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martedì 23 giugno 2015

Euro-flop sugli immigrati: come sarà la nuova missione

Immigrazione, la missione Ue è già un flop: parole, pochi mezzi e zero aiuti. E senza l'Onu, gli scafisti ridono




Quarantamila migranti "in evidente bisogno di protezione" redistribuiti da Italia e Grecia verso gli Stati Ue, la creazione di centri di identificazione "strutturati" nei Paesi in prima linea, una assistenza finanziaria rafforzata per i Paesi punto d'approdo, Italia in testa. Sono alcune delle novità, che potrebbero essere varate nel vertice europeo in programma a Bruxelles giovedì e venerdì, contenute nella ultima bozza delle conclusioni messe a punto dagli sherpa in vista del summit. E sono il tentativo, si legge, di "rafforzare la solidarietà e responsabilità" europea sul tema immigrazione.

Emergenza continua - Intanto un'unità libica ha sparato contro un gommone carico di immigrati. Uno di loro è rimasto ucciso. Un altro, ferito, è stato trasferito in elicottero a Lampedusa. Gli altri passeggeri sono stati prelevati da una nave militare italiana che si è diretta verso Pozzallo (Ragusa). In attesa del vertice dei capi di Stato e di governo, l'Unione Europea ha ufficialmente lanciato la missione navale contro il traffico di migranti nel Mediterraneo. Lo hanno deciso i ministri degli Esteri, a Lussemburgo: la missione avrà nella sua prima fase compiti di intelligence e vigilanza rafforzata con il pattugliamento in alto mare per individuare i trafficanti; ma nel lungo termine l’obiettivo potrebbe essere la distruzione dei barconi di migranti. L'obiettivo, come ha spiegato l'alto rappresentante per la politica estera Ue Federica Mgherini, "non sono i migranti, ma quelli che fanno soldi sulle loro vite". 

Serve il sì dell'Onu - I ministri degli Esteri dell'Ue hanno dato il via libera all'operazione senza dibattito perché la misura è stata già concordata dagli ambasciatori la scorsa settimana. Battezzata EuBavfor Med e composta da un migliaio di uomini, l'operazione sarà guidata dall'ammiraglio italiano, Enrico Credendino, con sede a Roma. La piattaforma di comando e coordinamento sarà la portaerei Cavour che avrà anche la funzione di un ospedale navigante per soccorrere i migranti. Una dozzina di Paesi si sono già impegnati a fornire uomini e mezzi: in tutto, sono già stati messi a disposizione 5 navi da guerra, 2 sottomarini, 3 aerei, 2 droni e 3 elicotteri. La missione sarà operativa dalla prima settimana di luglio ma bisognerà attendere il 20, quando i ministri degli Esteri torneranno a riunirsi in Consiglio, perché l'ammiraglio Credendino presenti ai Ventotto i primi elementi sull'avvio dell'operazione. In quella occasione, secondo quanto ha riferito un responsabile della Difesa Ue, si potrà valutare una possibile evoluzione della missione, e prendere in considerazione il passaggio alla seconda fase più attiva, quella per distruggere i barconi degli scafisti. Ma per questo servirà il sostegno dell'Onu attraverso una risoluzione del Consiglio di Sicurezza o almeno un accordo per un governo unitario in Libia, dove invece che al momento la situazione è ancora in alto mare.

Caivano (Na): Feste, canti, balli e triccheballacche, ora però si pensi al futuro del Paese

Caivano (Na): Feste, canti, balli e triccheballacche, ora però si pensi al futuro del Paese



di Gaetano Daniele 





Una settimana esatta dopo il risultato elettorale che ha consegnato a Simone Monopoli e alla destra locale la vittoria delle amministrative di Caivano, la formazione della nuova Giunta rappresenta il vero nodo da sciogliere per il neo-sindaco Monopoli, considerata l'entrata in maggioranza all'ultimo minuto dei Socialisti di Giamante Alibrico, le nomine, slittano quindi, da indiscrezioni, al primo consiglio comunale. Nel frattempo, a consolare l'elettorato di destra, è stata la festa che ieri 21 giungo, il neo-sindaco ha indetto in piazza 1° Maggio. Canti, Balli e tanto altro ancora. Ora però si pensi a governare il Paese. Insomma, un popolo condannato a respirare aria infetta. Un popolo destinato a vedere sotto i propri occhi colonne di Camion carichi di spazzatura diretti nel'ex C.D.R, questo almeno fino a qualche anno fa, quando Cesaro era presidente della Provincia di Napoli.

Simone Monopoli
Sindaco di Caivano 
Preoccupazioni - A  terrorizzare i cittadini di Caivano, già "scottati" in questi ultimi giorni è la richiesta da parte di una ditta privata, di stoccare nuovi rifiuti nella zona industriale di Caivano, oltre al danno anche la beffa, guarda caso la richiesta arriva il 17 giugno, una coincidenza, la notizia appresa dal blog del giornalista storico di Caivano Press, Francesco Celiento, sempre attento e presente ai problemi locali, ed è per questo che ci auguriamo che il neo sindaco Monopoli, possa affidare allo stesso Celiento, l'incarico di Addetto Stampa del Comune. Premiare appunto le eccellenze locali e non andare a pescare fuori Paese, come hanno fatto e sbagliato i predecessori di Monopoli. Intanto il 17 giungo è stata protocollata al Comune di Caivano, una richiesta di una ditta di Casoria con protocollo numero 10019, per un progetto di un impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti non pericolosi presso la zona Asi di Pascarola. L'ente comunale dal 17 giugno ad oggi non ha ancora risposto alla ditta privata, e, se non lo farà entro il 17 Agosto, periodo in cui la gente è distratta per occuparsi delle vacanza estive, verrà la regola del silenzio-assenso. Cosa farà in merito, oggi, il neo-sindaco Monopoli?.

lunedì 22 giugno 2015

Caivano (Na): Altri rifiuti in arrivo a Pascarola?

Caivano (Na): Altri rifiuti in arrivo a Pascarola?


di Francesco Celiento 
(ilgiornaledicaivano.it)


CAIVANO – Richiesta da parte di un privato di stoccare rifiuti a Caivano, almeno 10 tonnellate al giorno. Una ditta di Casoria impegnata nel recupero di cartoni, almeno come si evince dal sito internet dell’azienda stessa, infatti, ha chiesto ufficialmente il 17 giugno scorso al Comune di Caivano (protocollo numero 10019), l’autorizzazione per un progetto di un “impianto di stoccaggio provvisorio e trattamento di rifiuti non pericolosi” presso la zona Asi di Pascarola. L’ente locale finora non ha risposto e, se non lo farà entro il 17 agosto, varrà la regola del silenzio-assenso.

Subito fuori dall'euro e tasse al 15% Ecco la ricetta leghista anticrisi

Lega, la ricetta dell'economista della Lega Claudio Borghi Aquilini: "Flat tax e fuori dall'euro: siamo in guerra"




Dal palco della festa di Pontida è stato uno dei più scatenati. La passione all'esperto economico della Lega, Claudio Borghi Aquilini, di certo non manca, soprattutto dopo il risultato sorprendente incassato in Toscana, dove ha superato il 20% da candidato presidente della Regione in una delle zone d'Italia più rosse che si possa immaginare. Se oggi Matteo Salvini dovesse guidare un governo, chiamerebbe lui a fare il ministro dell'economia, ma classificarlo di destra o di sinistra sarebbe complicato, perché lui dice che starebbe: "dalla parte del buon senso. Nel nostro programma - dice in un'intervista al Corriere della sera - ci sono ingredienti di destra come la flat tax che piace ai Repubblicani Usa, e altri di sinistra, come la piena occupazione in Costituzione e un certo interventismo statale".

La ricetta - Borghi non ha dubbi sul clima che il Paese sta attraversando: "Qui è come se fossimo stati in guerra: bisogna ricostruire". Il primo passo non può che essere l'uscita dall'Euro dell'Italia: "Inevitabile è la parola - dice Borghi - Ma la premessa è il recupero della sovranità". L'esempio è l'Ungheria che con la propria moneta: "e nessuno può imporgli niente. É libero". I rischi sollevati da più parti non ci sarebbero: "se non per le speculazioni nel giorno di cambio della moneta. Non possiamo farci fermare da una technicality".

Fisco e tasse - In campagna elettorale aveva minacciato di organizzare uno sciopero fiscale: "se Renzi non si fosse dimesso dopo la mia vittoria". L'idea ora è solo rinviata al prossimo eventuale ballottaggio previsto dall'Italicum. A chi gli critica la volontà di insistere sulla Flat tax al 15% sostenendola insufficiente per il fabbisogno dello Stato, Borghi la sbriga breve: "L'aliquota è l'ultimo dei problemi: può variare modificando le esenzioni, che sono l'aspetto che garantisce la progressività della tassa. Ma è come disquisire se mentre si precipita sia meglio il paracadute rotondo oppure ellittico.

Debito - L'unico modo per l'economista della Lega di riparagare i debiti e uscire dallo stato di crisi dell'economia europea, e italiana, deve essere opposto all'austerità: "E non con questa moneta. I debiti - dice Borghi - si ripagano lavorando". I prodotti italiani sono tra i più richiesti all'estero, fuori dall'Euro secondo Borghi avremmo: "una posizione privilegiata. Guardi l'Islanda - insiste - esporta solo merluzzi e muschio e non vuole nè euro, nè Europa. Noi possiamo esportare Chianina e Sassicaia".

Multe e bollo: così non paghi Ecco i furbetti delle targhe

Il trucco per non pagare più multe e bollo auto: i furbetti della targa bulgara




In Italia ogni anno ci sono circa 15 mila multe non pagate dagli automobilisti. E il trucchetto dei furbetti molto spesso sfrutta il fatto che gli elenchi delle immatricolazioni tra uno Stato e l'altro non sono accessibili facilmente da parte delle forze di polizia. Basterebbe infatti registrare una targa in un paese straniero per riuscire a sfuggire alle grinfie delle contravvenzioni e del fisco, evitando così non solo di pagare le multe per eccesso di velocità, ma anche l'annosa imposta del bollo. Come riporta il Resto del Carlino, le difficoltà a reperire i proprietari di un veicolo con targa stranierta aumentano quando le stesse autorità estere si dimostrano poco disponibili a diffondere i dati in loro possesso. Un sempre maggior numero di italiani sta scoprendo l'opportunità di scampare alle multe con questo sistema, attratti anche dalle tariffe assicurative meno costose e le tasse praticamente inesistenti.

Dove - Il paese più gettonato tra gli evasori quasi totali delle auto è la Bulgaria. Lo dimostrano anche i diversi annunci sui diversi siti di compravendita auto e la quantità di annunci dove si specifica che l'immatricolazione è bulgara. Il bollo a Sofia costa un decimo rispetto a quanto chiesto in Italia e l'assicurazione all'anno può arrivare a costare meno di 200 euro.

Il trucco - Dall'Italia il meccanismo parte con l'immatricolazione regolare delle auto, poi radiate per essere esportate all'estero. A questo punto vengono immatricolate di nuovo in Bulgaria e tornano in Italia per essere cedute in locazione. Nel corso dei vari passaggi però la polizia italiana sta cercando di intervenire e il rischio per i targati esteri è altissimo perché verrebbero accusati di truffa aggravata alla pubblica amministrazione e insolvenza fraudolenta. Soprattutto in Romagna, c'è chi ancora riesce a sfuggire ai controlli non immatricolando l'auto entro un anno dall'arrivo in Italia, anche perché il veicolo rimane intestato a un parente (o un amico) ancora residente all'estero.

Pontida, la prima volta del Sud Le reazioni dei leghisti. Le voci

Pontida 2015, la prima volta dei leghisti del Sud al raduno della Lega


di Matteo Pandini 


Il popolo di Pontida non contesta la svolta a Sud di Matteo Salvini, se non altro perché preferisce aggrapparsi alle parole d’ordine contro l’immigrazione e la sinistra o ai nuovi simboli come la ruspa. Ma certamente la strada per miscelare istinti indipendentisti e ambizioni nazionali è in salita. Anche se ai cori per la secessione, i militanti che hanno invaso il prato bergamasco hanno preferito quelli contro Renzi. Bersagliato da vaffa. Roberto Calderoli, l’Azzeccagarbugli che conosce a menadito leggine e regolamenti, chiarisce che l’articolo uno dello statuto leghista resta «l’indipendenza della Padania». E ripete che anche il simbolo è sempre il solito, con il Sole delle Alpi accanto al guerriero, e quindi niente Lega italiana: «Piuttosto mi taglio la mano!». Per non farsi mancare nulla, ricorda che suo nonno era un indipendentista bergamasco che diceva: «Bergamo nazione, tutto il resto è Meridione». Ancora più esplicito, prima di lui, il rappresentante dei Giovani padani Andrea Crippa che urla la voglia di indipendenza incassando applausi.

Insomma, se Salvini volesse davvero modificare il Dna del partito, rendendolo più digeribile anche al Sud, avrebbe molto da lavorare. Se non altro perché rischierebbe di raffreddare molti dei suoi sostenitori che vivono a Pontida e dintorni. E che ieri sono rimasti un po’ spiazzati, sentendo un paio di interventi con marcato accento meridionale. «Anche Bossi ci ha provato più volte a prendere consensi sotto Roma, ma è sempre andata male…» osserva un militante lombardo di lungo corso. Nel pratone sono spuntate parecchie bandiere di Noi con Salvini. Tra questi vessili, ecco uno striscione che invoca il segretario del Carroccio per «riscrivere l’unità d’Italia». A poche centinaia di metri, alcune camicie verdi srotolano un lenzuolo contro il tricolore. Quanti saranno i meridionali? «Impossibile saperlo» spiega un ragazzo dell’organizzazione.

Il Matteo milanese ha provato ad accontentare tutti, suggerendo gemellaggi tra militanti sparsi in tutta la Penisola. E gridando che solo un patto sancito dalla Padania fino al Salento potrà cacciare Renzi. In passato, Umberto Bossi aveva provato alcune strade per sfondare sotto il Po. Prima, la creazione di una Lega Centro e di una Lega Sud. Poi alcune alleanze, come quella con Raffaele Lombardo e il Movimento per l’autonomia. Esperimenti falliti. Pure Angela Maraventano, ex vicesindaco di Lampedusa, era sì arrivata in Senato grazie alla Lega. Ma era stata candidata in Emilia Romagna.

A dire la verità, c’è solo un leghista che ha dimostrato - soprattutto nell’ultimo anno - di saper trasformare il suo secessionismo entusiasta in un nuovo patriottismo di destra, assai apprezzato soprattutto a Roma. Parliamo di Mario Borghezio, eletto all’europarlamento anche con i consensi dei nazionalisti di CasaPound. Ieri non ha parlato. Ma negli ultimi mesi ha spesso definito la Lega una sorta di realtà patriottica a difesa degli italiani da Nord a Sud. Ma per farlo, ha dovuto nascondere la Padania con nuove parole d’ordine. Tutela del made in Italy, feroce eurocritica, opposizione durissima all’immigrazione. Visto dalla Pontida 2015, il Sud è sembrato un po’ meno lontano. Ma non ancora abbastanza vicino.

domenica 21 giugno 2015

Gp Austria, dominio di Nico Rosberg Ferrari al buio: Kimi ko, Vettel quarto

F1, Nico Rosberg vince al Gp d'Austria davanti al compagno di squadra Lewis Hamilton. Quarta la Ferrari con Vettel




Si conferma il re a Zeltweg Nico Rosberg che con la sua Mercedes vince il Gp d’Austria lasciandosi alle spalle il compagno di scuderia, Lewis Hamilton. Per il pilota tedesco, 11esima vittoria in carriera, si tratta del terzo successo stagionale, sesta doppietta su otto gare per le Frecce d’Argento. Terzo gradino del podio per la Williams di Felipe Massa che vince il duello con la Ferrari di Sebastian Vettel penalizzata da alcuni problemi nel pit stop che ha costretto la ’rossà ai box per 13 secondi. Ancora una giornata no per Kimi Raikkonen, nel primo giro il ferrarista è protagonista di un pauroso incidente con la McLaren di Fernando Alonso.