Visualizzazioni totali

lunedì 25 maggio 2015

Caivano (Na): Che paura le domande, meglio i monologhi! Sirico stufo delle chiacchiere di Monopoli, lo invita a non mancare all'incontro-confronto di oggi con Cogito

Caivano (Na): Che paura le domande, meglio i monologhi! Monopoli scappa ai confronti ma Sirico stufo delle sue chiacchiere lo invita per l'ultima volta a partecipare all'incontro-confronto di oggi con "Cogito". 

Riportiamo di seguito il comunicato di Luigi Sirico 



Arch. Luigi Sirico
Candidato sindaco (centro sinistra)

Caro Monopoli, anzi Monotono, perché ormai come un disco rotto ripete tutti i giorni le stesse chiacchiere inutili, mi permetta di complimentarmi con Lei. Poiché Lei è una sorgente inesauribile di figuracce, a cui cerca, poi, di porre rimedio, con argomentazioni ancora più astruse e patetiche delle cause.

Prima stampate propaganda elettorale usando impunemente il marchio dell’Algida e poi scopriamo che è tutta colpa del povero tipografo. Poi invece la foto del vescovo di Aversa con un suo candidato utilizzate a fini di propaganda elettorale. Infine, mi avvertono che a suo dire io mi sarei preso una ramanzina dal Commissario Prefettizio di Caivano, perché mi sarei accompagnato con alcuni dipendenti del Comune, durante la campagna elettorale. 

Mo pure il commissario. 

Invece le posso assicurare che in vita mia non ho mai nemmeno incontrato il Commissario Prefettizio dott. Contarino. Figuriamoci la ramanzina. 

Infine caro dott. Monopoli Cuor di Leone, Lei mi ricorda un ragazzo della mia infanzia, verso cui la natura non fu prodiga di coraggio, il quale, dopo aver offeso qualcuno, scappando, diceva “se ti acchiappo vedi che ti faccio”

Ma tutte queste fesserie che racconta in giro, perché non me le dice in faccia. Quale altra scusa si inventerà pur di sfuggire ad un confronto pubblico? Parla solo con i cittadini? Bene, anzi benissimo, mi dica tutto al cospetto dei cittadini. A dirigere il confronto dovrà essere un giornalista che lei stima? Va bene anche questo, scelga Lei il giornalista. 

Quello che aveva da dire al PD e all’UDC (ma poi l'Udc non è stato il suo partito?) lo ha già detto in consiglio comunale? Bene, anche io ho detto molte cose su Forza Italia, ma sono pronto a ripeterle anche a Lei. 

A proposito perché non viene oggi alla redazione di Cogito, alle 18.30? o quando vuole. In attesa della prossima fesseria, Le porgo i più Cordiali Saluti

Caserta (Ce): Cronache di Caserta e Napoli Sindaci a Confronto

Caserta (Ce): Cronache di Caserta e Napoli Sindaci a confronto 



Elezioni Amministrative 2015 - Sindaci a confronto 

Riproponiamo un altro spezzone dell'incontro-confronto organizzato da Cronache di Caserta e Cronache di Napoli, condotto dai giornalisti Ciro Giugliano e Giancarlo Maria Palombi. Ricordiamo che il primo Incontro-Confronto fu organizzato dal nostro blog, il Notiziario sul web, il secondo Incontro-Confronto dal Giornalista di Caivano Press, Francesco Celiento e, appunto, il terzo da Cronache di Napoli e Cronache di Caserta. Presente in studio, Giuseppe Papaccioli, Luigi Sirico e Giuseppe Ziello. Assente Simone Monopoli



Bce, Mario Draghi: "Divergenze strutturali tra Paesi Ue sono esplosive per l'euro"

Bce, Mario Draghi: "Divergenze strutturali tra Paesi Ue sono esplosive per l'euro"





Le divergenze strutturali tra i paesi dell'Eurozona possono diventare pericolose ed esplosive e l'euro non è un dato irreversibile. Parola del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, che dal forum Bce di Sintra, in Portogallo, lancia l'allarme: "In una unione monetaria non ci si può permettere di avere profonde e crescenti divergenze strutturali tra paesi, perché queste tendono a diventare esplosive" e "possono arrivare a minacciare l'esistenza dell'unione monetaria". Davanti a banchieri centrali, accademici e membri dei vari governi, riuniti per parlare di inflazione, occupazione, produttività e politica monetaria, Draghi ha sottolineato come la Bce sia "il custode" della moneta unica europea e ha sostenuto che in una unione monetaria "la banca centrale dovrebbe discutere dei problemi che possono influenzare l'adempimento del suo mandato di stabilità dei prezzi o di minare l'esistenza dell’unione stessa".

Roba da 007, gira una mail inquietante: "Usciamo dall'eurozona, ma non..."

Inghilterra fuori dall'Eurozona, il giallo della mail segreta finita ai giornali: il piano inquietante





L'Inghilterra sta pensando ad uscire dall'Eurozona. Si sa, ma non si dovrebbe sapere. E soprattutto, non si dovrebbe sapere che la Banca d'Inghilterra ha preparato una task force coordinata da sir Jon Cunliffe (vicegovernatore e responsabile del monitoraggio sui rischi dei crac finanziari) per studiare lo scenario di una "Brexit" con la consegna di non dire nulla alla stampa. Il caso è molto strano, per certi versi inquietante. Un vero e proprio giallo che gira tutto intorno ad una mail inviata per sbaglio da Jeremy Harrison, capo delle relazioni con la stampa della Banca centrale britannica, a uno dei vicedirettori del Guardian. 

"Bocche cucite". Poi... - Come spiega il Corriere della Sera, il documento era riservatissimo e indirizzato a quattro manager interni, ma ora lo conoscono tutti: Harrison spiegava cosa dire e non dire ai giornalisti, specificando che nessuna mail dovesse essere trasmessa dal team di studio a James Talbot (capo della divisione strategica della Banca), è già questo è un capolavoro di ironia. "James  - si legge - può dire al suo team che sta lavorando a un progetto a breve termine sulle economie europee... Questo sarà un lavoro in profondità su un ampio spettro di tematiche economiche europee. Lui non dovrà aggiungere altro". Quindi bocche cucite anche all'interno dell'Istituto. Riguardo alla possibilità di un referendum sull'uscita dell'Inghilterra dall'eurozona, poi, alla stampa deve essere comunicato solo "che ci sarà molto da lavorare in Europa nei prossimi due mesi, indicando alcune delle specifiche questioni (esempio la Grecia) che potrebbero essere di preoccupazione per la Banca". 

"Pressioni dal premier Cameron?" - Una riservatezza massima che fa a cazzotti con la linea annunciata dal governatore Mark Carney sul tema della Brexit ("Massima trasparenza") e che, secondo il Guardian, nasconde qualcosa di più grave. Secondo il giornale progressista più importante del Paese (e del Mondo), sul "Project Bookend", questo il nome del dossier segreto, ci potrebbero essere le pressioni indebite del premier David Cameron e del cancelliere dello scacchiere George Osborne. Alta finanza, politica, equilibri internazionali: un caso da Sherlock Holmes, o forse da 007. Licenza di uccidere (l'euro).

Cannes, l'Italia a casa senza premi Ecco il film che ha battuto gli italiani

Festival di Cannes, nessun premio per i tre film italiani. Palma d'oro a Dheepan di Jacques Audiard





Il cinema italiano torna a casa a tasche vuote dal Festival del cinema di Cannes. A vincere la Palma d'oro della 68ma edizione è stato il film Dheepan di Jacques Audiard. A bocca asciutta Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, Mia madre di Nanni Moretti e Youth di Paolo Sorrentino. Il Grand Prix Speciale della Giuria dè stato assegnato a Saul fià, debutto alla regia dell’ungherese Laszló Nemes. La dura storia ambientata nel campo di concentramento di Auschwitz è stata inoltre insignita del premio Fipresci e del Premio François Chalais.

Papponi con il triplo vitalizio Ecco quanto intascheranno

Papponi del vitalizio, la banda dei vitalizi doppi e tripli: ecco le pensioni di chi sta ancora in Parlamento


di Franco Bechis 


Vitalizi aboliti? Solo un diritto del passato su cui c’è l’imbarazzo dei diritti acquisiti? Macchè. Quasi un terzo degli attuali deputati e degli attuali senatori quando appenderà la politica al chiodo e avrà l’età minima (per quasi tutti è ancora 60 anni) per andare in pensione, si prenderà ancora il famoso vitalizio. Di più: si prenderà un assegno per il vitalizio e un altro assegno, appena meno generoso per la pensione. Non pochi di loro aggiungeranno un terzo assegno: il vitalizio per l’esperienza trascorsa in consiglio regionale o per il periodo in cui è stato europarlamentare. Oggi Libero pubblica i primi nomi - rigorosamente in ordine alfabetico (arriviamo alla lettera F) - dei futuri re delle pensioni. Minimo grazie ai due assegni avranno 3.950 euro al mese, e in non pochi casi più di 9 mila euro, fino ad arrivare al record di Roberto Formigoni (pensioni e vitalizi per 12.550 euro).

Avranno vitalizio e pensione anche ministri e sottosegretari dello stesso governo di Matteo Renzi, il premier che ha giudicato «sacrosanta» la battaglia di Libero, ma che è circondato sia a Palazzo Chigi che in Parlamento da suoi parlamentari o da esponenti di maggioranza in attesa di quella doppia o tripla pensione che fa venire la bile a tutti gli altri italiani. Oggi non avrebbero nemmeno l’età, ma se la linea è quella fin qui seguita (ogni assegno è considerato un diritto acquisito) avranno due vitalizi e una generosa pensione da parlamentare, l’ex segretario e oggi leader della minoranza Pd, Pierluigi Bersani, la pasionaria sempre pronta ad andarsene da quel partito Rosy Bindi, il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico (Pd), il sottosegretario Gianpiero Bocci (Pd), il leader storico della Lega Nord, Umberto Bossi, e l’attuale ministro dell’Interno, Angelino Alfano. E poi tre assegni nei gruppi Pd a Silvana Amati, Angelo Capodicasa e Vannino Chiti.

Nel gruppo centrista di Ap avranno quella fortuna Andrea Augello e il già citato Formigoni. Fra i leghisti accadrà a Stefano Allasia. Nel gruppetto di Fratelli di Italia ci sarà Edmondo Cirielli. In Forza Italia anche un piccola pattuglia: Giuseppina Castiello, Basilio Catanoso, Remigio Ceroni e Claudio Fazzone. Ma andando avanti nell’ordine alfabetico toccherà anche a tanti altri, e le due sole forze politiche non sfiorate (o poco sfiorate) dal problema sono quelle arrivate per la prima volta in Parlamento nel 2013: tutti i parlamentari del Movimento 5 stelle e quasi tutti quelli partiti con la maglia di Scelta civica. Nella tabella di oggi ci sono poi più di 50 parlamentari che comunque avranno la doppia pensione, e anche in questo caso non mancano i nomi noti: il ministro Dario Franceschini, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, l’altro leader della minoranza Pd, Gianni Cuperlo, il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero (Ap), quello alla Difesa Gioacchino Alfano (Ap), il presidente della commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, la presidentessa della commissione affari costituzionali Anna Finocchiaro, l’ex portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti, l’ex coordinatore azzurro Sandro Bondi, appena uscito dal partito, l’anima popolare e margheritina del Pd, Beppe Fioroni. E poi ancora parlamentari giovani, che quel privilegio avranno solo fra molti anni (e per cifre sicuramente più alte di quelle riportate in tabella), come i forzisti Simone Baldelli, l’ex ministra azzurra Mara Carfagna, la fedelissima berlusconiana Michaela Biancofiore, l’ex finiano Benedetto Della Vedova. Se vale anche per loro, è l’esempio più lampante di come con la storiella dei diritti acquisiti non sia cambiata in realtà proprio nulla di nulla in gran parte del Palazzo. Si discute dei privilegi di antichi pensionati, ma la situazione è esattamente identica per chi ha un briciolo di esperienza politica alle spalle e ancora un po’ di anni prima di smettere.

Quando le Camere decisero (dal primo gennaio 2012) la dead line dei vitalizi, e l’inizio della pensione che hanno chiamato contributiva (ma non lo è davvero), si sono dimenticati di stabilire incompatibilità fra assegni pensionistici. Hanno definito «pro rata» il sistema per chi era in carica in quel momento, e così sarebbe stato se avessero avuto solo quella legislatura: 5 anni di contributi, tre calcolati come vitalizio e due come pensione. Ma chi era in carica già dalla o dalle legislature precedenti a quel punto aveva già maturato il vitalizio secondo le regole allora vigenti, e se lo terrà stretto. Per la pensione invece basterà attendere i 5 anni minimi di contribuzione (due della scorsa legislatura e tre di questa) e l’assegno allora raddoppia. Avverrà dall’aprile 2016 in poi, e da quel mese in poi gli importi saliranno rispetto a quei 1950 euro che abbiamo calcolato per tutti.

domenica 24 maggio 2015

Mettono 38 migranti in una villa del '700 Assurda Italia: il proprietario non lo sa

Pavia, in una villa del 1700 protetta dalle Belle Arti ospiterà 38 migranti. Ma il proprietario non ne sapeva nulla





Una villa del 1700 destinata ad ospitare dei profughi. All’insaputa del proprietario. È successo a Pavia, quando il conte Francesco Lovaria ha scoperto che nella sua abitazione da lunedì arriveranno 38 migranti. Come scrive il Messaggero Veneto, la villa è “uno dei gioielli dell’architettura friulana e veneziana, tutelata dalle Belle arti”. Un’abitazione privata, non un albergo, e certo non è attrezzata per accogliere dei profughi.

La protesta – L’avvocato di famiglia Maurizio Miculan si è quindi rivolto al Prefetto affinché revochi l’attuale destinazione d’uso, rispettando così la legge che prevede che “che i beni culturali non possano essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione". Sempre secondo l’avvocato la colpa sarebbe di Alessandro Viscovich, nominato erede da un nipote di Lovaria e che si sarebbe messo d’accordo con la Croce Rossa per usare la villa a scopi umanitari.