Ferrara sempre più controcorrente: ecco chi è il suo candidato (dem) al Colle...
Dalla penna di Giuliano Ferrara spunta un nome a sorpresa. Il nome che non t'aspetti. Nell'editoriale su Il Foglio in edicola oggi, il direttore dice chiaramente che se fosse Renzi sceglierebbe sicuramente Pier Luigi Bersani. L'elefantino dà delle argomentazioni molto chiare e fa un'analisi come al solito molto arguta. "Prodi per esempio ha troppo curriculum, ha vinto due volte contro Berlusconi, poi ha perso in modo triste la guida del paese, per molti anni è stato re a Bruxelles, ma non ha lasciato un ricordo unanimamente fervoroso né lì né nel partito parlamentare che dovrebbe eleggerlo, epperò ha statura internazionale nel senso che sanno chi è, lo ricevono, lo incaricano all'Onu ecc". Stesso discorso vale per Massimo D'Alema: nelle scorse elezioni del Presidente della Repubblica sulla carta poteva anche andare, ma la sua - è questo in sintesi il ragionamento di Ferrara - è una figura troppo ingombrante. "I proCav pensavano che potesse giocare brutti scherzi da ex comunista, e gli anti-Cav temevano potesse fare patti bicameralisti con l'Arcinemico". Per questi motivi alla fine fu scelto Napolitano: un senatore a vita, dunque un quasi pensionato in riserva della Repubblica, ripescato e incoronato non per il suo peso ma per la sua mancanza di peso combinata con una reputazione generale di rispettabilità.
Né troppo forte né troppo debole - E da qui la riflessione su Bersani: "Bersani è precisamente quel tipo di riserva repubblicana che esercita una forte influenza politica. Bersani ha perso tutto quello che poteva perdere". Ferrara cita quindi le elezioni per la guida del Pd contro Renzi, poi le elezioni come candidato premier ("non è riuscito a trasformare la mezza sconfitta con il Senato senza maggioranza in una manovra politica virtuosa". Secondo Ferrara un politico con queste caratteristiche, che ha peso ma non troppo, che è influente ma non troppo, che non viene considerato come una minaccia dal partito di maggioranza, può essere un buon candidato. In più, secondo Ferrara. "Bersani non è lo spettro di un presidente burattino nelle mani del royal baby". Inoltre, aggiunge, Berlusconi non ha "obiezioni di principio contro lo smacchiatore di giaguari. Il ragionamento è semplice: il Cav potrebbe votarlo per poi denunciare la scelta "di parte" nel caso dovesse rivelarsi un presidente a lui ostile...