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martedì 14 ottobre 2014

D'Alì ritorna in Forza Italia Alfano perde un altro pezzo La soddisfazione del Cav

D'Alì ritorna in Forza Italia Alfano perde un altro pezzo La soddisfazione del Cav


di Franco Grilli 



Antonio D’Alì lascia il Nuovo centrodestra e torna in Forza Italia. "Ritengo che la mia storia politica di coerenza con i sentimenti dei miei elettori e di dedizione alla progettualità di sviluppo dell’Italia e della Sicilia in particolare suggeriscano l’assunzione di una posizione più netta e il rilancio di una sfida della mia attività nel partito di Forza Italia che mi ha visto in prima linea sin dal 1994 e con Silvio Berlusconi nel cui governo ho avuto l’onore di militare e che mi ha consentito di concretizzare in opere e in positivi modelli di sviluppo socio-economico l’amore per la mia città e per la splendida terra di Sicilia", ha dichiarato il senatore.

Che poi ha spiegato i motivi del suo ritorno: "La decisione maturata un anno fa di sostenere la governabilità in Italia, sul modello delle larghe intese suggerito da Silvio Berlusconi dopo il fallimento del tentativo Bersani aveva lo scopo di consentire al Paese il tempo di assumere alcune decisioni essenziali per il recupero di un percorso virtuoso di sviluppo economico e di proposte strutturali di riforma, mantenendo inalterata nelle idee e nella prospettiva democratica la compattezza del centrodestra. Oggi quel quadro è profondamente mutato. La componente di governo liberale che dovrebbe garantire l’equilibrio con le istanze della sinistra vi si trova decisamente minoritaria nei numeri e nella capacità di incidere nelle scelte importanti, nella riforma costituzionale è stata più volte addirittura ignorata dal nuovo partito democratico di Renzi e pur tuttavia ne ha assecondato senza reagire le più disparate e talvolta sconnesse scelte. Così come infelice dal punto di vista della novità è stata la scelta dell’alleanza alle elezioni europee che ha privilegiato uno schema di vecchio centrismo di sopravvivenza piuttosto che affrontare con coraggio la sfida del nuovo ed oggi ancora si tentano modelli che sottolineerebbero la definitiva organicità politica al governo con la sinistra".

Il ritorno di D'Alì è stato salutato con gioia dal presidente Silvio Berlusconi: "Chiunque crede negli ideali del centrodestra oggi non può che avere come riferimento Forza Italia. Le sue motivazioni politiche, come sempre assunte con elevato senso di responsabilità e nell’interesse del Paese dimostrano che chiunque creda negli ideali del centrodestra oggi non può che avere come riferimento Forza Italia. Sono certo che Antonio d’Alì continuerà a svolgere con entusiasmo e dedizione il suo ruolo di riferimento politico nazionale per la Sicilia, come ha sempre fatto fin dalle origini del nostro movimento". 

Liguria, ancora maltempo Massima allerta fino alle 24 Alluvione anche a Parma

Liguria, ancora maltempo Massima allerta fino alle 24 Alluvione anche a Parma

di Luca Romano 





Ancora allerta. Su Genova ieri si è abbattuto un altro forte temporale. La protezione civile della Regione Liguria, sulla base delle valutazioni del centro meteo idrologico dell’Arpal, ha confermato l’allerta 2, il massimo grado, fino alle 24 di oggi nelle zone di Savona, Genova, La Spezia e i rispettivi entroterra. Per l’Imperiese, dove viene segnalata una criticità moderata, è stato diramato lo stato di allerta 1. La previsione meteorologica conferma per la giornata odierna piogge persistenti con intensità localmente anche molto forte. "Sono in atto temporali molto forti sul medio basso Piemonte, entroterra Liguria, Mantovano nel veronese, Trentino e Bresciano. In queste aree è molto probabile che le piogge possano diventare anche "bombe d’acqua" a causa della forte intensità con la quale cadranno": è questa la previsione meteo di Mario Giuliacci. 

Aereporto in tilt
L’aeroporto di Genova è in tilt a causa di una fitta foschia e raffiche di vento di mare che rendono impossibile l’atterraggio degli aerei. Sono almeno 4 i voli finora dirottati dallo scalo, provenienti da Monaco, Napoli, Roma e Catania. Il primo è rientrato in Germania, gli altri tre sono atterrati alla Malpensa. Sono stati cancellati anche quattro voli previsti in partenza da Genova. Le compagnie stanno mettendo a disposizione un servizio sostitutivo di pullman. 

Il governo stanzia 90 milioni di euro
Il governo ha fatto sapere di aver stanziato altri 90 milioni di euro per i lavori per il Bisagno. "C’è l’impegno del Governo a sbloccare 95 milioni per lo scolmatore del Bisagno", ha confermato il sindaco di Genova Marco Doria a margine di una riunione con Erasmo D’Angelis, responsabile di #Italia sicura. "Già nello Sblocca Italia saranno stanziati circa 18 milioni di euro per avviare al più presto il terzo lotto dei lavori di rifacimento della copertura del torrente Bisagno", ha aggiunto Doria. Raccolto dell'olio dimezzato.

Intanto i danni dell'alluvione sono tanti. Il raccolto dell’olio extravergine di oliva della Liguria è stato praticamente dimezzato quest’anno per effetto del maltempo che ha colpito anche l’entroterra di Genova con danni alle coltivazioni, interruzione delle strade rurali e isolamento di intere borgate. È quanto emerge da una prima analisi della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che ha costretto a rivedere stime e previsioni per l’olio extravergine di oliva per la Liguria. "Nella riunione di Giunta di venerdì chiederemo lo stato di emergenza. Aspettiamo venerdì per dare il tempo ai Comuni colpiti di fare una stima dei danni. Posso già anticipare che l’importo sarà superiore a 300 milioni di euro". Così il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, a conclusione di una riunione con il sindaco Marco Doria e Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura Italiasicura di Palazzo Chigi.

La Procura apre un'inchiesta
La Procura di Genova ha aperto un’inchiesta per disastro colposo a carico di ignoti dopo la terribile alluvione che ha colpito il capoluogo ligure nei giorni scorsi, causando la morte di una persona e danni per oltre 300 milioni di euro. Nel mirino degli inquirenti, che avevano già aperto un fascicolo per omicidio colposo, le opere fatte e quelle non realizzate in ambito idraulico, la manutenzione degli alvei dei torrenti e la catena di attività degli organi amministrativi, dalla mancata allerta alla gestione dell’emergenza fino al piano di protezione civile del Comune. La Polizia giudiziaria ha acquisito i rilievi fotografici aerei fatti dal nucleo Aeronavale della Guardia di finanza.

Alluvione anche a Parma
La parte sudoccidentale di Parma è stata allagata dall’esondazione del torrente Baganza. Tutti i ponti della città sono chiusi e uno, il Navetta, è crollato. Diversi residenti ai piani bassi e negli scantinati sono stati evacuati; le acque hanno invaso anche una casa di cura. "Non andate in via Po e via Baganza, il fiume ha straripato. Ponti in chiusura, usate la tangenziale", è questa l’informazione di servizio lanciata su twitter dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, dopo che la parte sudoccidentale della città emiliana è stata allagata dall’esondazione del torrente Baganza. Mentre il censimento dei danni è ancora in corso in città e provincia "non risultano al momento morti o dispersi", ha scritto il primo cittadino.  

Ebola, imputato a Milano sputa sangue in aula: il giudice dispone il ricovero

Ebola, imputato a Milano sputa sangue in aula: il giudice dispone il ricovero

di Angelo Scarano 




Un ghanese, imputato a Milano in un processo per direttissima, si è sentito male e ha iniziato a sputare sangue e il giudice ha deciso di disporre il ricovero per accertamenti all’ospedale Sacco, presidio per l’emergenza Ebola. L’aula delle direttissime è stata chiusa. Il ghanese tossiva e sputava sangue, aveva le convulsioni e il giudice ha deciso di farlo ricoverare al nosocomio che, insieme al Lazzaro Spallanzani di Roma, è stato individuato come presidio sanitario di riferimento a livello nazionale per fronteggiare l’emergenza Ebola.

Prima dell’udienza che lo riguardava, il ghanese era seduto nella gabbia riservata ai detenuti insieme a un’altra persona arrestata per aver partecipato al furto di rame. L’uomo ha cominciato a sputare sangue e a dare evidenti segni di malessere, così il giudice ha chiamato il 118. I soccorritori giunti sul posto avrebbero voluto portarlo al pronto soccorso di un vicino ospedale, ma il magistrato ha disposto di portarlo al Sacco per accertare la presenza di una malattia infettiva, ebola, tubercolosi o un’altra patologia che possa essere pericolosa per la collettività. Da quanto si è appreso, è stato escluso il contagio da Ebola per l’imputato. La struttura sanitaria ha immediatamente disposto tutti i test accertando che non si tratta del virus.

lunedì 13 ottobre 2014

Ebola, altro che sicuri: ancora un'infermiera contagiata in Occidente

Ebola, altro che sicuri: ancora un'infermiera contagiata in Occidente

di Enza Cusmai 



Aveva curato il "paziente zero" morto a Dallas, ora è malata. Eppure dicevano che i nostri ospedali sono al riparo da rischi

«Si è infettata un'altra infermiera con il virus Ebola? E allora? Avrà fatto qualcosa di sbagliato, anch'io mi sono punto con un ago usato da un sieropositivo. Sono i rischi del mestiere..». Al Sacco di Milano l'infettivologo di guardia non dà peso all'ultima notizia arrivata dall'America. In Italia Ebola non è ancora arrivata ma gli esperti sono pronti ad affrontarla. E anche se si infilano tute come scafandri e guanti e occhiali e copri- scarpe, sanno di correre il rischio di infettarsi per disattenzione o per sfortuna. Com'è accaduto in Texas. Dopo la signora Ramos, infermiera di Madrid, anche una sua collega a Dallas si è beccata il virus mentre era al capezzale del liberiano Thomas Duncan, il primo caso di Ebola diagnosticato negli Stati Uniti, il «paziente zero» stroncato dal virus contratto in Liberia. Le due infermiere sono ricoverate entrambe in terapia e in isolamento sconfortate dal fatto di essere incappate nell'infezione nonostante le protezioni e i protocolli adottati in ospedali che dovevano essere a prova di contagio.

Sarà, ma intanto sono già due i casi di malati «indiretti», quelli cioè che non hanno mai messo piede in Africa. Due infermiere contagiate su un totale di tre pazienti curati in Occidente (due in America, Duncan e un missionario, e uno in Spagna). E viene da pensare: non è che Ebola è un virus più infettivo di quello che ci lasciano intendere? Come possono essere state contagiate due infermiere in ospedali super-accessoriati se avevano usato le precauzioni sanitarie previste dal protocollo? La risposta va trovata nei fatti. A Dallas, l'Health Presbyterian Hospital era sicuro che l'infermiera aveva rispettato tutte le rigorose procedure di sicurezza. Ma Thomas Frieden, direttore del Centro per la Prevenzione ed il controllo delle Malattie di Atlanta (Cdc), ha ipotizzato che la causa del contagio dell'infermiera potrebbe essere stata «il mancato rispetto delle regole di sicurezza durante l'intubazione dei reni per la dialisi di Duncan». Un dettaglio che ha spinto perfino il presidente Obama a intervenire per raccomandare il rispetto delle procedure.

In attesa di fare chiarezza sul come e perché è avvenuto il contagio, Frieden avverte però che tutti coloro che hanno avuto contatti con il liberiano-americano nell'ospedale di Dallas sono considerati a rischio di contagio. «Sfortunatamente – ha aggiunto il direttore del Cdc - sono possibili nei prossimi giorni altri casi».

L'America ha i brividi per la paura. E pure l'Europa. Teresa Romero, l'infermiera spagnola che si è preso cura del missionario Manuel Garcia Viejo e risultata positiva all'Ebola, ha ammesso in un'intervista che forse il contagio è avvenuto mentre si sfilava la tuta protettiva dopo i trattamenti sul paziente.

Ma uno dei medici dell'ospedale, German Rodriguez, sostiene che la donna potrebbe essersi toccata il viso mentre indossava ancora i guanti protettivi. Insomma, piccole, dramamtiche, sviste che fanno capire quanto sia difficile gestire il virus a distanza ravvicinata. Per fortuna il bollettino medico di ieri dice che la donna è in leggero ma costante miglioramento.

Ma il problema resta un altro. La donna, pur con una leggera febbre, ha partecipato a un esame professionale con altri candidati. E quanti di questi sono stati a stretto contatto con l'infermiera già ammalata? Per il momento a Madrid sotto osservazione ci sono 16 persone ma non è escluso che il numero possa aumentare.

Le precauzioni, del resto, sono diventate planetarie. Israele, per esempio, ha deciso di aumentare i controlli sui viaggiatori in arrivo nel paese dalle aree più colpite dal virus Ebola: Liberia, Guinea e Sierra Leone.

Anche in Kenya c'è preoccupazione dopo che una passeggera proveniente dal Sud Sudan è morta nella notte con sintomi simili a quelli causati dall'Ebola, poco dopo l'arrivo nel paese. L'episodio ha causato il panico in aeroporto, che si è svuotato per ore dopo la morte della passeggera. L'Organizzazione mondiale della sanità ha classificato il Kenya come Paese ad alto rischio per l'epidemia che ha già causato oltre quattromila vittime in Africa occidentale.

La Turchia aiuta l'Isis: la Nato deve trovare il coraggio di opporsi

La Turchia aiuta l'Isis: la Nato deve trovare il coraggio di opporsi


di Magdì Cristiano Allam 


Dimostranti portano dei sudari nelle strade di Istanbul: Vogliono contestare Erdogan 

Se nel 2001 e 2003 gli Stati Uniti e la Nato intervennero militarmente in Afghanistan ed Iraq nell'ambito della guerra totale al terrorismo islamico decisa dopo gli attentati alle due Torri Gemelle, oggi non dovrebbero aver alcun dubbio nell'attaccare la Turchia che sostiene in modo inconfutabile i terroristi dell'Isis (Stato Islamico dell'Iraq e del Levante), considerando che rappresenta una minaccia ben più seria di quella di Al Qaeda. Così come è sconcertante che l'Unione Europea continui a corteggiare la Turchia affinché vi aderisca nonostante che dal 1974 occupi militarmente il territorio europeo del Nord di Cipro, ugualmente sconvolge il fatto che la Nato continui a piegarsi ai diktat della Turchia nonostante sostenga lo Stato Islamico, indicato ufficialmente come il nemico dell'umanità da combattere e sconfiggere.

Secondo il quotidiano turco Milliyet , sono tremila i cittadini turchi che si sono arruolati nell'Isis. Il reclutamento avviene nelle città turche alla luce del sole, da dove partono pulmini che sventolano orgogliosamente le bandiere dell'Isis, in un video su Youtube, si vedono due terroristi islamici sulla metro di Istanbul, tranquillamente vestiti con la maglietta dell'Isis, certi di trovarsi in un ambiente amico. «Sono sempre di più a partire e la polizia non fa nulla», ha accusato Kenan Beyaztas, fratello di un ragazzo reclutato attraverso una delle tante società religiose nate sotto Erdogan. Tra queste, l'associazione caritatevole Hisader, di stanza a Istanbul, ha addirittura adottato come proprio logo la bandiera dell'Isis.

A fine settembre è stata annunciata la morte del turco Yakup Bulent Eleniak, arruolato nell'Isis, nel corso di un bombardamento americano in Siria. Eleniak era un attivista della più importante associazione caritatevole islamica turca, l'Ihh, messa fuorilegge per i suoi legami con Hamas e il terrorismo islamico da Israele, Olanda e Germania. Nel maggio 2010 era a bordo della nave turca Mavi Marmara presa d'assalto da un commando israeliano dopo aver sfidato Israele tentando di attraccare a Gaza, con un bilancio di 9 turchi uccisi, tutti attivisti dell'Ihh. Questa associazione dispone di fondi pari a 100 milioni di dollari annui. Il suo leader, Bulent Yildrim, si è fatto immmortalare con il leader di Hamas Khaled Mashaal e in uno suo tweet ha scritto: «Ogni ebreo residente in Turchia pagherà un prezzo». Il magistrato antiterrorismo francese Jean-Louis Bruguiere ha denunciato il legame tra esponenti dell'Ihh e Al Qaeda. Nel sito dell'Ihh è stato pubblicato un encomio a Shamil Basayev, il capo dei terroristi ceceni responsabile della strage della scuola di Beslan in cui furono assassinate 350 persone tra cui 186 bambini. Ebbene l'Ihh è strettamente legato all'Akp (Partito della Giustizia e dello Sviluppo) di Erdogan. L'ex leader dell'Ihh, Eyup Fatsa, è un deputato dell'Akp nel Parlamento.

Orhan Sansal, sindaco di Suruç, ultima città turca prima di arrivare in Siria, ha denunciato che «la frontiera è attraversata da camion carichi di armi, giovani occidentali pronti ad arruolarsi tra le fila dell'Isis, feriti di guerra che poi vengono curati negli ospedali di Ankara mentre i bambini sono abbandonati». Nel suo sito www.danielpipes.org/14486/turkey-isis, pubblica una foto in cui si vede un comandante militare dell'Isis, il cui nome di battaglia è Abu Muhammad, nell'ospedale pubblico di Hatay in Turchia, dove è stato ricoverato lo scorso aprile per ferite da guerra riportate in Siria.

Eppure il 4 ottobre il vice-presidente americano Biden si è scusato ufficialmente per aver attribuito a Erdogan l'ammissione che dalla frontiera turca sono transitati migliaia di terroristi islamici provenienti da ogni parte del mondo. Erdogan aveva preteso le scuse e ha puntualizzato: «Sono entrati in Siria come turisti»! Ammettiamolo: quest'Occidente si è sottomesso al ricatto dei turchi. Ma dobbiamo essere consapevoli che nessuna realpolitik giustifica la resa al terrorismo islamico. Abbiamo scelto di suicidarci.

"Nella Terra dei Fuochi i Forestali fanno gli autisti"

La denuncia del Sapaf: "Nella Terra dei Fuochi i Forestali fanno gli autisti"

di Girolamo Tripoli



Ancora uno scandalo per i dipendenti statali, utilizzati per compiti impropri e distolti dalle loro reali mansioni. È questa la pesante accusa lanciata dal sindacato dei Forestali. Nella Terra dei Fuochi, un'area tra le province di Napoli e Caserta, gli agenti della Forestale sono utilizzati come accompagnatori e autisti di tecnici regionali che hanno come scopo quello di effettuare delle mappature. La conseguenza di questo "compito" è che gli operatori del Corpo della Forestale vengono distratti dai loro abituali compiti per "guidare" i dipendenti dell'Arpac (l'agenzia regionale protezione ambiente Campania). A denunciare il fatto è la trasmissione televisiva "Le Iene".

Marco Moroni, segretario generale del sindacato autonomo del Sapaf, il più grande per numero di iscritti della Forestale, ha difeso gli agenti: "Nessuno dovrà permettersi di scaricare responsabilità sugli agenti del Corpo che sono stati ripresi da una telecamera nascosta durante servizi e impieghi a cui purtroppo vengono costretti". Il sindacalista poi ha attaccato la gestione dei dirigenti del Corpo Forestale: "Questa situazione viene assurdamente ignorata da Cesare Patrone, la cui fallimentare gestione decennale è sotto gli occhi di tutti. Ancor più incomprensibile è il comportamento del comandante regionale campano del Corpo forestale, Sergio Costa, che sul proprio profilo Facebook, dopo la denuncia de "Le Iene", ha preso le distanze dal comportamento del personale, nonostante sia stato lui a disporre il servizio". "Chi ha responsabilità di comando - ha aggiunto il segretario - non ha neppure il coraggio delle proprie azioni e la dignità di stare dalla parte dei propri uomini".

Moroni è infine tornato a difendere i suoi colleghi che "non vengono messi nelle condizioni di prevenire e accertare reati conclamati" e "vengono sviliti nelle loro funzioni".  "Nonostante qualcuno cerchi di distoglierci dai nostri compiti primari - ha concluso -, i Forestali proprio nella Terra dei Fuochi hanno dimostrato di poter condurre indagini impegnative e pericolose, essendo stati coloro i quali hanno fatto emergere in tutto il suo dramma la situazione ambientale di quei territori".

Berlusconi: Renzi sta in piedi grazie a traditori eletti con noi

Berlusconi: Renzi sta in piedi grazie a traditori eletti con noi 

di Francesco Cramer 




Berlusconi torna a usare toni combattivi in una telefonata a Saint Vincent per il seminario del «governo ombra» di Gianfranco Rotondi. «Non siamo in una vera democrazia», denuncia serio. Anche se poi, in privato, riconosce le notevoli doti di Renzi: «È in gamba e devo ammettere che è stato anche bravo: ha convinto i senatori a suicidarsi», dice parlando delle riforme con cui si cancella il Senato elettivo. E sul bonus degli 80 euro ci scherza su ma mica tanto: «L'avessimo fatto noi ci avrebbero indagato per voto di scambio». Questo in privato.

Sotto i riflettori e ai microfoni di Saint Vincent, tuttavia, il Cavaliere suona la carica della riscossa: «Siamo veramente in una situazione molto lontana da una situazione normale di democrazia: siamo governati da un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale e da un governo non eletto dal popolo». Denuncia irregolarità in cabina elettorale anche all'ultima tornata: «La maggioranza uscita dalle ultime elezioni politiche è prevalsa su di noi solo per lo 0,32%, cioè 130 mila voti che siamo sicuri che non corrispondevano al risultato vero dell'elezione». Al di là dei numeri, il governo è fragile e «in Senato è tenuto in piedi da 32 senatori che erano stati eletti dai nostri elettori». Chiaro riferimento agli alfaniani con cui in queste ore non corre buon sangue.

Berlusconi si scaglia anche contro «l'uso politico della giustizia» che è stato fatto e contro «la procedura istituzionale che in Senato ha calpestato diverse leggi e che ha allontanato dalla politica il leader di centrodestra». Era da tempo che non parlava del verdetto Mediaset: «È una sentenza paradossale ma sono certo che sarà presto cancellata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo», dice ammettendo che «sto soffrendo moltissimo delle restrizioni che mi sono state imposte». Denuncia: «Ho avuto un trattamento che mai nessuno ha subito in una democrazia: in vent'anni - ha detto - mi hanno fatto di tutto, hanno attentato alla mia serenità, al mio tempo, alla mia famiglia, alle mie aziende, al mio patrimonio, ai miei diritti politici perché io non posso votare e non posso essere votato ed infine anche alla mia libertà».

Berlusconi è ferito ma per nulla domo: «Siamo in campo per la riscossa, per costruire una nuova Forza Italia e un nuovo centrodestra vincente. Questa, cosa volete, è la mia follia... Siamo ancora in campo, decisi a combattere per il nostro Paese». Quindi parla del partito: «È indispensabile un'inversione di marcia, siamo al lavoro per costruire una nuova Forza Italia». Priorità: «Superare la scissione dei parlamentari che sono stati eletti nelle nostre fila e hanno tradito il mandato degli elettori». Tira le orecchie alla truppa: «I nostri non sanno vendere il marchio che hanno in casa e ovviamente sto parlando del signor Berlusconi», scherza. Ma poi torna serio immaginando un nuovo 1994: «Dobbiamo essere consapevoli che siamo ancora di gran lunga il primo partito del centrodestra. Siamo ancora in campo». Follia? Sul tema dà vita a un siparietto con Rotondi, dopo aver ripercorso la sua carriera politica, dalla discesa in campo ad oggi: «caro Rotondi sei un po' pazzo anche tu...». E l'ex ministro replica con una battuta: «Che io sia pazzo è accertato...».