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martedì 18 novembre 2014

La mappa delle tasse: da nord a sud ecco dove si paga di più

Tasse, da gennaio 2015 sale l'aliquota delle addizionali regionali




Tasse, tasse e ancora tasse. Dietro le rassicurazioni di Matteo Renzi per il carico della pressione fiscale che, a suo dire, "non aumenterà", si nasconde una mazzata sulle tasche degli italiani. Da gennaio infatti l'addizionale Irpef regionale potrà salire fino al 3,33 nper cento. Un punto in più rispetto al 2,33 applicato già da Piemonte, Lazio, Molise e Basilicata. Gli aumenti più pesanti saranno soprattutto nelle regioni con i Piani di rientro sanitari: Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. In queste regioni le addizionali aumenteranno a causa dei tagli agli enti locali: 4 miliardi, come racconta il Corriere della Sera, con l'ultima legge di Stabilità. Il prelievo medio quest'anno è salito a 377 euro fino anche a 548 nel Lazio. In Sicilia il prelievo sarà di 371 euro, in Calabria di 405, in Basilicata di 269, in Molise 421 euro, in Puglia 320, in Campania 442, in Abruzzo 357 come in Umbria. Vanno meglio le cose a Bolzano dove il prelievo è di 181 euro mentre a Trento è di 292. In Lombardia in media si pagano 380 euro, mentre in Emilia Romagna 400. 

Scontro governo-regioni - Domani è previsto un incontro tra il governo e le Regioni per discutere i tagli: "Le proposte delle Regioni - afferma il sottosegretario - Pier Paolo Barretta - non vanno nella direzione giusta. Vorrebbero alleggerire i tagli utilizzando i fondi non spesi per il pagamento dei debiti verso le imprese. Sarebbe una soluzione finanziaria, mentre secondo noi vanno ridotti gli sprechi". Una posizione chiara quella del governo che trova l'opposizione delle regioni che ormai aspettano solo il disco verde per aumentare le imposte a spese nostre...

La Madia gela gli statali: "Scordatevi l'aumento di stipendio"

Statali, Marianna Madia: "Contratti bloccati per un anno"




Salveranno il posto ma si scorderanno l'aumento. "Nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della Pa. Nessuno andrà a casa". Così il ministro della Pa, Marianna Madia, ha assicurato nell’incontro a Palazzo Chigi tra sindacati e governo sul pubblico impiego. Ma, attenzione, avverte il ministro, anche se "la riapertura del contratto è nell’agenda del governo nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi contrattuali", quindi niente aumenti in vista. "Anche noi sappiamo che è un problema il contratto bloccato da sei anni - ha aggiunto Madia -, ma abbiamo scelto di concentrare le risorse su chi stava peggio. Il bonus da 80 euro andrà a un lavoratore pubblico su quattro, circa 800mila dipendenti pubblici". Delusi i sindacati: l’incontro a Palazzo Chigi sulla Pa ha visto "qualche auspicio sul futuro, nessuna risposta", ha detto il leader Cgil, Susanna Camusso. 
L’unica vera novità, sul fronte dei dipendenti pubblici, riguarderà gli insegnanti: il governo si prende l’impegno «di assumere i vincitori per concorso e i precari nella scuola», per i quali il governo ha stanziato un milione di euro.

L'Europa vuole il prelievo forzoso: ecco le 4 mosse per difendersi

Ipotesi prelievo forzoso: ecco le 4 mosse per difendersi




Il prelievo forzoso sui nostri conti correnti presto potrebbe diventare realtà. Il documento "segreto" della Commissione europea e della Bce che prevede l'intervento diretto di azionisti, detentori di obbligazioni e correntisti in eventuali salvataggi bancari, ha in sé una minaccia per tutti i risparmiatori. Secondo le ultime indiscrezioni che arrivano da Bruxelles, il testo conterrebbe una disposizione che elimina, in questi casi gravi, il paracadute che tutela i correntisti con disponibilità inferiori a 100mila euro. La notizia di certo non ha fatto tirare un sospiro di sollievo ai risparmiatori che temono un intervento nelle proprie tasche. 

Come difendersi - Ma per evitare brutte bisogna fare alcune mosse, il tutto per metter a riparo da possibili "rapine" i nostri soldi. Per quanto gli investimenti state alla larga dalle polizze vita. Quasi sempre, come ricordano gli economisti i soldi vengono depositati in una banca dell'Eurozona e dunque verrebbero esposti al rischio di prelievi. Evitate anche le obbligazioni. Come ricorda il blog Wallandstreet se comprate un titolo di Stato dell’Eurozona, è facile che in quella situazione si svaluti. Se comprate un’obbligazione societaria, sempre di Eurozona, potrebbero essere soggette alle ristrutturazioni del debito. Se invece volete investire in un fondo sceglietene uno che abbia la banca depositaria di un Paese esterno all’Unione Europea per mettere al riparo i vostri soldi. Infine non fate operazioni con gli hedge fund. Se non siete esperti e non avete un buon consulente con questi investimenti rischiate di perdere buona parte degli investimenti. 

lunedì 17 novembre 2014

Veronesi parla di cancro e fede: "Ho la prova che Dio non esiste"

Umberto Veronesi: "Il cancro dimostra che Dio non esiste"




Umberto Veronesi torna a far parlare di sé. E torna a far discutere. Il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia, nel libro Il mestiere di uomo (Einaudi, in uscita martedì 18 novembre), spiega come nel corso della sua vita sia maturato il suo agnosticismo. Parte degli estratti del libro sono stati anticipati da Repubblica. Dopo il racconto dell'infanzia da "inappuntabile chierichetto e paggetto", dopo aver parlato del rapporto con il padre, l'oncologo spiega come è arrivato a maturare certe convinzioni. In uno degli estratti si legge: "La scelta di fare il medico è profondamente legata in me alla ricerca dell’origine di quel male che il concetto di Dio non poteva spiegare. Da principio volevo fare lo psichiatra per capire in quale punto della mente nascesse la follia gratuita che poteva causare gli orrori di cui ero stato testimone. Avvicinandomi alla medicina, però, incappai in un male ancora più inspiegabile della guerra, il cancro".

Il pensiero - Veronesi spiega che, come per tutti i medici impegnati nella lotta contro i tumori, il dolore non è più qualcosa che sfugge, qualcosa di intangibile, ma assume forme e contorni ben definiti. E, spiega, è proprio a quel punto che "diventa molto difficile identificarlo (il cancro, ndr) come una manifestazione del volere di Dio. Ho pensato spesso che il chirurgo, e soprattutto il chirurgo oncologo, abbia in effetti un rapporto speciale con il male. Il bisturi che affonda nel corpo di un uomo o di una donna lo ritiene lontano dalla metafisica del dolore. In sala operatoria, quando il paziente si addormenta, è a te che affida la sua vita. L’ultimo sguardo di paura o di fiducia è per te. E tu, chirurgo, non puoi pensare che un angelo custode guidi la tua mano quando incidi e inizi l’operazione, quando in pochi istanti devo decidere cosa fare, quando asportare, come fermare un’emorragia.”

Salvini si confessa: "Se mia figlia da grande mi porta a casa un fidanzato nero..."

Salvini: "Se mia figlia porta a casa un fidanzato nero sono felice per lei"




Cresce nei sondaggi, cresce nel gradimento. Cresce sui social e conquista i media. Per Matteo Salvini, milanese doc, nuovo leader lumbard che sta ringalluzzendo la Lega la prima vera sfida è il 23 novembre per le regionali in Emilia Romagna. "Partiamo dal 5%, conto di raddoppiare. In realtà spero di più", dice a Repubblica, "voglio dare fastidio a Renzi". Lui è "spregiudicato, cattivo", continua, "ha fatto tabula rasa di tutti quelli che c'erano prima. Io sono più comunitario". 

Più buono. Tanto che se sua figlia, da grande, gli portasse a cena un fidanzato nero, Salvini sarebbe contento: "Felice lei, felice io". E specifica: "Dire stop all'invasione mica significa essere razzisti". E poi lui si dichiara "cattolico", e pure praticante: "Se posso vado in chiesa. I miei due figli accendono le candeline". 

Saviano scaricato da toghe e amici ora va dalla De Filippi...

Roberto Saviano ospite di Maria De Filippi ad Amici




Roberto Saviano "molla" Fabio Fazio e sbarca da Maria De Filippi ad Amici. Ad annunciare l'arrivo dello scrittore al talent show è la stessa De Filippi in un'intervista a Repubblica.  "Roberto - spiega la conduttrice televisiva - ci farà entrare nel mondo degli artisti che hanno vissuto di talento, anche se non gli è stato riconosciuto". Poi la De Filippi mette alcuni "paletti" alla partecipazione dell'autore di Gomorra al programma: "Non deve parlare di mafia. E' la prima cosa che gli ho detto. Non voglio sentir parlare di mafia e camorra. Dopo l'attentato del '93 a Maurizio (Costanzo, ndr) ho cancellato dalla mia vita questi argomenti. Ho parlato della bomba per mesi, ho vissuto nella paura, siamo vivi per miracolo. Ho detto a Mauri: "Se pronunci ancora la parola mafia ti lascio, me ne vado". 

"Non parlerà di mafia e camorra" - E a quanto pare Saviano ha già accettato il patto con Maria: "Anche lui è d'accordo, non è solo quello. Ha una grande passione per la musica, legge libri, gli piace parlare d'altro. È curioso, sa tutto del web, dei social. Penso che sia in cerca di normalità, di vita e libertà. Vede, io la bomba l'ho sentita, so cosa si prova. Roberto vive sotto scorta perché è minacciato, ma è come se quella bomba l'avesse ricevuta anche lui". 

Cosa farà - Infine la De Filippi sempre a Repubblica chiarisce quale sarà il ruolo di Saviano nel talent show: "Una visione larga delle cose, per uscire dall'ossessione del "devo vincere" che Amici ha, essendo una competizione. E infatti l'idea è quella di farlo parlare col ragazzino eliminato. Quando vedo gli altri talent e sento le frasi dei giudici: "Sei così bravo, vedrai che fuori di qua avrai una carriera", mi arrabbio. Se era così bravo perché non l'hai tenuto? Roberto saprebbe spiegare che il talento resta un valore, e anche se nella vita farai altro, quell'anno di scuola la porterai con te". Il debutto è previsto per marzo. 

La domanda di Pansa a Renzi: scusa, ma che cos'hai da ridere?

Pansa: Renzi ridens sta giocando col fuoco

di Giampaolo Pansa 


Come tutti gli esseri umani, anche l’ingegner Carlo De Benedetti non sempre le azzecca. Ma in molti casi mostra di avere una singolare capacità di sintesi, soprattutto quando descrive un personaggio o una situazione che conosce a fondo. Nell’intervista al Corriere della Sera, raccolta da Aldo Cazzullo e pubblicata venerdì 14 novembre, CdB ha dipinto così l’antico avversario: «Berlusconi è innamorato di Renzi e disgustato dal suo partito. Per questo ha stretto il Patto del Nazareno» che lo lega al premier.

È davvero così? Sull’incantamento di Silvio per Matteo non esistono dubbi. Ne è convinto Luigi Amicone, direttore di Tempi, il settimanale ritenuto il braccio combattente di Comunione e liberazione. Il 30 ottobre è uscito con una copertina che ha lasciato molti a bocca aperta. Su uno sfondo rosso, dominato dalla sigla PD, si vedeva Berlusconi in una tenuta insolita: a braccia conserte e in maniche di camicia, la stessa camicia bianca con il colletto sbottonato, che è diventata la divisa di Renzi.

Il titolo era irridente: “Dissolto nel renzismo”. E Amicone scriveva: «Il presidente è sinceramente infatuato di Matteo. Per lui è come un figlio. Il delfino che ha sognato e non ha trovato in Forza Italia. Per ora i berlusconiani soffrono in silenzio». E il Bestiario si chiede se sia normale che un leader politico al tramonto, per di più vicino agli ottanta, prenda una sbandata per un pischello che ne ha quaranta meno di lui. 

Attenzione: non stiamo parlando di sbandate in senso fisico o amoroso. Qui siamo di fronte a un sentimento quasi fatale. Dove s’intrecciano umori diversi. Il rimpianto per non essere più l’uomo invincibile di un tempo. Il terrore per la fine che si avvicina. Lo scoramento nel vedere che il ragazzetto destinato a mandarlo al tappeto non è cresciuto nella sua casa, ma altrove.

È possibile che l'infatuazione del Cavaliere per il giovane Matteo nasca anche dal «disgusto» per il proprio partito? Purtroppo sì. Gli elettori di Forza Italia esistono ancora e non credo siano pochi. È Forza Italia che non esiste più. Ogni giorno vediamo sfilare in tivù signore e signori presentati come dirigenti di quel partito. Di solito hanno l’aria dei naufraghi privi di scialuppa. E soprattutto mostrano l’aria spaventata dei vassalli rimasti senza terra né castello.

Tra loro ben pochi mostrano ancora la voglia di combattere. Per esempio, Renato Brunetta, leone in gabbia in cerca di futuro. Oppure il pugliese Raffaele Fitto che pare stia allestendo un partito forzista parallelo, destinato a soppiantare la vecchia parrocchia. Ma se allarghiamo lo sguardo all'intero centrodestra, sembra di assistere a un film catastrofico che narra gli ultimi giorni della Terra invasa dagli alieni. Soltanto il leghista Matteo Salvini sta tentando di costruire un avvenire per se stesso e per gli elettori che spera di strappare un po’ qui e un po’ là.

Di fronte a questo cimitero politico, è inevitabile che Berlusconi abbia un interesse che sovrasta tutti gli altri: gli affari, i soldi. Non dimentichiamo che il Cav è sempre il monarca di un impero economico gestito dai figli Marina e Pier Silvio. L’impero si trova alle prese con un passaggio cruciale: il distacco dalla casa madre della pay tv, la Mediaset Premium, che diventerebbe una società per azioni, aperta a nuovi soci industriali. Uno di loro potrebbe essere Telecom.  

Come succede anche nel privato dei comuni mortali, il cuore e i denari possono convivere. C’è chi sostiene che il legame affettuoso che unisce il Cav a Renzi sia dettato dall'interesse di padron Silvio a non imbattersi in qualche trappola costruita dal premier per impedire o rendere più difficile l’operazione Mediaset Premium. Ma in questa fase rovente che vede il governo alle prese con un mare di problemi, al Fiorentino non conviene inventarsi altri avversari. Gli bastano quelli che invadono le piazze: la Fiom, la Cgil, i Cobas, gli antagonisti, la rabbia di chi vive nei quartieri popolari alle prese con truppe di clandestini arroganti e senza rispetto per nessuno.

È un pessimo autunno per Matteo I, il sovrano di un’Italia sopraffatta da alluvioni, fiumi che esondano, laghi che invadono posti un tempo da sogno. Per non parlare della crisi economica, ormai diventata anche crisi sociale. Eppure il nostro premier sta rivelando di essere l’Uomo che ride. È sconcertante vederlo sempre di ottimo umore, sghignazzante, ridanciano. Qualche sera fa, un tigì l’ha mostrato mentre concionava con un manipolo di fedelissimi. C’era Giorgio Lotti, la sua spalla. Poi un altro sottosegretario, Davide Faraone. Tutti allegri come Pasque, quasi che l’Italia fosse il paese di Bengodi.  

Renzi mi ricorda un personaggio del libro “Cuore” di De Amicis: Franti, il ragazzo che rideva anche di fronte a un malato o a un lutto. E mi domando che cosa saremo obbligati a vedere il giorno che il premier sarà riuscito a dar corpo al progetto di costruire il Partito della Nazione, unico e senza concorrenti. Ma qui stiamo evocando il passaggio più delicato del percorso governativo renzista. Quello diretto a trasformare il sistema politico italiano da un assetto con tanti partiti a un regime che ne vedrà uno solo.

L’esperienza del passato ci rammenta che le grandi svolte storiche prendono forma a poco a poco, dapprima sotterranee, invisibili, non avvertite. Per emergere di colpo alla luce del sole, quando niente e nessuno è in grado di impedirle. A quel punto saremmo di fronte a un rischio, o a un mostro, che non può essere scongiurato o sconfitto.

È questo il disegno di Renzi? Nessuno è in grado di smentirlo. Tuttavia il cerchio magico di Berlusconi si affanna a dare un ritratto imprevisto del premier. L’ha descritto sulla Stampa di venerdì un giornalista tra i più seri, Ugo Magri. Dopo l’ennesimo incontro per discutere della nuova legge elettorale, il Cavaliere ha confidato ai suoi di non aver mai trovato Renzi così malmesso. Affaticato. Un po’ triste. Carico di preoccupazioni. Visibilmente sotto stress. Per farla breve, un ciclista che arranca in salita. «L’istinto di sorreggerlo, di passargli una boraccia, di dargli una mano, ha spinto il Cavaliere a orientare immediatamente il colloquio su un piano di reciproca solidarietà».

Se è davvero così, siamo di fronte a un altro dei tanti enigmi che rendono la politica italiana un labirinto dove la doppiezza trionfa. E nulla appare come è in realtà. Il vero diventa falso. E il falso diventa vero. Il premier che ride è soltanto la maschera che nasconde le angosce di un capo di governo sopraffatto da un’infinità di problemi impossibili da risolvere? 

A questo punto, sferzare i gufi, i rosiconi, i burocrati europei, come è abituato a fare Renzi, mostrare di essere un super bullo in camicia bianca, proclamare il dovere dell’ottimismo, garantire che l’Italia è la nazione che dimostrerà di essere la più forte, è soltanto un trucco rischioso. Prima o poi, si dissolverà come nebbia al sole. Sta già accadendo. Basta osservare quel che avviene in molte piazze italiane.  

Qui la violenza, il fanatismo, il gioco crudele di sfasciare quel poco di pace sociale che ancora resiste, ci mettono di fronte a una tragica parodia della guerra civile. Quella vera l’ho vista più volte, dapprima da ragazzino tra il 1943 e il 1945, poi da giovane cronista al tempo del terrorismo brigatista. E provo una grande paura di vederla una terza volta, senza l’energia dell’età verde.