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sabato 17 ottobre 2015

Spiavano gli utenti che navigavano Maximulta per i big dei telefonini

Telecom, Wind e Vodafone sanzionate dell’Antitrust. Pagheranno più di un milione




Per i giganti della telefonia mobile Telecom, Vodafone e Wind è arrivata una multa molto salata. L'Antitrust ha stabilito una sanzione complessiva di un milione e 733mila euro perché le società non hanno seguito i provvedimenti imposti lo scorso 13 gennaio, e hanno continuato ad acquisire consensi dai consumatori senza renderli pienamente consapevoli dei servizi attivati con la navigazione su Internet con i cellulari.  

Le multe - Nello specifico, le multe sono di 583 mila euro per Telecom, di 350 mila per Wind e di 400 mila per Vodafone e H3G. Le aziende sono colpevoli di non avere aumentato il controllo delle attivazioni non richieste attraverso un unico click per l’acquisto del servizio di navigazione. E così l'Antitrust li ha puniti e ha imposto che paghino le somme di denaro stabilite. 

Nella manovra c'è la data delle elezioni: ecco quando l'Italia tornerà al voto

Matteo Renzi vuole votare nel 2017: la prova nella legge di Stabilità


di Elisa Calessi



La lettura ufficiale è quella che, a un certo punto della conferenza stampa, dà lo stesso Matteo Renzi: «Si scrive legge di stabilità ma si pronuncia legge di fiducia». Siccome, da metà di quest’anno, è cominciata una timida ripresa che dovrebbe continuare nel 2016, il governo ha deciso di puntare tutte le proprie fiches per rafforzarla. Come? Lasciando più soldi possibile nelle tasche degli italiani (abolizione della Tasi), così che - con un’iniezione di fiducia - inizino a consumare, il mercato si muova, il Pil cresca. La lettura maliziosa, che però gira anche tra i fedelissimi del premier, è che quella licenziata dal consiglio dei ministri sia una legge di stabilità «elettorale». In senso stretto perché sarà il biglietto da visita del Pd per la campagna delle prossime amministrative, quelle che si svolgeranno nella primavera 2016 e che, di fatto, saranno le elezioni di mid-term del governo. In senso lato perché, se la scommessa di Renzi riesce, se la ripresa si rafforza e i risultati diventano visibili, potrebbe diventare il volano per elezioni politiche da anticipare al 2017, quando i vantaggi percepiti dagli italiani sono ancora freschi. Come ha detto il premier, «la ripartenza deve essere sostenuta e l’unico modo è dare degli choc fiscali. Perciò via l’Imu e le tasse sulla prima casa». Il messaggio da cartelloni elettorali è pronto: «Cari italiani, le tasse vanno giù».

Finito il consiglio dei ministri, Matteo Renzi, accompagnato dal ministro Padoan, scende nella sala stampa di Palazzo Chigi. Presenta la manovra da 27 miliardi con il solito gioco pirotecnico di 30 tweet («è la prima legge di stabilità spiegata via Twitter», scherza) e 30 slide («mi hanno detto che tecnicamente non vale se non ci sono»). La caratteristiche di fondo, spiegano i suoi, sono due: è «espansiva» ed è «popolare». In questo senso, la misura che dà la cifra di tutta la manovra, e che «Matteo ha difeso con i denti», persino al prezzo di litigare con l’Europa e di rinviare al 2017 l’abbassamento dell’Ires, è l’abolizione della tassa sulla prima casa. Per un motivo innanzitutto numerico: riguarda oltre il 70% degli italiani. Se la misura degli 80 euro, calcolano i suoi, riguardava dieci milioni di italiani, qui si arriva a toccarne almeno cinque volte di più. Così come «popolare», soprattutto nel mondo delle imprese e del commercio, è l’aumento a 3mila della soglia dei contanti. O gli interventi sulle partite Iva, penalizzate lo scorso anno. «Tutte misure», spiega un fedelissimo, «che hanno un target popolare».

Il premier si diverte a giocare con la caricatura che, già mette in conto, gli faranno: «Abbiamo 25 tweet di buone notizie», esulta. Detta lo slogan, che poi è anche l’hashtag del diluvio di tweet che farà lanciare: «L’Italia con il segno più». Sintesi: «Fino a qualche anno fa il mondo tirava, l’Italia arrancava, adesso l’Italia è ripartita, ma il mondo non si sente benissimo». È arrivato il momento di «consolidare questa ripresa». Ma per farlo è «fondamentale che gli italiani abbiano la consapevolezza che il futuro è nelle loro mani». Basta «vittimismo». «Il nostro destino non è a Bruxelles o a Pechino». Per la prima volta non si nasconde alcuna «una fregatura»: «le tasse vanno giù in modo sistematico e per certi versi sorprendente», assicura. «Quest’anno con l’abolizione della Tasi, dell’Imu agricola, delle misure per gli autonomi, l’anno prossimo con l’Ires, poi con l’Irpef». Glissa sulla prima cattiva notizia: il taglio della tassa sui profitti delle imprese è stata rinviata. Ma, aggiunge, potrebbe essere anticipata di nuovo se l’Europa ci verrà incontro per l’emergenza migranti. Le altre buone notizie sono i «minimi per le partite Iva, una sorta di Jobs Act per i lavoratori autonomi», «l’intervento straordinario sulle case popolari», perché, altro tweet, «ci preoccupiamo di chi arranca». Ancora: «i superammortamenti per le aziende, uno sconto per chi ci crede da subito».

Misura, tweet, slide. Il ritmo travolge le notizie non buone. Per esempio il fatto che gli sgravi fiscali per chi assume saranno il 40% degli attuali. Il premier lo trasforma in uno slogan-tirata d’orecchi: «Meno di prima, affrettarsi prego». La spending review è di soli 5 miliardi? Non si sono toccati gli sgravi perché «poi avreste titolato con una mano dà, con una toglie». Poi c’è l’Europa. «La vera discussione che abbiamo fatto è se accettiamo di rispettare tutte le regole europee o no». Una parte era per farlo, un’altra per farlo «ma con fantasia». Si è deciso di rispettare le regole, a cominciare da quella del 3%, ma applicando tutta la «flessibilità» possibile, che si concretizza in 13 miliardi. Su questo tema si concede qualche siparietto con il ministro Padoan, alla sua sinistra. Per esempio quando gli chiede di «fare la faccia corrucciata, ci siamo messi d’accordo così», quando dice che «a Bruxelles ci sono Paesi che teorizzano il rispetto delle regole e poi non le rispettano». O quando gli chiede di rispondere lui, «perché io sarei meno diplomatico», sulle dichiarazioni fatte dalla Commissione contro l’abolizione della Tasi. La scommessa è chiara. L’anno prossimo si capirà se è vinta. E da questo dipenderà la durata della legislatura.

Matteo Renzi, prove generali di guerra Obama e quella scelta sull'Afghanistan

Matteo Renzi: "Stiamo valutando se prolungare la missione in Afghanistan"




"L'Italia è un grande Paese, stiamo valutando in queste ore se prolungare di un altro anno la nostra presenza in Afghanistan, come ci è stato chiesto dall'amministrazione americana". Il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo ha annunciato parlando all'Università Ca' Foscari di Venezia per l'inaugurazione del nuovo campus: "Avete sentito tutti cosa ha detto il presidente Obama", ha aggiunto, "noi abbiamo scenari di guerra molto complicati. Ieri Ban Ki-moon era alla Camera, ha fatto un intervento molto ampio su tutto ciò che facciamo".

Infatti Barack Obama il 15 ottobre - smentendo se stesso - ha annunciato che le truppe americane resteranno in Afghanistan anche dopo che lui se ne sarà andato, e per il 2016 il contingente continuerà ad essere di quasi 10mila soldati, come adesso. I generali sul campo avevano raccomandato da tempo questa soluzione a Barack, per garantire all'Afghanistan di non fare la fine dell'Iraq. Obama aveva originariamente pianificato di ritirare quasi tutti i soldati entro la fine dell’anno venturo, lasciandone solo un manipolo a difesa dell’ambasciata di Kabul. Ora anche l'Italia dovrà fare la sua parte?

Nuovo scandalo in Germania: "Si sono comprati i mondiali"

Nuovo scandalo in Germania: "Si sono comprati i mondiali"




La Germania potrebbe aver pagato per ottenere l'assegnazione dei Mondiali di calcio del 2006. A sollevare il sospetto è un'inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel, secondo il quale il Comitato promotore di Germania '06 avrebbe goduto di un fondo nero finanziato anche con il denaro del Ceo dell'epoca di Adidas, Robert Louis-Dreyfus, che mise a disposizione 10 milioni di franchi svizzeri, pari oggi a circa 6,5 milioni di euro.

Il voto - Il settimanale sostiene che del fondo nero fossero al corrente dal 2005 il campione del calcio tedesco, Franz Beckenbauer, nel ruolo di Presidente del Comitato, ma anche Wolfang Niersbach, capo della Federcalcio tedesca. Secondo lo Spiegel, il denaro è stato usato per accomodare il voto della Fifa per l'assegnazione dei Mondiali, convincendo quattro membri asiatici del comitato. Nel luglio 2000, quando la Fifa ha deliberato sui Campionati del Mondo del 2006, i voti favorevoli per la scelta della Germania sono stati 12 contro 11, con il neozelandese Charlese Dempsey che scelse di astenersi. Gli altri tre rappresentanti asiati che hanno votato a favore si sono rifiutati di rispondere alle domande del settimanale tedesco, mentre un terzo si è negato dicendo che quelle domande: "Non meritano una risposta".

La difesa - I vertici della Federcalcio tedesca hanno confermato l'esistenza di un pagamento nei confronti della Fifa che risale all'aprile del 2005. Il denato che il Ceo di Adidas aveva "anticipato", gli sono stati restituiti grazie all'organizzazione e finanziamento da parte della Federcalcio tedesco di una cena di gala allo stadio Olimpico di Berlino che poi non si è mai svolta. Allo Spiegel, la Federazione tedesca si è difesa sostenendo che è possibile che il pagamento fatto alla Fifa nel 2005 non sia stato usato per le attività previste. I vertici del calcio tedesco negano categoricamente però che ci possa essere una connessione tra quel pagamento e l'assegnazione dei Mondiali, anzi starebbero valutando anche la richiesta di un risarcimento.

venerdì 16 ottobre 2015

Esclusiva Intervista all'On. Fucsia Fitzgerald Nissoli di Gaetano Daniele

Esclusiva il Notiziario Intervista all'On. Fucsia Fitzgerald Nissoli di Gaetano Daniele



intervista a cura di Gaetano Daniele



On.Le Fucsia Fitgerald Nissoli
Per l'Italia (Centro Democratico) 

On.Le Nissoli, problema immigrazione, qual'è la sua ricetta?

L’immigrazione è un fenomeno inevitabile in un mondo globalizzato. Tuttavia, oggi ci troviamo in una situazione di emergenza sia per la povertà che sta attanagliando l’Africa sia per i conflitti in corso nell’area mediterranea, che causa fuga dalla guerra e dalle persecuzioni.  Quindi la questione immigrazione oggi ha il volto dell’emergenza e bisogna intervenire sul piano umanitario con l’accoglienza ma, allo stesso tempo bisogna agire sul piano politico e diplomatico per una pacificazione e stabilizzazione delle terre da cui partono i profughi. Poi, è necessario attivare una cooperazione ancora più efficace per creare lo sviluppo in loco in maniera che chi soffre la fame possa sfamarsi la dove si trova. Bisogna attuare, in fondo, politiche lungimiranti che sappiano superare l’immediatezza e l’emergenza che va gestita con capacità, rigore e umanita’.

On.Le Nissoli, a Roma il Sindaco Marino si è dimesso, ha fatto bene?

Non mi sono occupata della politica romana per cui non posso entrare nel merito delle questioni ma da quanto appare sulla stampa penso che abbia fatto bene.

On.Le Nissoli, a Milano in questi giorni è stato arrestato il vicepresidente della Regione Lombardia Mantovani, proprio mentre stava prendendo parte ad un convengo sulla trasparenza, cosa si sente di dire in merito, e sulla riforma della Sanità?

Giudicare i corrotti è compito della Magistratura e io sono fiduciosa nell’operato dei giudici. Chi ha sbagliato e non ha amministrato secondo la legge deve pagarne le conseguenze ma non entro nel merito di questioni che sono al vaglio della magistratura. Mentre per quanto concerne la sanità devo dire che vi è un forte bisogno di razionalizzazione e che la riforma va in questa direzione anche se si può migliorare sul piano tecnico attraverso l’ascolto delle esigenze dei cittadini e degli operatori ottimizzando in tal modo gli interventi e contrastando gli sprechi.

On.Le Nissoli, Tasse. Qual'è la sua linea?

Pagare tutti e pagare meno. In Usa chi non paga le tasse finisce in prigione, non siamo in Usa pero' la certezza della pena sarebbe un ottimo deterrente all'evasione.  E’ necessario operare affinché il fisco non venga più percepito come nemico dai cittadini ma come uno strumento per contribuire al bene comune secondo un sistema graduale che salvaguarda i più deboli.

Silvio Berlusconi sindaco di Roma: il gruppo su Facebook

Silvio Berlusconi sindaco di Roma: il gruppo su Facebook




Tutti uniti per far salire Silvio Berlusconi al Campidoglio. Il popolo di Facebook si sta mobilitando per far occupare la sedia, ormai vacante dopo l'annuncio delle dimissioni del sindaco Ignazio Marino, al presidente di Forza Italia. Dodicimila utenti del social network hanno aderito all'evento "Silvio Berlusconi sindaco di Roma" creato lo scorso 9 ottobre. Uno proposta un po' goliardica, messa in scena dai vecchi nostalgici, s'ìmmagina, o da qualche buontempone. Ed ecco così, sulla schermata del gruppo Facebook, un fotomontaggio che ritrae il Cav mentre annusa un fiore alle spalle del Colosseo. E anche i commenti dell'evento non mancano d'ironia e di originalità: c'è chi posta scatti di repertorio delle vacanze in Sardegna con tanto di bandana bianca, chi pubblica l'abbraccio con Obama e Medvedev, e chi infine aggiunge la stretta di mano con Putin e Bush nello storico vertice di Pratica di Mare. Insomma sembrerebbe che il web abbia già deciso il nuovo primo cittadino della Città Eterna.

Caivano (Na): Il coraggio dell'incompetente va premiato, fino a 99

Caivano (Na): Il coraggio dell'incompetente va premiato, fino a quando non arreca danni alla collettività


di Gaetano Daniele



La nostra Città, Caivano, vive, come troppe volte successo negli ultimi anni, un momento di grave disservizio legato alla raccolta dei rifiuti, alla pulizia e al decoro. Questa situazione di crisi è il frutto del fallimento sia da parte della ditta Buttol, che non offre un adeguato servizio di raccolta al Paese, ma anche da parte dell'amministrazione guidata dal Sindaco Simone Monopoli. La crisi è però anche il risultato e lo specchio del comportamento dei tanti cittadini senza scrupoli che lasciano rifiuti di ogni tipo, che non fanno la differenziata, che lanciano dal finestrino dell'auto il pacchetto di sigarette vuoto, se non addirittura il sacchetto della spazzatura. Come proprio ieri, a Caivano, viene fermato su segnalazione dell'Agente di Polizia Municipale, Gennaro Fatone, un 83enne che credendosi indisturbato, depositava in orario pomeridiano, sulla Provinciale 498, rifiuti agricoli costituiti da materiale altamente tossico per la salute dell'uomo. Di regola un buon padre di famiglia, insegna le buone regole ai propri figli, ma anche ai più piccoli, figurarsi un 83eene. Se tutto questo è vero, come è vero, allora tutti, tutti dobbiamo fare uno sforzo di rispetto e responsabilità, prima verso il prossimo, poi verso le istituzioni; dobbiamo tutti assumerci l'onere di fare piccoli passi per cercare di uscire insieme da questa crisi non solo sociale, ma anche culturale. 

I cittadini di Caivano, stanno facendo da questo punto di vista ciò che è necessario, pagando la Tassa sui rifiuti, che purtroppo, per scelta del Parlamento nazionale che non potevano essere modificate nè dalla Giunta nè dal Consiglio Comunale, ha già un costo più alto della vecchia Tarsu. La TARES pagata dai cittadini deve infatti coprire per intero i costi del servizio e il Comune non può, per legge, contribuire a questa spesa. Tutto quello che il Comune poteva fare, inserendo tariffe più basse per le famiglie numerose e riduzioni per le fasce sociali più deboli, purtroppo non viene fatto. Il coraggio dell'incompetente quindi, è anche apprezzabile, ovviamente dopo il dovuto riconoscimento di credito di inizio mandato del sindaco Monopoli, ma fino a 99.