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lunedì 1 giugno 2015

La Lazio vola in Champions, Napoli ko: errore fatale dal dischetto di Higuain

Serie A, il Napoli si gioca la Champions: vince la Lazio (ma che errore dal dischetto di Higuain)





Si è chiusa la 38/a e ultima giornata di Seria A, con due grandi eventi. Il primo riguarda il Napoli, che ha perso per 2 a 4 con la Lazio giocandosi la zona Champions dopo un erroraccio di Higuain su calcio di rigore. Il secondo l’Inter e il suo pupillo Icardi, che con una doppietta raggiunge Toni in vetta alla classifica marcatori totalizzando 22 goal in campionato. Ha vinto invece la Fiorentina per 3 a 0 contro il Chievo, mentre la Roma ha perso con il Palermo per 2 a 1. Pareggio fra Sampdoria e Parma per 2 a 2, vittoria del Torino sul Cesena per 5 a 0 e vittoria del Sassuolo sul Genoa per 3 a 1. Le retrocesse, come già annunciato, saranno Parma, Cesena e Cagliari.

Napoli Lazio – Al San Paolo la Lazio batte il Napoli per 4-2 nello spareggio Champions e si prende il terzo posto. I biancocelesti si aggiudicano il big match dell’ultima giornata di campionato e staccano il biglietto per i preliminari della principale manifestazione europea. La formazione di Pioli, che avrebbe centrato l’obiettivo anche con un pareggio, conquista il bottino pieno e il preziosissimo terzo gradino del podio. I partenopei, che avrebbero dovuto vincere per effettuare il sorpasso in extremis, vanno al tappeto dopo un match giocato solo a metà: malissimo nel primo tempo, all’assalto nel secondo. La Lazio, tranquilla per un’ora, balla nella ripresa ma alla fine completa la missione. La Lazio colpisce al 33’: Parolo, dalla distanza, buca un incerto Adujar: 1-0. Prima del riposo arriva il bis capitolino. Lulic innesca Candreva, che scappa nelle praterie lasciate dalla difesa azzurra: tocco comodo per battere Andujar, 2-0. Al 55’ la Lazio si addormenta in disimpegno, Hamsik imbuca per Callejon che offre ad Higuain un pallone da spingere in rete: 1-2. La Lazio, in 10 per l’espulsione di Parolo, sparisce dal campo e il 2-2 si concretizza al 64’. Ancora Higuain, implacabile dopo l’assist di Mertens. Al 75’, di fatto, si decide la stagione delle due squadre. Maggio va giù dopo l’intervento di Lulic, per l’arbitro Rocchi è rigore. Higuain va sul dischetto per coronare la rimonta ma spara alle stelle. L’errore spegne il Napoli, tra l’altro in 10 per il rosso a Ghoulam. I titoli di coda arrivano all’83, quando Onazi si infila tra i difensori azzurri e batte ancora Andujar: 2-3. Dagli spalti piovono fischi, ma c’è ancora tempo per il quarto gol biancoceleste. Klose timbra il cartellino al 92’, 4-2 e la Lazio cala il poker da Champions

Inter Empoli - L’Inter chiude in bellezza il suo campionato, battendo con il punteggio di 4-3 l’Empoli e regalando a Mauro Icardi la palma del capocannoniere con 22 gol (ex aequo con Toni), ma il contemporaneo pareggio della Sampdoria sul Parma preclude alla squadra di Mancini la possibilità di giocare la prossima Europa League. I nerazzurri di Mancini partono subito a spron battuto cercando di sorprendere l’Empoli e dopo appena cinque minuti è Nagatomo ad avere una buona occasione, con un tiro da lontano che costringe Bassi a deviare in calcio d’angolo. L’Inter è in continua pressione e brillante fino all’ultimo passaggio, ma in fase di conclusione non riesce mai ad impensierire l’estremo difensore toscano. Alla mezz’ora la palla giusta capita sui piedi di Icardi sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma il suo tiro da due passi viene miracolosamente deviato da Bassi. È un vero e proprio assedio interista, nel quale provano anche Santon, Medel e Palacio, ma senza fortuna. La ripresa è spettacolare, con l’Inter che allunga fin dai primi minuti di gioco. Kovacic con un dribbling supera un avversario a centrocampo e verticalizza per Icardi, il quale lascia scorrere il pallone e mette al centro per Palacio che non sbaglia. L’Empoli sembra alle corde e tre minuti più tardi, sull’ennesima iniziativa di Kovacic è Palacio a servire l’assist per Icardi, il quale segna il suo gol numero 21, aprendosi la possibilità di agganciare Toni sul tetto dei cannonieri. L’Inter è padrona del campo e potrebbe dilagare, ma nel suo momento migliore subisce la rete del 2 a 1 empolese: grande iniziativa di Croce sulla sinistra e tiro in porta con la palla che viene deviata da Santon, sulla sfera si avventa però Mchedlidze il quale non sbaglia da due passi. L’Empoli rialza la testa e subito dopo con Vecino su punizione impegna Handanovic. La partita sembra essersi ribaltata e infatti, nel giro di un paio di minuti, l’Empoli raddoppia con Pucciarelli, ben servito da Verdi, bravo ad approfittare di un indecisione di Medel. Il match diventa bellissimo, con le due squadre allungatissime che lasciano ampi spazi. In uno di questi si inserisce Palacio, che mette in mezzo una palla solo da accompagnare in rete per Icardi, ma l’argentino sbaglia clamorosamente. L’Empoli risponde con due occasioni in serie di Pucciarelli e Mchedlidze, ma a riportarsi in vantaggio è nuovamente l’Inter con il primo sigillo in serie A di Brozovic.Ora l’Inter gioca soprattutto per il suo giovane bomber, che infatti servito alla perfezione da Hernanes si porta a spasso l’intera difesa toscana, per poi siglare la sua ventiduesima rete.L’Empoli non è mai morto e nel finale riesce anche a ridurre le distanze con un gran gol del georgiano Mchedlidze, ben servito dal compagno di reparto Pucciarelli.

Torino Cesena - Trentanove anni fa Torino-Cesena, ultima di campionato, consegnava il settimo ed ultimo scudetto ai granata di Gigi Radice. Questa volta non ci sono traguardi da inseguire per entrambe le formazioni: tramontato il sogno dell’Europa League per i granata, mentre il Cesena si congeda nel peggiore dei modi dalla massima serie: i bianconeri non sono mai stanti in partita, con la retroguardia che si dimostra un colabrodo di fronte agli attacchi degli uomini di Ventura. Al 10' Martinez approfitta di una brutta di respinta di Bressan per segnare il vantaggio del Toro, al 16' tocca Maxi Lopez ribadire in rete una traversa del compagno di reparto e prima dell'intervallo è Benassi ad arrotondare con una botta da fuori. In apertura di ripresa, poi, Moretti cala il poker e Maxi chiude il conto.

Sampdoria Parma - Una Sampdoria non bella, ma cinica, ha pareggiato, per 2-2, fra le mura amiche, contro il sempre volitivo Parma. Grazie a questo pareggio i blucerchiati hanno chiuso il campionato al settimo posto, a quota 56. Una posizione che dovrebbe valere l’accesso ai preliminari di Europa League. I gol di Romagnoli, Palladino, De Silvestri e Varela.

Fiorentina Chievo - Cinque vittorie nelle ultime cinque gare per chiudere al meglio la stagione e per il terzo anno di fila, complice anche il ko del Napoli, Montella porta la Fiorentina al quarto posto. Si chiude col 3-0 sul Chievo firmato da Ilicic, Bernardeschi e Badelj l’annata dei viola. Pass per la fase a gironi di Europa League in tasca e ora attenzione concentrata sul futuro del tecnico gigliato, che nei prossimi giorni incontrerà la proprietà. Futuro che in casa Chievo è già definito: avanti con Maran per un progetto che anche oggi, nonostante la sconfitta, ha dimostrato di poter avere delle belle prospettive.

Sassuolo Genoa - Tutt’altro che una classica partita di fine stagione. Sassuolo e Genoa giocano una buona partita con l’undici di Di Francesco che in mezzora mette in freezer il risultato grazie all’accoppiata Berardi-Zaza: il primo autore di un gol ed assist-man nella doppietta del secondo. Prima di andare al riposo c’è tempo per il gol dell’ex Pavoletti che permette al Genoa di provarci nella ripresa, ma grandi protagonisti sono anche i due estremi con Pomini che salva la porta sassolese in almeno quattro occasioni e Lamanna che dall’altra parte si conferma un para rigori, annullando quello di Zaza che così fallisce la tripletta. Pronti via e il Sassuolo sblocca subito il risultato.Su una ripartenza, dormita della difesa genoana che permette a Berardi, lanciato sul filo del fuorigioco da Peluso, di involarsi verso la porta e battere Lamanna in uscita.

Roma Palermo - Con i rispettivi obiettivi stagionali messi in cassaforte (il secondo posto per gli uni, una comoda salvezza per gli altri), Roma e Palermo non hanno dato grande spettacolo all’Olimpico nell’ultima giornata di campionato. Vincono i rosanero per 2-1 con il gol al fotofinish di Belotti soprattutto per demerito dei giallorossi, che pagano l’euforia per il derby vinto con la Lazio e non approcciano con la giusta testa. Totti infatti non è bastato: Vazquez e Belotti firmano il colpaccio.

La classifica definitiva di Seria A
• Juventus 87
• Roma 70
• Lazio 69
• Fiorentina 64
• Napoli 63
• Genoa 59
• Sampdoria 56
• Inter 55
• Torino 54
• Milan 52
• Palermo 49
• Sassuolo 49
• Hellas Verona 46
• Chievo Verona 43
• Empoli 42
• Udinese 41
• Atalanta 37
• Cagliari 34
• Cesena 24
• Parma 19 (-7)

Puglia, si conferma Emiliano: vince il Pd M5s e Fitto, testa a testa. Flop azzurro

Elezioni regionali, Puglia: vince Michele Emiliano, testa a testa fra M5s e fittiani




Già poco dopo la pubblicazione delle proiezioni dell'istituto Piepoli è stata chiara la vittoria del candidato del Pd Michele Emiliano alla presidenza della Regione Puglia. I dati che lentissimi arrivano dall'ufficio elettorale pugliese confermano l'esito, già festeggiato in piazza dall'ex sindaco di Bari che sicuramente supererà il 40% dei voti. Quando le sezioni scrutinate sono ancora 724 su 4016 Emiliano ha raggiunto il 47% dei voti. Per quanto le proiezioni danno a sorpresa la candidata del Movimento 5 stelle Antonella Laricchia al 21%, i dati ufficiali danno la grillina di pochi decimi percentuali in svantaggio con il candidato sostenuto da Raffaele Fitto, Francesco Schittulli, al 18,40%. Ancora più staccata è Adriana Poli Bortone quasi al 14% dei voti scrutinati, in linea con le previsioni anticipate della proiezioni dell'istituto Piepoli che la dava al 12%. Dati che potrebbero presto subire radicali variazioni, visto che all'ufficio elettorale centrale della Puglia devono ancora arrivare i dati dal Salento, dove sia la Poli Bortone sia Fitto possono vantare il proprio bacino di voti più importanti.

Campania: Vince l'impresentabile De Luca: perché per Renzi è un altro guaio

Campania, vince l'impresentabile Vincenzo De Luca: un'altra grana per Renzi





In Campania il sorpasso dell'"impresentabile" Vincenzo De Luca è arrivato con il conteggio dei voti di Salerno, città amministrata da sospeso dal candidato del Partito democratico. Dopo un quinto delle sezioni scrutinate, il sindaco di Salerno è in testa con il 39,7% dei voti rispetto al candidato del centrodestra Stefano Caldoro al 38,2%. Mentre lo spoglio prosegue ancora a rilento, il dato si va consolidando verso la vittoria del candidato già al centro delle polemiche per essere finito nella lista degli impresentabili tirata fuori dalla presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi. Una vittoria che porterà con sé non pochi imbarazzi anche per lo stesso Matteo Renzi, che per De Luca ci ha messo la faccia sostenendolo con convinzione nel tour di campagna elettorale in Campania. Il sindaco di Salerno era già stato sospeso dalla carica di primo cittadino in virtù della legge Severino, essendo condannato in primo grado per abuso d'ufficio. Stessa sorte lo toccherà se sarà confermata la sua elezione alla presidenza della giunta campana. Una situazione di empasse che non sarà risolta prima della prossima estate, quando la Consulta si esprimerà sul caso di De Luca. Sempre se il governo, sull'onda del risultato elettorale, non decida di seguire l'appello già lanciato ad inizio della campagna elettorale dallo stesso De Luca, quando chiedeva a Renzi di intervenire con un decreto legge per rimediare ai divieti imposti dalla Severino e permettergli di amministrare direttamente la Regione Campania.

L'unico vincitore è Matteo Salvini: le cifre e i motivi del botto leghista

Elezioni regionali, il vero trionfatore è Matteo Salvini: le cifre della Lega Nord, regione per regione





Mentre gli scrutini si avviano alla conclusione, è tempo di fare i primi bilanci. Vincitori e vinti. Il premier Matteo Renzi, da questa tornata regionale, esce con molte perplessità: pesa come un macigno la sconfitta in Liguria, e crea qualche grattacapo anche la difficoltà incontrata in Umbria, regione in cui si pensava che il Pd potesse vincere agilmente (e vittoria è stata, ma tutt'altro che agile). E se Silvio Berlusconi con Forza Italia mostra qualche (vago) segno di tenuta, oltre a Beppe Grillo con il suo M5s che si conferma ad altissimi livelli, il vero trionfatore di questa notte elettorale è Matteo Salvini. Le cifre parlano per lui. Si parte sempre dalla Liguria, dove è soprattutto grazie all'apporto dei voti leghisti che Toti è riuscito a imporsi (e il primo ad ammetterlo è stato il neo-governatore, che ha dichiarato: "Sono stato eletto grazie ai voti della Lega"). In Liguria, il Carroccio ha preso il 20% mentre Forza Italia è ferma al 13% (il Pd al 25%, i grillini al 22%).

Regione per regione - Forse, però, la cifra più impressionante è quella che emerge dalla Toscana, regione rossa per definizione, dove la Lega ha fatto il botto: secondo partito con il 16% dei consensi (dietro al Pd, al 46%; seguono M5s al 15% e Forza Italia all'8%). Quindi il Veneto, dove la maggior parte dei voti è stata catalizzata dalle liste che appoggiavano Luca Zaia (riconfermato, con annessa umiliazione della piddina Alessandra Moretti), ma dove comunque la Lega ha ottenuto il 16% (appena dietro al Pd, incartato al 17%). Molto significativo, per Salvini, anche il risultato ottenuto delle Marche, dove la Lega ha preso il 13% dei voti, il 4% in più rispetto a Forza Italia. Botto anche in Umbria: Lega al 15%, contro il 9% di Forza Italia. Infine un dato quasi impensabile, che è quello che arriva dal profondo Sud, dalla Puglia: il Carroccio, che si è presentato con la lista "Noi con Salvini", ha ottenuto un roboante 7 per cento. Cifre da urlo. Cifre da leader, per Salvini, le cui ambizioni di leadership nel centrodestra, ora, sono pienamente legittimate dalle cifre ottenute al voto. La scalata continua.

domenica 31 maggio 2015

Bindi, dopo il siluro il boicottaggio: appello per far fuori Renzi alle urne

Lista impresentabili, Rosy Bindi: "L'indignata sono io, Matteo Renzi sapeva benissimo chi è Vincenzo De Luca"





Rosy Bindi ha terremotato il voto alle regionali: con la consegna in extremis della lista degli "impresentabili" (che pare aver compilato in assoluta solitudine), il Pd è imploso. Contro l'ex presidente, dopo la bocciatura di Vincenzo De Luca (operazione anti-renziana se c'e n'è una), si è scatenato il tiro incrociato dei democratici. Da par suo, Rosy, un po' beffarda, fa spallucce e risponde con un'intervista concessa a Repubblica: "Indignati? Indignata sono io, io. Lo hanno candidato loro De Luca e sapevano chi era, sta succedendo una roba fuori dal mondo, ma che Pd è diventato questo?". L'attacco a Matteo Renzi è palese: Rosy, da tempo, gli imputa la deriva della "creatura democratica". Di vendetta si è trattato, ma Rosy lo nega, con fierezza: "Sono indignata io, certo - ribadisce -, che qualcuno voglia con queste accuse senza fondamento delegittimare il lavoro di una istituzione. E la mia storia - aggiunge - parla da sola. Non conosco l'uso a scopi personali o di parte delle istituzioni. Non mi appartiene e credo lo sappiano tutti. Giudicheranno gli italiani chi usa le istituzioni per fini politici, ma certamente non sono io".

Tempismi sospetti - Le si fa notare che, forse, il caso-De Luca avrebbe potuto estrarlo dal cilindro almeno un po' prima. Anche perché a rafforzare la pista della presunta vendetta ad orologeria di Rosy, concorrono le dichiarazioni del suo vice in Commmissione antimafia (che la accusa in buona sostanza di aver agito in solitudine) e quelle di Enrico Buemi, il socialista che ha affermato che solo pochi giorni fa, Rosy, gli aveva assicurato che De Luca non sarebbe stato nella lista. Bindi tira dritto, e rincara: "Tutti sanno e sapevano tutto su De Luca. Da quanti giorni? E la fonte non era certo la commissione. Mi sbaglio o è stato il tema principale di questa campagna? Forse non erano note le posizioni di alcune persone che sono nella lista, ma De Luca è stato candidato con la totale conoscenza e consapevolezza della sua situazione. Cosa cambia ora?". Quel che cambia è che De Luca, ora, è stato bocciato dalla Commissione Antimafia. Non il massimo per chi si candida a governatore in Campania. Ma così non si altera il voto di domenica, si chiede alla Bindi? La risposta sa di presa per i fondelli: "Meglio dell'ultimo giorno, potrei dire". Meglio il terz'ultimo dell'ultimo, dunque. E ancora: "La verità è che tutti hanno fatto campagna liberamente e se la legge mi affida un compito di informare sulle qualità dei cittadini, quando avrei dovuto farlo? Dopo? Complimenti per il ragionamento". Per ultimo, un invito a chi andrà a votare, una sorta di ultimo "siluro" contro l'arcinemico Renzi: "Gli elettori sono in grado di decidere, il mio è un invito ad andare a votare. Agli italiani non manca certo l'intelligenza di fare delle scelte". Tutto chiaro, no?

sabato 30 maggio 2015

Elezioni Comunali e Regionali 2015 - "Come si vota"

Elezioni Comunali e Regionali 2015 - "Come si vota"





Latina, ucciso a Formia l'avvocato- blogger Mario Piccolino: gli hanno sparato

Latina, ucciso a Formia l'avvocato- blogger Mario Piccolino: gli hanno sparato. La vicinanza dell'Amministratore de il Notiziario sul web, Gaetano Daniele alla famiglia Piccolino. 




LATINA - E' stato ucciso a Formia Mario Piccolino, l'avvocato blogger famoso per le sue battaglie polemiche sul sito freevillage.it. Era arrivato a fare lo sciopero della fame contro l'illegalità diffusa nella sua città. Era stato anche aggredito nel 2009.

Sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato e i sanitari del 118. A quanto si apprende Piccolino è stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa mentre si trovava nel suo studio, davanti a un assistente. La polizia sarebbe già sulle tracce del killer.

Nel 2009 l'avvocato Mario Piccolino fu aggredito selvaggiamente nel suo studio dove oggi è stato freddato con un colpo di pistola. Piccolino fu colpito con un cric sul volto da un uomo che si era introdotto nello studio. L'uomo fu poi identificato come Angelo Bardellino e successivamente fu rinviato a giudizio per l'aggressione. Piccolino fu oggetto anche di avvertimenti espliciti: davanti alla sua abitazione trovò teste mozzate e viscere di pesce.

Il presidente della Regione Lazio. «La notizia della brutale esecuzione dell'avvocato e blogger Formiano, Mario Piccolino, è un fatto gravissimo che ci addolora e su cui va fatta al più presto piena luce. In attesa che le Forze Investigative assicurino i responsabili alla giustizia nel più breve tempo possibile, rivolgo le più sentite condoglianze, a nome mio e dell'Amministrazione Regionale, ai familiari di Mario Piccolino e a tutte le persone che hanno lavorato al suo fianco e condiviso le sue battaglie contro ogni forma d'illegalità». Lo dichiara in una nota Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio.

Le indagini. In via Conca a Formia è arrivato il sostituto procuratore della Repubblica di Cassino, Alfredo Mattei, insieme al capo della Squadra Mobile di Latina Tommaso Niglio e al dirigente del commissariato formiano Paolo Di Francia. «Le indagini - si legge in una nota della Questura - al momento non fanno escludere alcuna pista, neanche quella personale». In questo momento gli investigatori stanno ascoltando alcuni testimoni.


Fonte: Il Messaggero