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sabato 29 novembre 2014

Pd, l'inchiesta su Di Stefano si allarga Indagate altre tre persone: ecco le accuse

Caso Di Stefano: indagate altre tre persone




Nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma su una presunta tangente di 1,8 milioni di euro destinata dai costruttori Daniele e Antonio Pulcini all’esponente del Pd Marco Di Stefano (di cui Libero vi ha raccontato in queste settimane) altre tre persone sono state iscritte nel registro degli 
indagati. Sono Giuseppe Tota, direttore generale e direttore degli affari legali della società Lazio Service partecipata dalla Regione Lazio, Tonino D’Annibale direttore amministrativo e Claudia Ariano direttore innovazione e sviluppo. Nei loro riguardi i pubblici ministeri Maria Cristina Palaia e Corrado Fasanelli ipotizzano i reati di truffa e abuso d’ufficio. Avrebbero certificato la congruità dei contratti sottoscritto con i Pulcini per affittare due immobili destinati a sede di Lazio Service. 

La tangente - La tangente che sarebbe stata destinata all’esponente del Pd deriverebbe proprio da questa operazione. I nuovi indagati saranno interrogati la prossima settimana. Prosegue intanto, parallelamente all’indagine sul versamento della tangente, anche quella sulla scomparsa di Alfredo Guanielli. Già stretto collaboratore di Di Stefano è scomparso cinque anni fa. Dall’indagine è emerso che ebbe una relazione con Claudia Ariano. L’uomo politico sarà convocato la prossima settimana a Palazzo di Giustizia perché deponga su entrambe le vicende. Per quanto riguarda la scomparsa di Guanielli la Procura procede per omicidio volontario.

I grillini dicono "sì" al direttorio di Beppe

M5s, il 91 per cento dei votanti dice "sì" al direttorio di Beppe Grillo




La base del Movimento Cinque Stelle dice "sì" alla proposta di Beppe Grillo di creare una sorta di direttorio di 5 componenti che sostanzialmente sarebbero i "vice" del leader. Una scelta quella di Beppe arrivata dopo le polemiche di due parlamentari accusati di intascarsi lo stipendio percepito a Montecitorio. Il 91 per cento dei votanti ha detto sì al piano di Beppe. "Grazie! Grazie a tutti! La votazione si è conclusa. Ha votato sì il 91%. Siamo pronti a costruire il futuro del M5S", ha affermato Grillo sul suo blog. Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia sono dunque i cinque parlamentari destinati a prendere in mano le redini dei grillini. Il leader è stanco, sempre più disinteressato delle scelte dei suoi parlamentari ed alza la voce solo per emettere diktat contro chi sgarra. 

Le polemiche - Complici i problemi di salute di Gianroberto Casaleggio, i due diarchi hanno deciso di passare la mano. Una decisione meditata da tempo. Esclusa la possibilità di far scegliere agli stessi parlamentari i nomi, il caos generato dalle espulsioni a freddo di Massimo Artini e Paola Pinna hanno accelerato un processo già messo in moto. Ma una parte dell'elettorato a 5 stelle protesta per la scelta dei 5 nomi che comporranno il direttorio. Un insospettabile come Daniele Pesco è arrivato alle conseguenze più estreme: "Se vincono i sì mi dimetto". Forse ora dovrà fare un passo indietro...

Artini e Pinna espulsi - A proposito di Massimo Artini e Paola Pinna: è definitiva la loro esclusione dal partito pentastellato, come scritto in un altro post sul blog del capo del M5S. "Gli iscritti del Movimento 5 Stelle hanno votato sì alla domanda: "Sei d’accordo che Pinna e Artini non possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?' con il 69,8% dei voti. Si prende atto di questa decisione. D’ora in poi si richiede che Artini e Pinna non parlino più a nome del Movimento 5 Stelle o utilizzino il logo del Movimento 5 stelle per la loro azione politica. Sarà inoltre loro inibito l’accesso al Sistema Operativo del Movimento 5 Stelle on line". 

Occupare case non sarà reato: Così Renzi apre le porte agli abusivi

Occupare case non sarà più reato

di Michela Ravalico 


Matteo Renzi vuole depenalizzare il reato di occupazione abusiva. Anzi, l’ha già fatto: con la legge delega 67 del 28 aprile scorso. In un ritaglio nemmeno troppo nascosto della norma, approvata la scorsa primavera da Camera e Senato e già pubblicata in Gazzetta ufficiale, si scopre che tra i reati depenalizzati c’è il primo comma dell’articolo 633 del codice penale. «Si tratta della norma attraverso la quale una società come Aler, la partecipata di Regione Lombardia che gestisce un patrimonio immenso di case popolari, può effettuare gli sgomberi in caso di occupazioni abusive», denuncia il consigliere del Comune di Milano, Marco Osnato (Fratelli d’Italia), che all’Aler ci lavora da anni. 

Lo conferma anche il collega di Forza Italia, Armando Vagliati: «Il governo vuole depenalizzare l’occupazione abusiva. Contro chi occupa si potranno fare solo cause civili, della durata media di 10 o persino 15 anni». Sembra una barzelletta, soprattutto alla luce dei recenti fatti di cronaca di cui Milano è stata protagonista. Solo due giorni fa la polizia ha tentato di buttare fuori da un appartamento, occupato illegalmente, una famiglia di romeni, padre madre e tre figli di cui due minorenni. Tempo poche ore e per via delle proteste dei comitati a difesa del diritto alla casa e della tensione con la polizia, gli occupanti hanno ripreso possesso della casa. 

In futuro, chiunque prenderà possesso di una casa, di uno spazio pubblico come un giardino o privato come un negozio non potrà più essere sgomberato dalle forze dell’ordine. Ci si potrà limitare a denunciarlo al giudice in sede civile. Da lì scatterà la denuncia e per avere giustizia bisognerà attendere i tempi biblici dei tribunali civili nostrani. 

Si tratta di una svista o di un intento deliberato? Il segretario generale della Confederazione dei Giudici di Pace, Franco Pinardi, non ha dubbi: «La legge delega 67 è stata approvata sia dalla Camera sia dal Senato, non posso credere che non ne siano consapevoli - spiega il giudice - La proposta di depenalizzare l’invasione di terreni ed edifici, di fatto, nasconde una precisa volontà politica di legittimare questa invasione». La legge delega in questione, del resto, non si limita a depenalizzare soltanto il reato di occupazione abusiva, il fatidico 633. «Si eliminano le conseguenze penali anche per il 632, che sanziona la deviazione delle acque - ricorda Pinardi - per cui chiunque potrà deviare canali o torrenti, senza poter essere perseguito in sede penale. Oppure il 631, che è l’articolo sulla variazione dei confini di un terreno». 

Una possibilità di intervenire e modificare la norma ancora c’è. «Ci sono due anni per approvare i decreti attuativi», ricorda Pinardi. Per questo sia i consiglieri di Forza Italia del Comune di Milano sia Osnato, di Fdi, hanno chiesto il coinvolgimento dei parlamentari dei rispettivi partiti. «Bisogna evitare che vengano approvati i decreti attuativi», incalza Vagliati. «Ho già chiesto alla parlamentare Giorgia Meloni di fare un’interrogazione parlamentare su questo tema - spiega Osnato - Non vorrei che la depenalizzazione del articolo 633 portasse all’impossibilità per le forze dell’ordine di attivarsi in flagranza di reato».

Vaccini contro l'influenza: 11 morti sospette Quali sono i lotti ritirati

Vaccino anti-influenza: 11 morti sospette. Cresce l'allarme




L'Agenzia Italiana del Farmaco ha lanciato l'allarme in merito alla presunta tossicità di un paio di lotti del vaccino antinfluenzale 2014 "Flaud" della Novartis, ritirandolo dal mercato dopo la registrazione di cinque morti sospette seguite la somministrazione. Stamattina nuove vittime: un 80enne di Prato, deceduto giovedì dopo aver assunto il farmaco il giorno prima. Il medico di famiglia, registrato il decesso, ha controllato il lotto di appartenenza del vaccino somministrato, che è risultato coincidere con uno dei due per i quali è stato deciso il ritiro, il 143301 e il 142701. Il medico ha così dato l'allarme alle autorità sanitarie. 

Le vittime - La quinta vittima è stata denunciata in Puglia, a Lecce. L'azienda Usl di Parma ha segnalato al ministero dalla Salute un nuovo caso sospetto di morte. Un 80enne di Parma, affetto da una grave patologia cronica, è deceduto nell'arco delle 48 ore dopo la somministrazione del farmaco e per questo motivo è stata attivata la segnalazione all'Aifa. Altre due morti sospette dopo l'assunzione del vaccino antiinfluenzale si sono verificate anche a Roma. Si tratta di due anziani: una donna di 92 anni e un uomo di 77 anni. Entrambi di recente avevano fatto il vaccino antiinfluenzale Fluad.

Il vaccino - L'Asl di Como ha disposto verifiche sulla morte di un anziano, avvenuta la scorsa settimana, per accertare se sia correlata all'impiego del vaccino Fluad. L'uomo aveva una situazione clinica "di co-morbidità complessa". Il vaccino, insieme ad altre due tipologie (Vaxigrip e Intanza) è tra quelli forniti dalla Asl per la campagna di antinfluenzale.

Parla la Novartis - Con una nota stampa, l'azienda farmaceutica Novartis fa sapere che: "Sta collaborando con le autorità sanitarie per rispondere in merito ai quesiti sollevati. Flaud è un vaccino anti influenzale indicato per gli anziani. È stato approvato nel 1997 e il suo profilo di sicurezza è stato dimostrato da oltre 65 milioni di dosi distribuite con successo in tutto il mondo, che confermano i dati già raccolti durante gli studi clinici che hanno coinvolto oltre 70.000 pazienti".

venerdì 28 novembre 2014

Crolla la fiducia in Renzi. E Berlusconi sorpassa Grillo

Crolla la fiducia in Renzi. E Berlusconi sorpassa Grillo



di Sergio Rame



Gli italiani hanno sempre meno fiducia nel premier: perde altri due punti. Nuovo balzo in avanti della Lega che schizza al 9,4%. Ma solo il 39% degli elettori del centrodestra lo vorrebbe come leader. E l'83% degli italiani silura Grillo: "Siamo stufi anche del M5S". Gli italiani non si fidano più di Matteo Renzi. Secondo un sondaggio di Ixè trasmesso oggi da Agorà, in una sola settimana il gradimento del premier è sceso dal 43 al 41% perdendo così un altro paio di punti.

Lo scorso 10 ottobre veleggiava oltre il 50%. Percentuali ancora alte, per carità, ma che aprono una crisi tutta interna al governo e al Partito democratico che devono fare i conti con questo crollo nelle quotazioni del frontman fiorentino. Ma la vera novità del sondaggio è il crollo di Beppe Grillo e sorpasso di Silvio Berlusconi. Per la prima volta da mesi la fiducia nel comico genovese è, infatti, inferiore a quella in Silvio Berlusconi: il 15% contro il 16%.

Dopo l’ottimo risultato nelle elezioni regionali in Emilia Romagna, la Lega Nord continua a crescere nelle intenzioni di voto. Ora è data al 9,4%. Nell'ultima settimana è cresciuta di un altro 0,4%. Pressoché stabili il Pd (38%), i Cinque Stelle (19,6%) e Forza Italia (14,8%) mentre cresce sensibilmente la quota del "non voto" che, in sette giorni, è passata dal 35,9% al 38,2%. A fare da contraltare alla stima elettorale c’è il calo di due punti nella fiducia in Renzi e nel governo. L'Esecutivo gode, infatti, la fiducia del 39% contro il 41% registrato la scorsa settimana. Quanto alla classifica sulla fiducia nei leader, Renzi resta primo con il 43%, seguito da Giorgio Napolitano con il 39%, Matteo Salvini con il 24%, Berlusconi con il 16% (+1%), Grillo con il 15% (-1%), Alfano con il 13%.

Mentre continua a crescere il "partito del non voto", Ixè ha interrogato gli elettori dell’Emilia-Romagna sulle ragioni dell’astensione. Secondo il sondaggio è stata in larga parte causata da una sfiducia complessiva nella politica. Il 48% dei non votanti ha, infatti, spiegato in questo modo la scelta del non voto di domenica scorsa. Quanto all’approccio che Renzi dovrebbe tenere sulle riforme a fronte dell’astensionismo, il 49% degli elettori totali e il 48% di quelli del Pd chiede al premier più determinazione nelle riforme. Leggermente nferiore la quota di chi chiede più concertazione: il 41% degli elettori totali e il 45% dei democrat.

Da notare anche il risultato del sondaggio sull’eventuale leadership del centrodestra di Salvini e sulla frattura nel M5S. Il leader della Lega ottiene il sì del 39% degli elettori di centrodestra, del 42% di quelli di Fi e un sonoro 88% di quelli leghisti, mentre i "no" sono rispettivamente il 48, il 55 e il 9%. Quanto ai Cinque Stelle l’83% degli elettori totali e il 22% degli elettori pentastellati concorda con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che qualche giorno fa ha dichiarato: "Gli italiani sono stufi anche del Movimento 5 Stelle". Insomma, sembra che l'aria stia cambiando.

Tra Maroni e Alfano è rissa totale: scintille sul web, volano gli insulti

Roberto Maroni contro Angelino Alfano: "Noi di estrema destra? Cazzate"




Dopo il diktat di Matteo Salvini - "Se comando io, nel centrodestra non c'è spazio per Angelino Alfano" - volano gli stracci tra Lega Nord e Nuovo Centrodestra. Ad accendere la miccia è proprio Alfano, che su twitter scrive: "La Lega è un partito di estrema destra". A stretto giro di posta arriva la risposta del Carroccio, in questa occasione, però, firmata dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Risposta tranchant: "Cazzate: la Lega è un partito di successo, con idee concrete e uomini liberi e capaci".

Bordate in radio - Un botta e risposta che sembra una pietra tombale sulle speranze di Silvio Berlusconi, ossia quelle di recuperare una coalizione "vecchio stile", che vada insomma da Via Bellerio e fino all'ex pupillo Alfano, passando ovviamente per Forza Italia. Un'alleanza del genere, oggi, pare impossibile. Per la precisione, le dichiarazioni di Alfano sono arrivate in diretta radiofonica su Radio 1, dove ha detto che il Carroccio è di "estrema destra", "non ne fanno mistero" e "noi siamo fortemente contrari alle loro idee". Queste frasi sono poi state riproposte sull'account twitter del segretario di Ncd, che in radio aveva aggiunto: "Al di là di un momento di protesta che può essere Grillo o Salvini, non è possibile immaginare un centrodestra a guida di estrema destra, non esiste in nessuna parte un centrodestra che abbia questi ideali".

E spunta Gaetano... - E ancora, Alfano, ha aggiunto: "Se Forza Italia vuole andare a trascinamento di Salvini, vuol dire che farà assorbire i voti del centrodestra e non vincerà più e chi vuole votare per il centrodestra allora voterà noi". Messaggi che sono piaciuti il giusto a Maroni, che come detto ha risposto su twitter. Successivamente, nella rissa è intervenuto Gaetano Quagliariello, compagno di Alfano in Ncd: "Sarete pure liberi, capaci e di successo, ma le vostre idee sono estremiste e da sconfitta assicurata. Tutto qui".

Di seguito, rispettivamente, il tweet di Angelino Alfano e quello di Roberto Maroni

Angelino Alfano        ✔ @angealfa

Non e' possibile che il #centrodestra segua partito di estrema destra come la #Lega. Su #Europa posizioni inconciliabili. @NCD_tweet #NCD
12:08 - 27 Nov 2014

La risposta di Maroni: 

Roberto Maroni @RobertoMaroni_

Alfano: "La Lega è un partito di estrema destra". Cazzate: la Lega è un partito di successo, con idee concrete e uomini liberi e capaci
13:31 - 27 Nov 2014

"Beppe vieni fuori". Grillo circondato nella sua villa Ecco chi lo assedia

Grillo ne fa fuori altri due: espulsi Massimo Artini e Paola Pinna




I deputati M5S Massimo Artini e Paola Pinna devono essere espulsi: è quanto deciso dal sondaggio sul blog di Grillo. Alla votazione online hanno partecipato 27.818 iscritti certificati. Ha votato Sì il 69,8%, pari a 19.436 voti. Ha votato No il 30,2%, pari a 8.382 voti. Il quesito era: "Sei
d’accordo che Pinna e Artini NON possano rimanere nel Movimento 5 Stelle?". I due parlamentari erano accusati di essersi intascati l'intero stipendio da onorevoli, accusa alla quale avevano replicato mostrando copie dei bonifici bancari. "E' stata una vera e propria esecuzione" è stato il commento a caldo di Paola Pinna.

Marcia contro Grillo - Una delegazione di parlamentari M5S guidati da Massimo Artini, uno dei due espulsi dal movimento, è in viaggio verso Marina di Bibbona per chiedere un confronto aperto a Beppe Grillo in merito all'eslcusione dal partito dei due membri. Non prende, invece, parte alla marcia Paola Pinna, l’altra parlamentare fatta fuori da Grillo, che commenta così la sua assenza alla mobilitazione: "A far che? Grillo è probabile che non ne sappia niente". "Ci dicono che un centinaio di attivisti stazionano già lì, davanti casa di Beppe", dice all’Adnkronos il deputato Marco Baldassarre.

Sul blog di Artini - Intanto sul suo blog, Massimo Artini pubblica i suoi rendiconto da gennaio 2014 fino a giugno, accompagnati da una nota: "Mi scuso per averli pubblicati solamente adesso, ma speravo che venissero pubblicati sul sito web utilizzato dal gruppo parlamentare quanto prima e venissero sanati alcuni dettagli sulla rendicontazione". E aggiunge anche due post scriptum: "PS. Per i sospettosi, ho rendicontato le spese telefoniche del 2013, tutte ed in blocco nel 2014, così come il gas a giugno 2014(800€) perché mi è arrivata la bolletta così. PPS. Per gli smemorati, ricordo che Aprile e Maggio erano mesi controversi di aula e viaggi per il supporto ai gruppi durante la loro campagna elettorale!".