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giovedì 11 settembre 2014

Meglio non provocare Mike Tyson: il conduttore fa la domanda sbagliata. E in diretta tv finisce malissimo...

Mike Tyson, raffica d'insulti al conduttore in diretta tv




Meglio non provocarlo, Mike Tyson. Ne sa qualcosa Nathan Downer, conduttore della televisione candaese CP24. L'ex asso del pugilato era in visita a Toronto per appoggiare la campagna elettorale del sindaco Rob Ford, del quale si è a lungo parlato in passato anche perché ammise di aver fatto uso di crack, e si è recato negli studi televisvi. Downer, dopo qualche minuto di colloquio, chiede a Tyson se la sua condanna per stupro potesse incidere negativamente sulla competizione elettorale. Mike perde letteralmente le staffe e si scatena in una spaventosa raffica d'insulti nei confronti del conduttore, il tutto in diretta tv.

I ministri contro la spending review di Renzi. Fassina: "Impossibile tagliare 20 miliardi"

I ministri contro la spending review di Renzi. Fassina: "Impossibile tagliare 20 miliardi"




Ventimiliardi sono troppi. I ministri di Renzi non sanno come fare per soddisfare le richieste del premier. "Un ulteriore intervento metterebbe in crisi il sistema universalistico", tuona Beatrice Lorenzini titolare del dicastero della Sanità. Le fa eco Dario Franceschini: "Le risorse per la cultura non si toccano". Renzi da parte sua tira dritto: "Chiederò ai ministri la lista dei tagli", ha detto ieri a Porta Porta. Di certo c'è, scrive Repubblica, che la torta da aggredire non è di 735 miliardi di euro, ma - visto che non Renzi dice di non voler toccare pensioni, sanità e stipendi - di 200 miliardi e allora il 3% dei tagli imposti a ogni dicastero non fa 20 miliardi, ma 6.

L'attacco dem - «Forse hanno trovato la formula per la moltiplicazione dei pani e dei pesci a Palazzo Chigi e quindi nella legge di stabilità avremo grandi sorprese», ha puntualizzato Stefano Fassina, deputato Pd, intervenendo ad Agorà Estate, su Rai3, in merito agli interventi del governo in materia di risparmi, che dovrebbero portare nelle casse dello stato 20 miliardi di euro. «Ritengo - ha continuato - che sia impossibile sul piano politico tagliare 15 o 20 miliardi di spesa. Se si cercasse di farlo, si aggraverebbe la condizione economica del Paese, oltre a intervenire in modo molto negativo su Welfare, spesa sociale, spesa per la sanità e per la scuola». «Dovremo andare a una manovra espansiva che per un periodo limitato dia ossigeno all’economia - ha continuato Fassina -, anche estendendo il bonus Irpef degli 80 euro alle partite Iva che sono rimaste fuori e ai pensionati. Sarebbe utile allentare il Patto di stabilità interno per i comuni per far ripartire i piccoli cantieri in un settore come quello dell’edilizia, che è in una situazione drammatica». «Se invece - ha aggiunto Fassina - si va nella direzione dei 20 miliardi di tagli alle spese, e poi si fa la cancellazione dell’articolo 18 come il presidente Renzi ha annunciato a Il Sole 24 Ore, torniamo all’agenda Monti. Il punto - ha continuato - è che in questi anni abbiamo cambiato quattro governi in quattro anni e abbiamo tenuto sostanzialmente la stessa agenda. Se non la cambiamo, tra qualche mese ci troveremo in una situazione molto complicata». Tuttavia Fassina si dice «convinto che l’Italia ce la possa fare», ma ovviamente «vanno date le risposte giuste». Inoltre ha poi aggiunto che «se le risposte rimangono di continuità con l’agenda della troika e con le posizioni di Berlino» non si riuscirà «a rianimare l’economia, l’occupazione, le imprese e anche il debito pubblico».

Sondaggio che smaschera le single: ecco cosa cercano per farsi rimorchiare






Sondaggio: rimorchi solo se hai i soldi



Usciresti con qualcuno solo per i suoi soldi? Anche se il 97% degli uomini e il 94% delle donne hanno risposto di no, le single italiane sembrano avere un parere controverso rispetto alla situazione economica del partner. Infatti il 43% di loro ha risposto al sondaggio di eDarling (indagine condotta su un campione di 233 utenti single) di ritenere lo stipendio del partner “particolarmente importante”, in confronto ad appena il 16% degli uomini. Le donne inoltre sembrano non essere intenzionate a voler sposare un uomo che guadagna meno di loro: solo il 41% ha detto 'sì' senza riserve, mentre il 14% accetterebbe solo se lui avesse delle proprietà e il 45% ha risposto nettamente di ‘no’.

Agli uomini interessa altro - Per gli uomini invece lo stipendio della compagna è irrilevante poiché solo il 6% di loro mette gli occhi sul borsellino della futura consorte. Anche nel prestare denaro al proprio compagno le donne si riscoprono piuttosto diffidenti, infatti solo il 34% di loro lo farebbe incondizionatamente, rispetto all'81% degli uomini.

Il parere della psicologa - Perché uomini e donne hanno una visione così diversa del denaro all'interno della coppia? Secondo la Dott.ssa Wiebke Neberich, psicologa e ricercatrice di eDarling, "I risultati della ricerca mostrano il conflitto tra il carattere evolutivo delle donne e il loro desiderio di indipendenza. Le donne hanno lottato a lungo per l'indipendenza sociale ed economica e giustamente ci tengono a fare tesoro di questi risultati. Per questo motivo il desiderio femminile di avere un partner che garantisca loro una sicurezza economica può sembrare una contraddizione. La spiegazione si ritrova nel fatto che le donne si riscoprono economicamente dipendenti dal partner nel momento in cui decidono di formare una famiglia. Considerato da un punto di vista evolutivo, ha senso affermare che le donne siano più propense a cercare un partner benestante".

Baby squillo, la madre alla figlia: "Ti devi muovere, ho bisogno di soldi"

Baby squillo, la madre alla figlia: "Muoviti oggi, ho bisogno di soldi"

di Francesco Rigoni 


Roma, Italia, anno domini duemilaquattordici. Una madre chiama al cellulare la figlia quattordicenne: "Senti un po', tu non te movi oggi? E come facciamo? Perché io sto a corto, dobbiamo recuperà. Ma ce la facciamo a recuperare sta settimana?". La madre si preoccupa della figlia, che tenerezza, e la figlia si fa carico dei problemi economici della famiglia, che senso di responsabilità. Peccato che il lavoro trovato dalla ragazzina per dare una mano a casa fosse il lavoro più antico del mondo. La quattordicenne è la più piccola tra le baby prostitute dei Parioli, il quartiere della Roma bene. La telefonata era stata intercettata dai Carabinieri.

"Assenza di valori" - La motivazione della sentenza di primo grado - di cui oggi Il Tempo pubblica alcuni stralci - è lunga 90 pagine. Il giudice per le udienze preliminari Costantino De Robbio è durissimo: "La ragione del micidiale incrocio di vulnerabilità e assenza di valori che costituisce l'humus della vicenda è probabilmente dovuto all'incredibile indifferenza mostrata dalle persone a cui era naturalmente e istituzionalmente affidata la cura della crescita e dell'istruzione delle due ragazzine. Si fa riferimento - scrive ancora il Gup - alla madre (della più giovane delle due) che per lungo tempo ha ricevuto dalla figlia 14enne versamenti quotidiani di denaro ed ha scelto di non farsi domande sulla provenienza del denaro, non solo prendendo atto della circostanza ma cominciando ben presto a fare conto su quel denaro la cui provenienza illecita era più che evidente, e giungendo infine a sollecitarne i versamenti".

Sempre e comunque - La madre non solo sapeva, ma era la prima ad incitare la figlia a prostituirsi. E se la quattordicenne, per esempio, non se la fosse sentita? O se avesse presentato dei malesseri? Lo stesso: i versamenti di denaro dovevano avvenire in continuazione. La madre si allarmava quando gli "introiti" diminuivano, perché ormai quei soldi erano diventati parte integrante delle entrate di famiglia. I solleciti della madre non conoscevano ostacoli. Infatti il giudice sottolinea che non "solo la discesa della 14enne nel mondo della prostituzione minorile non è avvenuta all'insaputa della madre, ma è stata da questi incoraggiata per fini economici poiché sui proventi dei rapporti sessuali della figlia, la madre faceva affidamento tanto da allarmarsi per la sospensione degli introiti, pur se tale sospensione era dovuta a ragioni naturali e più che prevedibili". Agghiacciante.

I mostri - Questa vicenda è piena di mostri: oltre alla madre/matrona ruffiana ci sono i papponi che si facevano la guerra per gestire le due minorenni e i bavosi clienti avidi di mettere le sudicie mani sulle ragazzine, che nell'ambiente venivano evidentemente ritenute pezzi pregiati, secondo quanto emerge dalle parole del giudice: "la loro giovane età è anzi sempre vista come fonte di maggiore attrattiva 'commerciale' e dunque di guadagno per gli sfruttatori Mirko Ieni e Nunzio Pizzacalla e di piacere sessuale per gli altri".

Fiore sciupato - L'ambiente che viene descritto nella motivazione della sentenza è schifoso e ributtante: adulti che sfuttano spudoratamente - senza remore nè scrupolo alcuno - il fiore della gioventù proprio nel momento in cui sboccia meravigliosamente, nel momento in cui è contemporaneamente più bello e più fragile. Secondo il giudice "Emerge un desolante quadro di superficialità e cinismo, che accomuna organizzatori della prostituzione minorile e clienti, nel consapevole intento di approfittare per il proprio tornaconto (sia esso economico o di soddisfacimento della libido sessuale) dell'evidente incapacità delle due ragazzine di rendersi pienamente conto delle conseguenze di ciò che stavano compiendo". "In nessuna delle numerosissime conversazioni degli imputati - prosegue il Gup - emerge alcuna preoccupazione o scrupolo in relazione alla scelta di indurre alla prostituzione delle ragazzine da poco uscite dalle scuole medie".

Davide Bifolco, la verità dell'autopsia sul ragazzo ucciso Inseguimento e proiettile: cosa è successo quella notte

Napoli, autopsia sul corpo di Davide Bifolco: "Pallottola dall'alto al basso, colpo al petto e non alla schiena"




Nessun colpo alle spalle, Davide Bifolco è stato ucciso con un colpo di pistola al petto. E' il risultato dell'autopsia sul corpo del 17enne di Napoli ucciso giovedì notte nel rione Traiano da un carabiniere. Ad eseguire l'esame è stato il professor Massimo Esposito, nell'Istituto di Medicina legale dell'Università Federico II presso il Secondo Policlinico. Eseguiti anche la Tac e un prelievo cutaneo, come richiesto dal legale della famiglia Bifolco, l'avvocato Fabio Anselmo. Il proiettile è entrato nel petto a poca distanza dalla spalla, nella "regione toracica anteriore sinistra ed è uscito tra la settima e l'ottava vertebra a destra". Altro punto importante risultato dall'autopsia è che il ragazzo sarebbe stato colpito "dall'alto verso il basso" con una "inclinazione molto forte". Due le ipotesi: o il 17enne era caduto in terra oppure il carabiniere era molto vicino al ragazzo. 

Il legale di Bifolco: "Soddisfatto" - "Alle 12.30 ho assistito insieme con i consulenti all'esame esterno del cadavere - dice lo stesso Anselmo -. Sono sereno perché per la prima volta noto con soddisfazione che a differenza di altre situazioni vi è un totale accordo tra i consulenti: l'esame ha evidenziato il foro d'entrata del proiettile in petto ed il foro d'uscita alla schiena. Questo elemento ed il risultato della Tac di ieri sono punti di partenza molto solidi per le successive indagini. Ma ritengo assolutamente prematuro e completamente sbagliato trarre conclusioni a conferma o a smentita delle varie tesi". Secondo Salvatore Pane, avvocato del carabiniere che ha sparato a Davide, "non ci sono elementi che smentiscano la ricostruzione data dal mio assistito". "E' l'ulteriore conferma che erano stare fatte speculazioni e che il colpo non è stato esploso mentre scappava, ma è partito in maniera accidentale". La versione dell'agente, dunque, non cambia: "E' inciampato sul marciapiede trascinato dal guidatore dello scooter". Sul motorino, nel frattempo, pare definitivamente smentita la presenza di Arturo Equabile, il latitante sulle cui tracce erano i carabinieri: "Io non c'ero, dirò tutto agli inquirenti", ha confermato lo stesso giovane in un'intervista al Fatto quotidiano.

mercoledì 10 settembre 2014

Processo in corso per Renzi condannato in 1 grado! Ma tg e giornali non ve lo dicono

Processo in corso per Renzi condannato in 1 grado! Ma tg e giornali non ve lo dicono

di TzeTze

Giornali, tg e media dopo aver massacrato Berlusconi e Grillo sono clementi con Renzi. Nascondono il suo processo in corso, dove sta rischiando davvero tanto


Perchè nascondere? E’ un evidente segno di corruzione. Ecco perchè il goveno finanzia le testate giornalistiche, per corromperle con i soldi dei cittadini…

Praticamente nessun giornale ne parlerà ma è successa una cosa interessante

La Corte dei Conti, dopo la condanna in primo grado per danno erariale, si occupa di nuovo di Matteo Renzi e della sua gestione da ottimo amministratore locale. Con l’ordinanza della Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Toscana, n. 26/2014, la magistratura contabile ha rinviato a giudizio Matteo Renzi (udienza del prossimo 24 settembre 2014), per accertare una sua eventuale responsabilità per danno erariale, quando era Presidente della Provincia di Firenze.

Vediamo cosa viene contestato al rottamatore. Con decreto del Presidente della Provincia e con delibera della Giunta Provinciale, l’ente, all’epoca presieduto da Matteo Renzi, ha nominato un collegio di quattro Direttori Generali anziché di uno solo come invece richiederebbe la normativa in vigore ed il buon senso in tempi di spending review.
Secondo la Procura della Corte dei Conti la Provincia “avrebbe potuto (e dovuto) nominare un solo Direttore Generale … mentre aveva provveduto alla nomina ed alla remunerazione di quattro Direttori con retribuzioni ben superiori a quelle massime previste dal C.C.N.L. (contratto collettivo nazionale) … tanto più che i soggetti nominati Direttori Generali non provenivano dall’esterno, ma erano dirigenti di ruolo con contratto a tempo indeterminato, in seguito collocati in aspettativa, per essere riassunti dallo stesso Ente con un contratto di diritto privato”.

In sintesi queste nomine di dirigenti avrebbero cagionato, secondo il P.M., un danno erariale alla Provincia di Firenze pari a 816.124,15 euro.

Ovviamente sono certo che il Presidente del Consiglio, nel corso del processo, fugherà ogni dubbio davanti ai giudici della Corte dei Conti e davanti agli italiani, ma nel frattempo è bene informarsi ed informare.

P.S. Se il “discepoletto” imiterà il maestro in tutto e per tutto parlerà di giustizia ad orologeria!

Il duello all'ultimo sangue tra Floris e Massimo Giannini: chi c'è dietro (e che c'entrano Crozza, Benigni e Perego)

Floris e Giannini, dietro al loro duello lo scontro tra Lucio Presta e Beppe Caschetto




Scaldano i motori le televisioni, i duelli dell'informazione da prima serata stanno per iniziare. Uno su tutti, quello tra Giovanni Floris e Massimo Giannini, rispettivamente su La7 e su su Rai3, rispettivamente l'ex mister Ballarò e il nuovo conduttore di Ballarò. Per il buon Floris, l'antipasto con la striscia quotidiana 19e40 è stato catastrofico: clamoroso flop in termini di ascolti. Ed in questo contesto è trapelata una notizia che, di sicuro, agiterà le notti di Floris stesso: martedì prossimo, al primo duello tra Ballarò e Di martedì, il "successore" Giannini porterà sugli schermi Rai niente meno che Roberto Benigni. Insomma un "pezzo da novanta" che rischia di far (stra)vincere all'ex penna di Repubblica il duello degli ascolti (Floris, da par suo, risponderà al fuoco con Crozza).

Parte uno - Ma dietro a tutto questo movimento, secondo quanto scrive Dagospia, non ci sarebbe tanto un duello tra conduttori (Floris-Giannini, appunto), ma tra i rispettivi agenti: Lucio Presta e Beppe Caschetto. Si parte dal secondo, che ormai ha concentrato tutti i suoi "sforzi" su La7, la rete di Urbano Cairo con il quale, inizialmente, non si era particolarmente trovato. Caschetto ha portato all'emittente nell'ordine Maurizio Crozza, Michele Santoro, Corrado Formigli e Michele Santoro, ma solo con il passaggio di Floris avrebbe trovato la totale sintonia con l'editore (in Rai, per ora, della sua scuderia restano Fabio Fazio e Luciana Littizzetto).

Parte due - Insomma, sui radar, secondo Dagospia ci sarebbe un Caschetto sulla cresta dell'onda, sempre più potente a La7, con "la produzione chiavi in mano dello show di martedì sera". Una circostanza che agiterebbe Lucio Presta, che dopo il - primo - flop di Floris tira il fiato: il rischio era che un immediato successo che avrebbe reso la sua posizione (ha portato Giannini a Viale Mazzini) ancor più difficile. E così, dopo aver tirato il fiato, presta rilancia con Roberto Benigni, appunto, la carta grazie alla quale, nell'ordine, Presta, Giannini e il dg Gubitosi potrebbero prendersi una sonora rivincita. Una rivincita per Presta ancor più necessaria dopo che alla "sua" Paola Perego hanno tolto la striscia quotidiana La Vita in diretta per affidarle la settimanale di Domenica In.