dalla morte, me l'hanno detto i medici". Ma Dio non c'entra: "Non ho pensato a Dio, non ho pensato che stavo per morire. Più che miracolato sono stato fortunato, e intuitivo". 

Perché è successo? Colpa della vita intensa e stressante? "Gli infarti non si possono prevedere, è difficile". Sbarbi resterà in ospedale ancora una settimana, dove riceverà tutte le cure e dovrà fare gli esami necessari. "Sono tutto intubato, anche lì", dice con la consueta ironia. Per fortuna una bella notizia.

Diocesi di Aversa, Lauretana: Promo Concerto di Natale 2015 / Video

Domenica 20 dicembre, nella Chiesa Cattedrale di Aversa, l’appuntamento diocesano con musica e tradizione



di Gaetano Daniele



Da non perdere l'appuntamento di domenica 20 dicembre, nella Chiesa Cattedrale di Aversa, la Promo Concerto di Natale 2015. Cori e Musica, in un clima tutto natalizio che ci suggestiona, ci eleva, ci anima, soprattutto, quella del coro della Diocesi di Aversa. 


Un super manager per Berlusconi Ecco chi vuole nel centrodestra

E' Stefano Parisi l'ultimo nome in campo per Milano




Il coniglio non è uscito dal cilindro nemmeno dopo la cena di ieri sera ad Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni. Come riporta il Corriere della Sera, il candidato sindaco ancora non c'è e pare ben lungi dal palesarsi in tempi brevi. E'assai probabile, a questo punto, che tutto venga rinviato a dopo le feste natalizie. Ovvero a quando, smaltite vacanze e cenoni, la testa degli elettori sarà più pronta a recepire il nome dell'Unto dal signore. Ciò non toglie che nomi e cognomi di potenziali sfidanti della sinistra continuino a uscire e a circolare. L'ultimo, invero assai credibile, è quello di Stefano Parisi. Che oggi è il numero uno di "Chili", la piattaforma telematica di video e film on demand, ma in passato è stato direttore generale di Confindustria, amministratore delegato di Fastweb e soprattutto City Manager al Comune di Milano con Gabriele Albertini sindaco. Un nome pesante, il suo, anche se, come riporta il quotidiano di via Solferino, chi suggerisce il nome del manager precisa che "è tutt'altro che scontato che all'interessato qualcuno abbia chiesto la disponibilità di farsi avanti".

"Questo shampoo fa diventare calvi" Class action contro il prodotto alle erbe

Una class action contro lo shampoo alle erbe: "Fa cadere i capelli e non ricrescono più"



La caduta dei capelli: una delle cose peggiori che possa capitare a una donna. È successo ad oltre 200 signore che si sono unite e hanno avviato una class action contro Chaz Dean, il creatore dello shampoo Wen, colpevole di aver causato la perdita dei loro capelli.

L'accusa - Moltissime le lamentele sui sociali: "È stato messo in commercio un prodotto che, dopo poche applicazioni, causerebbe la caduta dei capelli". E ancora: "Improvvisamente ho visto diversi punti calvi sulla mia testa. Mi sono preoccupata ed ho smesso di usare Wen", "Non c’è giorno che non piango. Continuo a sperare che i miei capelli ricrescano". Non solo. La cosa che ha scosso molto di più le donne, è stata la campagna lanciata per pubblicizzare lo shampoo: "Ciò che distingue Wen è che deterge e districa i capelli con un solo passaggio. È un perfetto mix di ingredienti speciali, compresi prodotti vegetali, naturali ed erbe, non contengono alloro, solfato di sodio o sostanze chimiche aggressive", un messaggio illusorio a cui le donne avevano creduto senza troppi dubbi.

La difesa - Chaz Dean si è difeso affermando che solo una minoranza della sua clientela si è lamentata e che non tutti hanno denunciato la stessa cosa. Ma a decidere le sorti del prodotto sarà il processo che partirà a breve. I giudici debbono stabilire se all'interno dello shampoo Wen c’è effettivamente qualche pericolosa sostanza tossica. Joe Hixson, portavoce di Wen, ha detto che "non vi è alcuna prova scientifica in grado di supportare tale ipotesi. Tante sono le ragioni che possono causare la perdita di capelli, tutte indipendenti dall'utilizzo o meno dello shampoo Wen. Ci difenderemo dalle accuse".