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giovedì 8 gennaio 2015

Braccati i macellai islamici Arrivano dalla Siria dell'Isis

Braccati i macellai islamici Arrivano dalla Siria dell'Isis




Sono stati identificati e individuati al termine di una lunghissima e drammatica giornata di ricerche, posti di blocco e perquisizioni, i tre uomini che poco prima di mezzogiorno, in pieno centro a Parigi, mercoledì 7 gennaio hanno compiuto una strage nella redazione del settimanale satirico "Charlie Hebdo". La svolta ha dell'incredibile, visto che il documento d'identità di uno dei tre sarebbe stato rinvenuto all'interno della Citroen C3 usata per la fuga. Nella concitazione delle fasi successive alla sparatoria, nella quale sono rimaste uccise docici persone e ferite altre di cui 4 in modo grave, uno degli attentatori lo avrebbe smarrito. Il suo nome è Said Kouachi, nato a Parigi 34 anni fa ma di origini algerine. Il secondo uomo sarebbe il fratello Cherif Kouachi, di 32 anni. Entrambi avrebbero partecipato ai combattimenti in Siria con le forze dell'Isis e sarebbero rientrati in Francia la scorsa estate. Il terzo uomo del commando risponderebbe al nome di Hamid Mourad, un 19enne senza dimora fissa che avrebbe aiutato nell'azione i due fratelli. Secondo il sito di news transalpino Le Point uno dei due sospetti era già stato processato nel 2008, nell’ambito di un’operazione contro una filiera jihadista irachena basata nel 19esimo arrondissement di Parigi. Le forze d'intervento della polizia francese sono in azione a Reims, la città capitale della regione dello Champagne, dove sarebbe stato perquisito un appartamento. E un'operazione analoga è in corso a Charleville-Mezieres, sempre nella regione dello Champagne, dove vivrebbe la famiglia del membro più giovane del commando. Il ministero dell'Interno francese ha però smentito le notizie inizialmente circolate di un loro arresto annunciato da alcuni media francesi.

La cronaca dell'attacco - A metà mattinata di mercoledì 7 gennaio tre terroristi incappucciati e armati con kalashnikov e spara-granate hanno fatto irruzione nella redazione del settimanale e hanno sparato sui giornalisti in riunione: 12 morti, tra cui il direttore Stephan "Charb" Charbonnier e tre colleghi vignettisti, Cabu, Tignous e Wolinski, e altri quattro feriti gravi. Un massacro di "ferocia inaudita" al grido di "Allah Akbar" e "Vendicheremo il Profeta". Secondo una giornalista sopravvissuta uno di loro avrebbe ammesso: "Siamo di Al Qaeda", parlando in un "perfetto francese". Poi la fuga, ripresa da alcuni giornalisti terrorizzati dalle finestre dell'edificio in questo impressionante video: i due terroristi, vestiti di nero, sparano in strada contro gli agenti della polizia, finendoli a sangue freddo con un colpo a distanza ravvicinata. I due assassini sono poi saliti a bordo di una Citroen, forse rubata a un ignaro passante, ritrovata abbandonata circa un'ora dopo la strage.

Il giornale "Charlie Hebdo", noto per il suo stile ironico e provocatorio bollato come "anti-islamico", già aveva subito un attentato incendiario nel novembre 2011 e una serie di attacchi informatici dopo le sue vignette ritenute blasfeme dall'Islam. Quindici minuti prima dell'attacco, il profilo twitter del giornale aveva pubblicato un'altra vignetta satirica sul Califfo Al Baghdadi, leader dello Stato islamico.


Dalla parte della Fallaci - Nel 2002, quando uscì il libro La rabbia e l'orgoglio la testata si schierò a difesa di Oriana Fallaci divenuta oggetto di minacce da parte degli integralisti islamici. Ma è nel 2006 che l'Hebdo divenne noto al pubblico internazionale con la scelta di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten. Le vendite balzarono in un giorno dalle 140mila alle 400mila copie, facendo adirare il mondo islamico e spingendo il Consiglio francese del culto musulmano a chiedere il ritiro delle copie dalle edicole. Incriminato per razzismo, l'allora direttore Philippe Val fu assolto l'anno dopo da un tribunale francese.

L'ultima "provocazione" - Come ultima provocazione sui tabu dell'estremismo islamico il numero speciale dedicato alla vittoria degli islamisti in Tunisia. In copertina si vede una sacrilega immagine di Maometto che promette "cento frustate se non morite dal ridere". Fu subito dopo l'uscita di quel numero che la sede della rivista venne distrutta da un incendio provocato da un lancio di molotov.

Il discorso di Hollande - "Nessuno può pensare di agire in Francia contro i principi della Repubblica. E' un attentato alla nostra libertà, alla libertà di stama. Reagiremo con fermezza", il presidente François Hollande è intervenuto sul posto ed ha subito avuto parole di condanna durissima contro quello che, senza esitare, ha definito "attentato terroristico", un "atto di barbarie eccezionale".  

mercoledì 7 gennaio 2015

REGIONE, GELMINI: Maroni al lavoro su programma, no a pagelle anticipate

REGIONE, GELMINI: Maroni al lavoro su programma, no a pagelle anticipate 


a cura di Gaetano Daniele 




Maria Stella Gelmini
Coordinatrice Regionale Regione Lombardia 

"La Regione Lombardia rappresenta un modello di governance che ha raggiunto i migliori risultati in Europa su indici fondamentali, dalla sanità alla promozione del territorio, dalle infrastrutture all'ambiente. Una Regione in grado di individuare le criticità e di rispondere con i fatti, con riforme concrete come quella dell'Aler e di Trenord. Ed è oggi la Regione che garantisce la maggiore libertà di impresa in Italia, grazie all'ispirazione liberale che il centrodestra ha opposto in questi anni alle derive stataliste e fiscaliste degli ultimi esecutivi nazionali e che stanno uccidendo l'impresa in tutta Italia, mentre in Lombardia si vedono segni di ripresa. Cosi Maria Stella Gelmini, Coordinatrice regionale di Forza Italia, al nostro blog, il Notiziario. E nota: Il programma di trattenimento delle tasse sul territorio è in pieno svolgimento: non siamo nemmeno a metà mandato. E anche sui ticket sanitari sono certa che la maggioranza centrerà l'obiettivo. Ricordo peraltro che le Regioni di centrodestra sono oggi le uniche a rappresentare una forma di opposizione e di alternativa liberale al Governo Renzi, che ormai agisce senza contraddittorio con un programma economico ad oggi vuoto di risultati. Ed è il Governo che oggi continua a tagliare in modo lineare sui trasporti e sul sociale, è il Governo che aumenta le tasse, è il Governo che continua a rinviare l'applicazione dei costi standard, è il Governo che continua a premiare le regioni spendaccione di colore amico. Questi sono fatti, - conclude Gelmini - fatti che i Lombardi verificano ogni giorno. Le pagelle anticipate servono a poco, soprattutto quando chiamano in causa sempre e solo qualcuno e non tutti".

Quella vignetta profetica del direttore ammazzato: "Nessun attentato? C'è tempo fino a fine gennaio"

Strage islamica al "Charlie Hebdo", chi era il direttore ucciso: Stéphane Charbonnier e la sua tragica vignetta profetica




Nell'attacco terroristico alla redazione del settimanale Charlie Hebdo ci sono 12 vittime. Tra queste, anche il direttore del periodo satirico, Stéphane Charbonnier, 47 anni, detto Charb. Come disegnatore satirico e giornalista, ha lavorato per parecchi giornali e collaborava anche con il quotidiano del partito comunista l'Humanitè e due principali riviste francesi di fumetti, Fluide Glacial e l'Echo des Savanes. Irriverente e soprattutto anti-capitalista, lo si capiva anche dalle sue vignette più celebri spesso al limite del pornografico, che riguardano il cane Maurice, bisessuale e anarchico, e Patapon, gatto asessuato e fascista. Quindici minuti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Isis) ma la pubblicazione che sta sconvolgendo tutti è quella di una vignetta premonitrice dello stesso Charb, che forse anche per le sue tanto contestate vignette su Maometto, si aspettava qualche attacco, anche perché proprio per tali vignette nel 2013 Al Qaida l'aveva inserito nella lista degli obiettivi. In settimana infatti, era comparsa sul Charlie Hebdo, questa vignetta che riporta sullo sfondo la scritta "Ancora nessun attacco in Francia" e in primo piano un attentatore islamico con kalashnikov in spalla che afferma: "Aspettate abbiamo fino alla fine di gennaio per farli". Forse se l'aspettava forse no, ma alla fine così è andata e pochi giorni dopo, l'attentato è arrivato mietendo tra le vittime proprio il direttore, che in nome della libertà d'espressione nonostante tutto aveva continuato a raccontare i terroristi a modo suo.

Disoccupazione, numeri agghiaccianti: 3 milioni e mezzo di italiani senza lavoro

Disoccupazione, ancora un record negativo: 3 milioni e mezzo di italiani senza lavoro



Il tasso di disoccupazione in Italia è salito al 13,4% a novembre, con un aumento di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo comunica l’Istat, sottolineando che si tratta del nuovo record dall’inizio delle serie storiche. Il numero di disoccupati a novembre tocca quota 3 milioni 457 mila, con un aumento dell’1,2% rispetto al
mese precedente (+40 mila) e dell’8,3% su base annua (+264 mila).

I giovani - Il tasso di disoccupazione nella fascia di età compresa tra 15 e 24 anni è pari al 43,9%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,4 punti nel confronto tendenziale. Sono circa 729mila, dice l’Istat, i giovani che cercano lavoro. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce invece dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 2,2% rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di inattività, pari al 35,7%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 0,7 punti su base annua.

Eurozona - La disoccupazione europea invece è stabile in novembre: secondo il dato diffuso da Eurostat, il tasso è pari all’11,5% nell’Eurozona e al 10% in Ue: stabile rispetto al mese precedente ma in calo rispetto a un anno fa, quando era rispettivamente dell’11,9% e del 10,7%. Il dato è in lenea con le attese. A essere senza lavoro in ottobre erano 24,4 milioni di europei, di cui 18,4 milioni nell’Eurozona, rispettivamente 19 mila e 34 mila in più rispetto a ottobre. In Italia, il tasso di disoccupazione è al 13,4% a novembre, contro il 12,5% di un anno fa.

Occupati - A novembre 2014, secondo le rilevazioni dell'Istat, gli occupati sono 22 milioni 310 mila, in diminuzione dello 0,2% sia rispetto al mese precedente (-48 mila) sia su base annua (-42 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,5%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e rimane invariato rispetto a dodici mesi prima. A novembre, su base mensile, l’occupazione diminuisce dello 0,1% tra gli uomini e dello 0,4% tra le donne. Anche su base annua, continua l’Istat, l’occupazione maschile diminuisce dello 0,1% e quella femminile dello 0,4%. Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,5%, rimane invariato sia rispetto al mese precedente sia su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, diminuisce di 0,2 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,1 punti in termini tendenziali.

ATTENTATO IN EUROPA Strage nel giornale anti-Maometto Terroristi con kalashnikov: "10 morti"

Parigi, attentato terrorista nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo: "10 morti"




Due uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella sede del giornale satirico Charlie Hebdo nel pieno centro di Parigi facendo fuoco con dei kalashnikov. Un dipendente al telefono ha confermato: "E' un massacro. Ci sono dei morti". Il primo bilancio parla di dieci vittime. Il giornale, noto per il suo stile ironico e provocatorio, già aveva subito un attentato incendiario e una serie di attacchi informatici dopo le sue vignette ritenute blasfeme dall'islam.

"Il salva-Cav? Si farà lo stesso", Renzi sfida il Pd

Matteo Renzi: "Prima Quirinale e legge elettorale, poi il decreto fiscale. Berlusconi sconterà tutta la sua pena"

di Claudio Brigliadori 



"Noi cambiamo il fisco per gli italiani, non per Berlusconi. Senza fare sconti a nessuno, nemmeno a Berlusconi, che sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno". Dopo la retromarcia-figuraccia sul decreto fiscale e le polemiche sul "salva-Cav" poi ritirato, Matteo Renzi prova a fare la voce grossa. "Noi - ribadisce - non facciamo norme ad personam, né contra personam. E' una norma semplice che rispetta il principio di proporzionalità", sottolinea a proposito del famoso limite al 3% dell'importo sulle imposte sui redditi evase al di sotto del quale il reato di frode fiscale verrebbe depenalizzato. Un principio di proporzionalità, aggiunge Renzi, "che si può naturalmente eliminare, circoscrivere, cambiare. Ma per evitare polemiche - sia per il Quirinale, che per le riforme - ho pensato più opportuno togliere di mezzo ogni discussione e inserire anche questo decreto nel pacchetto riforme fiscali del 20 febbraio". Scadenza temporale entro la quale il governo spera di chiudere tutte le partite più bollenti, dall'Italicum all'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Di fatto, dunque, significa tenere la pistola carica e ben in vista sul tavolo delle trattative con Berlusconi e Forza Italia. Una strategia muscolare molto, molto vicina al "ricatto sul Colle" di cui ha parlato l'avvocato del Cavaliere, Franco Coppi. 

L'altra lettura - Tutto questo a una prima lettura. Ma attenzione, perché le parole di Renzi possono essere lette anche in altro modo, decisamente più morbido per il Cav. Innanzitutto, il decreto fiscale si farà. Ed è una sfida alla sinistra Pd e al Movimento 5 Stelle che difficilmente non avrà ripercussioni sul dialogo per il dopo-Napolitano. E proprio per questo, al netto delle possibili modifiche nel merito, appare come un'apertura allo stesso Berlusconi dopo un paio di giorni in cui, se solo avesse voluto veramente, il premier avrebbe potuto chiudere ogni dialogo ancora in piedi con il leader di Forza Italia (e viceversa). Se i due stanno ancora parlando, significa che le intese sono profonde. E pure quella frase, "Berlusconi sconterà la sua pena fino all'ultimo giorno", suona un po' come un contentino ai più manettari e anti-Cav della sinistra. A febbraio, infatti, Berlusconi finirà "naturalmente" i suoi servizi sociali a Cesano Boscone e l'iter parlamentare del decreto fiscale di fatto coinciderà con quella scadenza. Diverso, molto diverso, il discorso dell'incandidabilità di Silvio. Di questo se ne riparlerà dopo l'approvazione del decreto. E tutto è ancora aperto.

"Preferenze più collegi" - Il premier cerca di liberarsi con una scollata di spalle dell'ultimo pasticcio del suo governo e rilancia sulle riforme in arrivo. Innanzitutto, c'è l'Italicum: "Alla fine due terzi dei parlamentari saranno eletti con le preferenze, un terzo con il sistema dei collegi. Tutti sapranno chi si vota in modo riconoscibile e chiaro. Da domani siamo al Senato, in aula. Poi passaggio finale alla Camera. Dopo anni di parole ci siamo davvero", scrive ancora Renzi. "Cento collegi in cui ogni partito presenta un nome sul modello dei collegi uninominali, ma viene introdotta anche la possibilità di votare il proprio candidato con la preferenza". La nuova legge elettorale sarà, parola del premier, "semplice, chiara, immediata": "Chi vince, vince. E governa, per cinque anni. Maggioranza chiara. Basta col ricatto dei partitini: il partito più forte governa da solo, sempre che ne sia capace".

"Fine del bicameralismo perfetto" - Legato a questa riforma c'è il nuovo Senato. Il ddl Riforme è mercoledì alla Camera, "con tempi contingentati per finire entro gennaio la seconda lettura". "Un passaggio storico", lo definisce il presidente del Consiglio: "Il Presidente Napolitano ha detto che il bicameralismo paritario è stato il più grande errore dell'Assemblea Costituente. La pensiamo come lui". Per questo, "dopo 70 anni di tentativi andati a vuoto, questo Parlamento, in questa Legislatura, sta portando a casa una riforma seria e organica. Sta nascendo il Senato delle autonomie, si definiscono le funzioni delle Regioni riducendone costi e pretese ma chiarendone meglio le funzioni, si aboliscono gli enti inutili, si semplifica il procedimento legislativo". 

AUTOMOBILI, CASE E REDDITO 5 mosse per evitare i guai col Fisco

Fisco, le 5 mosse per evitare le contestazioni




Le contestazioni da parte del Fisco per gli incrementi patrimoniali potrebbero turbare il 2015 di milioni di contribuenti. Così è meglio sapere come difendersi di fronte ai rilievi fiscali. Secondo quanto racconta il Sole 24 Ore basterebbe dimostrare il possesso di proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificarne la spesa. Ad esempio per quanto riguarda la sottoscrizione di un aumento di capitale sociale il contribuente potrebbe dimostrare con documentazione bancaria o contabile che la sottoscrizione è avvenuta con compensazione di crediti ventati nei confronti della società. 

Le mosse - Per quanto riguarda invece l'acquisto di un'autovettura, il contribuente potrebbe dimostrare che l'acquisto è stato fatto con l'uso di elargizioni familiari, presentando così copia degli assegni circolari emessi dai familiari. Un'altra spina nel fianco potrebbe essere l'acquisto di un immobile. Il contribuente in questo caso potrebbe dimostrare che in realtà l'immobile è stato oggetto di una donazione da parte dei genitori e che dunque si è trattato di una vendita simulata. Nel mirino del fisco anche l'accensione di una polizza assicurativa. In questo caso, come ricorda sempre il Sole 24 ore, il contribuente potrebbe dimostrare che la spesa è stata sostenuta con redditi di tutto o in parte esenti a ritenuta alla fonte a titolo d'imposta, quali indennizzi, somme riscosse a titolo di risarcimento patrimoniale, eredità, donazioni o vincite. Infine fare attenzione anche all'acquisto di titoli e fondi immobiliari: anche questi finiscono nel mirino del fisco. Il contribuente, se riceve contestazione, deve limitarsi a dimostrare di possedere proventi già tassati o fiscalmente irrilevanti di entità tale da giustificare l'incremento patrimoniale, ma non occorre la prova che queste risorse siano state utilizzate proprio per il sostenimento dell'acquisto.