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domenica 7 giugno 2015

(Ri)scatta l'invasione dall'Africa Quattordici barconi puntano sull'Italia

Quattordici barconi dall'Africa verso l'Italia con tremila immigrati




A Berlino la finale di Champions League. E mentre l'Europa pallonara si è gustata Juventus-Barcellona, con la vittoria del Barca, una vera e propria flotta di navi è in rotta dall'Africa verso le nostre coste meridionali. Addirittura 14 barconi, con a bordo secondo stime dell'Unhcr circa tremila immigrati, sono stati avvistati dalla Marina inglese che sta pattugliando le acque tra la Libia e la Sicilia. Il copione è sempre lo stesso: quando l'anticiclone arriva sull'Europa meridionale e quindi anche sull'Italia portando sole, caldo, e assenza di venti o perturbazioni, lì'orda lascia le coste del nordafrica, sicura di essere intercettata nel giro di qualche giorno dalle navi europee che la traggono in salvo e a riva.

All'asta il campo di concentramento La sorpresa: ecco chi se lo è comprato

Polonia, all'asta il campo di concentramento. Lo comprano gli ex deportati




Non ci stanno che la memoria dell'Olocausto venga messa in vendita. E così gli ex deportati hanno deciso di acquistare il campo di concentramento di Belzec, uno dei primi esclusivamente di sterminio eretti dai nazisti, che la Polonia ha messo all'asta con offerta minima di 39mila euro. Una svendita che significa "smantellamento" per l'Aned, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, che ha fatto già un appello a Federica Mogherini, perché la Ue intervenga presso le autorità polacche chiedendo di bloccare la vendita, e se necessario acquisti in prima persona a nome dei popoli d' Europa quel luogo della Memoria. Se la Commissione non dovesse accogliere l'appello, l'Aned, rivela Repubblica, organizzerà azioni d'acquisto con le altre associazioni di ex deportati. Aperto nel 1942, a Belzec furono uccisi 500000 ebrei in soli 10 mesi, donne, bambini, anziani, ebrei, zingari e slavi, quasi la metà rispetto ai più tristemente famosi Auschwitz e Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore. Non solo. Belzec è anche legata al ricordo dell'eroe della resistenza polacca Jan Karski, primo testimone dell'Olocausto e ufficiale dei corpi scelti, addestrato dagli inglesi.

L'asta - Il campo, dove è ancora in piedi la "Kommandatur" delle Ss e dispone di terreno di 620 metri quadri, verrà messo all'asta il 22 giugno. Per salvare la memoria, spiega a Repubblica Dario Venegoni, vicepresidente dell'Aned, "la via maestra è un intervento politico della Ue, ma noi come Aned siamo pronti a partecipare a sottoscrizioni per comprare quel lotto e quell'edificio e cederlo al vicino Memoriale. "Ci siamo già mossi così con successo una volta, negli anni Sessanta", continua Venegoni. "Scoprimmo che terreni ove sorgeva Gusen, campo annesso a Mauthausen, erano stati venduti. Allora insieme all'Amicale francese dei superstiti di Mauthausen abbiamo acquistato il lotto dove sorgeva ancora il forno, e ne abbiamo fatto un Memoriale visitato ogni anno da decine di migliaia di persone".

La sfida dell'ex ministro Passera: "Mi candido a sindaco di Milano"

Milano, l'ex ministro Corrado Passera annuncia la candidatura a sindaco per il 2016




L'ex superministro del governo Monti, Corrado Passera, ha annunciato di volersi candidare a sindaco di Milano per le prossime elezioni del 2016. Il leader di Italia Unica, il suo nuovo partito, ha anticipato di voler cominciare da subito con un "giro d'ascolto" della città per definire il programma. "Se in giro c'erano ancora dubbi - ha detto l'ex banchiere - ora sono stati fugati". Dopo quella di Vittorio Sgarbi, la candidatura di Passera è la seconda figura politica che si è proposta per correre alle prossime comunali di Milano prevedibilmente per una coalizione di centrodestra.

Missili, armi e le minacce alla Nato Putin: "Verso la 3 guerra mondiale"

Vladimir Putin: "Attaccare la Nato mai, ma loro ci minacciano. Gli Usa vogliono la leadership in Europa"





Valdirmi Putin conta sull’Italia per riuscire a disinnescare la crisi apertasi con l’Occidente lo scorso anno sulla crisi ucraina. "L’Italia ha dato e dà un contributo notevole allo sviluppo del dialogo tra la Russia e l’Europa e anche con la Nato in generale. Tutto ciò crea rapporti speciali tra i nostri due Paesi", ha detto il presidente russo in una lunga intervista rilasciata a Paolo Valentino per il Corriere. "La visita dell’attuale presidente del Consiglio italiano in Russia è stata un segnale molto importante della disponibilità dell’Italia all’ulteriore sviluppo di questi rapporti. Noi siamo pronti e disposti ad andare avanti tanto quanto lo saranno i partner italiani. Spero che anche il mio viaggio a Milano (10 giugno) serva a questi obiettivi", ha puntualizzato Putin spiegando la rilevanza delle relazioni tra Roma e Mosca. "Non è stata colpa della Federazione Russa se i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea si sono deteriorati. Non siamo stati noi a introdurre certe limitazioni nel commercio e nell’attività economica. È stato fatto contro di noi e siamo stati costretti ad adottare contromisure. Però i rapporti tra Russia e Italia effettivamente hanno sempre avuto carattere privilegiato sia in politica che nell’economia". L’inquilino del Cremlino tanto apprezza l’Italia quanto non nasconde la sua delusione per come, dice, è stato tratta dall’Europa: "Ho l’impressione che sia l’Europa a cercare di costruire con noi rapporti puramente su base materiale ed esclusivamente a proprio favore. Parlo per esempio dell’energia, dell’accesso sui mercati europei negato alle nostre merci nel campo nucleare, nonostante i tanti accordi".

Missili Usa - Putin risponde ai Paesi della Nato, come i baltici e la Polonia, che si sentono minacciati dalla Russia. "Le spese militari degli Stati Uniti sono superiori alle spese militari di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Quelle complessive della Nato sono 10 volte superiori a quelle della Federazione Russa. La Russia praticamente non ha più basi militari all’estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo". Poi fa degli esempi: "A volte mi fanno osservare che i nostri aerei volano fin sopra l’Oceano Atlantico. Il pattugliamento con aerei strategici di zone lontane lo facevano solamente l’URSS e gli USA all’epoca della guerra fredda. Ma la nuova Russia, all’inizio degli anni Novanta, lo ha abolito, mentre i nostri amici americani hanno continuato a volare lungo i nostri confini. Per quale ragione? Così alcuni anni fa abbiamo ripristinato questi sorvoli: ci siamo comportati aggressivamente? Vicino alle coste della Norvegia ci sono i sommergibili americani in servizio permanente. Il tempo che ci mette un missile a raggiungere Mosca da questi sottomarini è di 17 minuti. E volete dire che ci comportiamo in modo aggressivo?.

L'aggressività della Nato - Il presidente russo accusa poi la Nato dell’allargamento a Est. "Noi non ci muoviamo da nessuna parte, è l’infrastruttura della Nato che si avvicina alle nostre frontiere". E ancora:  "Gli Stati Uniti sono unilateralmente usciti dall’Accordo sulla difesa antimissile, l’Abm, la pietra angolare su cui si basava gran parte del sistema di sicurezza internazionale". "Tutto quello che noi facciamo è semplicemente rispondere alle minacce nei nostri confronti", specifica Putin. "E lo facciamo in misura limitata, ma tale da garantire la sicurezza della Russia. O qualcuno forse si aspettava un nostro disarmo unilaterale? Un tempo avevo proposto ai nostri partner americani di costruirlo insieme in tre il sistema di difesa anti-missile: Russia, Stati Uniti, Europa. Questa proposta è stata rifiutata. Allora ci siamo detti, questo è un sistema costoso e ancora non ne conosciamo l’efficacia. Ma naturalmente per garantire l’equilibrio strategico, svilupperemo il nostro potenziale offensivo strategico e penseremo a sistemi in grado di superare la difesa antimissilistica. E vi devo dire che abbiamo fatto notevoli progressi in questa direzione".

Tattiche - Putin infine nega ogni tipo di atteggiamento minaccioso nei confronti della Nato. "Solo una persona non sana di mente o in sogno può immaginare che la Russia possa un giorno attaccare la Nato", tuona il presidente nell'intervista al Corriere. "Sostenere quest’idea non ha senso, è del tutto infondata. Forse qualcuno può essere interessato ad alimentare queste paure. Io posso solo supporlo. Ad esempio gli americani non vogliono tanto il ravvicinamento tra la Russia e l’Europa. Non lo affermo, lo dico solo come ipotesi. Supponiamo che gli USA vogliano mantenere la propria leadership nella comunità atlantica. Hanno bisogno di una minaccia esterna, di un nemico per garantirla. E l’Iran chiaramente non è una minaccia in grado di intimidire abbastanza. Con chi mettere paura? Improvvisamente sopraggiunge la crisi ucraina. La Russia è costretta a reagire. Forse tutto è fatto apposta, non lo so. Ma non siamo noi a farlo. Voglio dirvi: non bisogna aver paura della Russia. Il mondo è talmente cambiato, che oggi le persone ragionevoli non possono immaginare un conflitto militare su scala così vasta. Noi abbiamo altre cose da fare, ve lo posso assicurare".

Proiettili, minacce, botte e "mazzate": i metodi della cosca di Mafia Capitale

Mafia Capitale: proiettili, minacce e botte. Così agivano Massimo Carminati e soci


di Franco Bechis 


Il 31 marzo Salvatore Buzzi, l’imputato chiave dell’inchiesta su Mafia Capitale, ha deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee al pm di Roma che lo aveva arrestato. Come chiunque avrebbe fatto nei suoi panni, Buzzi ha tentato di difendersi, anche a costo di arrampicarsi sui muri. Quando si è trattato di spiegare cosa lo aveva spinto al sodalizio con Massimo Carminati, che aveva una fedina penale lunga come l’autostrada del sole, il capo della coop rossa di detenuti, ne ha detta una davvero fantastica. La sintetizzano così i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere o agli arresti domiciliari 44 altri politici, dirigenti pubblici e manager di cooperative: «Quanto al Carminati, (Buzzi ndr) riteneva fosse diventato un onesto uomo di affari con l’ossessiva preoccupazione di indagini in corso». Il «Cecato» «un onesto uomo d’affari», in doppiopetto, magari frequentatore della City e dell’alta finanza. Gli inquirenti ovviamente si sono irrigiditi. Anche perché quel che da mesi andavano cercando i magistrati romani ruotava proprio intorno a Carminati.

La contestazione dell’associazione mafiosa, il 416 bis, poggiava su intercettazioni. Ma serviva qualcosa di più per affrontare un eventuale processo: la prova dei metodi di associazione mafiosa. Era difficile trovarla da Buzzi, ma la novità di questi mesi è stata quella. Il muro di omertà si è sgretolato ed è saltato fuori più di un teste chiave.

Il primo si chiama Flavio Ciambella, è un piccolo imprenditore di Castelnuovo di Porto indagato per la corruzione del sindaco della cittadina, Fabio Stefoni, nella vicenda del nuovo centro di accoglienza immigrati da aprire lì. Ciambella ha spiegato di avere provato a contattare con due mail la procura di Tivoli per rivelare fatti penali importanti. Mancavano circa due settimane agli arresti di Mafia Capitale, ma da Tivoli nessuno rispose: il procuratore capo, Luigi De Ficchy, stava per trasferirsi a Perugia, e aveva altro per la testa. Ai pm di Roma però ha portato a gennaio le prove della corruzione: mail, documenti, lettere, e il suo racconto. A metà marzo nella cassetta delle lettere Ciambella ha trovato una busta gialla con dentro un foglio scritto a stampatello: «Fatti i cazzi tuoi», e insieme un proiettile. Una intimidazione per ritrattare le dichiarazioni fatte. Una minaccia mafiosa che per gli inquirenti diventa importantissima. Ciambella tiene duro e non ritratta. E uno dopo l’altro spuntano altri testimoni, vittime di violenza e minacce, che raccontano ai pm cosa accadeva se sgarravi con Carminati.

Luigi Seccaroni, concessionario di auto, spiega di avere subito intimidazioni perché il gruppo voleva un suo terreno in via Cassia. «Cercavo di tergiversare e farli desistere, ma questo generava un radicale cambiamento di atteggiamento nei miei confronti che, col passare dei giorni, diveniva sempre più pressante e minaccioso tanto da indurmi uno stato d’ansia e preoccupazione costante di pericolo per me ed i miei cari. La mia soggezione nei loro confronti raggiungeva l’apice quando minacciarono palesemente di incendiarmi l’azienda, di picchiarmi e di far del male ai miei familiari, compresi mio fratello e mio padre. Un sabato mattina, mentre accompagnavo mia figlia a scuola, ho incrociato Carminati lungo corso Francia e lo stesso, dopo avermi seguito per un pezzo di strada, mi affiancava e mi guardava. La circostanza mi ha spaventato parecchio, tanto che sviavo lo sguardo e cambiavo corsia».

Riccardo Manattini racconta di essere stato minacciato da Carminati: «Mi disse che se facevo ancora in giro il suo nome mi avrebbe tagliato in due», e poi rivela un pestaggio subito dal gruppo per avere pagato buoni benzina con assegni non coperti: «Fui aggredito da un uomo alto circa 1,90 m che mi colpiva ripetutamente sul volto facendomi rovinare a terra e successivamente continuava a colpirmi con dei calci al costato. Nell’occasione notavo che il soggetto che mi percuoteva si accompagnava ad altri due uomini che rimanevano defilati preoccupandosi che nessuno intervenisse in mia difesa. Inoltre l’uomo che mi aveva colpito, allontanandosi e lasciandomi a terra, mi intimava con accento romano di comportarmi bene e di saldare il debito».

Maledizione Champions per la Juve Si batte, ma il Barcellona è troppo forte

Finale: Barcellona in vantaggio dopo tre minuti, Morata pari, Suarez raddoppia




Pronti, via e la finale di Champions all'Olimpico di Berlino si mette per la Juventus subito nel peggiore dei modi: il Barcellona scende con un paio di combinazioni veloci, palla a sinistra in area a Iniesta che tocca in mezzo per Rakitic, deviazione volante e palla in diagonale alle spalle di Buffon: 1-0 per il Barcellona. Si tratta del quarto gol più veloce della storia delle finali di coppa dei campioni. La Juve, che nei primi minuti aveva tenuto palla agevolmente, va nel pallone più completo e subisce di brutto.

9' pt: un gran tiro di Neymar sfiora l'incrocio dei pali a Buffon battuto

10' pt: Ammonito Vidal che qualche minuto dopo per un altro brutto fallo rischia il cartellino rosso

13' pt: Messi scende sulla sinistra e mette un cross sul quale Neymar interviene in scivolata. Palla sul fondo di una trentina di centimetri a Buffon ancora batturo

14' pt: Il portiere della Juventus si supera su un tiro a botta sicura di Dani Alves dal limite dell'area. Mentre si sta per buttare alla sua destra, col braccio sinistro riesce a schiaffeggiare il pallone alzandolo sulla traversa.

24' pt: Dopo un rimpallo al limite, la palla schizza a Morata che con un sinistro a giro da 13 mt manda la palla 3 mt a lato alla destra di Der Stegen

27' pt: Neymar raccoglie una respinta di testa di Evra e tenta il destro dal limite: conclusione debole e centrale, bloccata con facilità da Buffon

34' pt: primo calcio d'angolo per la Juventus Der Stegen esce facile

35' pt: La Juve protesta per un rigore per un intervento al limite su Pogba, ma l'arbitro lascia correre

39' pt: Suarez dal limite calcia di destro rasoterra, Buffon è superato ma la palla sfiora il palo e finisce sul fondo

40' pt: Ancora Suarez riceve in area e gira al volo di destro, Buffon alza in calcio d'angolo

41' pt: Ammonito Pogba per un fallaccio su Messi

43' pt: Buffon sbaglia il rinvio di piede e dà a Neymar, che crossa ma Suarez non riesce ad arrivare sul pallone di testa

44' pt: Marchisio arriva al limite dell'area a tira centralmente rasoterra: Der Stegen para facilmente. E' la prima conclusione della Juve nello specchio della posta blaugrana

45' pt: Messi semina in dribbling tutta la difesa della Juve, ma poi non riesce a crossare prima di uscire con la palla sul fondo.

Nella ripresa il Barcellona riparte subito fortissimo e pressa la Juve nella sua tre quarti.

3' st: Suarez tiro secco dal limite e miracolo di Buffon che nmette in angolo alla sua sinistra

10' st: La Juventus pareggia: Marchisio recupera un pallone sulla tre quarti catalana, di tacco serve Lichsteiner lungo l'out di destra, lo svizzero la mette al cestro rasoterra e Morata deve solo toccare in porta

12' st: Lancio di 50 metri di Pirlo per Evrà, che prova a mettere in mezzo, ma l'azione sfuma

15' st: Lancio di Iniesta per Messi ma la Pulce non ci arriva

17' st: Conclusione di Tevez dal limite alta sopra la traversa

24' st: Si sveglia messi che prende palla sul centrocampo e si invola in mezzo come un treno, resiste a una contrasto e dal limite spara un missile che Buffon forse ha la presunzione di voler trattenere. La palla gli sfugge e finisce sui piedi di Suarez che insacca a porta vuota. 2-1 per il Barcellona proprio nel momento in cui la Juve stava esprimendo il siuo miglio calcio.

26' st: Gol annullato a Neymar che riceve un cross dalla sinistra, impatta di testa ma la palla gli batte sulla mano destra prima di insaccarsi alle spalle di Buffon. Per la Juve sarebbe stato il colpo di grazia

33' st: Angolo della Juve dalla sinistra, Der Stegen non esce Pogba stacca alla grande ma non centra la porta-

34' st: Esce Vidal e al suo posto entra Pereyra

36' st: Piquet conclude al volo di destro, ma alto sopra la traversa al termine di un'azione insistita da parte del Barcellona

39' st: Altro cambio per la Juve, esce Moraata entra Llorente

44' st: conclusione in diagonale di Marchisio, Der Stegen si allunga e blocca

49' st: Discesa del Barca con la Juve tutta sbilanciata in avanti, da Messi a Neymar che di sinistro rasoterra batte ancora Buffon. E' il 3-1 definitivo che laurea il Barcellona campione d'Europa.

Arriva la tassa sui condizionatori: come ci fanno crepare di caldo

Roma, arriva la tassa sui condizionatori


di Davide Giacalone 


Hai un impianto di climatizzazione estiva o di riscaldamento invernale? Disgraziato, distruttore dell’ambiente, ricco profittatore, ora, per penitenza, paghi una patrimoniale e vieni ginocchioni a darmene ricevuta, dopo avere scucito l’obolo alla società privata cui assegnai il compito di vigilare sul nulla. Il burocrate più socialmente utile è quello che non fa niente, il più nocivo quello che si trova una funzione. Vediamo, dunque, questa nuova incarnazione del satanismo.

Ricevo una lettera su carta intestata del comune di Roma: «Gentile Cittadino». Bene, cominciamo bene. Ma cadiamo subito: «desideriamo informarLa che, con riferimento a quanto in oggetto …». Fanno dei corsi appositi, per compitare in tal modo? Comunque, vogliono farmi sapere che «l’ATI CON.TE, organismo tecnico, ha attivato il servizio di censimento e controllo degli impianti di climatizzazione estiva ed invernale previsto dal D.Lgs. 192/2005, così come modificato dal Decreto Legge n. 63 del 4 giugno 2013 n. 90 del 03/08/2013». Chi siete? Che volete? Che cavolo di servizio è stato «attivato»? Che vi hanno fatto di male le virgole? Le congiunzioni non si mettono in quel modo, altrimenti ci si riferisce solo a impianti che riscaldano «ed» raffreddano.

Cerco e scopro che CON.TE è un soggetto privato cui partecipano Promoseco SME, Servizi Energia Ambiente e Italgas Ambiente. Troppo ambiente, è inquinante. Questi signori hanno vinto un appalto e ora vogliono mettere le mani sui miei impianti. E siamo già alle minacce: «Alla luce di quanto sopra, pertanto, Le richiediamo la trasmissione della dichiarazione di avvenuta manutenzione, entro e non oltre il 15 luglio 2015 (…) mediante l’invio di: 1. Rapporto di efficienza energetica (conforme all’Allegato III del Decreto Ministeriale del 10/02/2014), rilasciato da manutentore al momento del controllo; 2. Ricevuta di relativo versamento, il cui importo è stabilito in base alla potenza termica dell’impianto».
Quindi devo: a. chiamare i signori di CON.TE, altrimenti fanno senza di me; b. riceverli quando sono disponibili, perché si dà per inteso che tutti noi, come loro, non si abbia nulla da fare; c. pagarli, per il loro prezioso e per niente desiderato intervento; d. pagare una patrimoniale che sale al salire della potenza istallata. Ometto alcune spontanee considerazioni, come quella sulla burodemenza dell’«entro e non oltre». Esiste un entro che è oltre? Un oltre che è entro? Piuttosto fornisco qualche suggerimento, a gratis.

Mettiamo che siano utili questi controlli. Si fanno su impianti regolarmente installati (quelli irregolari manco li conoscono), con macchine regolarmente omologate, che ho pagato con i miei redditi, da cui sono già state detratte le imposte, con regolare fattura, quindi ho già pagato anche l’Iva. Chiedermi di pagare dell’altro è un insulto alla ragionevolezza. Poi, una volta che un manutentore autorizzato, vale a dire quelli che curano questi impianti, quasi sempre a nome dei produttori, quindi non necessariamente il vincitore di un appalto di cui non si sentiva il bisogno, viene e controlla, gli si mette a disposizione un bel sito del Comune, una bella banca dati degli impianti, sicché spunta on-line il mio nome e il mio indirizzo. Fine della trasmissione. I controlli così sono facilitati, visto che si dovrà pensare solo a chi non lo ha fatto. Questi, invece, vogliono non solo che anticipi la documentazione (e la ricevuta della patrimoniale) via fax o e.mail, ma poi devo recapitarla ai loro uffici, quelli di quei privati, e devo sempre conservarne una copia, da esibire tremulo al sopraggiungere del CONTE Tacchia.

Da diversi punti si può guardare Roma dall’alto. Fatelo con gli occhi del CON.TE: vedrete che moltissimi hanno i condizionatori o le caldaie, variamente inchiodati alle mura esterne di case e uffici, ma in alcuni punti si concentrano tumori del tetto, baluginanti impianti atti a riscaldare l’Antartide o rendere fresco il Sahara. Non vi potete sbagliare: sono uffici pubblici. Gli unici che non pagano per boccheggiare d’inverno e congelare d’estate, tanto che gli impiegati, prudentemente, tengono comunque la finestra aperta. Che manco ci sono più le mezze stagioni.

Questa storia dei bollini, infine, è una gran presa in giro. Si spaccia per utile, ma non lo è. Dice di difendere l’ambiente, ma lo peggiora. Portai la macchina a controllare i gas di scarico, così come previsto dalle norme. Arrivai, pagai e mi diedero il bollino da appiccicare al parabrezza. Scusate, chiesi, ma non controllate i gas? Il meccanico rispose, saggiamente: dotto’ ce pole mette ’n tubo e ficcarlo nell’abitacolo, così more subitamente, i gas benefici non l’hanno ancora ’nventati. Famolo sinnaco.