Il lamento del consigliere Ncd: "6.800 euro al mese sono pochi"
di Paolo Ricciarelli
Diciamo la verità, la regola secondo la quale c’è un tempo per parlare ed un altro per tacere, andrebbe osservata sempre più spesso. Soprattutto in politica, dove il vento della protesta contro la Casta cambierà rapidamente direzione, a seconda del momento e del governo, ma è sempre pronto a gonfiare le vele della rivolta.
Questa volta, sulla strada dell’indignazione popolare, ha trovato Pino Cangemi, consigliere regionale Ncd alla Regione Lazio, che ha consegnato al quotidiano romano Il Messaggero una intervista destinata a lasciare il segno. Perché l’esponente alfaniano, stipendio di 6.800 euro netti al mese, non è soddisfatto di quanto prende. A suo dire, è troppo poco. Ovviamente nessuno vuol fare demagogia spicciola, di quella a buon mercato che va tanto di moda, dato che ciascuno è in grado di valutare la portata di queste parole. Ma il fatto non può essere sottovalutato. O nascosto, peggio ancora minimizzato.
Torniamo al nocciolo della questione, dunque. Come detto l’esponente del Nuovo Centrodestra, con un passato da paracadutista con encomio a Mogadiscio, oggi politico a tempo pieno, è uno dei cinquanta consiglieri regionali del Lazio. Visto che è del 1970, tra sei anni prenderà anche il vitalizio, perché nella scorsa legislatura è stato assessore esterno alla Sicurezza nella giunta guidata da Renata Polverini, eletta alla Camera nelle fila di Forza Italia.
Lui, però, dice che gli hanno tolto il permesso Ztl e per spostarsi in centro a Roma e deve usare la sua auto. E poi non ci sarebbero altri soldi per la segreteria del partito e lui e gli altri iscritti devono contribuire alle spese delle sedi. Prima, dice lui, lo stipendio era di 12.000 euro al mese. Poi sono scoppiati gli scandali Fiorito (meglio conosciuto come Er Batman di Anagni) e Maruccio e allora qualche benefit è stato tolto. E dai 6.800 euro netti attuali il Governo Renzi taglierà fino a 5.200 euro. Ovvero quanto prende il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Ma quando il giornalista de Il Messaggero, Mauro Evangelisti, gli fa notare che chi prende 1.000 euro al mese si arrabbierà per le sue affermazioni, il consigliere regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, fa notare che per fare politica ci vogliono i soldi e che sarà costretto a tagliare sedi e collaboratori. Insomma, per Cangemi è un’ingiustizia. A volte tacere è meglio, molto meglio. Perché il silenzio è d’oro.