Visualizzazioni totali

lunedì 14 luglio 2014

Nuovo allarme dei Servizi Segreti: "In Italia alto il rischio di terrorismo" Attenzione a islamici e antagonisti"

Nuovo allarme dei Servizi Segreti: "E' rischio terrorismo. Attenzione a islamici e antagonisti, "




Jihadisti, anarco-insurrezionalisti e cyberattivisti. Da questi ambienti, secondo i nostri Servizi Segreti, potrebbero arrivare degli attacchi terroristici. Lo rivela Marco Minniti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, in un suo intervento sulla rivista ’Italianieuropei' diretta da Massimo D’Alema, in edicola da mercoledì prossimo.

No Tav - «Il terrorismo di matrice jihadista continua a rappresentare una temibile minaccia. Molta attenzione è, al momento, rivolta al fenomeno dei cosiddetti foreign fighters per il correlato rischio di reducismo», dice Minniti che, parlando parlando del fronte interno, osserva come «la situazione di disagio sociale non sembra in grado di attribuire nuova linfa a progetti eversivi di stampo brigatista, tuttora perseguiti da ristretti circuiti dell’estremismo marxista-leninista. Attenzione particolare deve, invece, essere rivolta ai tentativi dell’estremismo antagonista di strumentalizzare le rivendicazioni sulle tematiche ambientaliste, sul diritto al lavoro e sul diritto alla casa, provando a connotarle per il ricorso alla violenza. In questo senso, non sono da sottovalutare le potenzialità dell’eversione di matrice anarco-insurrezionalista, intenzionata a infiltrare manifestazioni di dissenso, come la mobilitazione No Tav».

Hacker - C’è poi il capitolo cybersecurity che, rileva Minniti, «costituisce una sfida di straordinaria importanza con cui deve confrontarsi il nostro sistema paese e, più in generale, tutto il mondo globalizzato. La rete rappresenta una grande opportunità di conoscenza, di ricerca, di sviluppo tecnologico, ma - come sempre avviene in questi casi - costituisce altresì un’incombente minaccia. Più, infatti, il mondo si sviluppa, più abbiamo a che fare con nuove tecnologie; più sono di fronte a noi grandi opportunità, più dobbiamo confrontarci con grandi pericoli. Tutte le società molto veloci - soprattutto quelle complesse come la nostra - sono anche società molto fragili». Di fronte ad un quadro tanto complesso e articolato, «l’Italia in questa partita non può farcela da sola. Mare Nostrum - considera Minniti - deve diventare una missione europea e le Nazioni Unite devono impegnarsi per creare in Libia una cornice di sicurezza adeguata, che consenta di garantire la prima accoglienza direttamente nel paese, affidandola ad esempio a una grande organizzazione delle Nazioni Unite quale l’UNHCR».

Scalfari, altra figuraccia col Papa Viene ancora smentita l'intervista

Scalfari, nuova figuraccia col Papa



Eugenio Scalfari ci ricasca: ha di nuovo spacciato per frasi di Papa Francesco cose che il Pontefice non gli ha mai detto. Era già successo: a novembre scorso il Vaticano aveva rimosso dal suo sito internet l’intervista fatta dal fondatore del quotidiano Repubblica al Papa trovandola non esattamente corrispondente alle parole di Bergoglio. Scalfari si era difeso sostenendo che le discrepanze tra ciò che aveva scritto e il pensiero del Papa dipendevano dal fatto che lui non aver registrato la conversazione, né aveva preso appunti. Quindi i virgolettati attribuiti al Papa sono stati ricostruiti a memoria.

Lo stesso errore - Anche oggi è successa la stessa cosa. Padre Lombardi con una nota ufficiale molto dura ha smentito l’attribuzione al Papa di diversi passaggi contestando a Repubblica l’uso di diversi virgolettati. Anche questa volta per il Vaticano ciò che è stato pubblicato in grande evidenza su Repubblica è solo una ricostruzione “frutto della memoria” di Scalfari. In particolare la Santa Sede osserva che il fondatore di "Repubblica" attribuisce al Pontefice frasi mai pronunciate su “cardinali pedofili” e sul tema del celibato dei preti.

La nota del Vaticano - Eccola nota firmata da Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa del Vaticano e curatore delle comunicazioni che riguardano Papa e Vaticano: "Su la Repubblica di questa domenica mattina viene pubblicato con grande evidenza il resoconto, firmato da Eugenio Scalfari, di un suo nuovo colloquio con il Santo Padre Francesco. Il colloquio è cordiale e molto interessante e tocca principalmente i temi della piaga degli abusi sessuali su minori e dell’atteggiamento della Chiesa verso la mafia. Tuttavia, come già in precedenza in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo 'fra virgolette' le sue parole, è frutto della sua memoria di esperto giornalista, ma non di trascrizione precisa di una registrazione e tantomeno di revisione da parte dell’interessato, a cui le affermazioni vengono attribuite. Non si può e non si deve quindi parlare in alcun modo di un’intervista nel senso abituale del termine, come se si riportasse una serie di domande e di risposte che rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso dell’interlocutore".

Le frasi incriminate - Continua Padre Lombardi: "Se quindi si può ritenere che nell’insieme l’articolo riporti il senso e lo spirito del colloquio fra il Santo Padre e Scalfari, occorre ribadire con forza quanto già si era detto in occasione di una precedente “intervista” apparsa su Repubblica, cioè che le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al Papa. Ad esempio e in particolare, ciò vale per due affermazioni che hanno attirato molta attenzione e che invece non sono attribuibili al Papa. Cioè che fra i pedofili vi siano dei “cardinali”, e che il Papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, “le soluzioni le troverò”.  Nell’articolo pubblicato su Repubblica queste due affermazioni vengono chiaramente attribuite al Papa, ma – curiosamente - le virgolette vengono aperte prima, ma poi non vengono chiuse. Semplicemente mancano le virgolette di chiusura…Dimenticanza o esplicito riconoscimento che si sta facendo una manipolazione per i lettori ingenui?"

domenica 13 luglio 2014

Il Brasile completa la figuraccia mondiale: l'Olanda vince 3-0 e si prende il terzo posto

Mondiali, finale per il terzo posto: Brasile-Olanda 0-3



La figuraccia è completa. Allo stadio Nacional di Brasilia va in scena la partita che entrambe le nazionali avrebbero preferito evitare. Il Brasile in questo mondiale giocato in casa aveva una grande pressione addosso ed è chiaro che la squadra del CT Felipe Scolari non è stata in grado di gestirla nel migliore dei modi. Il gioco non è mai stato convincente, mettendo in evidenza quanto questa nazionale dipenda da Neymar in fase di costruzione del gioco e da Thiago Silva in fase difensiva. Così anche stasera il Brasile è finito sotto i colpi dell'avversario.

La partita - All'Olanda bastano tre gol per piegare i verdeoro. Al primo minuto Thiago Silva stende Robben che scappava in velocità: calcio di rigore. Van Persie batte Julio Cesar e porta in vantaggio l'Olanda. Olanda sul 2 a 0 già al 16'. Altro errore di David Luiz che rinvia male di testa, palla che arriva a Blind che sorprende tutti calciando di destro. Palla in rete e Brasile in ginocchio. La partita del Brasile finisce qui. Nella ripresa al 50’ rischia ancora il Brasile: se ne va sulla sinistra Robben, cross deviato su cui Wijnaldum non riesce a deviare di testa. Al '73 Scolari schiera Hulk, ma il bomber del Brasile non riesce a portare sul binario giusto la partita. Così l'Olanda cala il tris. Al 92' Wijnaldum mette la palla alle spalle di Julio Cesar con una conclusione da dentro l'area su assist di Janmaat. Per il Brasile finisce così un mondiale da dimenticare in fretta...

Equitalia, il mostro va in pensione Rivoluzione Fisco, ecco cosa cambia La promessa: mai più cartelle pazze

Equitalia va in pensione: cosa cambia per il contribuente



Equitalia, cambia tutto. Il "mostro" nato nel 2005 dalle ceneri degli esattori privati va in pensione. Il riscossore unico affidato all'Agenzia delle Entrate, in tempi brevissimi, potrebbe chiudere la sua poco gloriosa parentesi. Già in agosto, infatti, potrebbe arrivare la tanto attesa riforma dell'esattore pubblico più odiato dallo Stivale. Come spiega Repubblica, in parallelo, il governo lavora anche al piano contro l'evasione fiscale: obiettivo principale, la tracciabilità dei pagamenti. Nel mirino, i grandi evasori.

Le cartelle - Al punto primo della riforma di Equitalia - previsto dalla legge delega sulla riforma fiscale - le cartelle (e le vessazioni) che riceveranno i contribuenti: l'istituto della riscossione coattiva delle somme iscritte a ruolo (ossia il meccanismo che permette allo Stato di incassare un credito e che, in passato, ha dato vita a veri e propri drammi tra ganasce e pignoramenti), dovrebbe essere rivoluzionario. Nel dettaglio, si punta su un "mini ruolo", destinato alle piccole somme fino a 1.000-2.000 euro, con un approccio più soft. La cartella arriverà con modalità differenti: lo Stato opererà un po' come i gestori telefonici con i clienti morosi, con un call center che solleciterà il pagamento, per poi passare ad inviti bonari e, solo in caso di necessità, partirà la cartella e scatteranno le procedure esecutive della riscossione. Insomma si avrà più tempo per pagare.

Governance - Altra questione centrale da riformare è la trasformazione della governance della nuova Equitalia, o "Agenzia per la riscossione". Oggi è una Spa controllata al 51% dalle Entrate e al 49% dall'Inps. Un assetto che crea dei problemi, come una sorta di conflitto di interessi tra enti (uno, le Entrate, deve stanare l'evasore; l'altro, Equitalia, che deve riscuotere il credito). Un assetto che, in caso di errori, crea altri problemi: l'Agenzia per non scontentare l'esattore, ossia Equitalia, potrebbe anche non riconoscere l'eventuale errore subito dal contribuente. Accorpare le due entità, paradossalmente, potrebbe accentuare questo fenomeno (e proprio su questo sono piovute le critiche del Movimento 5 Stelle).

Conflitti - E' in questo contesto, dunque, che il governo sta meditando sullo scorporo di Equitalia dal controllo dell'Agenzia. Così il Nuovo Esattore verrebbe trasformato in una agenzia autonoma e indipendente, senza conflitti d'interesse. La partita, però, non è da poco: ad oggi i ruoli - ossia i crediti - in carico di Equitalia ammontano alla cifra-monstre di 615 miliardi (molti dei quli però sono inesigibili). Inoltre, abbandonare la forma societaria cambierebbe la filosofia aziendale della nuova Equitalia: non più privatistica e tentata dai risultati, ma più adatta a svolgere un servizio pubblico.

Enti locali - Terzo e ultimo punto base della riforma dell'esattore pubblico è quella relativa alla riscossione degli enti locali, uno dei punti più deboli del già poco digeribile sistema Equitalia. Le somme iscritte a ruolo dai Comuni sono piccole - in media 33o euro -, e spesso è difficile incrociare le banche dati e compiere le normali verifiche. L'idea, dunque, sarebbe quella di scorporare dalla nuova Agenzia per la Riscossione una divisione enti locali specializzata proprio nel recupero crediti sul territorio.

Scintille Vespa-Paragone. Gianluigi fa una domanda a Bruno sul canone e finisce malissimo: ecco cosa è successo...

Canone, scintille tra Bruno Vespa e Gianluigi Paragone



Scintille tra Bruno Vespa e Gianluigi Paragone. Il giornalista e conduttore di Porta a Porta, infatti, durante un'intervista a Benvenuti nella Giungla, trasmissione radiofonica in onda su Radio 105 condotta da Gianluigi Paragone e Mara Maionchi, ha attaccato il telefono in faccia (con gentilezza) ai conduttori dopo una domanda riguardante il canone speciale, il canone di 407,35 euro indirizzato a partite Iva, pubblici esercizi e aziende iscritte alle Camere di commercio che ha creato immediatamente scalpore e che ha costretto il direttore generale Luigi Gubitosi ad un chiarimento. 

La telefonata - Bruno Vespa, come racconta Tvblog, è intervenuto telefonicamente  per parlare soprattutto della polemica a distanza con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, reo di non risolvere il problema dei rifiuti che intaccano la bellezza del centro storico della capitale. Il discorso, successivamente, si è spostato sul canone: "I bollettini della Rai dei 408 euro che poi hanno detto che è stato un errore non sono come il pattume di Roma?", hanno chiesto i conduttori. A questo punto Vespa ha chiuso il telefono in modo brusco senza rispondere alla domanda: "Arrivederci e buonasera, è stato un piacere". 

L'Europa fa tremare il governo Renzi rischia grosso sui conti: ecco la data in cui può saltare tutto

Governo, ecco tutte le scadenze di Matteo Renzi: ipotesi nuova manovra



Matteo Renzi non potrà godersi le sue vacanze. Il premier tra una apparizione in Europa e una conferenza stampa a palazzo Chigi rischia di saltare per aria senza già a settembre. Il governo e soprattutto il ministro Padoan sanno bene che una manovra correttiva potrebbe essere dietro l'angolo già in autunno. Traduzione: arriveranno nuove tasse. Quella del 20 settembre è una data di fuoco segnata sul calendario di palazzo Chigi. Entro questa data il presidente del Consiglio deve presentare alle Camere la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Quel giorno sapremo se il governo riuscirà a scongiurare un rischio di un'altra manovra lacrime e sangue. Il nodo della flessibilità chiesta in Europa è fondamentale. Renzi sa bene che con Bruxelles sta giocando una partita che rischia di finire male. Il rigore invocato da Berlino spaventa tanto Palazzo Chigi quanto Padoan. “Quello che verrà concesso in Europa all’Italia non sarà sufficiente per disinnescare una bomba da 24 miliardi che si intravede nell’orizzonte del governo”, dicono alcune fonti di governo a il Foglio. 

I conti non tornano - Renzi dovrà faticare sette camice per trovare i 10 miliardi che gli occorrono per trasformare gli 80 euro in misura strutturale, i 5 miliardi che gli occorrerebbero per estendere come promesso il bonus degli ottanta euro ai pensionati e ad altre categorie meno abbienti. Poi servono anche i 5 miliardi che gli occorrono per rifinanziare cassa in deroga e missioni all’estero e pure i 4 miliardi che occorrono per rispettare la clausola di salvaguardia presente nella legge di stabilità del 2013. Un elenco duro da digerire per via XX settembre. Adesso attendiamo il 20 settembre per capire se in autunno ci tocca tornare al voto...

sabato 12 luglio 2014

Made in Italy: Lara Comi si schiera a fianco dei risicoltori

Made in Italy: Lara Comi si schiera a fianco dei risicoltori 

di Gaetano Daniele 




Lara Comi eurodeputata di Forza Italia si schiera a fianco dei risicoltori: “Fin dalla mia prima legislatura combatto per difendere il Made in Italy e ora propongo un’Unione doganale tra gli stati membri”

“La difesa del Made in Italy è da sempre una delle mie battaglie: tutelare le nostre produzioni significa anche  difendere occupazione, crescita e territorio. Per questo sono vicina e condivido il malumore delle centinaia di risicoltori che sono scesi in piazza per chiedere i provvedimenti contro la concorrenza sleale dei produttori del sud est asiatico e per richiedere l’inserimento obbligatorio dell’etichettatura del prodotto che consente al consumatore di identificare la provenienza del prodotto”. 

L’Europarlamentare di Forza Italia e vice presidente del gruppo del PPE Lara Comi si schiera con i risicoltori che sono scesi in piazza per protestare e commenta: “il libero mercato non deve assolutamente essere una scusa per soffocare il commercio e le produzioni di qualità, né per mettere in difficoltà chi rispetta direttive di produzioni e leggi. L’Unione Europea deve basarsi su un’unione doganale che sostenga l’economia commerciale dei paesi membri e mi impegno, come ho sempre fatto, a sostenere l'agricoltura italiana a Bruxelles con presenza, impegno, costanza: applicare la Politica Agricola Comune (PAC) significa svolgere un lavoro molto tecnico, e c'è bisogno di deputati che siano presenti per evitare che gli altri Paesi occupino spazi che noi non presidiamo".