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domenica 13 dicembre 2015

Euro 2016, prima mazzata per l'Italia La profezia: ecco quando sarà eliminata

Sorteggio Europei: la mazzata per l'Italia. La profezia: quando sarà eliminata




Girone impegnativo per l’Italia a Euro 2016. Nei sorteggi di Parigi gli azzurri pescano nel gruppo E Irlanda, Svezia e Belgio, primo nel ranking mondiale. Non sarà una passeggiata, ma per i bookmaker Conte riuscirà a passare alla seconda fase. Secondo i quotisti internazionali, però, la Nazionale andrà fuori agli ottavi di finale: è l’ipotesi più probabile in lavagna, come riferisce Agipronews, a 2,50 (l’eliminazione ai gironi vale 4,33) l?arrivo ai quarti pagherebbe 3,50, mentre la semifinale è a un impegnativo 9,00. L?impresa in finale si gioca a 17 volte la posta, chiudere da «runner up», al secondo posto, si gioca a 15,00. In testa per la vittoria finale ci sono Germania e Francia, entrambe offerte a 4,00, mentre la Spagna è un passo più indietro, a 7,00. In tabellone, prima degli azzurri, ci sono anche Belgio (11,00) e Inghilterra (12,00).

"Vi dico io come mettere al sicuro i soldi". La mazzata di Feltri ai "buc..."

Vittorio Feltri: vi dico come mettere al sicuro i vostri soldi




Come difendersi dai banchieri "bucanieri" e mettere al sicuro i propri risparmi? Vittorio Feltri in un esilarante editoriale sul Giornale dà qualche pratico e utile consiglio. Per esempio bisogna partire dal presupposto che "se tu scegli il normale conto corrente, incassi interessi miserrimi. Se, invece, ti piace da morire un prodotto finanziario che sulla carta frutta il 7 per cento, stai sicuro che te la prendi in saccoccia", perché l'istituto di credito "imbroglia, eccome se imbroglia". 

Quindi "l'unica raccomandazione che si può e si deve fare" è: "Caro amico si accontenti di pochi spiccioli di interesse e non si faccia sedurre dall'ipotesi di guadagni pazzeschi. In caso contrario, sappia che la probabilità di essere spennato sono altissime". L'atteggiamento del risparmiatore, continua Feltri, "sia sempre difensivo. Ciò non moltiplicherà i suoi averi, ma eviterà il disastro".

Infine chi per "tutta la vita" cerca "di spendere meno" "allo scopo di accantonare un gruzzolo utile a trascorrere una vecchiaia serena, o magari per dare una mano ai figli in difficoltà" sappia che "non ne vale la pena. Infatti, i soli quattrini nostri sono quelli che spendiamo". Il capitale "è della banca nella quale lo hanno cautamente o incautamente depositato". Eppoi, "le bare non hanno tasche".

"Quel marò deve ritornare in Italia" Il documento della Farnesina: la novità

"Quel marò deve ritornare in Italia". L'ultima mossa al Tribunale del mare




L’Italia ha depositato al Tribunale Arbitrale costituito presso la Corte Permanente d’Arbitrato de l’Aja una richiesta di misure provvisorie ai sensi dell’Articolo 290 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, rende noto la Farnesina. Con tale atto si chiede al Tribunale Arbitrale appena costituitosi di autorizzare il fuciliere Girone a tornare in Italia e a restarvi per tutta la durata della procedura arbitrale in corso fra le Parti. La richiesta di misure provvisorie si inserisce nel quadro dell’arbitrato internazionale avviato dal Governo italiano lo scorso 26 giugno e segue la misura cautelare già resa dal Tribunale per il Diritto del Mare di Amburgo lo scorso agosto, con la quale è stata ordinata la sospensione di tutti i procedimenti giudiziari a carico dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Con tale istanza, l’Italia ha chiesto al Tribunale Arbitrale di riconoscere e proteggere alcuni diritti fondamentali anche prima delle soluzione definitiva della controversia. Il Tribunale fisserà la data di discussione della richiesta italiana. L’Italia è determinata a far valere in giudizio il diritto esclusivo all’esercizio della giurisdizione sulla vicenda della Enrica Lexie, nonché l’immunità che il diritto internazionale riconosce ai militari che operano nell’esercizio delle loro funzioni.

Rimborsi caso per caso e un fondo: il piano del governo sulle banche

Banche salvate, Padoan: "Fondo con i contributi degli altri istituti. Colpa degli italiani poco preparati in finanza"




Un fondo "salva-banche" con il contributo degli altri istituti e "ristoro" deciso caso per caso. Sono queste due delle misure del governo di cui ha parlato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan in Commissione Bilancio della Camera, intervenuto in merito al decreto salva banche. La prossima mossa, probabilmente dopo Natale, sarà avviare la riforma delle banche di credito cooperativo, chiamate ad aggregarsi sotto una o più holding secondo quanto previsto già dalla loro auto-riforma. Terzo intervento: la creazione di Bad bank per assorbire i crediti in sofferenza, verso soggetti cioè in stato di insolvenza (210 miliardi, il 10,3% dei finanziamenti concessi). "Il governo intende dare una risposta" ai clienti fregati dai quattro istituti di credito falliti, ha spiegato Padoan, che però ha anche puntato il dito proprio contro gli stessi investitori. 

"Italiani poco preparati" - "Il salvataggio delle quattro banche ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica il problema della scarsa educazione finanziaria della popolazione italiana - ha proseguito il ministro davanti ai deputati -. Un risparmiatore poco o male informato è potenziale vittima di abusi. Occorre aumentare l'informazione e la capacità di valutazione dei risparmiatori per ridurre le asimmetrie informative e il rischio di abuso. Poiché reddito ed educazione sono associati, per migliorare le opportunità sociali anche le fasce di popolazione meno abbiente è necessario lanciare un intervento di educazione finanziaria su larga scala".

"Non un euro pubblico" - Le misure da adottare, assicura Padoan, saranno "compatibili con la disciplina europea degli aiuti di Stato" e saranno prese sotto forma di emendamento governativo al ddl Stabilità. "Non si può escludere - sottolinea il titolare dell'Economia - che le quattro banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo di rischio incompatibile con la natura di questi titoli di investimento, ma questo è quanto andrebbe accertato con l'analisi di ogni singola posizione". Per il resto, sono carezze a un sistema bancario dalle mille falle che tuttavia, a 7 anni dall'inizio della crisi, "è rimasto in piedi e si è rafforzato in molti suoi punti senza usare neanche un euro di quei 1.100 miliardi spesi da altri in Europa per salvare le banche". Le conseguenze della liquidazione dei 4 istituti falliti, ha concluso, "sarebbero state disastrose: per i clienti, per i risparmiatori, per il tessuto economico dei territori interessati, per i dipendenti". 

sabato 12 dicembre 2015

Attacco all'ambasciata spagnola a Kabul L'inquietante rivendicazione di Al Qaeda

Attentato all'ambasciata spagnola a Kabul. Al Qaeda: "Avanziamo contro il nemico"




Attentato all'ambasciata spagnola a Kabul, in Afghanistan: almeno dieci persone, fra cui quattro terroristi, sono morte nell'assalto avvenuto questa notte nella guesthouse. Le altre vittime sono due guardie spagnole e quattro poliziotti afghani, a cui si aggiungono nove feriti tra i civili.

L'attacco è durato circa nove ore ed è cominciato con l'esplosione di un'autobomba davanti alla residenza usata dall'ambasciata spagnola per l'alloggio degli ospiti nel quartiere diplomatico di Sherpur, dove si trovano ambasciate, sedi di organizzazioni internazionali e residenze di politici. L'esplosione, raccontano testimoni locali, è stata seguita da un lunghissimo scontro a fuoco.

Il portavoce dei talebani Zabiullah Mujahid ha rivendicato l'attentato su Twitter, scrivendo che l'attacco suicida era diretto contro "gli occupanti stranieri". "I mujahidin avanzano in tutto il Paese, catturando territori e distruggendo i centri del nemico. Invitarli al negoziato di pace è una stupidaggine", ha aggiunto. L'attacco infatti è avvenuto dopo che il presidente afghano Ashraf Ghani, in visita in Pakistan per il summit Heart of Asia, ha concordato con Stati Uniti e Pakistan la ripresa di colloqui di pace con i talebani.

STASI CONDANNATO Caso chiuso, dopo 8 anni Costituito, è già in carcere

Cassazione, Alberto Stasi condannato a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi




La V sezione della Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 16 anni per Alberto Stasi, unico imputato per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. La Suprema Corte ha quindi rigettato i ricorsi presentati dalla Procura generale di Milano e dall'imputato contro la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello milanese il 17 dicembre dello scorso anno. Il sostituto procuratore generale venerdì nella sua requisitoria aveva chiesto l'annullamento della condanna perché non era stato individuato un movente certo e che gli indizi contro Stasi non era sufficienti. 

Stasi si è costituito - Pochi minuti dopo la sentenza, Stasi si è costituito e ora è già in carcere, non meglio precisato. La decisione di consegnarsi subito dopo la sentenza definitiva, era già stata maturata da Stasi e dai suoi legali nei giorni scorsi. L'iter prevederebbe l'invio dell'ordine di esecuzione della pena dalla Cassazione ai magistrati competenti, in questo caso quelli di Milano dove si è svolto l'appello, che poi la rendono esecutiva. È previsto però anche che il condannato si presenti spontaneamente in carcere dove viene trattenuto in attesa dell’arrivo dell’ordine d'esecuzione.

La difesa: "Sentenza allucinante" - "È una cosa allucinante prendiamo atto di questa decisione. Ora Alberto andrà in carcere, non può fare nient'altro", è il commento amareggiato dell'avvocato Fabio Giarda, uno dei difensori di Stasi. "Come si fa a mettere in carcere una persona quando c'è una sentenza completamente illogica. Quanto detto ieri dal pg è la realtà dei fatti. Questa è una pena che non sta né in cielo né in terra: se uno ha compiuto un fatto del genere - ha concluso il legale - deve essere condannato all'ergastolo". 

La soddisfazione dei Poggi - "Giustizia è stata fatta", sono le prime parole della mamma di Chiara Poggi. Parlando ai microfoni di Rainews24 ha ricordato, con commozione: "Questa è una tragedia che ha colpito due famiglie, non dimentichiamolo, l'altra non ha perso un figlio, che però ha avuto una brutta vicenda". E poi sottolinea che con un annullamento della sentenza "io non mi sarei mai arresa, io sono la mamma e per mia figlia ho il dovere di continuare". "Nessuna sentenza a metà", spiegano invece i legali della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni e Francesco Compania. La Cassazione ha semplicemente "accertato la verità processuale": "Non si può parlare di soddisfazione - dice Tizzoni - siamo davanti a una tragedia che riguarda una famiglia. È la pena di chi ha scelto il rito abbreviato ma ciò che importa è che oggi sia stata accertata la verità del terribile omicidio di Chiara. Da parte nostra andremo avanti sempre nell'interesse della famiglia di Chiara".

Se vi arriva questa lettera, occhio: la vostra banca vi sta fregando

Popolare Etruria, la lettera inviata agli obbligazionisti pochi mesi prima del crac




Gli obbligazionisti fregati dalla Popolare Etruria, a dicembre 2014, hanno iniziato a ricevere una lettera dal loro istituto: "Gentile cliente (…) il suo portafoglio risulta non adeguato al suo livello di conoscenza ed esperienza finanziaria, alla sua situazione finanziaria e ai suoi obiettivi di investimento", e poi l'invito a recarsi in filiale per "verificare la coerenza delle informazioni", riferimento al celebre questionario Mifid sulla propensione al rischio. Per quasi tutti loro quella propensione era bassa, così come doveva esserlo il rischio delle obbligazioni che avevano vendute loro. E invece, con il passare dei mesi, quel rischio è diventato medio e poi alto, all'insaputa degli obbligazionisti. E qui la beffa: come spiega il Corriere della Sera, quella lettera inviata dalla Pop Etruria a pochi mesi dal disastro attuale più che un tentativo di salvare la faccia e, con essa, i propri clienti raggirati sembra proprio un modo per pararsi dal punto di vista legale. Come dire: noi li abbiamo avvertiti. Ma non è andata proprio così, perché l'avvertimento è risultato non solo tardivo, ma inutile. La lettera suggeriva agli obbligazionisti la possibilità di "eventuali interventi sul suo portafoglio", ossia vendere titoli diventati "pericolosi" per rientrare almeno in parte delle cifre investite e perse. Peccato che quelle obbligazioni siano già senza valore e non ci sia praticamente più modo di vendere. "Voleva venderle - racconta al Corsera Marco Festelli di Confconsumatori, avvocato di una cliente - ma le hanno detto che non c'è mercato, comunque di stare tranquilla. Ora sono azzerate. Forse per la banca quelle lettere erano un modo per scongiurare future responsabilità".