Italia fuori dal Mondiale: tutti gli errori di Cesare Prandelli
Sconfitti anche contro l'Uruguay all'ultima possibilità in Brasile, l'Italia esce dal Mondiale depressa e frustrata. Gli Azzurri del ct Cesare Prandelli si sono ridotti all'ultima partita utile per riuscire a guadagnarsi la qualificazione agli ottavi. Il tentativo disperato è sfumato dopo una gara che, al netto dell'arbitraggio vergognoso di un altro Moreno (Rodriguez), ha visto l'Italia tirare in porta concretamente solo con Pirlo su punizione. Mentre gli uruguagi ci spellavano vivi con entrate al limite del legale e ci anticipavano su ogni palla, scorreva il film di un gruppo che fino alla fine si è sentito fuori luogo in un torneo di Coppa del Mondo.
Il Clan - Il paragone più ovvio viene pensando all'Italia campione del Mondo 2006. La compattezza di quel gruppo era la cifra di una maturità collettiva garantita dal ct Marcello Lippi. Mentre dall'Italia la sindrome Tafazzi faceva partire bordate su calciopoli, il tecnico toscano blindava i suoi e con il suo carisma sapeva usare bastone e carota, in una sola parola: autorevolezza. Il clan dei reduci di quel Mondiale, Buffon, De Rossi e Pirlo su tutti è stato insufficiente a contenere gli isterismi adolescenziali dell'over 30 Cassano e dell'irrecuperabile Balotelli.
Le scelte - Antonio Cassano è stato preferito a Giuseppe Rossi, che aveva dedicato le intere giornate degli ultimi mesi per essere in forma e convocabile. Prandelli lo ha preferito al barese e ancora ci si domanda quale sia stato il suo contributo nei circa 60' minuti giocati in due partite. Balotelli è stato titolare irremovibile, partito apparentemente serio e concentrato ha anche segnato contro l'Inghilterra, ma è bastata la sconfitta contro il Costa Rica per farlo sparire per sempre in un limbo di depressione: "Balotelli non riesco mai a capire quando è calmo quando è nervoso" ha detto Prandelli ai microfoni di Sky Sport dopo l'Uruguay. Se non lo sa lui, stiamo messi bene. Altra fissazione del ct bresciano è stato Thiago Motta, titolare evanescente contro il Costa Rica, entrato in corsa contro l'Uruguay al posto di Verratti con in testa neanche un'idea che fosse una. Ai margini dei pupilli del ct è sempre rimasto Ciro Immobile: inutilizzato del tutto nella sconfitta costaricana, isolato dalla miopia tattica di Balotelli in quella uruguagia.
Il futuro - La Federcalcio ha avuto il tempismo di rinnovare il contratto di Prandelli fino al 2016, cioè fino agli Europei in Francia, con un ingaggio di 1,6 milioni l'anno. Il presidente Abete dovrebbe farsi ora due conti in tasca e capire se convenga onorare anche un costosa rescissione anticipata e salutare il ct, oppure tenerci un tecnico che, uscito dal Mondiale, si riduce a prendersela solo con l'arbitro dopo: "Una partita equilibrata, bella partita tatticamente, ma - ha detto Prandelli ai microfoni di Sky Sport - non si poteva dare un rosso a Marchisio. Lavori 4 anni e dopo un rosso metti in discussione tutto, vedremo".