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mercoledì 20 agosto 2014

TRAVAGLIO ALLA GOGNA Pugnalato dai grillini: ecco come...

I grillini mettono alla gogna perfino il "loro" Travaglio

di Marco Gorra


Dura la vita del beniamino del Movimento cinque stelle. Un momento sei in cima al mondo, adorato ed onorato come un oracolo ed il momento dopo finisci nella polvere, tra gli insulti e le contumelie di chi aveva appena finito di batterti le mani. Ora, finché ti tocca un trattamento del genere e ti chiami Stefano Rodotà o Milena Gabanelli, ancora ci sta: del grillismo eri e resti corpo estraneo, e non puoi pretendere che certe infatuazioni in gente tanto volubile abbiano effetti duraturi. Se però ti chiami Marco Travaglio e del citato grillismo vieni - a torto o a ragione - considerato il principe degli aedi, allora c’è un problema.

I fatti. Ieri si sono chiuse le votazioni del mega-sondaggio grillesco per eleggere il “giornalista dell’anno”: in lizza una quarantina di nomi più o meno noti del panorama giornalistico italiano rei di avere scritto male dei Cinque stelle in una o più occasioni ed un pratico form per decretare chi tra essi sia il più esecrabile. In fondo alla lista, una casella aggiuntiva “altri”liberamente compilabile dall’utente qualora ravvisasse lacune nel pure corposo bouquet di candidati offerto dalla casa.

A vincere (e a mani basse) è Giuliano Ferrara: il direttore del Foglio incassa la bellezza di 3.828 preferenze e porta a casa la medaglia d’oro («Me ne frego», commenterà con profilo encomiabilmente basso su Twitter poco dopo). Dietro, completano il medagliere il vicedirettore del Corriere della sera Pierluigi Battista (1.986 voti) e l’editorialista di Repubblica Corrado Augias (fermo a 1.429).

La vera sorpresa, però, arriva andando a vedere nel dettaglio la composizione della voce “altri”. Al di là dell’ottimo risultato di lista (2.197 voti e secondo posto virtuale), sorprende il disaggregato. Dove a fare la parte del leone sono in due: la firma di Repubblica Vittorio Zucconi (che tra i Cinque stelle gode di discredito talmente ampio da essere stato invano escluso dalla competizione da Grillo stesso, che lo aveva insignito del premio fuori categoria di “sciacallo dell’anno”) ed il citato vicedirettore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio. Quest’ultimo totalizza un lusinghiero score di 618 voti, che lo issano fino alla settima piazza della classifica (meglio di lui, oltre ai tre sul podio, fanno solo il direttore del Giornale Alessandro Sallusti con 1.137, l’altro ex idolo Michele Santoro con 725 e Gad Lerner che si impone sul filo di lana a quota 674).

Tanta l’enormità della cosa che nei commenti qualcuno ci resta anche male: «Travaglio merita rispetto anche quando dice cose che non ci piacciono», prova a buttare lì uno. Parole al vento: Travaglio nei mesi scorsi ha osato criticare i Cinque stelle (i casi più clamorosi su reato di clandestinità ed euro-intruppamento dei deputati del Movimento con i nazionalisti inglesi dell’Ukip), e pertanto va punito. Che la mentalità grillina maltolleri l’idea stessa della deviazione dalla Linea è d’altronde noto, così come lo è che da quelle parti si coltivi un certo riflesso pavloviano in forza del quale non esistono critiche ma solo biechi attacchi dettati da oscure e inconfessabili motivazioni. 

E allora non ci sono curriculum e benemerenze che tengano. Ferrara e Travaglio più o meno pari diventano e finiscono insieme nel calderone dei pennivendoli nemici del cambiamento. E fa niente se fino a ieri Travaglio era l’oracolo. La gloria del mondo, ai tempi delle gogne via Internet, passa ancora più in fretta.

martedì 19 agosto 2014

Tragica scivolata sugli scogli a Ischia, in pericolo di vita il figlio dell'ex senatore Giacinto Russo

L'amministratore Gaetano Daniele: "I collaboratori e gli amici de Il Notiziario sono vicini all'amico Giacinto Russo"


Giuseppe Russo, 29enne capitano dell'Aeronautica militare, scivola sugli scogli batte la testa e cade in acqua svenuto

di NanoTv e Marco Di Caterino 


L'incidente a località Scannella ai margini della zona marina protetta il Regno di Nettuno. Giuseppe Russo, figlio dell'ex senatore Giacinto Russo nonchè capitano dell'Aeronautica Militare a Pratica di Mare, aspetta un gruppo di amici che lo stanno raggiungendo con il gommone, si arrampica sulla scogliera, scivola battendo violentemente la testa e cade in acqua svenuto sotto gli occhi degli amici e di altri bagnati che assistono alla scena. Tutto accade in una manciata di secondi, alcuni amici si tuffano seguendo la scia di sangue e lo strappano una prima volta alla morte certa tirandolo via dall'acqua. Sono passati diversi secondi e Giuseppe ha ingerito moltissima acqua nei polmoni. La zona è praticamente priva di campo con i cellulari e il tentativo di chiamare i soccorsi con i cellulari fallisce sia da parte degli amici che di tutti i bagnanti che assistono attoniti all'incidente. Gli amici lo caricano sul gommone e si dirigono nel vicino porto di Forio, a metà strada riescono a contattare via cellulare i soccorsi che immediatamente lo trasportano dal porto di Forio all'ospedale Rizzoli dove Giuseppe va in arresto cardiaco, probabilmente per l'acqua presente nei polmoni. L'equipe di rianimazione riesce a strapparlo alla morte per la seconda volta e con la rianimazione il cuore torna a battere. I successivi esami clinici con la tac alla testa evidenziano che nonostante il forte trauma cranico non ci sono stati danni celebrali ma è l'acqua nei polmoni e la sindrome da annegamento a preoccupare i medici del Rizzoli e quindi  il capitano resta ancora in pericolo di vita. L'ex senatore Giacinto Russo: "siamo nelle mani di Dio". «Sono più sereno. I risultati della tac del pomeriggio hanno scongiurato danni cerebrali permanenti. Ora speriamo in Dio e nelle terapie per quello che è stato più che un principio di annegamento». La voce che giunge al cellulare è quella del papà dell'ufficiale dell'aeronautica ferito nella baia della Scannella. Giacinto Russo, 60 anni, medico prestato alla politica nazionale - eletto senatore nel 2008 per Italia dei Valori - che non ha mai dimenticato la sua Caivano, dove ancora lavora come ginecologa la moglie, Annamaria Ariemma.

«Mio figlio – continua Giacinto Russo – è stato davvero molto sfortunato. Lui non si è tuffato. Al momento dell'incidente si trovava su uno scoglio, ed aveva declinato l'invito degli amici a tuffarsi. Non ha fatto nemmeno in tempo a girarsi lentamente, che è scivolato sul tappeto di alghe dello scoglio».


Elenco immobili di Bersani: ne ha per un miliardo di euro

Elenco immobili di Bersani: ne ha per un miliardo di euro

I partiti, anche quelli che non esistono più, hanno moltissime case. Chi è il più ricco? Il segretario dei democratici

di Franco Bechis 



Forse non lo sanno nemmeno loro, ma al catasto non hanno dubbi. La più grande immobiliare di Italia è quella della politica. E il palazzinaro per eccellenza di Palazzo è Pierluigi Bersani. Incrociando come dovrebbe Attilio Befera i dati dei registri delle Camere di commercio con quelli di Sister dell’Agenzia del Territorio, Libero è stato in grado di disegnare la prima vera e completa mappa immobiliare della politica italiana. I partiti politici, le loro organizzazioni territoriali, i circoli, le società immobiliari controllate direttamente e indirettamente hanno in mano oggi 3.805 fabbricati sparsi in tutta Italia e 928 terreni. Le loro rendite catastali, agrarie e dominicali sommate ammontano a circa 2,8 milioni di euro, che ai fini della nuova Imu di Mario Monti indicherebbero un valore fiscale di circa 500 milioni di euro. In media per avere un valore reale di mercato bisognerebbe più che raddoppiare questa cifra, arrivando quindi a circa 1,2 miliardi di euro. Di questa somma l’80% circa riguarda proprietà immobiliari che risultano ancora in capo alle forze politiche in cui pianta le sue radici il Pd. Significa che sparso ovunque e gelosamente custodito  in forzieri, fondazioni e strutture territoriali, Bersani può contare su un patrimonio immobiliare che vale quasi un miliardo di euro in caso di valorizzazione. Gran parte è intestato ancora al Partito democratico della sinistra e alle sue strutture territoriali (unità di base, federazioni regionali, comunali e territoriali di varia natura), nonché alle immobiliari che risultano ancora di sua proprietà. Solo nell’area Pci-Pds-Ds-Margherita-Ppi-Pd sono 831 i diversi codici fiscali che risultano intestatari di fabbricati.

Vecchie sezioni - Fra questi ci sono sicuramente le sezioni del vecchio pci, che risulta ancora intestatario al catasto di ben 178 fabbricati e 15 terreni. Ma vedendo numeri di vani e caratteristiche di ciascun immobile, è difficile che proprietà accatastate come abitazioni di 12 o 14 vani o uffici di metrature ancora più ampie possano corrispondere al classico identikit delle vecchie sezioni territoriali. I democratici di sinistra controllano gran parte del patrimonio immobiliare attraverso le nuove fondazioni che ha costituito con pazienza il tesoriere Ugo Sposetti. Particolarmente ricche quelle umbre e quella di Livorno. Fra Pds, Pd, Ds e vecchio Pci sono ben più di 3 mila i fabbricati di proprietà. E non è manco detto che ci sia una mappatura completa, e che le varie federazioni di sigle ormai in disarmo ne abbiano l’esatto controllo. Non è escluso che qualche vecchio amministratore locale non ne abbia nemmeno fatta menzione al partito. La mappa immobiliare è comunque l’unica che rende in qualche modo tangibile il fantasma più classico di ogni partito politico: quello del bilancio consolidato. Per capire quanti soldi sono girati e girano, e quale è la forza economica bisognerebbe infatti mettere insieme i conti nazionali che vengono resi pubblici con i rendiconti delle centinaia di strutture territoriali che invece sono nascosti. 

Forza economica - L’emergere di tante proprietà immobiliari fa comprendere meglio di ogni altra cosa come il Pd sia il partito che ha alle sue spalle la forza economica più impressionante della politica. L’unica cosa che non si capisce è come gli amministratori locali di Bersani continuino ad impiegare fondi che il partito gira alle strutture territoriali nell’acquisto di nuovi immobili.  A Genova, dove non mancano certo proprietà delle varie sigle che stanno alle spalle del Pd, è stato comprato un appartamento da 5 vani nel 2010. A Crespino, in provincia di Rovigo, quattro fabbricati. A Montecchio, provincia di Reggio Emilia, acquistati nell’aprile 2011 addirittura due terreni erbosi. Acquistati immobili e terreni nel piacentino. Così nello spezzino, dove esisteva una celebre immobiliare del pds. Sarà forse un buon investimento in momento di crisi, perché certo il mattone dà più soddisfazione e sicurezza dei fondi in Tanzania. Resta difficile comprendere perché nella sinistra italiana faccia tanto ribrezzo potere prendere una sede di partito o un ufficio per i propri dirigenti in banale affitto come accade a molte altre forze politiche.

Il papa laico - Re Bersani a parte, dalla banca dati della Agenzia del Territorio emergono molte sorprese: tutti i partiti ufficialmente morti e sepolti hanno ancora appartamenti e perfino palazzine di un certo valore. Dalla Dc al partito socialista. Ne posseggono anche partiti che certo non hanno invaso le cronache politiche, come quello del Papa laico o quello dell’armonia. Ma la sorpresa delle sorprese viene dal partito nazionale fascista, che non solo è morto, ma è stato sciolto per legge. Tutti i suoi beni sono passati al demanio pubblico, ma l’operazione non è riuscita per quattro fabbricati e due terreni. Uno di questi risulta ancora di proprietà del Pnf e dato un uso ad Anagni, nel frusinate, al Fondo edifici di culto del ministero dell’Economia.



La carica dei 300 consulenti di Renzi

Renzi, la carica dei 300 consulenti



Per Renzi 300 volte OK
Costo medio 1,5 milioni di euro
La crisi c'è ma non per loro 

L’esercito dei «ministeriali» ha superato quota 170 mila unità. Eppure il personale, le professionalità e gli appetiti di qualche politico non bastano mai. È questa - forse - la ragione per cui lo Stato continua ad assumere consulenti e collaboratori, tutti rigorosamente stipendiati. Complessivamente - e la parte del leone continuano a farla i Comuni - nel 2011 sono costati alle casse della Repubblica 1,3 miliardi di euro. 

Matteo Renzi, giocando di sponda col suo ministro Marianna Madia, ha sforbiciato qua e là, dando il buon esempio. Un decreto firmato proprio dalla Madia (che ha un solo consulente, e a titolo gratuito) obbliga tutte le amministrazioni a limitare al «90% delle spese dell’anno precedente» i costi per i consulenti. Palazzo Chigi si è adeguato, ma non tutti i suoi ministri hanno seguito l’esempio: Federica Mogherini, ministro degli Esteri, no. La candidata Lady Pesc, che già può avvalersi di ben 4.103 dipendenti alla Farnesina, ha assunto pure - per 45 mila euro - un architetto per il semestre europeo. Il titolare dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ancora non ha pubblicato l’elenco dei consulenti «in attesa che i contratti vengano registrati dalla Corte dei conti» al contrario del trasparente ministro della Giustizia Andrea Orlando. Maria Elena Boschi non risulta avere neppure un consigliere, mentre l’uddiccino Gianluca Galletti ha fatto il pieno. Il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina è quello che paga meno il suo staff, quello dell’Economia Pier Carlo Padoan fa segnare il record opposto. Padoan ha nominato la professoressa Giuseppina Baffi suo consigliere e per il lavoro svolto «dal 27/05/2014 al 30/06/2014» le ha destinato 75.561 euro: 2.200 al giorno. I consulenti del governo italiano restano quasi cinquecento anche dopo l’insediamento del «rottamatore»: spesso professionisti plurititolati, talvolta molto preziosi, servono a volte a «nascondere» la presenza di vecchie conoscenze dei palazzi, di “riciclati” come i due ex deputati Sabrina De Camillis o Mauro Libè. Ecco tutti i consulenti così come sono stati elencati - in ottemperanza alle norme vigenti, ma non sempre immediatamente rintracciabili - sui siti internet delle amministrazioni. 

Leggi tutti i nomi dei 300 consulenti

MINISTERO COMPENSO LORDO ANNUO

MINISTERO POLITICHE AGRICOLE
Corrado Martinangelo - 24710
Valerio Godino - 25658
Federica Bugea - 24710
Umberto Maria Di Giacomo - 25658
Daniela Carnevale - 25658
Alessia Freda - 25658
Federica Agati - 25658
Mariangela Legittimo - 25658
Enrico Corali - 29000
Mauro Rosati - 16500
Felice Adinolfi - 12000
Antonio Ambrosio - 54000
Paolo Pinzoni - 52500
Alessandro Tomassetti - 28000
Marco Stigliano Messuti - 16000
Alessandro Apolito - 24000
Elisabetta Gabrielli - 25658
Cinzia Chieppa - 25658

MINISTERO DELLA DIFESA
Alberto Pandolfo - 55741
Guendalina Dainelli - 70000
Andrea Armaro - 85496
Matilde Ancilli - 36000
Renato Dal Monte Casoni - 36000
Maria Rimedia Elena Floris - 38000
Giorgio Tobini - 16120
Laura Nocera - 55741
Felice Casini - 36000
Luigi Barone - 36647
Andrea Grazioso ?
Simone Mazzucca ?

PALAZZO CHIGI
Cecile Desobry - 7241
Giuliana Marroncelli - 25000
Giovanni Allucci - 48000
Francesca Bavastrelli - 20000
Matteo Cuccia - 28800
Giacomo Barbetta - 10000
Rossana Casasanta 20000- Lara Giovannangelo - 29500
Claudia Matini - 25000
Alessandro Pergola - 20000
Giorgio Gino Bozzeda - 10000
Sergio Sangiorgi - 10000
Pietro Valentini - 10000
Delia Zingarelli - 10000
Massimo Tomassini - 20000
Giulia Nunziante - 20000
Martinoja Alessandra - 25000
Amadio Salvi - 53924
Walter Mazzitti - 43773
Fiammetta Mignella Calvosa - 20588
Mario Martelli - 20300
Roberta Varsi - 38975
Rinnollo Angelo - 26400
Giorgia Adamo - 12000
Annalisa Del Mondo 14000
Loredana Persampieri - 19000
Angela Famularo - 10000
Marco Magliacane - 5000
Paola Giovene Di Girasole A titolo gratuito 
Enrico Menduni de Rossi - 51390
Camilla Bianchi - 24000
Maja Bova - 36000
Marco Buemi - 36000
Roberta Cocchioni - 24000
Cecilia Cristaudo - 36000
Paola Di Lazzaro - 36000
Pietro Santo Leopoldo Falletta - 36000
Edoardo Fonti - 24000
Olga Marotti - 24000
Maria Teresa Nigro - 36000
Alessandro Pistecchia - 24000
Federico Porcedda - 36000
Cristiana Russo - 24000
Valerio Serafini - 24000
Pietro Vulpiani - 36000
D'alessandro Rosella Eutilia - 18000
Giovanna Carcapede - 20700
 Quaresima Umberto - 8470
Maffini Francesca - 80000
Bastianini Ettore solo rimborso missioni
Fedeli Andrea - 24000
Mollica Ornella - 25000
Petrini Katia - 18000
Monnanni Massimiliano - 25000
Fiormonte Luca - 500
Federica Morana - 105000
Enrico Menduni De Rossi ? Pietro Garofoli - 41736
Francesco Rana - 150000
Giuseppe Surdi - 60000
Paolo Piacenza - 60000
Ivana Paniccia - 60000
Roberto Proietti - 51390
Amorosi Golisciani Giuseppe - 24000
Rinollo Angelo - 26400
Simone Balduino A titolo gratuito 
Lucia Gizzi - 15000
Augusto Vacca - 63533
Mariarita Circi - 80000
Giuseppe Catalano - 40000
Giovanni Xilo - 58500
Giancarlo Vecchi - 40000
Fulvio Ventura - 36250
Francesco Minchillo - 34800
Sonia Cappello - 27000
Antonello Picucci - 27000
Imma Parolisi - 34800
Piero Lucchin - 30000
Fortunato Zampaglione - 26250
Linda Manzone - 19500

MINISTERO DELL'INTERNO
Danila Subranni - 120000
Marco Canaparo - 57907
Isabella Rauti - 70000
Giovannantonio Macchiarola - 127290
Sabrina De Camillis - 70000
Giuseppe Lanzilotta - 65000
Roberto Rametta - 41600
Maria Adriana Pancamo - 41600
Lorenzo Malagola - 41600
Ivan Paci - 41600
Annalisa Conte - 41600
Aldo Piazza - 41600
Alfonso Gallo Carrabba - 41600
Ugo Malagnino 74480
Francesca Daniela Gentile 41600
Catia Pellini - 32000
Paolo Martellini - 74480
Sara Righetti - 32000
Tiziana Lagrimino - 32000
De Giorgi Gabriele - 74480
Michela Malfatti - 32000
Aly Baba Faye - 32000
Serenella Ravioli - 76497
Cristina Pascale - 32000 Giuseppe Benevento - 32000
Paolo Pocchi - 41600
Giuseppe Pizza - 41600
Flora Alfano - 30000
Gaetano Miccichè - 30000
Armando Eugenio Tarullo - 30000
Garofalo Elena - 35380
Filippone Monica - 35380
Lucignano Laura - 35380
Papetti Romina - 35380
Alberigi Paola - 35380
Aiello Marcella - 35380
Losasso Rosanna - 35380
Emilio Bordoli - 80000
Lorenzo Uasone - 25000
Alessandro Spasiano - 25000

MINISTERO DEL LAVORO
Elisa Gambardella - 25000
Eugenio Madeo - 21000
Costantino Monteleone - 30000
Alessia Fragassi - 30000
Fernando Caracuta Incarico non retribuito
Giacomo Vaciago - 25000
Luigi Caso - 44691
Eugenio Madeo Incarico a titolo gratuito
Stefano Visonà - 34720
Erminia Moreschini - 29448
Bruno Busacca - 139178
Massimo Tognoni - 121496
Paolo Trichilo - 26855
Cinzia Alitto - 29448
Andrea Battiston - 65599
Gaetano Brattoli - 65599
Claudio Teruggi - 65599

MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE
 Antonio Aloisi - 28000
 Matteo Benedettino - 24000
Angelo Di Silvio - 9000
 Damien Lanfrey - 40000
Donatella Solda - 40000
Nicola Del Duce - 24000
Veronica Gigliotti - 36000
Alessandra Belloni - 44000
Elena Ugolini - 18000
Sara Buzzurro - 34000
Francesca Tommaselli - 18000Ivana Di Biase - 18000
Lucrezia Stellacci - 34000
Rocco Liuzzi - 35000

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Matteo Bianchi - 44932
Luigi Coldagelli - 103800
Laura Cremolini - 103800
Francesca Delle Vergini - 26318
Michele Fina - 26318
Carloalberto Giusti - 26318
Mauro Palma - 46253
Patrizia Papale - 23830
Roberto Rao - 46253
Luca Spataro - 23830
Sara Toracca - 26318
Valeria Giovanna Venuto -
449

L'ultima follia di Grillo, un sondaggio per i giornalisti più odiati: vince...

Beppe Grillo provoca Giuliano Ferrara: vince il premio Stercorario come "miglior" giornalista dell'anno




La provocazione dell'artista, si sarebbe detto in altri tempi. In ogni caso di provocazione si tratta, l'artista in questione è il comico-politico Beppe Grillo che secondo il voto del web, incorona Giuliano Ferrara come miglior giornalista dell'anno. Di premio farlocco trattasi, in classifica pure Pigi Battista (secondo posto), e un inaspettato Corrado Augias al terzo. L'aggiro è chiaro, con l'hashtag Stercorario2014 il leader 5stelle incorona i dieci giornalisti più detestati (e temuti) dal Movimento. Vittorio Zucconi, fuori per un soffio dalla Top Ten, non scampa alle malignità del comico genovese che chiosa "PS: Zucconi, fuori concorso, è lo sciacallo dell'anno".


La mappa top secret del meteo: "Le temperature in Italia a - 20°" Ecco dove arriverà la "glaciazione"

La mappa top secret del meteo: "Le temperature in Italia a - 20°"




Non ci sono più le stagioni di una volta, lamentano molti. L'estate sembra autunno e il solleone fa fatica a riscaldare il nostro Paese. Ma questo è nulla se diventeranno realtà le previsioni per il prossimo inverno. Affari Italiani parla di una mappa definita 'top secret' da ilmeteo.it e disegnata dai centri meteo internazionali che prevede un un "gelo apocalittico", con temperature al Nord Italia che nel mese di gennaio scenderanno fino a meno 20 gradi.

Quarto segreto di Fatima esiste Socci ha la prova, ecco qual è

Fatima, il quarto segreto esiste: Socci ha la prova, ecco qual'è

di Antonio Socci 


C’è una novità nel giallo del «terzo segreto di Fatima», una profezia che attraversa tutto il Novecento e sembra proiettata alla sua realizzazione finale. La novità è contenuta in una pubblicazione ufficiale del Carmelo di Coimbra, quello dove è vissuta ed è morta (nel 2005) suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente. S’intitola «Un caminho sob o olhar de Maria» ed è una biografia di suor Lucia, scritta dalle consorelle, con dei preziosi documenti inediti della stessa veggente.

Prima di vederli bisogna ricordare bene qual è la storia di Fatima. Nel divampare della Grande Guerra, il 13 maggio 1917 la Madonna appare, nel villaggio portoghese, a tre pastorelli. I giornali laici irridono i «creduloni» sfidando la Vergine a dare un segno pubblico della sua presenza. Lei preannuncia ai tre bimbi che darà il segno e nell’ultima apparizione, quella del 13 ottobre, 70 mila persona accorse alla Cova de Iria assistono terrorizzati al vorticare del sole nel cielo. Un fenomeno che l’indomani sarà riferito sui giornali (pure anticlericali).

Nell’apparizione del 13 luglio la Madonna aveva affidato ai bambini un messaggio per il mondo intero. Era la grande profezia sui decenni successivi se l’umanità non fosse tornata a Dio. In effetti si realizzò tutto: la rivoluzione bolscevica in Russia, la diffusione del comunismo nel mondo, le sanguinose persecuzioni contro la Chiesa e infine la seconda tragica guerra mondiale. C’era poi una terza parte di quel segreto che si doveva rivelare - disse la Madonna - nel 1960. Arrivata quella data Giovanni XXIII secretò tutto perché terribile era il suo contenuto.

Provocò così una ridda di ipotesi. Nel 2000 Giovanni Paolo II rese noto il testo del terzo segreto che contiene la famosa visione del «vescovo vestito di bianco», con il Papa che attraversa una città distrutta, i tanti cadaveri e poi il martirio del Santo Padre, di vescovi, preti e fedeli. Da molti elementi si poteva intuire che non era tutto. Anche io, come altri autori, nel 2006 pubblicai un libro, «Il quarto segreto di Fatima», dove mostravo che mancava la parte, scritta e inviata successivamente, con le parole della Madonna che spiegavano la visione medesima. Lo stesso segretario di Giovanni XXIII, monsignor Capovilla, che aveva vissuto tutto in prima persona, in una conversazione con Solideo Paolini accennò proprio all’esistenza di quel misterioso «allegato».

Da parte ecclesiastica si è ufficialmente smentito che esista e che vi siano profezie che riguardano i tempi odierni. Ma una clamorosa conferma implicita arrivò dallo stesso Benedetto XVI che durante un improvviso pellegrinaggio a Fatima, il 13 maggio 2010, affermò: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Aggiunse: «sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano… e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano». Ma quali profezie potrebbero trovarsi in quel testo? Fanno riflettere queste due frasi del Papa pronunciate in quel discorso a Fatima: «L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo». E poi: «La fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata». Dalle parole di papa Benedetto s’intuì dunque che c’è davvero dell’altro in quel Terzo Segreto ed è drammatico per il mondo e per la Chiesa. Proprio a quella visita del papa è forse dovuta l’uscita di questo libro che fa filtrare un altro pezzetto di verità.

Il volume infatti attinge alle lettere di suor Lucia e al Diario inedito intitolato «Il mio cammino». Impressionante, fra gli inediti, è il racconto di come suor Lucia superò il terrore che le impediva di scrivere il Terzo Segreto. Verso le 16 del 3 gennaio 1944, nella cappella del convento, davanti al tabernacolo, Lucia chiese a Gesù di farle conoscere la sua volontà: «sento allora che una mano amica, affettuosa e materna mi tocca la spalla». È «la Madre del Cielo» che le dice: «stai in pace e scrivi quello che ti comandano, non però quello che ti è stato dato di comprendere del suo significato», intendendo alludere al significato della visione che la Vergine stessa le aveva rivelato.

Subito dopo - dice suor Lucia - «ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: “nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!”. Questa parola “Cielo” riempì il mio cuore di pace e felicità, in tal modo che, quasi senza rendermi conto, continuai a ripetermi per molto tempo: il cielo, il cielo!».

Così le viene data la forza per scrivere il Terzo Segreto. L’inedito che ho appena citato è un documento molto interessante, dove gli addetti ai lavori trovano facilmente conferma alla ricostruzione storica per cui il Terzo segreto è composto di due parti: una, la visione, fu scritta e inviata prima, mentre l’altra - quella che nelle parole della Madonna è «il significato» della visione stessa - fu scritta e inviata successivamente. È il famoso e misterioso «allegato» a cui accennò Capovilla. È il testo, tuttora non pubblicato, dove presumibilmente sta la parte che più spaventava suor Lucia. La stessa parte che spaventò Giovanni XXIII (ma anche, prima di lui, Pio XII) e che Roncalli decise di non rendere nota perché - a suo avviso - poteva essere solo un pensiero di suor Lucia e non avere origine soprannaturale.

È una parte così esplosiva che si continua tuttora, ufficialmente a negarne l’esistenza. E l’apertura di Benedetto XVI nel 2010, che ha portato anche alla pubblicazione di questo volume, oggi si è richiusa. Lo dimostra quanto è accaduto a Solideo Paolini, il maggiore studioso italiano di Fatima che, viste le pagine di questo libro che gli ho inviato, ha scritto al Carmelo di Coimbra chiedendo di poter consultare le due opere inedite menzionate nel volume, ritenendo che lì vi siano ulteriori dettagli sulla parte secretata. La lettera è arrivata a destinazione (ne fa fede la ricevuta), ma non ha avuto risposta. Paolini allora ha scritto di nuovo entrando nel merito e chiedendo se suor Lucia ha mai messo nero su bianco quel «significato della visione» che dall’Alto le era stato dato di comprendere e che quel 3 gennaio evitò di annotare su suggerimento della Madonna: «nelle opere che vi avevo chiesto di consultare c’è nessun riferimento a “qualcosa di più” a riguardo del Segreto di Fatima, a tutt’oggi testualmente inedito?».

La lettera risulta pervenuta il 6 giugno. Ma anch’essa non ha avuto risposta. Eppure sarebbe stato semplice rispondere di no. Evidentemente la risposta era «sì», ma non si può dare, perché sarebbe esplosiva. Così tacciono. Tuttavia la visione che ho appena citato rimanda ai due elementi che presumibilmente sono contenuti nel testo inedito del Segreto: la profezia di un’immane sciagura per il mondo e una grande apostasia e crisi della Chiesa. Una prova apocalittica al termine della quale - disse la Madonna stessa a Fatima - «il mio Cuore Immacolato trionferà». 

A questo sperato «trionfo» fece riferimento nel 2010 Benedetto XVI: «Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni (2017) affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità».   Significa che oggi, 2014, siamo già entrati nella spaventosa prova? In effetti se si guarda la cronaca…