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sabato 15 novembre 2014

Sigaretta per terra? Massacrato: la maxi-multa arriva per decreto

Sigarette, nella legge di stabilità le maxi-multe per chi le butta per terra




La legge finanziaria del 2014 presenta un "Collegato ambientale" che contiene diverse novità: il corposo disegno di legge, già approvato dalla Camera dei Deputati, ora passerà al Senato, dove sarà esaminato e votato. Gli interventi previsti, come svela il numero odierno di Italia Oggi, non riguarderanno solo il rischio idrogeologico, come si è visto in questo novembre drammatico per le devastanti alluvioni che hanno investito il nostro Paese, ma riguarderanno anche chewing gum e sigarette, per esempio.

Le multe - Riceveranno infatti una multa, da 30 a 150 euro, i fumatori che getteranno i mozziconi di sigarette e i chewing gum in strada, nelle acque o negli scarichi. I vari comuni, dal canto loro, dovranno predisporre nelle strade, nei parchi pubblici e nei luoghi di alta aggregazione sociale, appositi contenitori dove poter gettare gomme e sigarette, di cui anche gli stessi produttori dovranno sensibilizzare i consumatori, circa i danni ambientali per il loro abbandono. Il ddl stabilisce che la metà dei proventi derivanti dalla riscossione delle multe dovrà essere convogliato in un Fondo istituito presso il ministero dell'ambiente: l'altro 50% servirà ai comuni per lanciare campagne di informazione e sensibilizzazione per la pulizia del sistema fognario urbano.

Il rischio idrogeologico - Sulle zone a rischio, ci sarà la possibilità di demolire gli immobili e le opere abusive, attingendo ad un fondo apposito, di dieci milioni per il 2014. Se i comuni non realizzeranno tali interventi entro quattro mesi, saranno tenuti a restituire i fondi al ministero. Il ddl prevede anche una multa, da 2 mila a venti mila euro, per il proprietario di un immobile che si rifiuti di di rimuovere il manufatto abusivo posto in una zona a rischio idrogeologico. 

Gli appalti pubblici - In questo caso, si punta ad incentivare i concorrenti muniti di registrazione Emas (che certifica la qualità ambientale dell'organizzazione aziendale) o di marchio Ecolabel (che certifica la qualità ecologica dei prodotti), rispettivamente con un beneficio del 30% e del 20%, e lo stesso criterio servirà come elemento di preferenza per la formulazione delle graduatorie. Per gli appalti di forniture di beni e servizi, si dovranno sempre prevedere le specifiche tecniche e le clausole contrattuali contenute nei "Criteri ambientali minimi" per l'acquisto di servizi energetici e di attrezzature. 

Strade, green community e raffinerie - Nelle gare d'appalto per la realizzazione di pavimentazioni stradali e barriere acustiche, dovranno essere previsti negli atti di gara punteggi premianti i prodotti che contengono materiali post consumo, nelle percentuali fissate come criteri ambientali minimi. La presidenza del consiglio dovrà mettere a punto la "Strategia nazionale delle green community", come strumento per istituire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio tra comunità rurali e urbane. Infine, è prevista la predisposizione della Valutazione di impatto sanitario, per alcuni progetti di raffinerie di petrolio greggio, impianti di gassificazione e liquefazione e terminali di rigassificazione, mentre la moratoria sulle sanzioni Sistri (Sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi), a carico di imprese e artigiani, è stata prorogata al 31 dicembre 2015.

"REPORT", SILURO CONTRO PRODI Arriva l'inchiesta sul fratello Vittorio

Report, l'inchiesta su Vittorio Prodi che fa tremare Romano: Milena Gabanelli "entra" nella corsa al Colle



Vittorio Prodi 

Si fa un gran parlare di corsa al Colle, delle dimissioni di Giorgio Napolitano e dei candidati alla scalata al Quirinale. E in questo chiacchiericcio, domenica sera entrerà a gamba tesa niente di meno che la fu candidata (dai grillini) al Colle Milena Gabanelli, che dopo le oche di Moncler mette nel mirino la famiglia del "big" che viene dato in pole per il dopo-Re Giorgio, mister Romano Prodi. Già, perché nell'inchiesta di Report che verrà trasmessa domenica sera - inchiesta che al solito preannuncia un terremoto - verrà tratteggiata la storia di Vittorio Prodi, fratello dell'ex premier, e dei suoi affari nel campo dei rifiuti radioattivi. Si parlerà insomma delle attività di Hera, una delle più grandi municipalizzate d'Italia posseduta da 180 comuni dell'Emilia Romagna, e che oltre ai rifiuti urbani gestisce anche quelli pericolosi, quelli radioattivi, appunto. Un duro colpo, dunque, per la famiglia Prodi e per il candidato Romano, candidato "non gradito" al premier Matteo Renzi (basti pensare come ai tempi della vittoria dimezzata di Pier Luigi Bersani il "Mortadella" fu silurato nella corsa al Colle dai celebri "101" del Partito democratico, secondo molte indiscrezioni "guidati" dalla manina dell'oggi premier). Inoltre, l'ipotesi di un Prodi al Colle già nei primi giorni del 2015, rischierebbe di far naufragare il Patto del Nazareno: per Silvio Berlusconi, il nome di Prodi è infatti irricevbile.

L'intreccio - L'introduzione alla prossima puntata di Report, riportata sul sito del Corriere della Sera, spiega che Partner di Hera in questo settore è la Protex Italia Spa di Forlì, che lavora principalmente con committenti pubblici e viene indicata da Sogin - l'ente nazionale per la gestione del nucleare in Italia - come uno dei depositi autorizzati a conservare e gestire rifiuti nucleari. Socio di maggioranza della Protex, con il 96% delle azioni, è una società di San Marino, la Laboratori Protex Spa. E una parte delle quote della Laboratori Protex è schermata da una fiduciaria, la Sofir Fiduciaria di Bologna, e dunque è impossibile sapere a chi appartengono realmente quelle azioni. Nel 2012, a indagare su Sofir, furono gli ispettori antiriciclaggio di Bankitalia, e si scoprì che la società avrebbe commesso irregolarità nella gestione di centinaia di milioni di euro provenienti da San Marino: per gli inquirenti la Sofir nasconderebbe i segreti di gran parte dell'Emilia Romagna che conta, con 500 aziende intestate, tra cui quella di Nicola Femia, che secondo quanto scritto sul sito del Corsera, per gli inquirenti sarebbe un narcotrafficante legato all'ndrangheta.

E spunta un nome... - E tra i proprietari della Laboratori Protex di San Marino, insieme alla fiduciaria Sofir, ecco spuntare Vittorio Prodi, fratello di Romano, presidente della provincia di Bologna tra il 1995 ed il 2004 ed europarlamentare del Pd fino allo scorso aprile. Per alcuni anni, Vittorio Prodi è stato contemporaneamente presidente della provincia di Bologna (che è uno dei soci istituzionali di Hera) e proprietario della Protex, che prende lavori e appalti proprio da Hera. E nella puntata di domenica, Report si occuperà anche della vicenda dei rifiuti tossici seppelliti sotto la sede Hera, vicino al centro di Bologna. La Gabanelli promette di diffondere documenti inediti che testimonierebbero il reale livello d'inquinamento del suolo di quei terreni e i rischi per la salute. A queste analisi, svolte da Hera, sarebbero stati sottoposti anche i dipendenti che ogni giorni si recavano al lavoro in quei posti. I risultati, però, non sono mai stati divulgati.

Un ministro nel mirino delle toghe: ecco su chi indaga la procura

Volo di Stato, la procura apre un fascicolo sul ministro Pinotti




La Procura di Roma ha aperto un fascicolo in relazione alla denuncia presentata da deputati M5S sul presunto utilizzo improprio, da parte del ministro della difesa Roberta Pinotti, di un volo di Stato. Nel procedimento, al momento contro ignoti, si ipotizza il reato di peculato d’uso. L’indagine è affidata al procuratore aggiunto Francesco Caporale e al pm Roberto Felici. Secondo la denuncia, il volo, fatto con un Falcon di Stato avvenne il 5 settembre scorso, quando il ministro fu portato a Genova a bordo del velivolo appartenente al 31esimo Stormo. 

L'indagine - Il fascicolo è all'attenzione degli aggiunti Francesco Caporale e Roberto Felici. Il ministro della Difesa, sostengono i Cinque Stelle, avrebbe usato un Falcon 50 dell'Aeronautica militare italiana per farsi accompagnare a casa a Genova, il 5 settembre scorso, approfittando di un volo di addestramento programmato dal 31mo stormo dell'Aeronautica. Il fascicolo, in base a quanto si apprende da fonti giudiziarie, una volta istruito potrebbe essere trasmesso al tribunale dei Ministri. Ieri il ministero della Difesa ha precisato che quello preso dal ministro "e' stato un volo del tutto legittimo, come sara' puntualmente chiarito in ogni sede, compresa quella parlamentare". Si tratta, per la Difesa, di "un volo addestrativo che non ha comportato alcun maggior onere ma, al contrario, ha determinato un risparmio per l'erario".

Prelievo forzoso sui conti sotto 100mila euro: ecco quando

Ipotesi prelievo forzoso sui conti correnti: ecco chi rischia di più




Il prelievo forzoso sui nostri conti correnti presto potrebbe diventare realtà. Il documento "segreto" della Commissione europea e della Bce che prevede, come racconta ilGiornale, l'intervento diretto di azionisti, detentori di obbligazioni e correntisti in eventuali salvataggi bancari, ha in sé una minaccia per tutti i risparmiatori. Secondo le ultime indiscrezioni che arrivano da Bruxelles, il testo conterrebbe una disposizione che elimina, in questi casi gravi, il paracadute che tutela i correntisti con disponibilità inferiori a 100mila euro. A lanciare l'allarme è l'eurodeputato leghista, Gianluca Buonanno: "Noi parlamentari abbiamo a disposizione i testi ufficiali dell'Ecofin e dell'Eurogruppo, stilati in aprile e a luglio, che contengono solo il piano organizzativo del 'Meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie'. La verità, secondo quanto ci rivelano fonti interne alla Commissione, sarebbe ben diversa ed è per questo che abbiamo presentato l'interrogazione: voglio vedere se, questa volta, ci diranno tutto". 

La mano del Fondo Monetario - L'ipotesi di un prelievo era già nell'aria dall'autunno 2013 quando  il Fondo monetario internazionale ha sostenuto, in una pubblicazione, che il prelievo forzoso una tantum del 10% dei conti correnti dei Paesi dell'Eurozona sarebbe uno strumento utile per riportare il debito sovrano ai livelli pre-crisi. Insomma ora l'Europa è pronta a mettere in atto quel piano. E come sempre a pagarne le conseguenze saranno i correntisti. Anche quelli italiani. 

La rivoluzione dell'assicurazione: L'Rc auto può costare (molto) meno

Rca auto, l'assicurazione per auto e moto costa di meno con le scatole nere e le revisioni preventive




Automobili e moto meno care. Almeno per quanto riguarda l'assicurazione. Il governo si appresta infatti a varare la riforma della Rc Auto con un decreto o più probabilmente come parte del disegno di legge sulla Concorrenza. Secondo l'anticipazione del Corriere della Sera ci saranno sconti per gli assicurati virtuosi che sottopongano a ispezione preventiva il veicolo o installino le "scatole nere" su autovetture ma anche due ruote. Scatole nere che le compagnie di assicurazioni possono offrire ai propri clienti che si vedranno così ridurre il premio in misura minima prefissata e di accettare i risultati delle registrazioni come prova in giudizio. La stessa compagnia potrà proporre all'assicurato il divieto di cessione del diritto di risarcimento con conseguente riduzione del premio. Nei contratti dovrà essere chiaro come cambierà il premio in caso di bonus e di malus. Salta del tutto l' obbligo, previsto nel testo del governo Letta, di proporre clausole contrattuali per l'assicurato che prevedano prestazioni di servizi medico-sanitari e che comportino riduzione del premio. Così come non è più all'esame la decadenza del diritto di risarcimento in caso di richiesta presentata oltre 90 giorni dal fatto dannoso.

Tariffa unica - La nuova disciplina è stata curata dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Simona Vicari (Ncd), ma è all'esame anche una proposta di legge d'iniziativa popolare, promossa da alcuni deputati del Pd campano, Leonardo Impegno e Valeria Valente, che punta all'applicazione di una tariffa unica su tutto il territorio nazionale. Le imprese assicurative dovrebbero far pagare il premio più basso previsto a tutti i contraenti e assicurati che non abbiano denunciato sinistri negli ultimi cinque anni, a prescindere da dove risiedano. L'iniziativa mira a combattere l'elevato prezzo delle polizze nei territori in cui si registra il più elevato tasso di incidentalità e di frodi assicurative, ma è stata bocciata dall'Ania che la considera contraria ai principi comunitari dal sottosegretario Vicari.

venerdì 14 novembre 2014

Renzi-Berlusconi, duello in tribunale: la "fucilata" del premier al Cavaliere

Processo escort, Palazzo Chigi è parte civile contro Berlusconi




La Presidenza del Consiglio dei ministri, durante l'udienza preliminare, ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo all'ex premier Silvio Berlusconi e all'ex faccendiere Walter Lavitola, accusati di aver indotto Gianpaolo Tarantini, in cambio di 500mila euro, a mentire alla procura di Bari nel corso dei suoi interrogatori nell'inchiesta escort.

Sgambetto - Una mossa che ha tutto il sapore dello sgambetto perché, fa notare l’avvocato Niccolò Ghedini al fattoquotidiano.it, “di solito, in questi casi, l’avvocatura dello stato chiede di costituirsi nella prima udienza dibattimentale, non durante l’udienza preliminare". Il legale del Cav spiega che non intende polemizzare, ma, dice, "quando c’è Berlusconi di mezzo, sono abituato ad aspettarmi di tutto”. La richiesta, rivela il Fatto, è stata decisa perché il reato contestato, ovvero rendere dichiarazioni reticenti e mendaci alla procura, ha danneggiato il regolare andamento dell’amministrazione della giustizia a maggior ragione perché Berlusconi, all’epoca dei fatti contestati, era presidente del Consiglio. Stamattina in udienza Berlusconi non c’era e la procura ha chiesto il rinvio in attesa di ascoltare le dichiarazioni delle ragazze che deporranno in udienza. Alla richiesta hanno aderito i legali di Berlusconi Francesco Paolo Sisto e Nicolò Ghedini che, insieme ai legali di Lavitola, hanno chiesto la sospensione dei termini di prescrizione. L'udienza preliminare è stata rinviata così al 30 gennaio 2015.

La vicenda - In cambio delle bugie dette da Tarantini sul fatto che Berlusconi ignorasse che si trattava di prestazioni sessuali 'mercenarie', 'Gianpi' - secondo l'accusa - tra l'estate 2010 e l'agosto 2011, ricevette da Berlusconi, tramite Lavitola o la sua segretaria o il suo maggiordomo, circa 20mila euro al mese; gli furono poi messi a disposizione, tramite Lavitola, su un conto di una banca uruguaiana 500mila euro (solo in parte incassati da 'Gianpi'), gli furono pagate le spese legali per l'inchiesta 'escort' in corso a Bari, gli fu pagato l'affitto di un appartamento nel quartiere Parioli di Roma e gli fu procurato un lavoro fittizio per giustificare l'elevato tenore di vita dell'imprenditore. Secondo il procuratore aggiunto Pasquale Drago, sin dal principio dello scandalo 'escort', Tarantini tenne dinanzi ai magistrati baresi una condotta processuale volta a tenere il più possibile indenne Berlusconi dai danni alla sua immagine pubblica di capo del governo derivanti dalla divulgazione dei risvolti più eclatanti dell'inchiesta in corso nel capoluogo pugliese. In cambio, il Cavaliere si fece carico dal punto di vista economico della 'situazione' Tarantini utilizzando Lavitola come intermediario e interlocutore privilegiato.

Canone Rai, la stangata è ufficiale: entra nella bolletta, pagano tutti

Rai, rivoluzione canone: entra nella bolletta elettrica, lo pagheranno tutti




Se n'era già parlato, ma ora spuntano altre prove decisive: la rivoluzione del canone Rai è molto più che un'ipotesi. Ora, assomiglia a una certezza. Le ultime indiscrezioni vengono raccolte da Il Messaggero, sul quale si legge che oggi, Matteo Renzi, ha dato il suo via libera all'operazione che stravolgerà l'imposta. Nel dettaglio, come era già stato anticipato, il canone verrà legato alla bolletta della luce con l'obiettivo di garantire a viale Mazzini un gettito pari a 1,8 miliardi di euro l'anno. Circa quanti la Rai ne incassa già oggi: allargando la platea, infatti, si chiederà un canone inferiore. Resteranno le fasce di esenzione e i bonus per i meno abbienti, mentre tutti gli altri pagheranno una cifra che oscillerà tra i 35 e gli 80 euro in base agli indicatori Isee. In media il canone Rai costerà 60 euro.

Pagano tutti - Il premier Renzi ha già ricevuto il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, e ha approvato l'idea di legare la tassa alla bolletta elettrica. Per non pagare il canone, l'utente dovrà dimostrare di non possedere una tv, ma anche qualsiasi dispositivo con cui guardare i programmi del servizio pubblico, ossia tablet, iPad, smartphone e pc. Di fatto, nell'Italia di oggi, quasi nessuno sarà esentato dal pagamento. Ora spetta al Tesoro e a Palazzo Chigi scegliere lo strumento normativo con cui cristallizzare le decisioni: potrebbe trattarsi di un emendamento alla legge di Stabilità, oppure un decreto ad hoc. La Rai, da par suo, chiede di accelerare: le casse, infatti, languono, e l'evasione stimata del canone è di circa 450 milioni di euro. Giacomelli, dunque, confida di chiudere l'operazione entro l'anno, ma dovranno essere superati i dubbi dell'Authority per l'Energia, che definisce "un uso improprio" quello del Canone in bolletta e ha sollevato perplessità legate alla privacy.