Greta e Vanessa nel covo dei tagliagole: "Renzi la nostra vita dipende da te"
Su Yotutbe è apparso un video di soli 23 secondi registrato il 17 dicembre scorso che mostra le due volontarie italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo sequestrate in Siria il 31 luglio scorso. Le due sarebbero ostaggio dei qaedisti del fronte Jubath al Nusra e non dei rivali jiahdisti sunniti di Isis come si era pensato in un primo momento. Le due ragazze sono vestite di nero con un velo in testa e mostrano un foglio di carta con su scritta la data del 17 dicembre. Nell’audio, in inglese, una delle due rivolge un a "supplica al governo italiano" dicendo che la "loro vita è in grave pericolo" e che "il governo italiano ed i loro mediatori sono responsabili delle nostre vite". Da una fonte dei servizi di informazione e sicurezza è arrivato l'appello a mantenere il silenzio. La trattativa è "in una fase delicatissima: consentiteci di lavorare in silenzio", dicono.
Rapite - Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo vicino ad Aleppo. Avevano fondato il Progetto Horryaty ed erano entrate il 3 giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza dal campo profughi omonimo. Originarie una di Brembate, nel Bergamasco, e l’altra di Besozzo, nel Varesotto, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, erano al loro secondo viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del ’progetto Horryaty’, le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi. Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Università di Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati, descrive la sua esperienza in Siria: l’ultimo ’post’ risale al 16 luglio scorso. Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che sarebbero state vendute due volte ad altri gruppi ma senza finire finite nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis). La notizia veniva dal quotidiano libanese ’Al-Akhbar’ (anti-israeliano e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come le due giovani siano state attirate con l’ingano nella «casa del capo del Consiglio rivoluzionario di Alabsmo» con il giornalista de Il Foglio, Daniele Ranieri, che riuscì a scappare.