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lunedì 28 luglio 2014

IL PALINSESTO DI RENATO La nuova Rai secondo Brunetta: "Ecco chi metto a Tg1 e Ballarò"

Forza Italia, Renato Brunetta fa il palinsesto Rai: "Piero Sansonetti al Tg1 e Nicola Porro a Ballarò"



Dopo decenni di immobilismo, qualcosa sta cambiando nell'organizzazione interna della televisione di Stato, con l'obiettivo di ridurre i costi delle produzioni e del personale. Il dg Gubitosi, tra le altre cose, sta mettendo mano alle redazioni dei telegiornali, secondo uno schema che prevederebbe l'accorpamento di Tg1 e Tg2, che pur manterrebbero ciascuno il proprio nome, con il Tg3 (insieme a Rainews24 e Tgr) a svolgere una funzione di approfondimento. Ed è in questo clima di cambiamento che si fa largo la proposta avanzata dal "Mattinale" di Forza Italia, la tradizionale nota politica dei deputati azzurri. "In questo bailamme estivo che coinvolge anche i palinsesti Rai, vogliamo ripartire dalla nostra proposta per dare una ventata d’aria nuova all’approfondimento e all’informazione Rai. Ci vuole un sano spirito d’iniziativa. E mentre La7 si avvia a diventare la nuova Telekabul del panorama televisivo italiano, perché non affidare la direzione del Tg1 al direttore de “Il Garantista” Piero Sansonetti (già direttore, tempo fa, de Il Manifesto, ndr)? Questa è la nostra provocazione ragionata ai vertici Rai, per un servizio pubblico che sappia intraprendere una vera rivoluzione liberale dell’informazione e dell’approfondimento.

La nota politica di Renato Brunetta si occupa poi dell'altra patata bollente in mano ai piani alti di viale Mazzini in questi giorni: la sostituzione di Giovanni Floris alla conduzione di Ballarò sui Raitre: "Mentre Massimo Giannini sta valutando attentamente la proposta arrivata dalla Rai di condurre la prossima edizione di Ballarò - si legge ancora nel Mattinale - noi chiediamo a Viale Mazzini di valutare attentamente di affidare Ballarò al bravo Nicola Porro (già giornalista di punta de Il Giornale), che si è già misurato, su Raidue, nelle vesti di padrone di casa di “Virus, il contagio delle idee”, che potrebbe invece avere in Giannini un nuovo papà.

Nibali trionfa a Parigi. Il Tour è dello Squalo

Nibali trionfa a Parigi. Il Tour è dello Squalo



Vincenzo Nibali vince la 101/a edizione del Tour de France. Sedici anni dopo Marco Pantani un italiano trionfa nella Grande Boucle. La maglia gialla brinda con i compagni di squadra dell’Astana nell’ultima tappa con arrivo a Parigi, vinta dal tedesco Marcel Kittel. Un siciliano trionfa a Parigi, un ragazzo che come ogni corridore ha sognato questo momento fin da bambino porta l'Italia in cima al Tour de France. Un'impresa attesa da 16 anni. L'ultima volta ad entrare a Parigi con la maglia gialla era stato Marco Pantani. Tra i due campioni un periodo che sembra non esistere più, al di là delle cancellazioni che la storia ha prodotto sull'albo d'oro della Grande Boucle.

L'impresa - Vincenzo ha compiuto le sue ultime pedalate verso la strada dei grandi campioni e ci consegna un nuovo ciclismo. Finalmente una vittoria pulita senza l'ombra di scandali, bugie e tanta vergogna. I furbi esisteranno sempre, come nella vita di ogni giorno, ma la vittoria di Nibali ci fa capire come vincere in modo pulito sia ancora possibile. Adesso toccherà a tutto il ciclismo italiano seguire le'esempio di Nibali.Vincere si può. Ma per farlo alla luce del sole serve allenamento e fatica. Come quelle di Vincenzo. 

Albano "torna" con Romina e rompe il silenzio: "Vi racconta la mia nuova vita..." E la Lecciso...

Albano e Romina: "Abbiamo una nuova vita insieme"



Albano torna a cantare con Romina Power. E al settimanale "Gente" dice: "Cantiamo Felicità perchè oggi, come tanti anni fa, ha un senso. Non è una forzatura. La tensione tra noi è svanita. La donna che mi ha fatto una guerra assurda ha sotterrato l'ascia. L'atmosfera che respiro adesso, così sana, così serena, mi fa bene all'anima e al cuore. È una nuova vita con lei. Un nuovo capitolo che si fonda sulla pace, sulla consapevolezza che il brutto è passato. Che i figli sono felici, che in me lei non vede più un nemico e io in lei non troverò più una nemica. Anzi". A confermare il loro ravvicinamento lo scatto inedito pubblicato su Facebook dalla figlia Cristal che li ritrae abbracciati e innamorati come due ragazzini. Al Bano e Romina appaiono felici come non mai.

De Fillippi cuore di mamma. La paura di Maria per il figlio: "Da quando Gabriele frequenta..."

Maria De Fillippi si confessa: "Sono preoccupata per la nuova relazione di mio figlio"



Il settimanale Top rivela infatti che la nuova relazione del figlio di Maria De Filippi,  Gabriele, che preoccuperebbe molto la conduttrice di Amici, che del resto aveva confessato in prima persona di essere molto possessiva nei confronti del figlio adottivo.

Il gossip - Gabriele si sarebbe fidanzato con una ragazza straniera – la cui identità resta sconosciuta – in occasione di uno dei tanti viaggi di lavoro e, sempre secondo Top, sarebbe vicino anche l’incontro tra nuora e suocera, che dovrebbe avvenire ad Ansedonia, dove la famiglia Costanzo è solita trascorrere le vacanze estive.

Il rapporto col figlio - “L’identità di questa ragazza è ancora top secret – si legge su Top - c’è chi ipotizza che possa essere straniera: Gabriele potrebbe averla conosciuta durante uno dei suoi numerosi viaggi all’estero. E c’è chi dice che Maria l’abbia presa con una certa preoccupazione”. Di cosa sia preoccupata Maria De Filippi non è dato sapere, ma probabile che si tratti di semplice preoccupazione materna, anche perché Maria mesi fa aveva dichiarato di non aver mai smesso di controllare il figlio. "Io so dove va e con chi va - aveva poi aggiunto la conduttrice - adesso con Facebook è facile"

Patto del Nazareno, la confessione dell'azzurro: "Ho visto il foglio, ora vi dico io cosa c'è scritto..."

Patto del Nazareno, la confessione dell'azzurro:  "Ho visto il foglio, ora vi dico io cosa c'è scritto..."



Il patto del Nazareno è più di un patto, è un qualcosa di "scritto", e dunque difficile da rescindere. Anche se è solo "un documento di lavoro". Ad alzare il velo sul'accordo tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi è Giovanni Toti. L'eurodeputato di Forza Italia e fidatissimo del Cav fa capire al Pd che è meglio cambiare rotta sull'Italicum. Poi parla del foglio su cui sarebbe stata sancita l'intesa tra il premier e Silvio sulle riforme: "Il patto del Nazareno esiste e io l'ho visto. Io come molti altri dirigenti di Forza Italia" spiega dalla rassegna culturale Ponza D'Autore.

"Ho visto il foglio" - "E' un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe schematiche del processo di riforma - continua Toti - E' una cosa semplicissima nella sua banalità, un appunto scritto a penna sulle cose da fare. La legge elettorale per cui la partenza era il modello spagnolo, e riguardo il Senato prevedeva tre clausole: la non elettività, il non compenso, e la fine del bicameralismo, ovvero la doppia approvazione delle leggi".

La battuta - Infine, sul foglio Toti dice che non c'era nessuna firma, ma rivela che la calligrafia non era quella di Berlusconi, forse - osserva ironico - era quella di Verdini. Dunque nessuna clausola segreta. "Sì, non ci sono clausole segrete", precisa ancora l'europarlamentare azzurro evidenziando come, il foglio scritto al quale accennava on sia la trascrizione, nero su bianco, dell'accordo, ma "un mero documento di lavoro".

"Urla e liti a palazzo Chigi" Renzi e la rissa col suo fedelissimo Ecco perché è scoppiata la bufera...

Governo, Matteo Renzi e la lite con Luca Lotti



Non è un momento facile per Matteo Renzi. I sondaggi danno il Pd in calo, le tensioni per le riforme e lo spettro di una nuova manovra in autunno agitano le acque di palazzo Chigi. Il premier a quanto pare è abbastanza nervoso e non riesce a tenere a bada il suo ego che lo porta anche ad assalire verbalmente i suoi compagni d'avventura. Ne sa qualcosa il fidatissimo sottosegretario Luca Lotti. Secondo quanto raccontano i rumors riportati dal Fatto Quotidiano, a palazzo Chigi negli ultimi giorni sarebbe andata in scena una lite furiosa tra Renzi e lo stesso Lotti. Eppure Lotti, dicono i bene informati, è l'unico che gode dell'appellativo di "fratello" da parte del premier. A far scoppiare il caos sono state le sovvenzioni anti-crisi all'editoria. La rissa si sarebbe consumata al terzo piano di palazzo Chigi. 

La lite - Lotti che ha la delega all'editoria stava proponendo a Renzi di deliberare nuovi fondi per aiutare il settore a ristrutturarsi. Renzi non l'avrebbe presa bene e qui scoppia la lite. Lotti avrebbe provato a ribattere ed è finita a urla davanti ai dipendenti di palazzo Chigi. "Tu mi devi fare delle proposte, ma la linea politica la decido io. Decido io a chi dobbiamo dare i soldi e ai giornali non li diamo. A me se chiudono non me ne frega niente". Il povero Lotti ha spiegato al premier che comunque ci sono degli impegni già presi e che si tratta di un settore delicato. Ma niente da fare, il premier avrebbe alzato ancora di più la voce. Insomma Renzi in questo momento ha i nervi a mille. Bisogna capirlo: i dati economici sulla crescita e sull'occupazione per il suo governo sono disastrosi. Meglio prendersela con un sottosegretario...

domenica 27 luglio 2014

Statali, rivoluzione pensioni: Tfr, età, richieste: cambia tutto Ecco quando si può lasciare il lavoro

Statali, pensione a 62 anni. Regole ad hoc per medici e magistrati



Rivoluzione pensioni per gli statali. Sì al pensionamento d’ufficio dei dipendenti pubblici, anche dirigenti, con più di 62 anni e che abbiano raggiunto il massimo dei contributi previdenziali (41 anni e 6 mesi per le donne, un anno in più per gli uomini). Soglia più alta per medici e professori universitari, che non potranno essere mandati in pensione d’ufficio prima dei 65 anni, e ancora più alta per i magistrati (70 anni). E risoluzione del nodo degli insegnanti “esodati” con la legge Fornero, i cosiddetti prof “quota 96”. Sono questi alcuni dei punti centrali della riforma della pubblica amministrazione, che ha ottenuto il primo via libera alla Camera. Il decreto dovrebbe diventare legge entro l’8-9 agosto, e le nuove norme si applicherebbero dunque già a settembre.

Le nuove norme - In base al decreto, dunque, sarà possibile pensionare d’ufficio “per esigenze organizzative e senza recare pregiudizio ai servizi”, ma non prima dei 62 anni. Fanno eccezione i medici e i docenti universitari, e soprattutto i magistrati: per loro la soglia resta i 70 anni. Per bilanciare la situazione, si è optato per la cessazione del beneficio dell’aspettativa.

I limiti - Chi vuole andare in pensione prima dei 62 anni ed è in regola con i contributi può farlo senza penalizzazioni, grazie a un emendamento di Maria Luisa Gnecchi che cancella tutte le decurtazioni economiche previste dalla legge Fornero e soprattutto elimina la dizione di “prestazione effettiva di lavoro”: ovvero, per maturare i 41 anni e 6 mesi di anzianità (per le donne) e 42 anni e 6 mesi (per gli uomini), necessari per la pensione di anzianità, si potrà tenere conto di tutto l’arco di vita lavorativa, compresi i giorni di sciopero, congedo matrimoniale, maternità facoltativa, e così via.

Scuola - Il decreto risolverebbe poi la questione degli insegnanti rimasti incastrati dalla riforma Fornero. Come spiega il Corriere, si tratta dei 4mila lavoratori della scuola che due anni fa dovevano andare in pensione. Ma che, per quello che è stato riconosciuto come un errore nella norma, sono rimasti incastrati nelle maglie lavorative, bloccati nelle aule dalla riforma Fornero che cambiava in corsa i requisiti per la pensione.

Liquidazione - Adesso – spiega ancora il Corsera - dopo un passaggio che sembra scontato in commissione Bilancio e una veloce approvazione al Senato, non appena il decreto sulla Pa sarà diventato legge, potranno richiedere di andare in pensione dal primo settembre. Non avranno subito diritto al Tfr, che arriverà solo tra due anni: la liquidazione sarà infatti rinviata al momento in cui avrebbero dovuto andare in pensione secondo i criteri Fornero. E la somma sarà ricevuta non per intero, ma a rate, scansionate in base al reddito. Ma non perderanno neanche un giorno di lavoro.

Inps - Non appena il decreto del governo sarà legge, i professori 'quota 96' potranno presentare domanda all’Inps. L’Istututo nazionale di previdenza avrà 15 giorni di tempo per esaminare la richiesta e dare il suo assenso. Ma, e qui sta il punto, la norma stabilisce anche che l’Inps dovrà fare un monitoraggio delle domande assegnando un ordine progressivo risultante dall’età anagrafica e dell’anzianità contributiva dei singoli richiedenti. Se le domande supereranno le 4 mila, quelle in eccesso non potranno essere prese in considerazione.