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martedì 1 dicembre 2015

Ricordate Charamsa, il monsignore gay? Beccato con un vip (famosissimo) / Foto

Charamsa a sorpresa: il prete gay con Miguel Bosè...




Sul numero di Chi in edicola  le immagini esclusive della trasformazione di Krzysztof Charamsa, 43 anni, teologo e presbitero, ex segretario aggiunto della Congregazione della Fede dopo il coming out, avvenuto prima del sinodo sulla famiglia, quando ha presentato al mondo il suo compagno. Notiamo la sua svolta estetica, da “grigio” prelato a elegante viveur: leggermente abbronzato, abito e camicia blu con occhiali e pochette arancioni in pendant. Ma il suo cambiamento non si nota soltanto dal look: il suo sorriso parla da solo. È con il compagno Eduard Planas, 44, professore molto impegnato per l’indipendenza della Catalogna, e Miguel Bosè alla serata di beneficenza per la 6ª edizione del Gala contro l’Aids. Oggi Charamsa vive a Barcellona ed è molto attivo sui social. Abita con il compagno nel quartiere gay di tendenza della capitale catalana (Gayxample), partecipa alla kermesse contro la violenza sulle donne e milita per la difesa dei diritti degli omosessuali, va ai vernissage e posta su Twitter le sue scelte musicali con le foto del weekend trascorso nei borghi di Besalù o a Banyoles, a pochi chilometri dalla città. 

«Facendo coming out ho perso tutto: il lavoro, lo stipendio, le risorse per la vita, l’abitazione, l’insegnamento all’università, la pensione, la sicurezza sociale e medica. La Chiesa in un istante mi ha privato di tutto, come se io non esistessi più. Ma ho recuperato la libertà umana e cristiana, la libertà di coscienza, la felicità e la dignità personale. In questo ambito umano tutto è migliorato», ha spiegato l’ex prelato. «Dell’Italia mi mancano le mamme, i giovani italiani, la loro tolleranza. Gli italiani sono un popolo accogliente, anche se sotto l’influsso della Chiesa, a volte, ci si svuota della curiosità nei confronti dell’altro», ammette con amarezza. «I catalani mi hanno accolto splendidamente, ho ritrovato lo spirito del cristianesimo libero da ipocrisia e dalla cattiveria umana, che è la caratteristica del Vaticano e di molte Chiese, a iniziare da buona parte della mia Chiesa polacca», sostiene.

I pensionati più poveri della storia L'allarme dell'Inps: chi sarà punito

I pensionati più poveri della storia. Boeri, la maledizione per giovani e mamme


di @juan_r



I trentenni di oggi farebbero meglio a pianificare lunghe cure vitaminiche e antiossidanti per i prossimi 40 anni perché li passeranno a lavoare e alla fine potrebbero anche un assegno insignificante se riusciranno ad andare in pensione. La mazzata per i nati nella prima metà degli anni Ottanta arriva dal presidente dell'Inps Tito Boeri durante il convegno "Pensioni e povertà oggi e domani", due elementi che i trentenni dovranno abituarsi a conciliare con arte. L'occasione doveva servire per presentare i dati dell'Ocse sull'Italia, secondo i quali con il sistema contributivo ci potrà essere un risparmio sulla spesa pubblica del 2%. Ma alla buona notizia, si accompagna l'allarme di Boeri, secondo il quale: "i programmi di contenimento della spesa devono preoccuparsi prima di tutti del fatto che sotto le curve ci sono le persone, e che quindi le persone devono ricevere un reddito mimino. Questo - ha detto - spesso non viene fatto".

Gli over 65 - Uno dei dati di fatto evidenziati da Boeri sta nel modo in cui i pensionati sono riusciti a sopportare la crisi: "Chi ha più di 65 anni - ha chiarito - ha retto meglio alla crisi di chi ha un'età inferiore". Il motivo è presto trovato nel fatto che in molti sono riusciti da andare in pensione prima dei 60 anni e quindi non hanno subito decurtazioni, oltre che: "contano molto gli altri redditi che percepiscono - ha aggiunto - e contano molto anche quelli della famiglia di appartenenza".

La condanna - Il problema più grave attanaglia i giovani, visto che il reddito di una carriera tipica reale in genere subisce un calo temporaneo significativo nei primi anni, quando si passa dai lavori temporanei ai lavori più stabili. Il calcolo è presto fatto, secondo Boeri, che stima come tra i trentenni di oggi nel 2050: "nell'ipotesi di un tasso di crescita del Pil dell'1%, molti dovranno lavorare anche fino a 75 anni, per andare in pensione". Pessime notizie anche per il peso dell'assegno mensile, stimato per il valore medio dagli attuali 1.703 euro ai 1.593. Anzi considerando che i giovani di oggi percepiranno per meno tempo la loro pensione, pur augurandoci tutti una vita più lunga dei nostri genitori, il confronto sull'assegno medio si fa più impietoso, considerando che i giovani intascheranno un quarto in meno dei loro genitori.

Maternità - Lo scenario si fa da incubo per le giovani donne che progettano di avere figli. Alle interruzioni legate ai contratti precari, si aggiungono, poi, per le donne, le interruzioni legate alla gravidanza "alla quale - denuncia Boeri - spesso si associa anche un cambio di lavoro". Questo comporta, secondo il presidente dell'Inps, che se le donne tra i trenta e i quaranta anni decidessero tutte di avere un figlio, una su tre si dovrebbe accontentare nel 2050 di una pensione di 750 euro.

Il Caso Caivano (Na): Napoli-Inter, il Cronista Piccinini mette il dito nella piaga

Il Caso Caivano (Na): Napoli-Inter, il Cronista Piccinini mette il dito nella piaga 


di Gaetano Daniele


D'Anilo D'ambrosio
Difensore Inter
di Caivano (Na)

A creare il caso, è il cronista di Mediaset, Sandro Piccinini, di Roma, 58 anni, che, durante la telecronaca di Napoli-Inter, di ieri 30 novembre 2015, nel commentare appunto, un'azione dell'Inter, con precisione un passaggio effettuato dall'orgoglio caivanese, Danilo D'Ambrosio, ha precisato: "Prende palla il napoletano D'Ambrosio, di Caivano, la Terra dei Fuochi". Una precisazione che il Piccinini, etichetta solo ai vari napoletani come capitato anche all'attaccante del Napoli, Insigne, appunto, sottolineando la provenienza del calciatore, Frattamaggiore, ad ogni tocco palla. A questo punto, non possiamo far altro che consigliare al Piccinini, di non fermarsi solo al Paese e all'espressione "Terra dei Fuochi", ma di sottolineare anche l'arduo lavoro svolto da Padre Maurizio Patriciello che, grazie al suo abnorme sacrificio in difesa della salute, ha scoperchiato non solo in Campania, ma anche nel Lazio, dove risiede appunto Piccinini, e al nord, un coperchio fatto di intrecci, mala gestione ed altro...., e ha ridato un filo di speranza ai tanti cittadini indifesi. Insomma, se proprio si vuole menzionare la "Terra dei Fuochi" lo si faccia in maniera professionale. 

Jihad a casa nostra: 4 arresti a Brescia La terribile minaccia al Papa: "Sarà..."

"INNEGGIAVANO ALLA JIHAD", arrestati a Brescia 4 kosovari




Blitz antiterrorismo della Polizia di  Stato di Brescia, in collaborazione con la Polizia kosovara. Arresti e perquisizioni sono in corso, in Italia e in Kosovo, a carico di cittadini kosovari ritenuti responsabili dei reati di  “apologia al terrorismo»” e  “istigazione all’odio razziale”. La  compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista. I riscontri investigativi hanno evidenziato la presenza di “pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzanti i combattenti del sedicente Stato Islamico”.

Le accuse - In particolare, a carico di uno dei fermati è stata disposta, per la prima volta, la misura di sorveglianza speciale per terrorismo, su richiesta avanzata direttamente dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. I dettagli dell’operazione denominata  Van Damme  verranno resi noti nel corso della conferenza stampa in programma alle 10.30 alla Procura di Brescia. Sono 4 gli arrestati nell’ambito del blitz antiterrorismo della Polizia di Stato di Brescia. I quattro sono ritenuti responsabili dei reati di «apologia al terrorismo» e «istigazione all’odio razziale”. 

Attacco al Papa - "Minacciavano il Santo Padre Bergoglio, esaltavano i recenti attentati di Parigi e minacciavano l’ex ambasciatrice degli Stati Uniti in Kosovo". Lo ha detto Carmine Esposito, questore di Brescia, intervenuto ad Agorà su RaiTre.

«Nelle dimore perquisite in Kosovo nell’ambito dell’operazione - compiuta contestualmente sul territorio italiano e kosovaro - sono state rinvenute armi. Si tratta di profili di rischio in relazione a derive terroristiche di matrice islamica con particolare riferimento a condotte di propaganda, reclutamento, finanziamento del sedicente stato islamico. I reati contestati a queste persone - conclude il questore - sono apologia del terrorismo e istigazione all’odio razziale". 

WhatsApp, la truffa con un messaggio: così ti fregano (tantissimi) soldi

WhatsApp, come funziona la truffa dei "venti euro"




Occhio a WhatsApp. Gira un'altra truffa ai danni dei milioni di utenti sparsi nel mondo. Ecco come funziona l'ultimo trucchetto per fregare venti euro ai più inesperti (o sprovveduti). Se navigando su internet con un browser qualunque, vi imbattere in un messaggio che sostiene che il vostro abbonamento WhatsApp è scaduto proprio quel giorno, chiudete la "finestra" subito. Prima di tutto perché se si guarda la pagina si stratta di whatsapp.cm, non .com, quindi di una pagina Internet qualsiasi e non sull’applicazione. Non inserite assolutamente il vostro numero di telefono da nessuna parte.  

Il memoriale (piccante) del Monsignore: "Ho fatto sesso con Chaouqui, lei era..."

Il memoriale di Monsignor Balda: "Ho avuto un rapporto sessuale con Chaouqui"




Nessun saluto, nessuna  stretta di mano, seduti a distanza: praticamente si ignorano monsignor Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, nella seconda  udienza al Tribunale del Vaticano per il processo sul cosiddetto caso Vatileaks 2. All’udienza, durata meno di un quarto d’ora e aggiornata al 7 dicembre, si sono presentati tutti e cinque gli imputati: il primo ad arrivare in Tribunale è stato Nicola Maio, poi Gianluigi Nuzzi, monsignor Lucio Vallejo Balda, Emiliano Fittipaldi e per ultima Francesca Immacolata Chaouqui "in vestito nero, stivaletti con tacco, truccata e fresca di parrucchiere", come riferito dai giornalisti del pool autorizzato a seguire l’udienza.

Il memoriale - Monsignor Lucio Vallejo Balda consegna ai giudici, a poche ore dall'interrogatorio in  programma per oggi da parte dei giudici del vaticano, un memoriale. Un memoriale scottante in cui racconta di avere avuto un rapporto sessuale con Francesca Immacolata  Chaouqui, la pierre cosentina che faceva parte della commissione vaticana Cosea. Ne dà notizia il quotidiano Repubblica. Nel memoriale il prelato scrive anche di essersi immediatamente pentito di quella relazione carnale e spiega che la donna gli aveva detto che "apparteneva ai servizi segreti italiani e la sua unione con Corrado Lanino era un matrimonio di copertura. Mi mandò delle foto di Corrado con un'altra donna, la sua la sua vera moglie". 

La testimonianza - "Io racconto della Francesca - dice il monsignore - ma per me es muy doloroso...Io mi vergognavo di quello che avevo fatto con Francesca e quando passavo i documenti pensavo allo scandalo, se si sapeva. Mio Dio". "Io non potevo cedere...Avevo sempre il Papa davanti agli occhi che parlava della sacralità delle donne sposate e del matrimonio". Balda spiega anche di temere la pierre che ha annunciato querele nei confronti dell'avvocato del monsignore "per la fuga di notizie folli che sta organizzando", anche perché "per come è fatto - dice la Chaouqui - non ha alcun piacere a venire a letto con me e io, conoscendo miliardari ed emiri, se volessi tradire mio marito non mi metterei con un vecchio prete a cui non piacciono le donne". Nel suo memoriale, il religioso spagnolo racconta anche di aver tentato di stanare la sua collaboratrice. "Sono andato a parlare con il capo dei servizi segreti, lui neanche la conosceva, rimasi sorpreso, iniziai così a chiedere informazioni e tutte le volte scoprivo sempre truffe diverse". Poi, nel forte travaglio interiore, rivela di essersi affidato a una psicologa, ma il rapporto fra i due degenera. "Mi ero confrontato con una psicologa che mi disse di tenere la calma - spiega Balda - e di non dirle subito di no e allora le dicevo: ' Va bene Francesca, vediamo...', ma lei era violenta, muy cattiva, mi scriveva 'verme, sei un verme'".

L'invito - Nel memoriale  Balda scrive di aver ricevuto prima di Natale un invito a pranzo dal faccendiere Luigi Bisignani.  "A quell’incontro - racconta poi il religioso - volevano farmi credere che Francesca lavorava per i servizi segreti, che il suo capo era l’ambasciatore Massolo. Con Bisignani la Chaouqui aveva complicità e lui mi chiese di incontrare alcuni suoi sponsor. Grazie a Dio il secondo pranzo non c’è mai stato... Dietro Francesca c’è Paolo Berlusconi (probabilmente si confonde con l'ex premier Silvio, ndr): lei assisteva in modo abituale alle feste di Palazzo Grazioli, a Roma. E poi è amica di Gianni Letta e di sua moglie, del cardinale Touran, lo chiamava il cardinale di nostra proprietà. E anche del cardinale Re. Il loro contatto con la Santa Sede è Padre Sapienza, che gestisce le udienze del mercoledì del Papa... Francesca ha una grande relazione con il minitro della Salute Beatrice Lorenzin, il marito del ministro lavora in Rai. La Chaouqui dice che è lì per volontà di Renzi".

La replica -  "Ho fatto una querela pesantissima all’avvocato Antonia Zaccaria» (avvocato di fiducia di monsignor Balda) per aver diffuso un memoriale consegnato dal monsignore l’8 novembre scorso all’avvocato Zaccaria, che poi è stato sostituito da un avvocato d’ufficio rotale. Lo ha detto Francesca Chaouqui entrando in Vaticano a piedi da via del Perugino.

25 anni, bellissima, feroce e vincitrice: così Marion Le Pen si prende la Francia / Foto

Marion Le Pen, 25 anni: l'incredibile ascesa della nipotina di Marine (che domenica trionferà alle elezioni regionali







Per un Le Pen che se ne va, ne arriva una nuova. Jean Marie, il fondatore, è stato messo ai margini del Front National dalla figlia Marine. Ma ora, nel partito, sta facendo velocemente strada Marion Maréchal Le Pen. Segni particolari: giovanissima e bella. La ragazza, di cui si era già parlato qualche mese fa, ha appena 25 anni, e guida il partito nel Sud della Francia. Gode di enorme consenso e, insieme a Marine, domenica, alle elezioni regionali francesi, è indicata dai sondaggi come probabile trionfatrice.

Jean-Marie chi? - Già, perché con la complicità degli attacchi terroristici a Parigi, le politiche del Front National, ora, fanno ancor più breccia nell'elettorato transalpino. L'addio del fondatore Jean-Marie, inoltre, pare non aver sottratto mezzo voto: anzi, con il suo allontanamento il bacino elettorale si sarebbe allargato, attraendo anche chi, il padre-padrone, proprio non lo poteva digerire - o votare - poiché troppo "estremo".

I sondaggi - Ma, si diceva, le elezioni. Domenica prossima il Front National viene accreditato del 28% dei voti, in crescita del 2% rispetto a un precedente sondaggio che risale a prima degli attentati. La coalizione dei Républicains (il partito di Nicolas Sarkozy) con i centristi del Modem e dell'Udi viene parimenti data al 28% (ma in calo di tre punti), mentre i socialisti di Hollande sono lontani dalla testa, dati al 22 percento. Infine, la sinistra radicale del Front de Gauche che, in tandem con gli ecologisti, è accreditata del 12% dei voti (in crollo verticale rispetto all'era pre-attentati, un crollo quantificato al 6%).

Dove vince il Fn - In totale, si andrà al voto in 11 regioni. Di queste, il trionfo del Front National pare sicuro in due (Provenza-Alpi-Costa-Azzurra, dove il partito è guidato da Marion, e Nord-Passo di Calais, dove al timone c'è Marine, e dove le tensioni per l'emergenza-migranti hanno portato al FN un enorme consenso). Il Front National, inoltre, secondo i sondaggi si gioca la Borgogna con i repubblicani. Ma, come detto, il dato che potrebbe sancire il trionfo è quello relativo alle percentuali complessive, che potrebbero spedire il Front National davanti a tutti.

Incredibile ascesa - Un tandem vincente, dunque, quello composto da Marine e Marion Maréchal. Ma chi è, la nipotina d'oro del Front National? Suo nonno è Jean-Marie, e lei è la nipote di Marine Le Pen. Il padre, Samuèl Maréchal, fondò il movimento giovanile del Front National, partito al quale è iscritta dal 2007, quando aveva 18 anni. Nel 2012 fu eletta al parlamento francese per la terza circoscrizione di Vaucluse, diventando la più giovane parlamentare francese della Storia. Marion ha convinzioni cristiane e tradizionali, e in cima alla sua agenda c'è la lotta contro il "matrimonio per tutti" introdotto da Holland. Contro le unioni di genere si scagliò in un'intervista del 2013 concessa alla russa Pravda.

Il pensiero di Marion - "Abbiamo assistito all’onnipotenza di una nano-lobby che da sola, con le sue poche centinaia di membri, è stata in grado di distruggere l’istituto del matrimonio, come prova della decadenza e di consacrare il desiderio egoistico e individuale al di sopra di qualsiasi altra considerazione, come il benessere del bambino adottato, anche contro il parere di molti riconosciuti psichiatri francesi", disse Marion, battagliera e fiera, nella celebre intervista. Denunciò inoltre le degenerazioni della tecno-scienza e della feceondazione artificiale, che a suo giudizio costituiscono il "vertice del nichilismo moderno". Le leggi socialiste che consentono la pratica dell'utero in affitto, per lei, sono "un vero pericolo", nonché l'ennesimo eccesso "di una incontrollata tecnologia di riproduzione assistita. Penso alle coppie lesbiche o alla maternità surrogata per gli uomini, voluta in nome dell'uguaglianza. Il corpo umano - disse - e la personalità diventano così un prodotto di consumo, in nome del progresso e dell'uguaglianza. Le vere femministe - concluse - dovrebbero ribellarsi a tela disprezzo della donna".