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giovedì 22 gennaio 2015

Ferrara abdica prima di Berlusconi: "Lascio la direzione del Foglio", ecco chi prenderà il posto dell'elefantino

Giuliano Ferrara: lascio la direzione del Foglio





La notizia-bomba arriva alla fine dellla sua lunga chiacchierata con Daria Bignardi a Le invasioni barbariche su La7: Giuliano Ferrara, a breve, lascerà la direzione de Il Foglio, il quotidiano che guida dal 1996, anno in cui lo fondò. A succedergli sarà Claudio Cerasa. Il passaggio non avverrà, come ha ammesso lo stesso Elefantino, nell'immediato, ma comunque "presto". L'ex ministro del primo governo Berlusconi non ha fornito particolari motivazioni per il suo addio: "L'anno prossimo fanno trent'anni che sono lì, non esiste che io vada avanti ancora" ha spiegato, lasciando basiti tanto la conduttrice quanto il pubblico in studio.

Influenza, il peggio deve ancora arrivare: ecco le regioni più colpite dal virus

Influenza, mezzo milione d'italiani a letto





Sono mezzo milione, gli italiani a letto con l'influenza. esattamente 519mila, secondo le stime dell'Istituto superiore di Sanità nella settimana tra il 12 e il 18 gennaio. Ma il picco, relativo all'incidenza dei malati sul totale degli italiani, non è ancora arrivato. "Non è detto che questa sia la settimana clou della stagione influenzale. I casi potrebbero  ancora aumentare, di solito la parte più alta della curva si  raggiunge a inizio febbraio, per cui ci stiamo avvicinando, i casi sono ancora in aumento" spiega Gianni Rezza,  direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, commentando i nuovi dati Influnet.

Da notare anche il tipo di virus predominante: "Dai dati - evidenzia Rezza - emerge che sta circolando molto l’H1N1, di più rispetto  all’H3N2. Sotto certi aspetti questo è positivo perché H1N1 è un virus molto stabile e perfettamente uguale a quello incluso nel vaccino,  mentre H3N2 potrebbe porre qualche problema in più". In sintesi, «c’è una  doppia circolazione importante, e questa stagione risulta un pò più  attiva rispetto agli ultimi 2 anni. Ma per ora siamo nella norma delle influenze stagionali".

Dall’inizio  della sorveglianza, i casi totali sono stati circa 1.911.000. Nelle due fasce di età pediatrica il numero dei contagi  è raddoppiato. Nella fascia di  età 0-4 anni l’incidenza è di 22,95 casi per mille assistiti, mentre  nella fascia 5-14 anni è pari a 13,15 per mille. Tra i 15-64enni si  registrano 7,88 casi per mille, mentre fra i 65enni e oltre 3,65  casi/mille. Marche, Campania, Provincia autonoma di Trento ed Emilia-Romagna sono  le regioni più colpite.

Il giallo della chat di Greta e Vanessa con il loro migliore amico siriano

Il mistero della chat del migliore amico siriano di Greta e Vanessa





Il nome con cui si è registrato sui social network è di pura fantasia: Maxemiliano Maximo. Di lui si sa che viene dalla città siriana di Homs e che sulla rete di conversazioni chat di Paltalk, la più utilizzata dal mondo arabo, si fa chiamare “Abu Victor Shamia”. Da tempo è probabilmente il migliore amico siriano di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie il cui rapimento si è felicemente concluso grazie al probabile pagamento di un riscatto versato dal governo italiano a un gruppo aderente ad Al Qaeda. Nella rete è restata traccia delle sue conversazioni con le ragazze, di cui c’è evidenza fotografica insieme a molti post-preghiera in ricordo dei “martiri” di Homs. Lo stesso profilo FB di Abu Victor Shamia riporta come immagine identificativa un biglietto commovente scrittogli in inglese a caratteri stampatello un momento difficile da Greta. Come ha spiegato a un amico arabo che gliene chiedeva l’origine, lei lo consolava: “Soffrendo molto, Dio ci ama più di quel che ci immaginiamo. Diffondi amore, dai pace. Il meglio deve ancora venire, riceverai grandi cose. Non sentirti solo, perchè Dio è qui. E anche io sono qui”.

A consolare il ragazzo siriano aveva pensato anche Vanessa. Lui ha postato una conversazione chat avuta con lei su FB. Anche in questo caso per l’amico siriano ci sono parole tenere. Vanessa gli dice di non potere “paragonare le mie sofferenze alle tue. Ma voglio solo farti sapere che c’è gente come me che vorrebbe realmente prendere metà del tuo dolore e condividerlo, soffrire insieme ed essere forti insieme, perchè la gente siriana è come la mia famiglia e ora ho gli occhi pieni di lacrime mentre scrivo…”. Nella foto postata è indicato solo l’ora di trasmissione del messaggio di Vanessa: le 23 e 43, e l’indicazione della provenienza della chat: era un messaggio personale su facebook. L’amico siriano però l’ha postato il 9 novembre scorso, quando da più di tre mesi Vanessa era nelle mani dei rapitori. Il post ha subito attirato l’attenzione di altri amici siriani delle due ragazze, desiderosi di sapere la data di quel messaggio: proveniva dalla prigionia? Era a quelle sofferenze che si riferiva Vanessa? E se no, perchè renderlo pubblico in quel momento, a tante settimane dal rapimento? Abu Victor Shamia agli amici non ha risposto. Ma dopo che mercoledì 21 gennaio sul quotidiano Libero sono stati citati sia il biglietto di Greta che la chat di Vanessa, ha ripulito il suo profilo FB. La foto del biglietto di Greta è stata sostituita da una con un tulipano arancione. La chat con Vanessa e le reazioni degli amici sono state in fretta furia cancellate dal profilo alle 10 del mattino. Quando probabilmente qualcuno dall’Italia lo ha avvisato. Il mistero così è ancora più grande.

mercoledì 21 gennaio 2015

GRETA E VANESSA, COMI: Non rimanere ancorati al passato, guardiamo avanti: Ue proibisca pagamenti riscatto ostaggi

GRETA E VANESSA, COMI: Non rimanere ancorati al passato, guardiamo avanti: Ue proibisca pagamenti riscatto ostaggi


di Gaetano Daniele


On. Lara Comi
Europarlamentare Gruppo Ppe 

 "La liberazione delle due giovani cooperanti italiane deve essere l'occasione per uno scatto in avanti nella legislazione europea. E' inutile continuare a rivangare il passato, guardiamo avanti e troviamo soluzioni efficaci. Così l'europarlamentare Lara Comi al nostro blog, il Notiziario, in merito alla liberazione di Greta e Vanessa. E nota: A questo scopo, come europarlamentare, ho presentato un'interrogazione per introdurre norme europee specifiche in materia di proibizione del pagamento del riscatto per la liberazione degli ostaggi. 

Ostaggi - La presa degli ostaggi è proibita dal diritto internazionale umanitario, ma nulla è previsto per vietare il  pagamento del riscatto che rischia di costituire una fonte di finanziamento dei gruppi terroristici e di accrescere la probabilità che altre persone vengano rapite, facendo così scattare  un circolo vizioso. Il Consiglio, nelle sue conclusioni del 23 giugno 2014, si era espresso dichiarando di respingere "in modo inequivocabile il pagamento di riscatti e concessioni politiche ai terroristi". Nonostante ciò, la decisione di pagare o meno il riscatto rimane in capo a ciascun Governo, non sempre condivisa da altri Paesi. 

E conclude - Ho quindi chiesto all'Alto Rappresentante se non ritenga opportuno adottare una linea condivisa a livello europeo contro il pagamento del riscatto e quali misure e azioni concrete intenda adottare sulla base di quanto dichiarato nelle conclusioni del Consiglio dello scorso 23 giugno. Inoltre ho chiesto di proporre in sede di Nazioni Unite un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione del 1979 contro la presa d'ostaggi che disciplini in modo chiaro ed esaustivo la proibizione del pagamento del riscatto."

In aula l'oscenità del Senatore: "cita" Papa Francesco, poi l'insulto

Italicum, Vincenzo D'Anna (Gal) alla maggioranza: "Vi siete piegati così tanto che vi si vede il c...".





Dopo una feroce battaglia, dopo gli strappi che si sono consumati tanto nel Pd quanto in Forza Italia, l'aula del Senato ha dato il via libera all'emendamento Esposito, il cosiddetto "super-canguro" che di fatto taglia tutte le altre proposte di modifica all'Italicum. Il via libera è arrivato con 175 sì, 110 no e due astenuti. I senatori azzurri hanno votato sì, e senza il loro ok il governo di Matteo Renzi sarebbe andato sotto. Renzi salvato dal Cav, dunque. E che sarebbe andata a finire così lo si era capito già dopo l'incontro tra i due leader, durante il quale avrebbero sottoscritto un nuovo patto di governo.

Frase incriminata - Ma più che del voto, al Senato, ora si discute dell'intervento di Vincenzo D'Anna di Grandi Autonomie e Libertà (Gal). D'Anna è indicato da molti come il punto di riferimento di Raffaele Fitto in Campania, lo stesso Fitto che è a capo dei frondisti di Forza Italia che si oppongono all'accordo con Renzi e si opponevano al "sì" al maxi-emendamento (soltanto ieri, Fitto ha affermato che Berlusconi sta "suicidando Forza Italia"). Non è un caso, dunque, che D'Anna in aula si sia prodotto in una frase ai limiti dell'irriferibile. Si rivolge alla maggioranza, il senatore. Punta il dito e accusa: "Vi siete tanto inchinati che vi si vede il c...".

Le spiegazioni - Dopo la sparata, la vice-presidente del Senato Linda Lanzillotta lo prega di "usare un linguaggio più consono". Ma D'Anna non demorde, e ricorda che il "c..." è un termine anatomico. E la Lanzillotta: "Ci sono vari modi per indicare la stessa parte del corpo". Ma D'Anna non demorde: "L'ha usato il Papa, credo sia consono". Il senatore si riferisce alla frase del Papa, che disse - di fronte a un tentativo di corruzione - di dare un calcio "dove non batte il sole". Altre parole, insomma, ma D'Anna non demorde, e poi ricorda che in fin dei conti esiste anche la "forma idiomatica faccia da culo".

Le reazioni - Una frase - volgare - in cui si condensa tutta la contrarietà del senatore - e di ampie fette di Forza Italia e Pd - all'Italicum delineato dall'emendamento Esposito. Da par suo, Renzi risponde dal Forum di Davos, in Svizzera, dal quale manifesta la propria soddisfazione per la riforma elettorale in dirittura d'arrivo: "Con l'Italicum anche in Italia abbiamo la possibilità di scegliere un leader per cinque anni. Il mio governo ha di fronte tre anni. Penso ce dobbiamo creare le condizioni per guidare il Paese per il tempo previsto e che non ci siano continui cambiamenti di governo". Per Forza Italia ha parlato il capogruppo Paolo Romani, che si è detto soddisfatto per la (presunta) ritrovata unità del centrodestra.

Autogrill, la rivoluzione anti-crisi: come cambia la tua sosta in autostrada

Autogrill, la rivoluzione causa crisi: come cambia la pausa in autostrada





Autogrill, il business della ristorazione in autostrada, ha sempre rappresentato per anni un'occupazione stabile e tranquilla per moltissime persone, non solo in Italia ma anche all'estero. Il gruppo infatti è attivo in 30 paesi e conta 56mila dipendenti in tutto il mondo. Negli ultimi anni le cose sono iniziate a cambiare: in Italia a causa della grande crisi i gusti dei consumatori nei confronti di questi servizi hanno iniziato a mutare, e le spese nei momenti di sosta al volante hanno iniziato a diminuire. 

Tempi che cambiano- Una volta il concetto di pasto "on the road" rappresentava una sorta di prolungamento della propria casa: all'Autogrill, insomma, non c'era aletrnativa. Le generazioni più anziane raccontano che un pasto tipico era la morbidella, una sorta di polpettone ricavato da avanzi di salumeria. Oggi i tempi sono cambiati e i picchi di clienti si concentrano solo nelle prime ore della giornata, con i guidatori che si fermano al volo per la colazione o per il pranzo, il tutto accompagnato da una forte insofferenza per le code alle casse che potrebbero essere "modernizzate" con l'ausilio delle nuove tecnologie: card o app legate allo smartphone.

Un nuovo layout- Le difficoltà economiche delle famiglie italiane negli ultimi anni hanno causato una diminuzione del traffico, come detto la gente spende meno e si sposta meno. Questa tendenza  è in notevole aumento e per tenere dritta la barra ad Autogrill non resta che cambiare il suo modello di business. Oggi non basta vendere bibite e panini o un comunissimo caffè con la brioche alla mattina, bisogna fare di più.  Servono degli spazi meno standardizzati in grado di andare incontro alle diverse esigenze dei viaggiatori: postazioni lampo per accedere facilmente ad Internet tramite una rete WiFi, angoli dedicati a chi necessita di lavorare al computer o di scaricare semplicemente la posta elettronica. E' questa quindi la direzione in cui Autogrill si potrebbe muovere per evitare di essere l'ultima eccellente crisi della crisi economica.

Una nuova logica- In quest'ottica è fondamentale che l'approccio utilizzato vada incontro non solo alle singole esigenze dei clienti ma anche a quelle dei dipendenti dell'azienda stessa. Cosa si può fare in questo nuovo processo? Innanzitutto bisogna cercare di ottimizzare il dialogo col cliente, evitando una comunicazione frenetica e standardizzata ma offendo all'acquirente che vuole acquistare solo un caffè, un pacchetto completo creato ad hoc che potrebbe convincerlo ad aggiungere alla sua ordinazione particolari specialità culinarie previste per quel giorno. Inutile però esplicitare il fatto che questa nuova tecnica di marketing non è sempre perseguibile: in alcuni momenti della giornata le code sono troppo lunghe per dedicare ad ogni cliente troppe attenzioni e il dialogo ritorna inevitabilmente ad essere frenetico e limitato. Non è importante solo rivisitare il ruolo e l'approccio col cliente ma è utile ragionare anche in termini di welfare aziendale a vantaggio del dipendente. Autogrill, dunque, si sta già muovendo in questa direzione garantendo ai lavoratori una shopping bag costituita da 80 euro di spesa e una serie di convenzioni mediche legate a visite specialistiche. Questi propositi però sono in fase embrionale e l'azienda ci sta ancora lavorando.

Minzo-soffiata "So il nome di chi vincerà. E' già scritto, al Quirinale..."

Augusto Minzolini: "Il prossimo Capo dello Stato potrebbe essere Ugo De Siervo"






Sono giorni di alta tensione in Parlamento: i partiti giocano il match finale per trovare il nome per il prossimo Capo dello Stato. Una scelta che rischia di ribaltare anche gli equilibri interni di Forza Italia e Pd e che si presta anche al gioco delle fronde. Ma tra i senatori c'è chi ha le idee chiare sul nome che vincerà la sfida per il Quirnale. Tra questi c'è Augusto Minzolini che su Repubblica svela la sua profezia sul Colle: "Al momento il dilemma è tra Casini e Amato e voglio vedere cosa farà Renzi se alla prima o alla seconda votazione spunteranno quaranta o cinquanta schede con il nome di Prodi". E ancora: "Ci saranno ancora morti e feriti, prima che si cominci a votare. Io ho una mia idea, un altro nome. Un uomo che ha un profilo identico a quello di Mattarella, però non è un politico e non lo è mai stato". 

Il nome di De Siervo - A questo punto Minzolini rompe gli indugi e spara: "Il nome è quello di go De Siervo. Voi dovete andare in Toscana. Dovete cercare le radici del renzismo. Dovete tornare a Matulli. Quello è il giro. De Siervo non solo è toscano come Renzi, ma è stato il suo professore. E poi, diciamoci la verità, bisogna vedere se Renzi cede o no. Se cede, si va su Amato. Se non cede, arriveremo a un nome del genere. È un nome che nessuno ci ha fatto. Quello lì è come Nerone. Sospetta di tutti. Quello no, quello neppure, quell’altro neanche. Alla fine chi rimane? Uno come De Siervo". Insomma Minzolini ha già in mente il nome del prossimo Capo dello Stato: "Sarà un giudice costituzionale". Andrà davvero così? L'ex prof di Renzi metterà tutti d'accordo?