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sabato 12 dicembre 2015

Se vi arriva questa lettera, occhio: la vostra banca vi sta fregando

Popolare Etruria, la lettera inviata agli obbligazionisti pochi mesi prima del crac




Gli obbligazionisti fregati dalla Popolare Etruria, a dicembre 2014, hanno iniziato a ricevere una lettera dal loro istituto: "Gentile cliente (…) il suo portafoglio risulta non adeguato al suo livello di conoscenza ed esperienza finanziaria, alla sua situazione finanziaria e ai suoi obiettivi di investimento", e poi l'invito a recarsi in filiale per "verificare la coerenza delle informazioni", riferimento al celebre questionario Mifid sulla propensione al rischio. Per quasi tutti loro quella propensione era bassa, così come doveva esserlo il rischio delle obbligazioni che avevano vendute loro. E invece, con il passare dei mesi, quel rischio è diventato medio e poi alto, all'insaputa degli obbligazionisti. E qui la beffa: come spiega il Corriere della Sera, quella lettera inviata dalla Pop Etruria a pochi mesi dal disastro attuale più che un tentativo di salvare la faccia e, con essa, i propri clienti raggirati sembra proprio un modo per pararsi dal punto di vista legale. Come dire: noi li abbiamo avvertiti. Ma non è andata proprio così, perché l'avvertimento è risultato non solo tardivo, ma inutile. La lettera suggeriva agli obbligazionisti la possibilità di "eventuali interventi sul suo portafoglio", ossia vendere titoli diventati "pericolosi" per rientrare almeno in parte delle cifre investite e perse. Peccato che quelle obbligazioni siano già senza valore e non ci sia praticamente più modo di vendere. "Voleva venderle - racconta al Corsera Marco Festelli di Confconsumatori, avvocato di una cliente - ma le hanno detto che non c'è mercato, comunque di stare tranquilla. Ora sono azzerate. Forse per la banca quelle lettere erano un modo per scongiurare future responsabilità".

Berlusconi: "Così tornerò a vincere" La commovente frase sul pensionato

Forza Italia, Silvio Berlusconi: "Abbraccerei la vedova del pensionato, ma il suicidio è sbagliato"




"Abbraccerei la vedova e cercherei di spartire con lei il suo dolore ma non potrei esimermi dal dire che il suicidio non era un gesto da fare, bisognava aspettare un intervento salvifico, non ci si può mai lasciar andare a gesti di questo genere". È un Silvio Berlusconi commosso quello che, intervistato da Emilio Carelli su Sky Tg24 a L'incontro commenta la tragica vicenda del pensionato di Civitavecchia suicida dopo aver perso i soldi investiti nella Banca dell'Etruria. "Io non avrei escluso dal provvedimento i trentamila obbligazionisti - spiega poi il leader di Forza Italia a proposito del decreto salva-banche del governo Renzi -. Loro non sono speculatori. Non è possibile lasciare queste persone senza i risparmi di una vita. Vanno aumentati i 3,6 miliardi che il governo ha fatto versare alle banche per salvare i 4 istituti con altri 780 milioni. Se si diffonde un fenomeno di non credibilità del sistema bancario ci sarebbero conseguenze dannosissime".

"Scendo ancora in campo" - Quando il discorso si sposta sulla politica, Berlusconi assicura: "Sono pronto a scendere in campo per il bene dell'Italia. Non possiamo permetterci che il Paese finisca nelle mani di una banda come quella del M5S" e il governo Renzi "abusivo e illegittimo" richiede un'opposizione forte e solida. "Sono incandidabile e ineleggibile ma i sondaggi dicono che in caso di ballottaggio tra Pd e M5S vincerebbero i grillini perché il 78% dei votanti della Lega Nord sceglierebbe il M5S. Per questo serve un centrodestra forte e compatto e per questo torno in campo". Il centrodestra "deve essere unito", ma Forza Italia "non è subalterna alla Lega. Riguadagnerà 10 punti come fece nel febbraio 2013 con la mia riapparizione in tv. Con me in campo so di portare Forza Italia al 20% e far vincere il centrodestra alle elezioni con il 40%". "In questo momento - conclude il ragionamento il Cav - non c'è nessun altro che può svolgere il mio ruolo. Mi sento obbligato a stare ancora in campo per il bene dell'Italia e degli italiani contro il mio stesso interesse, ma sento forte il dovere di farlo perché avverto lo stesso pericolo del '94 e quindi devo trovare il coraggio di farlo". Sui candidati di Roma e Milano, però, "non credo sia logico fare oggi dei nomi, non vorrei scontentare nessuno".

Dal Papa, schiaffo a Milano: non ci va Il retroscena: cosa c'è dietro (davvero)

Dal Papa, schiaffo a Milano: non ci va. Il retroscena: cosa c'è dietro (davvero)




Papa Francesco rinvia la visita a Milano. Il motivo ufficiale sono i «molti impegni per il Giubileo». E questa è la terza volta che il Papa annulla una visita nel capoluogo lombardo, nonchè nella diocesi più grande del mondo. Per l’esattezza, due volte una visita in loco, una terza volta un incontro con l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. (...)

Alberto Stasi verso l'assoluzione? L'accusa a sorpresa: "La condanna..."

"Annullare la condanna di Alberto Stasi": svolta in Cassazione, la richiesta dell'accusa




La Procura generale della Cassazione chiede di annullare la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione nei confronti di Alberto Stasi, accusato dell’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto del 2007. In particolare, il pg Oscar Cedrangolo, pur non chiedendo un annullamento senza rinvio, invita i giudici della quinta sezione penale ad annullare con rinvio la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 17 dicembre 2014 "in accoglimento di entrambi i ricorsi", vale a dire sia di quello di Stasi che di quello della Procura di Milano che per Stasi vorrebbe una condanna a 30 anni di reclusione contestando a Stasi anche la crudeltà dell’omicidio.

Sembrerebbe una richiesta contraddittoria quella del sostituto procuratore generale Cedrangolo ma come lui stesso spiega "siamo in presenza di un omicidio efferato, commesso con brutalità", e proprio per questo "non si può dare un colpo al cerchio e uno alla botte" come a suo dire ha fatto il giudice dell’Appello bis condannando Stasi. "Se l’imputato è innocente - ha concluso Cedrangolo - va assolto altrimenti va condannato a pena adeguata per l’atrocità del delitto commesso".

Dalle prime battute della requisitoria, in ogni caso si capisce quel che pensa il pg della Cassazione che fa a pezzi la sentenza di condanna di Stasi sottolineando "la debolezza dell’impianto accusatorio davanti a indizi non certi e non concordanti" una sentenza, che a detta della Procura di piazza Cavour, "fa un insistito tentativo di trovare un movente pur di farlo come elemento causale ma rivelando tutta la debolezza dell’impianto accusatorio".

"È nella lista degli islamici radicali" L'accusa al deputato (italiano e Pd)

Khalid Chaouki (Pd) nella lista degli islamici radicali del ministero della Difesa




È stato inserito dal ministero della Difesa nella lista sul radicalismo islamico Khalid Chaouki, deputato Pd di origini marocchine. È finito, riporta il Giornale, in mezzo a sospetti jihadisti elencati nel Dossier sulla comunità islamica italiana: indice di radicalizzazione realizzato da Michele Groppi e di fatto finanziato dal governo. Il ricercatore, incaricato dal Centro militare studi strategici (Cemiss), ha ampliato una ricerca del 2011 dall'International institute for counter-terrorism (Ict) dal titolo Islamic Radicalization Processes in Italy. "Conosco Chaouki e lo stimo", ha commentato il ministro della Difesa Roberta Pinotti esprimendo massima solidarietà per il compagno di partito.

Gli altri nomi - Nel rapporto si trovano nomi e cognomi di personaggi pubblici musulmani considerati pericolosi. E fra questi appunto si trova quello di Chaouki, ma anche Hazma Roberto Piccardo (ex segretario dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane), Luigi Ammar De Martino (presidente dell'organizzazione sciita Ahl Al-Bait) e Abdur-Rahman Rosario Pasquini (vicepresidente del Centro islamico di Milano e Lombardia). "Nonostante le sue numerose affermazioni contro il terrorismo e l'intolleranza religiosa si legge nel rapporto il signor Khalid Chaouki nel marzo del 2013 suscitò numerose polemiche per aver sponsorizzato, attraverso la sua pagina Facebook, la canzone di un rapper anche lui marocchino, Ius Music, inneggiante alla violenza e al terrorismo, anche contro gli italiani". "Per di più" continua il dossier "il deputato sarebbe anche comparso nel video della canzone in veste di un preside severo che punisce, umiliandolo, un bambino italiano per aver scritto sul muro a scuola". 

Il documento terrificante della Cia: "Ecco cosa faranno i terroristi"

Il terrificante documento della Cia: "Cosa farà il terrorismo islamico"




Era il 2000, 15 anni fa. Negli Stati Uniti al governo c'era George W. Bush. E la Cia pubblicava un rapporto di 70 pagine in cui ipotizzava come sarebbe stato il mondo oggi, nel 2015. E a rileggere oggi quel rapporto vengono i brividi. Già, perché l'intelligence a stelle e strisce aveva predetto (quasi) tutto. Il fascicolo, per esempio, recitava: "I fatti internazionali verranno sempre più influenzati da grandi e potenti organizzazioni anziché dai governi". Tutto vero: si pensi all'Isis, del quale, in Occidente, si parla dal 2012. In pochi anni il Califfato di al-Bahdadi ha evidentemente influenzato le politiche estere di tutti i Paesi occidentali. Ma non solo: si pensi anche agli hacker cinesi sospettati di aver rubato informazioni ai milioni di dipendenti del governo Usa o a quelli della Corea del Nord, accusati dalla Fbi di aver lanciato un massiccio attacco hacker contro Sony.

Ancor più inquietante la seconda profezia della Cia, che scriveva: "Da qui al 2015 le strategie dei terroristi diventeranno sempre più sofisticate ed elaborate al fine di aumentare il numero delle vittime delle stragi di massa". Pochi dubbi sulla veridicità del punto: Torri Gemelle, Londra, Madrid e fino ai recenti spargimenti di sangue in Francia. Si prevedeva poi che "Iraq e Iran svilupperanno missili a lungo raggio. L'Iran (...) potrebbe testare queste armi nel 2001 e missili cruise entro il 2004". Qui c'è del vero e c'è del falso: a luglio, a Vienna, è stato siglato un accordo sul nucleare iraniano, mirato a impedire a Teheran di produrre armi atomiche almeno per 10 anni. Però, nell'ottobre scorso, l'esercito iraniano avrebbe testato un nuovo missile a lunga gittata a propellente liquido, che sarebbe in grado anche di trasportare armi nucleari.

Il rapporto Cia prevedeva che nel 2015 la popolazione mondiale sarebbe arrivata a 7,2 miliardi di persone: oggi siamo a 7,4, miliardi, previsione dunque corretta. E ancora, si prevedeva che "le risorse energetiche riusciranno a soddisfare la domanda", e in effetti, soprattutto negli Usa, la produzione di petrolio negli ultimi anni è cresciuta a dismisura, così come quella di gas naturale. L'intelligence profetizzava poi che "l'economia cinese crescerà e supererà quella dell'Unione europea, ma rimarrà dietro agli Usa". Difficile stabilire la veridicità del punto: per alcune stime l'economia di Pechino è già più forte di quella di Washington, e secondo altre, invece, l'economia europea è più grande di entrambe. Infine, una profezia errata. La Cia ipotizzava che "la popolazione di molti Paesi africani diminuirà a causa dell'Aids, della carestia e delle crisi economiche e politiche": così non è stato, e infatti secondo le stime Onu nel 2050 un abitante su 4 del pianeta Terra sarà africano (gli africani sono passati da 800 milioni nel 2000 a 1,1 miliardi nel 2014).

Renzi vieta la manifestazione ai truffati Cortei e fischi: assediato a Firenze

Divieto di protesta per i truffati delle banche. Ecco come Renzi tiene alla larga i fischi




Si è aperto un weekend di contestazioni per Matteo Renzi. Già oggi pomeriggio ha dovuto evitare di intervenire a un convegno al Polo Universitario di Novoli per motivi di sicurezza. Da giorni gli studenti di destra e sinistra stavano organizzano la pioggia di fischi da far cadere sul premier per protestare contro la riforma del calcolo Isee.

Leopolda - L'evento clou del renzismo alla stazione Leopolda rischia di essere travolto da altre proteste, come riferisce l'Huffingtonpost. Sabato i sindacati di base e i centri sociali sfileranno per Firenze contro il governo dell'ex sindaco. Domenica invece sarà la volta delle vittime dei crac dei quattro istituti di credito coinvolti dal decreto salva-banche. Una manifestazione prevista con la conclusione trionfale della Leopolda 2015 alla quale però è stata già messa la sordina. La Questura ha negato l'autorizzazione alla manifestazione prevista davanti alla Leopolda. Così il manipolo di pericolosi pensionati truffati dovrà accontentarsi del più lontano piazzale della Porta al Prato, a poco meno di un chilometro di distanza.