Sinodo, sì alla relazione finale con la maggioranza dei due terzi. Papa Francesco, un "durissimo discorso"
Il Sinodo si è ricompattato sabato sul testo delle relatio finalis, che è stato approvato punto per con una maggioranza sempre superiore ai due terzi. L’anno scorso non era andata così e i punti più controversi, come la comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza pastorale ai gay avevano raggiunto solo la maggioranza semplice che per il diritto canonico non è considerata sufficiente. L’approvazione è stata resa nota dal portavoce di lingua tedesca Bernd Agenkrd. I lavori si sono conclusi con il canto del Te Deum. Secondo quanto riferito, Francesco ha pronunciato un discorso molto forte, del quale sono uscite alcuni brani. In sintesi, il Sinodo apre ai divorziati, aprendo alla possibilità di decidere "caso per caso" sulla comunione. Netta la chiusura ai matrimoni omosessuali, pur sottolineando come ogni persona vada rispettata.
Le parole del Papa - Bergoglio, in un passaggio del suo discorso a votazione chiusa, ha spiegato come il Sinodo ha "sollecitato tutti a comprendere l'importanza dell'istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull'unità e sull'indissolubilità, e ad apprezzarla come base fondamentale della società e della vita umana". Senza "mai cadere nel pericolo del relativismo oppure di demonizzare gli altri, - ha proseguito il Papa - abbiamo cercato di abbracciare pienamente e coraggiosamente la bontà e la misericordia di Dio che supera i nostri calcoli umani e che non desidera altro che tutti gli uomini siano salvati". Il sinodo "ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito, non le idee ma l'uomo, non le formule, ma la gratuità dell'amore di Dio e del suo perdono", ha sottolineato il Pontefice chiudendo le assise.
Apertura ai divorziati - Il testo finale prevede che la comunione ai divorziati possa essere concessa caso per caso, come anticipato nel pomeriggio dal cardinale Schoenborn: "Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli - si legge nella relatio finalis - alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio". Il Sinodo chiarisce che da oggi la partecipazione dei divorziati risposati alla vita della Chiesa "può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate". "I divorziati risposati - dunque - non solo non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo. Quest’integrazione è necessaria pure per la cura e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti".
"No" ai matrimoni gay - Resta il "no" ai matrimoni omosessuali. Sui progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone gay, il Sinodo sottolinea che "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". E ancora, dichiara "del tutto inaccettabile che le Chiese locali subiscano delle pressioni in questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il matrimonio fra persone dello stesso sesso". "Nei confronti delle famiglie che vivono l'esperienza di avere al loro interno persone con tendenza omosessuale, la Chiesa ribadisce che ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, vada rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione".
Comunione ai divorziati - In precedenza, nella giornata, avevano fatto rumore le parole del cardinale Christopher Schoenborn, il quale ha affermato che davanti alla richiesta dei divorziati risposati "dobbiamo guardare ad ogni singola situazione, discernere e accompagnare le situazioni caso per caso. Il documento dà criteri per questo accompagnamento, non solo per la comunione ma per tutte le questioni". Così Schoenborn, arcivescovo di Vienna, nel briefing sui lavori del Sinodo, prima della votazione. "Il tema dei divorziati risposati - ha aggiunto - è affrontato riconoscendo la diversità dei singoli casi. Se ne parla con grande attenzione, e la parola chiave è discernimento. Vi invito a pensare che non c’è il bianco e il nero, e quindi non basta un semplice sì o no. C’è invece un obbligo, per amore della verità, di esercitare un discernimento tre le situazioni diverse". "Papa Francesco - ha sottolineato Schoenborn - da buon gesuita formato dagli esercizi di Sant’ignazio ha imparato da giovane tale discernimento".