Pavia, in una villa del 1700 protetta dalle Belle Arti ospiterà 38 migranti. Ma il proprietario non ne sapeva nulla
Una villa del 1700 destinata ad ospitare dei profughi. All’insaputa del proprietario. È successo a Pavia, quando il conte Francesco Lovaria ha scoperto che nella sua abitazione da lunedì arriveranno 38 migranti. Come scrive il Messaggero Veneto, la villa è “uno dei gioielli dell’architettura friulana e veneziana, tutelata dalle Belle arti”. Un’abitazione privata, non un albergo, e certo non è attrezzata per accogliere dei profughi.
La protesta – L’avvocato di famiglia Maurizio Miculan si è quindi rivolto al Prefetto affinché revochi l’attuale destinazione d’uso, rispettando così la legge che prevede che “che i beni culturali non possano essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione". Sempre secondo l’avvocato la colpa sarebbe di Alessandro Viscovich, nominato erede da un nipote di Lovaria e che si sarebbe messo d’accordo con la Croce Rossa per usare la villa a scopi umanitari.
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