Marò, l'Ue approva la risoluzione per il rimpatrio. Il giornale di New Delhi: "Basta con questa farsa"
Il Parlamento Ue ha votato sì a maggioranza la risoluzione in cui si chiede di rimpatriare i due marò italiani accusati di aver ucciso due pescatori indiani nel 2012 e attribuire la competenza giurisdizionale del caso alle autorità italiane o a un arbitraggio internazionale per trovare una "soluzione ragionevole e accettabile" per le parti coinvolte. Nella risoluzione si "esprime profonda tristezza e manifesta il proprio cordoglio per la tragica fine dei due pescatori indiani" e "grande preoccupazione per la detenzione dei fucilieri italiani senza capi d’imputazione" e si "pone l’accento sul fatto che essi devono essere rimpatriati e sottolinea che i lunghi ritardi e le restrizioni alla libertà di movimento dei fucilieri sono inaccettabili e rappresentano una grave violazione dei loro diritti umani". Nel testo inoltre si lamenta "del modo in cui la questione è stata gestita e sostiene gli sforzi esplicati da tutte le parti coinvolte per ricercare con urgenza una soluzione ragionevole e accettabile per tutti, nell’interesse delle famiglie coinvolte, indiane e italiane, e di entrambi i Paesi" e per questo si auspica che "la competenza giurisdizionale sia attribuita alle autorità italiane o a un arbitraggio internazionale". Nella risoluzione si incoraggia l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, "a intraprendere ogni azione necessaria per proteggere i due fucilieri italiani ai fini del raggiungimento di una soluzione rapida e soddisfacente del caso" e si ricorda alla Commissione "che è importante porre l’accento sulla situazione dei diritti umani nel quadro delle relazioni con l’India e la invita quindi a prendere in considerazione ulteriori misure per facilitare una soluzione positiva del caso".
"Basta con questa farsa" - Intanto qualcosa sembra muoversi anche in India. The Economic Times, un quotidiano di Nuova Delhi che ha spesso pubblicato ’soffiate' del ministero dell’Interno o della Nia, l’agenzia investigativa indiana, ha pubblicato stamattina un editoriale in cui si legge: "Mettiamo fine a questa farsa, mandare a casa i marò è la cosa migliore". Secondo il quotidiano il governo del premier Narendra Modi "sta valutando un accordo consensuale con l’Italia per risolvere la questione" e aggiunge che "questa è davvero l’opzione migliore". "Il governo indiano", aggiunge il giornale, "esattamente come il suo predecessore, non ha alcuna interesse nel punire i due marò, considerato il fatto che sono in gioco le relazioni diplomatiche dell’India con l’Ue. Gli italiani lo sanno bene e hanno condotto il gioco diplomatico alla perfezione, conducendo l’India in una trappola giudiridica". Secondo il quotidiano, la serie di errori di New Delhi è cominciata nel 2013 quando l’allora ministro dell’Interno RK Singh consegnò l’inchiesta alla Nia, che fece appello alla legge anti-pirateria. Una legge, ricorda ancora The Economic Times, che ha scatenato la furia dell’Italia perchè prevede la pena di morte (che invece era stata esclusa dalle garanzie assicurate all’Italia dal ministro degli Esteri, Salman Khurshid). Ma l’India imperterrita continuò a "infilare la testa nella sabbia". Ripercorrendo i vari complicati meandri giuridici della vicenda, il quotidiano conclude che il governo di New Delhi al momento è "disponibile all’ipotesi di consentire ai due marò di scontare la sentenza in Italia, se condannati in India. Ora -è la conclusione- dovrebbe consentire loro anche di essere processati in Italia".