Visualizzazioni totali

venerdì 9 gennaio 2015

Pino Daniele, scatta la lotta per l'eredità tra la compagna Amanda e le ex mogli

Pino Daniele, scatta la lotta per l'eredità tra la compagna Amanda e le due ex mogli: dal resort al mare alla villa da 3 milioni





A quattro giorni dalla morte di Pino Daniele, la compagna Amanda Bonini e le due ex mogli (Fabiola Sciabbarasi in testa) del cantautore napoletano morto a 59 anni all'alba di lunedì non litigano solo sul giallo dei soccorsi. In ballo, come spesso in questi casi, c'è anche la questione dell'eredità. La Bonini, compagna di Daniele da circa 2 anni, è amministratore unico della sua società, il Tuscany Bay srl, suggestivo complesso in riva al mare della Giannella, a Orbetello. Un piccolo tesoro che, come ricorda La Nazione, comprende un jazz bar, un ristorante extra-lusso e lo stabilimento balneare. Nel 2013 il suo volume d'affari è stato di 880mila euro, conta 30 dipendenti d'estate e 10 d'inverno. La proprietà è divisa tra Pino Daniele (per il 90%) e il figlio Alessandro (il 10%). La Bonini dovrà occuparsi di "ordinaria e straordinaria amministrazione", mentre, spiega La Nazione, la struttura resta di proprietà del Comune di Orbetello che dal 2011 l'ha concesso in gestione a Pino Daniele, per 18 anni, ad un canone annuo di 102mila euro più Iva. 

Il gioiello di Magliano - C'è poi naturalmente la villa nelle campagne tra Magliano e Orbetello, quella dove l'autore di Napul'è si trovava la sera del 4 gennaio quando è stato colpito da infarto e da dove è partito per l'ultimo viaggio in auto verso Roma, per un disperato e vano ricovero in ospedale. Isolata, costruita dalla nobile famiglia maremmana dei Colonna, due piani da circa 150 metri quadri ciascuno, con un giardino di circa un ettaro e ristrutturata negli ultimi anni, con tanto di piscina, giardino all'inglese e mobili di antiquariato. Vale 3 milioni di euro e fa gola a tutta la famiglia (allargata) di Daniele.

Yara, un'altra clamorosa svolta: c'è un testimone a favore di Bossetti

Yara, un'altra clamorosa svolta: c'è un testimone a favore di Bossetti





otrebbe esserci una svolta nel giallo della morte di Yara Gambirasio. Stando a a quanto ha detto il suo avvocato Claudio Salvagni a La vita in diretta, ci sarebbe una "testimonianza che potrebbe consentire di scrivere tutta un’altra storia", in favore di Massimo Bossetti, (che recentemente ha ripetuto la sua innocenza) accusato di aver ucciso la tredicenne di Brembate di sopra.  Il legale ha precisato che stanno valutando la veridicità di alcune parole che sono state riferite da un testimone,. "Se tutto venisse confermato e fosse riscontrato, ci rivolgeremmo direttamente alla Procura di Bergamo". Nessun altro dettagli trapela dalle parole dell'avvocato il quale non precisa se le parole del testimone si riferiscano a quel che accadde a Brembate Sopra, il 26 novembre del 2010, o a Chignolo d’Isola, quella sera o in giorni successivi.

Cadono calcinacci in una scuola materna Feriti sei bambini: ecco come stanno

Sei bimbi feriti in una scuola materna a Sesto San Giovanni





Sei bambini sono rimasti feriti ieri mattina nella scuola materna Rovani a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, dove alle 10.15 si è verificata una caduta di intonaco e calcinacci per cause ancora da accertare. L'istituto è stato evacuato e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Dei sei bambini feriti, soccorsi dagli operatori del 118, cinque sono in codice verde e una in codice giallo: si tratta di una bambina di 3 anni trasportata all'ospedale Niguarda. La scuola era nell'elenco delle scuole che necessita di interventi di ristrutturazione. Il portavoce del sindaco di Sesto, Alberto Covini, ha poi riferito che la bambina di 3 anni che ha riportato le ferite più gravi alla testa sarebbe fuori pericolo: "La Tac ha escluso lesioni gravi, si tratta solo di escoriazioni".

"Quando l'ho visto sciare ho pensato a..." Pure l'ex slalomista Rocca boccia Renzi

L'ex slalomista Rocca boccia Renzi: "Ma quanto è negato sugli sci?" Solo sugli sci??




"La prima cosa che ho pensato quando ho visto le immagini è stata: 'ma quanto è negato sugli sci?'". Il "negato sugli sci" è nientemeno che il presidente del Consiglio Matteo Renzi. E il giudizio sulle sue doti di sciatore è parola di esperto: nientemeno che l'ex campione di slalom Giorgio Rocca. Dopo tutte le polemiche sul volo di Stato con cui il premier ha raggiunto con moglie e pargoli Aosta, il settimanale "Chi" in edicola si concentra sul Renzi-uomo delle nevi. Quello che, durante una discesa sulle piste di Courmayeur, ha urtato un altro sciatore rischiando di farlo cadere, senza neppure fermarsi e scusarsi. Roba da bulli, un po' come è abituato a fare a palazzo Chigi con chi osa criticarlo...

Per mettere ancor di più il dito nella piaga, il magazine di Signorini intervista pure un ex fuoriclasse dello sci come Rocca. Il quale non le manda certo a dire al capo del governo: "La prima cosa che ho pensato quando ho visto le immagini è stata: 'Ma quanto è negato?'. A parte gli scherzi, questo mi sembra un incidente dovuto a un concorso di colpa, uno dei più frequenti sulle piste. Se è vero che Renzi non si è fermato dopo aver fatto cadere un altro sciatore, ha commesso un errore grave. Quando si urta qualcuno bisogna sempre fermarsi, anche solo per chiedere: “Come va?”.

"Sei solo una starlette tv, faccia di..." Mitragliata di Alfano al Salvini anti-Islam

Il giornale degli alfaniani contro Salvini: "Vergognati di esistere"





Durissimo attacco alla Lega e al suo leader Matteo Salvini, per il quale occorre smetterla con buonismo e tolleranza nei confronti degli islamici, questa mattina su "L'occidentale", il giornale online del Nuovo centrodestra: "La storia, nel suo inesorabile sviluppo,  ha sempre conosciuto populisti e demagoghi, individui senza scrupoli che hanno strumentalizzato tragedie immani e vite devastate, pur di  conseguire i propri obiettivi. Il caso di Matteo Salvini è diverso e ancor più squallido: essendo destinato, forse, alle note di appendice dei manuali scolastici (ci dia retta, anche questa sarebbe per lui gran fortuna), ha deciso di cavalcare l’orrore e lo sgomento per un attacco terroristico al cuore dell’Europa, utilizzando la paura per fornire testimonianza del proprio passaggio su questa Terra" scrive il giornale degli alfaniani. E ancora: "Prendiamo atto di cotanto squallore. Salvini continui a fare la starlette in tv, con quella faccia di bronzo che riflette la totale insensibilità al dolore. Ma si vergogni, si vergogni di esistere".

"Charlie", i due killer non si trovano Da tempo erano nella lista nera Usa

Charlie Hebdo, continua la caccia all'uomo: terroristi barricati a 70 km da Parigi





"I due sospetti terroristi potrebbero essere ovunque". A quasi 48 ore dalla strage compiuta mercoledì mattina a Parigi presso la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, le autorità francesi sono costrette ad alzare bandiera bianca: i due fratelli Said e Cherif Kouachi non si trovano. Le ultime notizie al riguardo degli unici sospettati per l'attentato si fermano a un distributore di benzina a 80 km da Parigi, dove i due si sono fermati a fare rifornimento. Poi più nulla. E la preoccupazione concreta è che abbiano già varcato il confine con il Belgio o siano diretti alla vicina Inghilterra. Giovedì otto gennaio li hanno cercati ovunque ma la giornata si è conclusa con uno smacco: i due sembravano ormai senza scampo, invece non si è arrivati a nulla. Si è scoperto che i due fratelli Kouachi, erano da tempo nella lista "nera" degli Stati Uniti, sospettati di terrorismo e quindi nella "no fly list". Nessuna traccia dei due presunti terroristi nella foresta di Longpont, nella Piccardia, a circa un'ora dalla Capitale. Gli agenti hanno perlustrato l'area palmo a palmo, dopo aver fatto lo stesso nel pomeriggio nei 20 km intorno a Crepy en Valois, paesino a metà strada tra Parigi e Reims. I due sospetti, di 34 e 32 anni, fratelli di origine algerina ma nati entrambi a Parigi, sono stati riconosciuti grazie a una carta d'identità ritrovata dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata durante la fuga.

Altro terrore a Parigi - Nella capitale francese, quella dell'otto genanaio è stata una mattinata ad alta tensione con diverse segnalazioni di uomini armati nelle strade che si sono poi rivelate falsi allarmi. Ieri sera la polizia francese aveva perquisito alcuni appartamenti a Reims, nella regione dello Champagne. Si pensava che la loro cattura fosse imminente e invece oggi i due fratelli sono stati avvistati nella zona del’Aisne, vicino Villers-Cotteret, a bordo di una Renault Clio, mentre viaggiavano in direzione della capitale in un’auto con targa nascosta. A riconoscerli, il gestore di un distributore di benzina: i due, con indosso dei passamontagna, avrebbero attaccato la pompa di benzina e rubato carburante e cibo, prima di ripartire in direzione Parigi. A bordo del veicolo l’uomo ha visto dei kalashnikov e altre armi. Sono stati immediatamente predisposti posti di blocco su tutte le strade di accesso a Parigi e il palazzo dell’Eliseo è stato blindato. L’auto è stata poi trovata nei pressi del benzinaio, abbandonata dai due fuggitivi.

Polizia beffata - Nel primo pomeriggio, le forze dell’ordine sono entrate in una fattoria fuori Villers-Cotteret, a un centinaio di chilometri sempre a nord-est di Parigi, che secondo un giornalista locale citato da 20 Minutes sembrerebbe essere stata utilizzata dai due killer in fuga come base per preparare l'attentato a Hebdo. Sempre secondo la stesse fonte, le ingenti forze di polizia hanno poi lasciato il luogo. Nella zona, nella regione dell’Oise, è in corso un ingente dispiegamento di forze speciali con l’ausilio di elicotteri. L'impressione è che i due jihadisti stiano beffando le forze dell'ordine, spostandosi in continuazione e più velocemente della polizia. Già ieri la loro cattura era stata annunciata a Reims, poi i due erano stati dati per accerchiati a Crepy, mentre ora le ricerche sembrano essersi spostate ancora più a nord-est, nella zona di Corcy.

Le conferme del governo - Intanto, l'allarme attentati, già ieri innalzato al massimo livello in tutta l'Ile De France, è stato esteso anche al nord della Francia, nella regione della Piccardia dove è in corso una gigantesca caccia all’uomo. "Alla luce degli avvenimenti del primo pomeriggio di oggi, il primo ministro ha deciso di estendere alla Piccardia il livello di allerta attentati del piano Vigipirate" ha riferito il gabinetto presieduto da Manuel Valls. Sono in tutto nove le persone arrestate tra la scorsa notte e questa mattina, nell'ambito delle indagini sull strage. Tutte persone che, secondo gli investigatori, avrebbero collaborato all'organizzazione del blitz a Hebdo o avrebbero coperto o aiutato i due jihadisti fuggitivi. Lo ha detto questa sera a Parigi il ministro francese degli Interni, Bernard Cazeneuve. Said Kouachi, uno dei due fratello ricercati, è stato "formalmente riconosciuto" su una foto come uno degli aggressori, ha aggiunto il ministro.

"Fascisti di m., se la sono cercata". "Un complotto" Da Santoro va in onda l'Islam che sta coi terroristi

Charlie Hebdo su Servizio Pubblico: il vero volto arrabbiato degli islamici: "Fascisti di m., se la sono cercata"





"Hanno fatto bene ad ammazzarli, erano razzisti". "Non sono stati gli islamici, è tutta una trappola". Il volto dell'Islam, arrabbiato e complottista, tutt'altro che disposto a porgere la guancia alla Francia ferita e men che meno a fare auto-critica, va in onda in diretta su Servizio pubblico. Michele Santoro torna su La7 con il suo talk, tutto incentrato sulla strage di Parigi e l'assalto dei terroristi alla redazione di Charlie Hebdo. I 12 morti sono uno schiaffo atroce a chi, come i vignettisti Vauro e Vincino in studio, ha sempre creduto nella forza della satira contro la violenza. Santoro parte col suo monologo iniziale, prevedibile tirata contro le tentazioni conservatrici di Marine Le Pen. Ma i servizi, pregevoli, degli inviati in Francia per registrare le reazioni al dopo-attentato scoperchiano un calderone ben poco rassicurante per la Francia, ma anche per l'Italia. Perché l'atmosfera delle banlieu, da Saint Denis alle periferie della piccola Reims, assomigliano pericolosamente agli angoli oscuri delle città italiane.

"Quelli di Charlie sono razzisti" - Mentre Sandro Ruoloto è in piazza a Parigi, in mezzo alla gente (bianchi, di colore, cattolici, ebrei e musulmani) che manifestano in piazza gridando Je suis Charlie, il clima che si respira nel quartiere ad alta concentrazione di immigrati di Saint Denis è decisamente diverso. "Adesso daranno la colpa a noi, è sempre così", si lamenta un giovane musulmano. Altri, più esaltati, spiegano che "se è successo quello che è successo è perché qualche colpa quelli di Charlie Hebdo ce l'hanno avuta". Oppure che l'11 settembre non capitò per mano di islamici, e che "non tutti quelli che uccidono sono terroristi" e che "se si offende il Profeta è naturale che qualcuno si vendichi". Di solidarietà con le vittime dell'attentato ce n'è poca, e sembra esserci ben poco dolore. C'è, piuttosto, rabbia per la colpa che gli altri, i "ricchi" stanno gettando sulle loro spalle, i "poveri", gli immigrati di seconda o terza generazione "eterni outsider". Non ancora integrati, forse mai integrati come invece credono i buonisti, anche a casa nostra. 

A casa dei due sospetti terroristi - E poi ci si sposta a Reims, città dei due sospetti terrortisti Said e Cherif Kouachi. Nel quartiere di Croix Rouge dove vivevano i due uomini, i musulmani fanno blocco: "Li conoscevo, non sono terroristi". "Non possono essere stati loro, è tutto un complotto". E pazienza se il loro curriculum, anche giudiziario, parli chiaro.

Servizio Pubblico        ✔ @Serv_Pubblico

Altri sostengono che sia un complotto e che i due fratelli non c’entrino nulla #ServizioPubblico #JeSuisCharlie #CharlieHebdo
21:45 - 8 Gen 2015

Il tenore generale è quello secondo cui i vignettisti che hanno sbeffeggiato Maometto, in fondo, sapevano a cosa sarebbero andati in contro: 

Servizio Pubblico        ✔ @Serv_Pubblico

A Reims, nel quartiere musulmano, c’è chi dice: “Charlie Hebdo è una merda, sono dei razzisti” #ServizioPubblico #JeSuisCharlie
21:44 - 8 Gen 2015

Come possa coniugarsi questa visione del mondo con quella laica e moderata della cultura occidentale è un interrogativo che solo certa sinistra dogmatica e sognatrice sembra non volersi porre.