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martedì 21 ottobre 2014

Motivazioni sentenza Ruby: "I tabulati di Ostuni acquisiti violando la legge"

Motivazioni sentenza Ruby: "I tabulati di Ostuni acquisiti violando la legge"




Ilda Boccassini farà la fine di Luigi De Magistris? Secondo quanto risulta dalle motivazioni depositate del processo Ruby, c’è una circostanza, come racconta IlTempo.it,  che pare accomunare il comportamento dei pubblici ministeri milanesi a quello di "Giggino" nell'inchiesta Why Not che gli è costato la poltrona di sindaco di Napoli. Si tratterebbe della violazione della legge Boato, che prevede la richiesta di autorizzazione alla camera di appartenenza per l’acquisizione di tabulati che riguardano le utenze dei parlamentari. In alcuni passaggi delle motivazioni, come racconta Iltempo.it
i tabulati relativi all’utenza telefonica di Karima El Mahroug, cioè Ruby, di Nicole Minetti, della ballerina brasiliana Michelle Da Conceicao e del capo di Gabinetto della Questura di Milano, Pietro Ostuni sembra siano stati acquisiti in modo illegittimo.

Le intercettazioni - "I tabulati della utenza del dottor Ostuni, dichiarati inutilizzabili - si legge nelle motivazioni -  in quanto addirittura acquisititi in violazione della norma dell’articolo 4 della legge 140 del 2003 (legge Boato, ndr) poiché, nel momento in cui veniva emesso decreto di acquisizione, la Procura poteva e doveva prefigurarsi l’alta probabilità che tale preciso atto d’indagine potesse determinare l’intrusione nella sfera delle comunicazioni del presidente del Consiglio", Silvio Berlusconi. La Corte sostiene che se è vero che i Pm non possono sapere né immaginare che in quei tabulati acquisiti ci sono, "casualmente" e "fortuitamente", pure e comunicazioni del premier, dopo averle acquisite avrebbero dovuto chiedere l'autorizzazione al Parlamento come afferma la legge Boato. I pm di Milano che hanno condotto l’inchiesta, Antonio Sangermano, Ilda Boccassini e Pietro Forno, invece non l’hanno fatto. 

"Come De Magistris" - L’avvocato Titta Madia, difensore di Francesco Rutelli, parte lesa nel processo contro de Magistris intervistato da IlTempo afferma: "I giudici di Milano – afferma il legale - hanno indicato una procedura illegittima compiuta dai pubblici ministeri identica a quella per la quale il dottor de Magistris è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione. Identica".

Genova, i cittadini in piazza: ora le autorità si dimettano

Genova, cittadini scendono in piazza contro le autorità dopo l'alluvione


di Luca Romano 


Ricordando la vittima dell'alluvione di ottobre, alcune centinaia di persone hanno chiesto un passo indietro a comune e regione. 

Un certo numero di manifestanti è sceso in piazza oggi a Genova, per protestare e chiedere le dimissioni della giunta comunale e regionale e dei vertici dell'Arpal dopo la reazione all'alluvione del 9 ottobre, che secondo loro ha dimostrato la "manifesta incapacità di governo".

I dimostranti hanno lanciato uova, monetine e bottiglie d'acqua contro la sede del comune e uno di loro si è arrampicato fino al primo piano, in mano la bandiera di San Giorgio, che è il simbolo della città. Un gruppo di cittadini presidia invece palazzo Tursi, mentre il primo cittadino incontra una piccola delegazione.

Al grido di "vergogna" e "assassini", i manifestanti hanno ricordato anche Antonio Campanella, morto il 9 ottobre travolto dalle acque in piena del torrente Bisagno. Alcune centinaia le persone che si sono unite alla manifestazione, controllata dai poliziotti in tenuta antisommossa.

Responsabilità civile delle toghe, il governo fa un passo indietro

Responsabilità civile delle toghe, il governo fa un passo indietro


di Luisa De Montis 



Malan: "Il governo vuole che i magistrati possano fare ciò che vogliono". La responsabilità civile delle toghe mette in agitazione il governo e Forza Italia. Sono stati proposti tre emendamenti che di fatto rivoluzionano il testo base che era stato adottato in commissione Giustizia del Senato il 23 dicembre scorso.

Le proposte del Guardasigilli Andrea Orlando hanno scatenato la protesta di Ncd, FI e di Enrico Buemi (Psi) che minaccia addirittura di dimettersi da relatore. 

In sostanza, spiega Lucio Malan (FI), "il governo vuole riproporre con i suoi tre emendamenti, per ora annunciati a voce, il suo testo", presentato a settembre. Ma in questo provvedimento, sottolinea Giacomo Caliendo (FI), si prevede la responsabilità civile dei magistrati solo in "rarissimi casi", perlopiù per negligenza grave e travisamento grave del fatto. Un’impostazione ben diversa da quella data da Buemi al testo base con il quale si prevede la responsabilità delle toghe anche nel caso in cui si discostino dalle sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione senza darne adeguata motivazione. "Affermeremo la linea del nostro testo di legge - assicura Orlando - all’interno del quale c’è un equilibrio che migliora l’attuale normativa".

Le tre proposte di modifica annunciate in commissione da Orlando, e considerate come una "riformulazione" dal governo, sono state invece ritenute dalla commissione Giustizia, di fatto, come dei nuovi emendamenti. E per questo si è dato tempo fino a giovedì per subemendarli. Forza Italia annuncia battaglia. "Il governo vuole che i magistrati possano fare ciò che vogliono", attacca Malan e "ovviamente noi non siamo d’accordo". 

Popolari per l’Italia, ecco i membri del Coordinamento della Campania

Popolari per l’Italia, ecco i membri del Coordinamento della Campania


di Carmine Alboretti 



Si è riunito a Napoli il Coordinamento Regionale per la Campania dei “Popolari per l’Italia”. Il Coordinatore Regionale, Enzo Rivellini (nella foto), d’intesa con il Presidente Nazionale, Mario Mauro, e il Vice-Presidente, Potito Salatto, ha provveduto a  nominare i componenti del coordinamento regionale.

L’organismo è così composto: Rossella Vorraro (Responsabile Giovani); Cristiano Ciccarese; Vincenzo Mormile; Mario Russo; Antonio Oliva; Nicola Zanfagna; Lello Scotto di Vettimo; Tommaso Scotto di Minico; Salvatore Mone (Responsabile alle problematiche della Disabilità). Nei prossimi giorni saranno designati i coordinatori cittadini nei Comuni della Campania.

Mattone ancora giù Gli italiani si disfano delle seconde case

Mattone ancora giù  Gli italiani si disfano delle seconde case


Di Fabrizio De Feo 



Le tasse record stanno affossando il mercato immobiliare. Crolla il numero di proprietari, prezzi sempre in discesa. 

Roma È stata nel cuore, nella mente, nel portafoglio e nei progetti di ciascun italiano per decenni. La casa ha sempre rappresentato l'investimento sicuro, l'obiettivo verso cui tendere, sacrificio dopo sacrificio, per raggiungere una stabilità da condividere con la propria famiglia. Poi arrivò il 2007, la bolla finanziaria, la crescita dei prezzi a livelli stellari e, a seguire, la lunga crisi con la sistematica perdita di valore degli immobili, arrivata oggi a interessare anche le isole più sicure, come le case di pregio, i centri storici, le location di lusso, colpite da un calo delle quotazioni evidente a chiunque metta il naso di tanto in tanto davanti alle vetrine delle agenzie immobiliari.

«Il mercato per muoversi si muove» spiega un agente immobiliare di Roma. «Spesso, però, si tratta di mosse difensive. In tanti vendono le seconde case perché non ce la fanno a sostenerle o perché ritengono che non si tratti nel tempo di un investimento conveniente. Una circostanza che fa aumentare l'offerta di case in vendita, contribuendo alla diminuzione dei prezzi. Inoltre un tempo si poteva mettere in vendita una casa a un prezzo superiore a quello di mercato e c'era chi, magari perché innamorato di una zona, era disposto a pagarlo molto più della quotazione reale. Oggi è difficilissimo che questo accada perché non si ha la certezza di recuperare nel tempo quel valore».

Il bene rifugio, insomma, è davvero travolto dalla crisi e dalle tasse? Le interpretazioni sono molteplici. C'è chi fa notare come il mercato in questo momento storico faccia finalmente i conti con le potenzialità reali degli acquirenti e torni a muoversi dentro un recinto di realismo. Uno smaltimento degli eccessi, insomma. Il problema è che, come fa notare Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, per chi ha acquistato casa in anni recenti il calo può essere dolorosissimo. «Una volta, una piccola casa, 200mila euro di valore, era un bene monetizzabile rapidamente» spiega a Italia Oggi . «Ora questa riser va di valore si è ridotta a 70mila, se non a 50mila euro. Va da sé che i consumi ne risentano». Sforza Fogliani mette nel mirino l'aumento delle rendite catastali avvenuto nel 2012 con il governo Monti. Un carico da novanta che ha fatto da detonatore e moltiplicatore della crisi. «Quell'aumento venne giustificato col fatto che l'Italia era il Paese che colpiva meno la rendita immobiliare. Oggi come pressione siamo clamorosamente sopra la media: al 2,2% del Pil e del 2,75% sul reddito disponibile contro la media Ocse di 1,27% e 1,59%». Il presidente di Confedilizia cita anche uno studio su quanto l'Imu abbia abbattuto i valori di mercato: «Siamo intorno ai 2mila miliardi, a fronte di un gettito di 24 miliardi».

I segnali che arrivano dal mercato, d'altra parte, sono implacabili. Dopo qualche timido segnale di ripresa, il mercato nel secondo trimestre segna un calo del 3,6%. Una frenata che tocca meno il settore residenziale (-1%) di più le attività commerciali. I prezzi delle case sono ancora in discesa: -4,8% a giugno su base annua. Inoltre la percentuale dei proprietari è ormai passata dall'80% di un tempo al 67%. Bisognerà vedere a questo punto se le misure dello Sblocca Italia - dal bonus del 20% sull'Irpef per chi acquista un'abitazione da dare in affitto a canone concordato, alla definizione del «rent to buy» - avranno un qualche effetto. Ma la stessa relazione tecnica prevede effetti molto limitati su un mercato che avrebbe bisogno di un elettrochoc piuttosto che di una piccola scossa.

Schettino querela Domnica Cermotan

Schettino querela Domnica Cermotan


di Luisa De Montis 



La moldava denunciata per diffamazione e falsa testimonianza. Come aveva già annunciato, Francesco Schettino ha denunciato la moldava Domnica Cemortan. L’ex comandante della Costa Concordia ha deciso di querelare a Torre Annunziata (Napoli) la ex hostess e ballerina per diffamazione in merito alle affermazioni riguardanti un elicottero fatto arrivare da Schettino sul ponte della nave. Un'altra denuncia è stata presentata a Grosseto per falsa testimonianza visto che quando la moldava ha testimoniato non ha fatto menzione di elicotteri o di un borsone prelevato dall'imbarcazione durante il naufragio. 

"Cemortan rivolge delle accuse precise non soltanto a Schettino, ma anche agli stessi pubblici ministeri, che non avrebbero fatto niente per occuparsi della vicenda dell’elicottero che la giovane sostiene di aver svelato", spiega uno dei legali di Schettino, "La Procura deve intervenire, sia che si tratti di un fatto vero, che di un fatto calunnioso".

Il forcaiolo De Magistris: la legge Severino è incostituzionale

Per il forcaiolo De Magistris la Severino è incostituzionale


di Paolo Bracalini 



Il sindaco sospeso di Napoli fa ricorso al Tar per riavere la sua poltrona. «In qualunque altro Paese europeo un premier si sarebbe già dimesso. Di cosa altro deve essere sospettato per poter compiere un decoroso passo indietro in segno di rispetto delle istituzioni e degli italiani? Quale altra bassezza etica e quale altra accusa giudiziaria devono piovergli addosso per liberarci della sua presenza?» s'indignava Luigi De Magistris nel 2011, quando il premier Silvio Berlusconi fu indagato per il caso Ruby. A tre anni di distanza, dopo che Berlusconi è decaduto da senatore per la effetto della legge Severino, è proprio De Magistris non solo ad essere condannato, ma a decadere da sindaco per via della medesima legge Severino. E cosa fa? Un ricorso al Tar per «incostituzionalità delle legge Severino».

È l'ultima carta che l'ex pm, lanciato in politica da un altro ex pm, Antonio Di Pietro, prova per salvarsi dal «decoroso passo indietro» da sindaco di Napoli che proprio non vuole fare, malgrado la sospensione già notificatagli dal prefetto. Mentre il Pd napoletano raccoglie le firme per sfiduciarlo, e il vicesegretario Lorenzo Guerini chiede di «staccare la spina» alla stagione De Magistris, il sindaco sospeso, nel frattempo autonominatosi «sindaco di strada», conta le ore che lo separano dalla decisione della prima sezione del Tar Campania, presieduta dal presidente del Tribunale amministrativo regionale Cesare Mastrocola. I suoi legali (affiancati dagli avvocati dell'Avvocatura del Comune di Napoli costituito ad adiuvandum », cioè a sostegno di De Magistris, spiega il Corriere del Mezzogiorno ) hanno presentato una richiesta di sospensiva del provvedimento che ha sospeso De Magistris da sindaco. L'udienza è fissata per dopodomani, mentre si attende il verdetto già per giovedì 23, salvo rinvii. Se il Tar gli darà ragione, De Magistris tornerà sindaco il giorno stesso. E tutto sarebbe congelato fino ad una pronuncia della Corte costituzionale, con tempi inevitabilmente dilatati. Perché il ricorso dell'ex pm punta proprio su quello, sulla incostituzionalità della legge Severino, tema su cui ovviamente non può pronunciarsi un Tar ma solo la Consulta.

Nell'istanza, finora tenuta top secret, si chiede il rinvio ai giudici costituzionali - e quindi il reintegro di De Magistris nelle sue funzioni - perché la legge Severino avrebbe profili di incostituzionalità. I punti su cui lavora la difesa di De Magistris sarebbero due. Il tipo di reato che fa scattare la norma, cioè l'abuso d'ufficio (per cui De Magistris è stato condannato in primo grado a 15 mesi di reclusione pena sospesa) applicato a sindaci e assessori. Un sospetto «eccesso di delega» del governo rispetto ad un ente locale che viene così amputato dei suoi vertici. L'altro aspetto è la retroattività, già emerso nel dibattito sulla decadenza di Berlusconi. «La legge Severino è già stata applicata a molti amministratori locali, ma sul piano interpretativo restano dubbi non ancora sciolti - spiega il presidente dell'Unione Camere Penali, Beniamino Migliucci, alla Gazzetta del Mezzogiorno -. Se si ritiene che si tratti di una norma sanzionatoria allora non dovrebbe essere retroattiva. E nel caso di De Magistris la norma è stata approvata dopo l'apertura dell'inchiesta, mentre il processo era in corso». Dunque ci sono i margini per considerarla incostituzionale, e su quelli punta De Magistris che spera di ribaltare «l'ingiustizia» subita («Sono onesto fino al midollo, questo è regime. Siamo fiduciosi nei ricorsi che avvieremo. Torno presto»).

Nel frattempo continua l'inedita fiction «Il sindaco di strada». Sul suo sito De Magistris aggiorna la popolazione sull'attività on the road : «Oggi ho visitato scuole, ospedali e luoghi pubblici dei tre quartieri Marianella, Posillipo...», «Domenica tra musei e città metropolitana», «Oggi ho ascoltato le cittadine e i cittadini dei quartieri Scampia e Soccavo» etc. Attivissimo non solo su strada ma anche su Twitter, dove accusa di incostituzionalità anche la circolare del Viminale sulla non validità dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero. Incita il suo elettorato a «Resistere, Resistere, Resistere: a Napoli pagine di resistenza per opporci a cricche, mafie, caste politiche, affaristi e massonerie deviate», e presta la voce al rap di una nuova etichetta musicale indipendente napoletana «Suono Libero Music». Con la speranza di tornare presto occupato, come sindaco, grazie al Tar.