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martedì 13 gennaio 2015

Così Salvini umilia Matteo Renzi all'Europarlamento: "Vedi? L'Aula è deserta.. il tuo discorso è nulla, il vuoto"

All'europarlamento Salvini umilia Renzi: "Il tuo discorso è il nulla"





Matteo Salvini prende la parola dopo il discorso conclusivo di Matteo Renzi sul semestre di presidenza europea. Sono parole forti, accuse pesanti, quelle di Salvini che ha liquidato l'intervento del premier come "il nulla" In maglioncino azzurro, il leader della Lega (che i sondaggi continuano a dare in ascesa) ha criticato Renzi per l'inconsistenza del suo discorso, per non aver fatto cenno al dramma della disoccupazione, al disastro economico, per difendere i marà, valorizzare l'agricoltura, la pesca, difendere i nostri prodotti dalla Cina, non una parola sul Made in Italy. "Ad ascoltare i sei mesi per il trionfo di Renzi non c'erano neanche quelli del suo discorso, l'Aula era deserta. Neanche quelli di sinistra lo ascoltano. Ottanta pagine di promesse presentate a noi sei mesi fa e il nulla dopo sei mesi. Zero.  La peggiore demagogia è chi viene pagato per fare e non fa nulla". Salvini ha in particolare ricordato  l’immigrazione: "Fortunatamente - ha concluso - il risultato è zero anche sui negoziati per l’ingresso della Turchia in Ue".

Le parole di Renzi e le accuse di Matteo - Il premier nel suo discorso, non ha effettivamente, fatto alcun cenno ai temi citati da Salvini. Ha fatto discorso molto generico, ha glissato sui "risultati" conseguiti nei sei mesi di semestre. "Nei sei mesi di presidenza  italiana del Consiglio Ue abbiamo fatto molto nel nostro Paese. Ma ciò che serve all’Italia lo fanno i cittadini italiani e non le istituzioni europee".  Negli ultimi anni, ha continuato, "abbiamo dato all’Europa più risorse di quante ne abbiamo ricevute: circa 20 miliardi all’anno, ricevendone circa la metà". Renzi ha sottolineato che "abbiamo contribuito a salvare Paesi amici e banche di altri Paesi e non abbiamo ricevuto e messo un centesimo a beneficio dei nostri istituti di credito. L’Italia crede nell’Europa e nei suoi valori e non chiede aiuto ma offre la sua grande storia". Belle parole, ma poca, pochissima sostanza. 

I terroristi temono solo Gomorra Ecco perché il Sud non è a rischio

L'Isis teme solo la mafia. Ecco perché il Sud non è a rischio





Da Venezia passando per Milano, Firenze e Roma, si rafforzano i controlli contro la minaccia islamica. Nella Capitale, il Vaticano e tutti gli altri simboli della cristianità sono considerati a rischio; il ghetto ebraico è sotto sorveglianza, così come la Sinagoga e le ambasciate degli Stati Uniti, francese e israeliana. A Milano massima attenzione al Duomo, alla Stazione centrale e negli aeroporti di Malpensa e Orio al Serio, a Firenze si tiene d'occhio Santa Maria Novella e la stazione, sorvegliati poi il porto e l'aeroporto di Venezia, i ghetti di Padova e Bologna. Ma appunto, gli obiettivi sensibili sono tutti al Nord e al Centro.

Il Sud invece pare al sicuro. La spiegazione è semplice. "Nell'ipotetica mappa del rischio - rivela una fonte dell'anti terrorismo al Giornale - il Sud è paradossalmente meno esposto: dove c'è qualcuno che sorveglia o addirittura gestisce il territorio, mafia e malavita, le infiltrazioni sono molto più difficili, a meno di alleanze per ora escluse se non impossibili".

Gli attacchi a Parigi spingono la Lega I risultati del sondaggio di Mentana

Sondaggio Mentana: Pd giù, Lega ancora su





Finite le feste, torna su La7 il sondaggio del Tg di Mentana la cui ultima rilevazione risaliva al 22 dicembre. per il presidente del Consiglio Matteo Renzi non sono state vacanze "semplici" sul piano dell'immagine. Nel senso che lui ce l'ha messa tutta per appannarla agli occhi dei suoi sostenitori. Prima con la vicenda del Salva-Silvio con contorno di "manine" varie. E poi con l'incredibile storia del volo di Stato usato con la famiglia (moglie e figli) per raggiungere le piste di Courmayeur.

Al ritorno, gli elettori presentano il conto, con un calo dell'1% del consenso personale (al 33%) e dello 0.4 del suo Pd, che secondo il sondaggio di La7 si attesta al 36%. Lascia qualche decimo di punto per strada anche Forza Italia, che pure (forse) paga il caos del Salva-Silvio: gli azzurri sono al 14,3%, esattamente la stessa percentuale di consensi della Lega Nord che anche nella "pausa" delle vacanze natalizie non cessa la sua corsa verso l'alto. Complici sicuramente anche gli attentati terroristici di Parigi, con la minaccia islamica che è tornata a mordere, i Salvini-boys guadagnano un altro 0,2% e possono ora guardare da pari gli azzurri. Su anche i 5 Stelle che restano di gran lunga la seconda forza politica del Paese col 20,5% delle preferenze se si votasse oggi.

Complessivamente, il centrosinistra vale oggi il 40,6% (-0,2% rispetto al 22 dicembre) mentre il centrodestra il 35,6%. Il consenso ai leader vede Renzi guidare la pattuglia con un 33% delle preferenze davanti a Salvini con il 22% e a Berlusconi con il 17.

COM'E' BUONO LEI... Sms a Detroit: Renzi-Fantozzi si inchina a Marchionne

Sms di Renzi a Marchionne: "Grazie"





Certo, il suo ministro dell'Economia Padoan ha assicurato oggi che la recessione si interromperà nel corso del 2015 e che poi "l'occupazione verrà". Ma gli italiani, alle parole di renzi e compagnia credono ormai poco. La crisi c'è ancora e anche quest'anno il Pil, se crescerà, lo farà in misura infinitesimale. La gente perde il lavoro e l'epoca in cui si poteva promettere "un milione di posti di lavoro" sembra lontana come l'Età del ferro. Ecco, allora, che anche millecinquecento posti di lavoro sono manna dal cielo. Tanto da spingere il presidente del Consiglio in persona ad afferrare lo smartphone e scrivere un sms breve quanto esaustivo: "Grazie". Il destinatario di tale gratitudine è Sergio Marchionne, il numero uno di Fiat (pardon, Fca) che oggi ha comunicato ufficialmente 1.500 nuove assunzioni presso lo stabilimento di Melfi, in Basilicata. Un annuncio fatto, ovviamente, da Detroit, nuovo centro della produzione della ex Fabbrica Italiana Automobili Torino.

ALLARME NELLA CAPITALE Bechis, sopralluogo al Ghetto tra 007 e vigilantes fai da te / Video

Bechis: "Al ghetto di Roma vigilanza fai da te"


di Franco Bechis 





Ci sono agenti in borghese infiltrati in alcuni palazzi, qualche auto dei carabinieri o della polizia in più, ma dentro il Ghetto di Roma dopo l'allarme terrorismo seguito agli attentati di Parigi sono soprattutto gli abitanti del quartiere a cercare di cavarsela da sè. Le forze dell'ordine lasciano perfino accostare le auto alla grande Sinagoga senza chiedere documenti. I ragazzi del Ghetto si sono trasformati in vigilantes, e controllano gli accessi temporanei ad alcune vie chiuse per precauzione. Molti di loro sono schierati davanti alla scuola del Portico di Ottavia. Pochi turisti, quasi nessuno nei ristoranti di solito affollati. Passeggia tranquillo solo l'ex presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua. Due mamme hanno provato a raccogliere fondi per comprare 20 giubbotti antiproiettile ai loro ragazzi. La comunità ebraica ufficialmente è contraria: "così si crea allarme". Ma le mamme si dicono fra loro: "e che deve esserci di più per un allarme?"





Marino, la caduta: il sindaco fa crac Dritto in una buca: cosa gli è successo

Ignazio Marino fa crac: cade in una buca, frattura al ginocchio e tutore





Una sorta di contrappasso, per il sindaco di Roma Ignazio Marino. Una brutta buca, così come ne è piena la sua città, una caduta altrettanto brutta e pure una frattura. Questa la disavventura capitata a Marino mentre si trovava in vacanza a Boston. Il Campidoglio ha reso noto che "a seguito di una caduta avvenuta nei giorni scorsi, il sindaco di Roma Ignazio Marino questa mattina ha eseguito alcuni esami all'ospedale Gemelli, dove gli è stata riscontrata una lieve frattura al condilo femorale del ginocchio sinistro. Ciò - prosegue la nota - costringerà il sindaco, che è tornato pienamente al lavoro dopo le visite, all'uso di un tutore ortopedico".

Sui Marò l'ultimo rinvio degli indiani: il destino di Latorre si decide mercoledì

Marò, la corte suprema indiana rinvia a mercoledì la decisione sul rientro di Massimiliano Latorre





Un nuovo slittamento. La Corte suprema indiana ha rinviato a mercoledì l'esame dell'istanza di proroga del rientro in India del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre. Il presidente del Tribunale locale ha spiegato che avendo già espresso in passato osservazioni sull'istanza, è opportuno che di essa si occupino i magistrati di un'altra sezione penale. La questione riguarda la scadenza del permesso sanitario concesso a Latorre, che si è potuto curare in Italia in seguito ad un attacco ischemico. I termini di scadenza sono stati sospesi in attesa dell'esame dell'istanza italiana di una proroga, sulla quale, a questo punto, la Corte Suprema si pronuncerà mercoledì. Nei giorni scorsi, a rendere la situazione attorno ai nostri due marò sempre più tesa, erano state diffuse da un giornale indiano le voci relative alla possibile condanna per "omicidio premeditato" e "senza preavviso", due circostanze che si potrebbero tradurre in una sentenza esemplare per i nostri due militari.