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mercoledì 25 novembre 2015

Salvini si arruola: "Sì, sono pronto ad andarmene in guerra"

Matteo Salvini: "Sono pronto a partire anch'io per combattere l'Isis"




La presa di posizione di Matteo Salvini: "Sono pronto a partire anch'io". Così il leader della Lega Nord, che si dice pronto a tutto pur di combattere l'Isis. "Ho fatto un anno di servizio militare nel '95, ma farei tutto quello che bisogna fare", spiega a Radio 24. "Chi dice no alla guerra all’Isis - aggiunge - è come i collaborazionisti durante il nazismo". Il leader del Carroccio si arruola...

L'ingegnere che non si lava da 12 anni: la sua incredibile scoperta scientifica

L'ingegnere che non si lava da dodici anni: la sua incredibile scoperta scientifica




Non si lava da dodici anni e ne va fiero. Non è un senzatetto né un hippie nostalgico ma un ingegnere. Secondo lui lavarsi troppo potrebbe essere più dannoso che altro. L'idea di  David Whitlock, ingegnere del Mit è nata guardando i suoi cavalli rotolarsi nel letame così ha avuto la conferma di un'ipotesi a cui stava già lavorando: i batteri buoni e quelli cattivi sulla nostra pelle si compenserebbero in un equilibrio in grado di renderci più forti e sani. Non solo: lavandosi si eliminano anche i batteri buoni e si impedisce allo strato di sporcizia di arginare i cattivi odori della sudorazione e le pelle si rovina con maggiore facilità. Per pulirsi si limita a cambiare i vestiti e a usare un detergente di sua invenzione in grado di diffondere batteri buoni sul corpo.  Ha fondato AOBIOME, una star up americana fermamente convinta dell'utilità dei microbi e dei batteri che naturalmente si trovano sul nostro corpo. 

Sgarbi incontra Vendola in tribunale: finisce malissimo, Nichi umiliato

Vittorio Sgarbi assolto dall'accusa di diffamazione a Nichi Vendola




Vince Vittorio Sgarbi: il Tribunale di Bari lo ha assolto "perché il fatto non sussiste" dall'accusa di diffamazione ai danni di Nichi Vendola, l'ex presidente della Regione Puglia, che si era costituito parte civile nel processo. La vicenda risale al 18 maggio 2011, quando nel corso della trasmissione Ora ci tocca anche Sgarbi, su Rai1, il giornalista Carlo Vulpio aveva affrontato il tema delle energie rinnovabili con riferimento a presunti interessi mafiosi. Vulpio aveva chiamato in causa il ruolo della Puglia nella gestione del business dell'eolico. Vendola, all'epoca governatore, decise di querelare il cronista (il procedimento è ancora pendente) e Sgarbi, anche se nel corso della trasmissione il critico d'arte non aveva detto nulla (al contrario, pochi giorni prima, nel corso di una presentazione a Bari aveva parlato di una "puglia massacrata da una forma di criminalità istituzionale che l'ha sfigurata con pale eoliche"). Oggi la sentenza: il fatto non sussiste, Sgarbi "batte" Vendola.

Doppio Suarez e Messi, Piquè e Adriano Roma umiliata al Camp Nou dal Barça

Champions League: Barcellona batte Roma 6-1




Una partita senza storia quella tra Roma e Barcellona al Camp Nou. Addirittura umiliante per i giallorossi di Garcià. Tra le due squadre c'è un abisso e il 5-0 (ma gara già chiusa dopo soli 18 minuti con l'uno-due Suarez-Messi) lo evidenzia chiaramente. I giallorossi sono stati passivi fin dalle prime battute e la squadra di Garcia ha avuto un solo lampo, al 13', quando su un casuale angolo ha clamorosamente fallito lo 0-1 con Dzeko. Poi si è in pratica rassegnata a una sconfitta che sembrava già scritta. Un minuto prima del 45' Suarez ha chiuso definitivamente i conti prima della perla finale di Messi per Piquè al 10' della ripresa e della doppietta della Pulce al 15'. Al 32' la Roma becca il cappotto: Ucan appena entrato tira giù in area Neymar. Rigore: sul dischetto va lo stesso brasiliano, che però esagera tirando senza rincorsa. Szczessny para ma arriva prima di tutti Adriano che insacca il 6-0. Ciliegina sulla torta, il rigore sbagliato da Dzeko al 36'. Che beffardamente, sigla la rete dell'1-6 a dieci secondi dal minuto di recipero.

DOPO IL JET, PURE L'ELICOTTERO È guerra: abbattuti i soccorsi russi

Ribelli siriani abbattono anche un elicottero russo




Il video appare sulla pagina Youtube del Free Syruan Armi, l'esercito di ribelli anti-Assad che per lungo tempo è stato fiancheggiato dagli Stati Uniti e che oggi è bombardato dalle forze armate russe. Descrive la distruzione, tramite un missile anticarro, di un elicottero da combattimento russo su terreno siriano, a poca distanza dal confine con la Turchia. E testimonia la giornata nera per Putin e il suo dispiegamento di forze in Siria, dopo l'abbattimento in mattinata di un cacciabombardiere Sukhoi-24 da parte di caccia turchi.

L'elicottero era impegnato insieme ad altri proprio nelle ricerche dei piloti del Sukhoi e per ragioni non precisate è stato costretto ad un atterraggio in territorio controllato dai ribelli siriani. Nel video si vede uno degli insorti anti-Assad montare il cannone portatile anti-carro e poi fare fuoco verso l'elicottero di Mosca. Che pochi istanti più tardi esplode in una palla di fuoco. Ignota la sorte dell'equipaggio russo. 

martedì 24 novembre 2015

"CONSEGUENZE TRAGICHE" Le parole di Vladimir Putin fanno tremare il mondo

Aereo abbattuto, la reazione di Vladimir Putin: "Una pugnalata alle spalle"




Alta tensione tra Russia e Turchia dopo che un caccia Sukhoi 24 dell’aviazione russa è stato abbattuto da due F-16 di Ankara lungo la frontiera con la Siria. Nel darne notizia, Ankara ha accusato il velivolo di essere entrato nel suo spazio aereo e di aver ignorato i ripetuti avvertimenti con cui gli è stato chiesto di allontanarsi. Mosca, però, ha negato lo sconfinamento e il presidente russo, Vladimir Putin, ha parlato di "un crimine", di "una pugnalata alla schiena sferrata da complici dei terroristi" e ha avvertito che l’incidente avrà "serie ripercussioni" sui rapporti tra Mosca e Ankara. Il capo del Cremlino ha affermato che il velivolo non minacciava la Turchia ed è caduto 4 chilometri all’interno del territorio siriano.

Le reazioni - Ankara ha convocato l’incaricato d’affari russo e ha ottenuto la convocazione d’urgenza del Consiglio Nato per questo pomeriggio. Mosca ha risposto convocando a sua volta l’attachè militare turco, con la Duma che ha accusato Ankara di "aiutare i terroristi". Per domani era in programma una visita distensiva a Istanbul del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ora rischia di saltare. Uno dei due piloti sarebbe morto, probabilmente ucciso dai ribelli che hanno diffuso le immagini del cadavere, mentre per salvare l’altro sono in corso ricerche degli elicotteri russi. Il Sukhoi-24 è stato colpito nella zona montuosa di Jabal Turkman, a nord di Latakia. Ankara sostiene che il velivolo era entrato nel suo spazio aereo nella provincia sud-orientale di Hatay, nella zona di Yayladag, e non ha cambiato rotta nonostante gli fossero stati inviati 10 avvertimenti nel giro di cinque minuti. A inizio ottobre, Ankara aveva già denunciato sconfinamenti dei caccia russi e incontri ravvicinati con i jet turchi (13 in una settimana), minacciando di abbattere i velivoli in caso di nuove violazioni del suo spazio aereo. Sempre a ottobre i caccia turchi avevano abbattuto un drone russo al confine, anche se Mosca ha negato fosse suo. 

I 7 ITALIANI NELLA LISTA Ci sono i nomi e i cognomi L'Isis li vuole morti: chi sono

Isis, i sette italiani nella black list




Ci sono anche sette italiani nella "black list" dell'Isis. Per la precisione è degli hacker dell'"Islamic cyber army"  Sette italiani, con tanto di nome, cognome e indirizzi. Il Tempo ha provato a contattarli. Tutti hanno chiesto l'anonimato ma si dichiarano completamente estranei ad ogni rapporto con l'Isis o con lo Stato islamico. Il quotidiano ha contattato per esempio un uomo che ha detto di essere il titolare di un rifornimento di benzina: "Non vedo quale affinità possa esserci tra me e l' Isis. Io non lavoro all' interno delle forze dell' ordine, tantomeno nell' intelligence". Ha detto di essere sposato con una donna islamica che però, ha aggiunto, "è una moderata". Un'altra persona contattata si è mostrata molto più preoccupata, ha detto di essere un imprenditore che si occupa di "forniture per forze dell' ordine italiane ed estere". "Forse i pirati informatici dell' Isis sono entrati nei siti di aziende che in qualche modo sono collegate alle forze dell' ordine - ha detto a Il Tempo - e forse hanno rubato indirizzi e nume ridi telefono contenuti nei pc".