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sabato 3 gennaio 2015

Meteo, è in arrivo l'alta pressione Le previsioni per i prossimi giorni

Meteo, alta pressione in arrivo, a Gennaio farà più caldo




L'alta pressione proveniente dalle Azzorre porterà un ondata di tepore che scalderà, o almeno attenuerà, il freddo gelido di questi giorni. Temperature più miti di giorno si, ma ancora molto fredde e con gelate nella notte, stando a sentire perlomeno quel che afferma Ilmeteo.it. Dovrebbero esaurirsi, a quanto riporta il sito di previsioni metereologiche, le nevicate al Sud, come in Sicilia e Campania. Ancora una breve parentesi di brutto tempo al centro sud tra domenica e lunedì tra Abruzzo e  Molise dove pioverà e nevicherà ancora a bassa quota, poi il leggero aumento dei valori massimi fino a 11/12 gradi in pianura al centro-sud, ma anche al Nord ed infine il bel tempo per tutto il mese, dappertutto, salvo i locali e fatidici addensamenti. 

"Violenza sessuale su una minorenne" Ecco chi trema a Buckingham Palace...

Buckingham Palace, il principe Andrea a processo per violenza sessuale su una minorenne




Guai grossi a Buckingham Palace. Una vecchia accusa di abusi sessuali su una minorenne statunitense, di cui si era in parte persa memoria, coinvolge ora direttamente in un processo il principe Andrea, duca di York e terzogenito di Elisabetta II. Una donna ha sostenuto - riferisce il Guardian - in un aula di un tribunale in Florida di essere stata ripeturamente "forzata ad avere relazioni sessuali" come 'schiava sessuale' "con il principe (Andrea) quando era ancora minorenne (17enne)" a Londra, New York e sull’isola privata ai Caraibi del banchiere americano Jeffrey Esptein. Quest’ultimo sarebbe non solo accusato di aver abusato sessualmente della donna tra il 1999 ed il 2002, quando non aveva ancora compiuto 18 anni, ma di averla anche 'prestata' ad alcuni amici, tra cui il duca di York.

Inguaiato anche un principe del foro - La prima volta la storia era apparsa su Vanity Fair nel 2011 e all’epoca Andrea smentì di aver avuto rapporti con giovani donne legati ad Epstein. Buckingham Palace non ha voluto commentare gli sviluppi odierni ricordando che non lo fa mai quando riguarda "casi legali in corso". Un altro gnome noto è stato coinvolto nel caso: il principe del foro Usa, Alam Dershowitz, che ha definito l’accusa della stessa donna "completamente falsa". Andrea, 54 anni, ex pilota della Royal Navy, era già assorto agli onori della cronaca per la sua bollente relazione durata 18 mesi con l’attrice a luci rosse Koo Stark nel 1982 quando tornò da eroe dalla Guerra delle Falkland.

Ebola, dimesso il medico contagiato: "Voglio tornare in Sierra Leone"

Ebola, i medici italiani battono il virus: dimesso il medico di Emergency contagiato




È ufficialmente guarito il medico di Emergency contagiato da ebola. Lo ha comunicato il commissario straordinario dello Spallanzani, Valerio Fabio Alberti, in una conferenza stampa organizzata nell'ospedale. "Poco più di un mese fa, il 25 novembre", ha detto Alberti, "ci interrogavamo sulla sorte di questo straordinario medico, che come ha giustamente detto il presidente Napolitano si può annoverare tra le eccellenze italiane, e che ha messo a rischio la propria vita. Da allora non vi nascondo che abbiamo passato momenti duri, e oggi con soddisfazione e orgoglio possiamo annunciare ufficialmente la guarigione del paziente".  In conferenza stampa era presente anche il medico italiano guarito da ebola. Il medico, accolto da un applauso dei giornalisti, verrà dimesso oggi.

"Non sono un eroe" - Fabrizio Pulvirenti, originario di Catania, prestava servizio volontario in Sierra Leone nella lotta al virus ebola quando è rimasto anche lui contagiato. Fu indicato indicato come "paziente zero" da quell’alba del 25 novembre quando un velivolo dell’Aeronatica militare italiana con mille precauzioni e in rigidissimo isolamento l’ha riportato in Italia, fatto sbarcare a Pratica di Mare e poi in ambulanza, infilato in una speciale camera sterile trasparente, trasferito allo Spallanzani. "Sono stato curato non soltanto dal punto di vista professionale, ma con i colleghi dello Spallanzani si è creato un rapporto amichevole, di affetto", ha detto Fabrizio Pulvirenti. "E li ringrazio uno per uno abbracciandoli perché quello che è stato fatto per me credo sia davvero grande". "Dopo i primi giorni nei quali cercavo di guardare ogni sintomo con occhio scientifico, per mantenere la mente impegnata - ha raccontato - la luce della coscienza si è spenta, con un buco di circa due settimane delle quali non ricordo assolutamente nulla: i buoni propositi di mantenere la razionalità sono andati a farsi benedire e il medico è stato scalzato dal paziente, com’è giusto che sia. In questo momento io sono il paziente". "Ce l'abbiamo fatta, grazie al lavoro di un'equipe, che ci ha permesso per quasi 40 giorni di fare un lavoro nuovo, una sfida a cui eravamo preparati da anni. Abbiamo avuto due momenti di gravità, di preoccupazione, ma l’abbiamo affrontato e superato insieme", ha detto Emanuele Nicastri, a nome dello staff dei medici dello Spallanzani. Soddisfazione da parte del ministro Beatrice Lorenzin: "L’anno si apre con una bellissima notizia. È la dimostrazione - ha sottolineato il ministro - di quello che noi siamo capaci di fare".

Le cure - Della sua esistenza e vicenda gli italiani ne sono venuti a conoscenza il 24 novembre. L’Unità di crisi della Farnesina entra in azione, il medico di Emergency che da poco più di un mese era in Sierra Leone per assistere i malati di ebola, viene riportato in Italia. Bisogna allestire in maniera opportuna il Boeing 767 dell’Aeronautica militare inviato sul posto per prelevare Fabrizio e riportarlo in Italia in condizioni di assoluta sicurezza, ovvero nel massimo isolamento per evitare ogni possibile contagio dei militari incaricati della missione. E non sono certo immagini belle quelle che alle prime ore del 25 novembre arrivano dalla pista di Pratica di Mare, che mostrano la speciale barella che sembra una bolla di plastica dentro cui c’è Fabrizio. Nei primi giorni il paziente "è in stabili condizioni generali, è vigile e collaborante", dice il bollettino medico, pur in presenza di febbre e brividi e di "malessere generale e iperemia congiuntivale". Sintomi destinati a ’fluttuare'. Il paziente è seguito da 15 medici e 15 infermieri, i soli che ruotano in servizio occupandosi di lui. Niente visite, Fabrizio può comunicare solo per telefono con i suoi congiunti. Si comincia con un trattamento antivirale specifico ricorrendo a un farmaco sperimentale "non registrato in Italia e autorizzato con apposita ordinanza dall’Aifa su indicazione del ministero della Salute". Poi viene chiarito che il medico di Emergency "non è curato con un cocktail di farmaci ma con uno solo, un antivirale". Al paziente viene inoltre praticato il primo trattamento a base di "plasma di convalescenza", tradotto è il plasma di persone che hanno contratto l’ebola e sono guariti. Arriva dalla Spagna, è una straordinaria macchina di solidarietà, anche scientifica, quella che si è messa in moto. Nessuno lo conferma ufficialmente ma forse è anche il vissuto e la credibilità di una organizzazione come Emergency a contribuire all’innesco di questa catena che coinvolge anche imprese farmaceutiche e di infrastrutture.

Tornerà in Sierra Leone - «"Tornerò in Sierra Leone", ha assicurato Fabrizio Pulvirenti. "Prima devo ricostruire il mio tono muscolare - ha spiegato - poi voglio tornare in Sierra Leone per completare quello che ho iniziato". Alla domanda sul momento del contagio, il medico ha chiarito che "è impossibile ricostruirlo, ogni momento è buono quando si curano malati altamente contagiosi. Io ho seguito le procedure che ho eseguito decine di volte". 

Norman Atlantic arriva a Brindisi Il pm: "Dispersi non più di 10-15"

Norman Atlantic, Pm di Bari: "Dispersi non più di 10-15"




"Dei 499 passeggeri ufficialmente imbarcati, 477 sono stati salvati. Se sottraiamo gli 11 deceduti si arriva a un numero di dispersi che non supera le 10-15 unità a  seconda dell’attendibilità che si attribuisce alla lista di imbarco in nostro possesso". Lo ha detto il procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, parlando con i giornalisti, a proposito del naufragio del traghetto della Norman Atlantic avvenuto domenica scorsa davanti alle coste albanesi. "I numeri certi si potranno sapere  - ha aggiunto - solo quando la Grecia si deciderà a darci una lista di imbarco attendibile, purtroppo hanno tempi molto, molto lunghi".

Profezie degli economisti: tutto sul 2015

Friedman, Roubini, Guerrera: le previsioni dei grandi economisti




Un altro anno di Purgatorio. Le previsioni di Alan Friedman per il 2015 sono tutt’altro che rosee, soprattutto per l’Italia e l’Europa a fronte di un’America che sta uscendo dall’incubo della crisi. Nel 2015, secondo l’economista, gli Usa avranno una crescita considerevole grazie soprattutto al recente crollo del petrolio, anche l’Asia ha davanti a sé un anno di sviluppo. Ma il Vecchio Continente è destinato a vivere altri mesi di stagnazione. Nel 2015, scrive Friedman sul Corriere della Sera, la gente non dovrebbe percepire una ripresa (anche se potrebbe esserci qualche lieve aumento negli investimenti e nei consumi). Il tasso di disoccupazione dovrebbe cominciare a scendere a metà o forse alla fine del prossimo anno ma “lo farà in modo talmente soffice che non si noterà”. Friedman dà qualche speranza per il 2016; se l’Italia riesce a ritrovare un po’ di domanda interna nel 2015 e se il governo riesce ad attivare senza compromessi tutte le riforme messe sul tavolo allora ci potrebbero essere delle speranza per il 2016.

Previsioni - Dello stesso parere Nouriel Roubini che insegna alla New York University ed è uno degli economisti più influenti. Anche per lui nel 2015 crescerà solo l’America che registrerà uno sviluppo intorno al 3%. Ancora stagnazione in Europa, bloccata dalle scadenze elettorali (le politiche in Grecia, poi le presidenziali in Italia, il voto per il Parlamento in Spagna e in Portogallo). Secondo Roubini ci sono troppe incognite che minacciano di squassare alle radici “la macchina dell’euro” e cita “a fianco di Syrixa e Podemos, la Lega e il M5S mentre a Lodnra c’è il rischio dopo le elezioni del referendum per l’uscita dall’Ue, non direttamente influente sull’euro ma un segnale politico preoccupante”. Anche Francesco Guerrera, caporedattore finanziario del Wall Street Journal a New York è ottimista sull’America merito soprattutto del crollo clamoroso del prezzo del petrolio Negli Stati Uniti le banche sono tornate a fare il proprio mestiere, e i consumatori sono usciti dall’incubo di debiti o e disoccupazione che li ha attanagliati per mezzo decennio. La “riscoperta” dell’America sta rinforzando il dollaro nei confronti dello yen. Niente di buono invece, per l'Europa, almeno per il 2015 non è prevista la ripresa tanto sperata. 

Assicurazione-auto, salasso nel 2015 Sesso, età, mestiere: chi paga di più

Assicurazione-auto, salasso nel 2015




Mentre non è ancora chiaro come e in che misura il ddl di Riforma del codice delle assicurazioni stradali modificherà i premi degli automobilisti italiani, è certo che per molti di loro l’anno nuovo sia già contrassegnato da rincari; secondo le rilevazioni del portale per la comparazione di assicurazioni auto Facile.it, saranno oltre un milione e mezzo gli italiani che, per aver provocato un incidente nel corso dell’ultimo anno, saranno costretti a pagare un premio assicurativo più elevato. Facile.it, che ha analizzato oltre 500.000 preventivi effettuati sul sito negli ultimi 30 giorni, ha rilevato come dopo il calo registrato nel 2014 sia tornata a crescere, sia pur leggermente, la percentuale di automobilisti penalizzati per aver causato un sinistro: oggi rappresentano il 4,09% degli utenti alle prese con il rinnovo della loro assicurazione, un anno fa erano il 3,67%.In numeri, si stima che a pagare un premio maggiore saranno 300mila italiani in più del gennaio 2014.  

Donne al volante... - Per quanto riguarda le differenze dal punto di vista socio-demografico si conferma la tendenza che vede le donne più maldestre (o più oneste, dipende dai punti di vista) rispetto agli uomini; mentre tra questi ultimi la percentuale di chi denuncia sinistri con colpa si ferma al 3,73%, cambieranno classe di merito ben il 4,76% del totale delle donne. A livello di età, è chiaro che i meno penalizzati dal cambio classe siano i più giovani (peggiorerà la propria condizione il 3,29% di chi ha meno di 30 anni), mentre la performance peggiore si registra tra i più adulti: oltre i 65 anni cambierà classe di merito il 5,40% degli automobilisti. 

Le professioni - Considerando invece la categoria professionale dichiarata in fase di preventivo, anche quest’anno sono i liberi professionisti a chiedere più spesso l’intervento della compagnia assicuratrice, e ad esserne penalizzati con un cambio di classe: tra di loro la percentuale arriva al 5,38%. Li seguono a ruota i medici e gli infermieri, anch’essi con una percentuale superiore al 5% (precisamente il 5,26%); i più prudenti sono (e sarebbe stato strano il contrario) i vigili urbani e gli appartenenti alle forze armate: tutori dell’ordine e delle strade, sono quelli che cambieranno meno di tutti la propria classe di merito.

Le regioni - Se si prendono in esame le differenze tra le regioni italiane, dopo il secondo posto registrato lo scorso anno la Toscana torna a riprendersi lo scettro di regione più “indisciplinata”. Qui, infatti, la percentuale di automobilisti che hanno dichiarato di aver causato un incidente nel 2014 è tornata a superare il 5% (è al 5,40%), seguita dalla regione Lazio, che l’anno scorso era terza (e adesso registra il 5,35% di cambi classe), e dalla Liguria che è terza con il 5,08% di cambi. Fanalino di coda la Calabria (solo il 2,40% degli automobilisti ha dichiarato di aver avuto un incidente con colpa) e la Puglia (2,59%). Come spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it, "tanto per chi ha causato incidenti quanto per chi, nello scorso anno, non ha fatto sinistri e quindi migliora la sua classe di merito, il confronto delle diverse offerte proposte dalle compagnie resta uno strumento indispensabile cui ricorrere in fase di rinnovo della propria polizza, visto che dalla comparazione è possibile ottenere un risparmio che arriva fino al 65%".  

venerdì 2 gennaio 2015

Così Bechis smaschera Napolitano: ecco cosa pensa (davvero) dell'euro

Napolitano alla fine ha capito quanto fa male l’euro all’Italia


di Franco Bechis 



C’è una parte non scontata nell’ultimo discorso di fine anno di Giorgio Napolitano, quello che il 31 dicembre 2014 ha preannunciato le sue dimissioni. La cito fra virgolette: “Tutti gli interventi pubblici messi in atto in Italia negli ultimi anni stentano a produrre effetti decisivi, che allevino il peso delle ristrettezze e delle nuove povertà per un così gran numero di famiglie e si traducano in prospettive di occupazione per masse di giovani tenuti fuori o ai margini del mercato del lavoro”. Purtroppo è vero. Non si può dire che i vari governi non abbiano davvero tentato tutte le possibili ricette di politica economica: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e ora Matteo Renzi le hanno davvero provate tutte. E non hanno funzionato mai, nemmeno in parte.

E perchè non hanno funzionato? Napolitano lo sa benissimo: perchè nell’Europa della moneta unica, con le regole stringenti dei trattati, l’Italia non può farcela. E’ un paese troppo diverso dagli altri, con una ossatura della sua economia che non ha paragoni nè con Francia, nè con Germania nè con Spagna. Il paese con 5 milioni di micro-imprese non è fatto per le rigidità di Maastricht e tanto meno del fiscal compact. Rischia la distruzione del credito con i meccanismi supinamente accettati di Basilea 2 e 3 per il sistema bancario. Ha una sola bandiera possibile: autonomia e flessibilità. Napolitano l’ha capito, e quell’osservazione l’ha tradito. Se nulla funziona, è perchè non può funzionare. Ma il presidente della Repubblica non ha avuto il coraggio necessario proprio a un passo dalla mèta. Arrivato al dunque ha ripetuto il solito trito slogan: “Nulla di più velleitario e pericoloso può esservi di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell’Euro e di ogni comune politica anti-crisi”.

Napolitano se l’è cavata gettando una inutile palla frale braccia del premier: “L’Italia”, ha detto, “ha colto l’opportunità del semestre di presidenza del Consiglio europeo per sollecitare un cambiamento nelle politiche dell’Unione che accordi la priorità a un rilancio solidale delle nostre economie. Tra breve il Presidente del Consiglio Renzi tirerà le somme dell’azione critica e propositiva svolta a Bruxelles”. Sa bene il presidente della Repubblica uscente e sappiamo tutti che quella somma che tirerà Renzi sarà pari a zero. Perchè nasce da un equivoco di fondo, anzi da una e propria panzana, che rende inutile qualsiasi dimostrazione muscolare del premier italiano in Europa: checchè ne dica Renzi qui in Italia pavoneggiandosi, lui e il suo Pd le ultime elezioni europee le ha perse, non vinte con un risultato storico. In Europa non ha vinto il Pse cui aderiva Renzi, ma ha vinto il Ppe di Angela Merkel, che ha formato il governo e detta legge come prima nel vecchio continente. Renzi, che non si rende conto di avere perso, ha provato a fare cambiare le regole europee con un alleato inutile oltre che improbabile: Francois Hollande, altro socialista della cordata perdente. Avesse voluto fare cambiare qualcosa, bisognava sottrarre truppe ai vincitori delle elezioni: allearsi con qualche leader del Ppe, magari con lo spagnolo Mariano Rajoy, chiedendo poi a Berlusconi di seguirlo su quella strada. Per presunzione non l’ha fatto, e così Renzi è diventato irrilevante in Europa come i fatti dimostrano ampiamente.