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martedì 17 giugno 2014

La profezia di Marco Travaglio: "Renzi e Grillo? Vi dico come andrà a finire..."

Marco Travaglio: "Renzi e Grillo potrebbero trovare l'accordo sul nuovo Mattarellum"




Il "grillino" Marco Travaglio già lo scorso gennaio invitò Beppe Grillo ad accettare il confronto col Pd di Matteo Renzi, all'epoca segretario del Nazareno. Invito respinto con perdite. Oggi però qualcosa è cambiato: il M5s bussa alla porta del premier Renzi e chiede di trattare sulla riforma elettorale, proponendo il "Democratellum". Una mossa che Travaglio promuove: "Meglio tardi che mai - spiega in un'intervista all'Huffington Post -, come con la storia della presenza in tv i grillini hanno capito di dover cambiare strategia". Secondo il vicedirettore del Fatto Quaotidiano, ora Renzi "dovrà scegliere se cambiare strada o continuare a stare con Berlusconi e tenere fede al patto del Nazareno. Scelta che non credo tutti i suoi elettori apprezzerebbero". Poi a Travaglio si chiede come Renzi e Grillo potranno trovare un accordo, visto che l'Italicum (maggioritario con premio di maggioranza) e il Democratellum (di fatto, un proporzionale puro) sono agli antipodi. Il vicedirettore ha le idee chiare: "Secondo me arriveranno a una sintesi accettabile e potrebbe essere il Mattarellum che quando è stato in vigore ha garantito una governabilità. Prodi e il centrosinistra sono durati cinque anni, Berlusconi idem". Per Travaglio, dunque, la prossima riforma elettorale sarà un tuffo nel passato.


lunedì 16 giugno 2014

IL PD DICHIARA GUERRA AL "FATTO" Travaglio nel mirino dei democratici Letta prepara il colpo basso: ecco perchè...

Mose, Letta querela il Fatto Quotidiano



Tra il Pd e il Fatto Quotidiano è scoppiata la guerra. Enrico Letta non ha gradito l'apertura in prima pagina del quotidiano di Padellaro di questa mattina in cui si accusa esplicitamente l'ex premier di aver intascato soldi del caso Mose per la sua fondazione Vedrò. Letta è andato su tutte le furie e ha contrattaccato Travgli&Co con una nota al veleno: "Ho dato mandato ai miei avvocati di adire le vie legali nei confronti del Fatto Quotidiano". "La campagna di stampa del Fatto nei miei confronti rispetto alle indagini in corso sulla vicenda Mose ha, infatti, fini esclusivamente diffamatori". Il giornale di Travaglio ricostruisce i rapporti tra Enrico Letta e mister Expo Mazzacurati. Legami che, secondo il Fatto, iniziano nel 2007 e proseguono – in modo continuativo – dal 2010 al 2012 quando, con tre versamenti da 20mila euro ciascuno, Giovanni Mazzacurati finanzia VeDrò, la fondazione dell’ex presidente del Consiglio. 

La querela - Ricostruzioni che non sono affatto piaciute all'ex presidente del Consiglio che attacca: "Il Fatto utilizza, per infangarmi in modo che ritengo intollerabile, notizie che attengono a fatti del tutto destituiti di fondamento, illazioni malevole e vicende già ampiamente note e sulle quali a suo tempo è stato, da chi di dovere, dato ogni chiarimento. Il risarcimento - conclude Letta - sarà devoluto ad attività benefiche".

Grillo e Casaleggio si inchinano a Renzi: "Vogliamo incontrarlo per trattare"

Grillo e Casaleggio s'inchinano a Renzi: "Vogliamo incontrarlo. Batta un colpo"


"Se Renzi ritiene che la legge M5S possa essere la base per una discussione comune, il cui esito dovrà comunque essere ratificato dagli iscritti al M5S, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà". Così Grillo e Casaleggio sul blog di Beppe Grillo a proposito della legge elettorale. "All’incontro eventuale con il Pd - scrivono -, che speriamo ci sia, parteciperanno i due capigruppo M5S di Camera e Senato, oltre a Danilo Toninelli, estensore tra altri della versione definitiva della legge e Luigi Di Maio come massima rappresentanza istituzionale in Parlamento nel suo ruolo di vicepresidente della Camera". "Il M5S ha una legge approvata dai suoi iscritti (e non discussa a porte chiuse in un ufficio del Pd in via del Nazareno) e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato", spiegano i due leader, riferendosi ai precedenti rifiuti del movimento ad aprire un dialogo con Renzi.

Tutto in streaming - Dopo l’apertura a rispondere all'invito dei due leader pentastellati è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini che oltre a l'ex comico e al guru chiama in causa anche Matteo Salvini che proprio oggi sul Corriere si era detto disponibile a discutere di riforma del Senato del titolo V: "Questo è il segno evidente - dice - della centralità politica del nostro partito, forte del risultato elettorale e di una agenda radicale di riforme che gli italiani aspettano. Pronti a confrontarci con tutti, nel rispetto dei ruoli e delle posizioni diverse, sapendo bene che per noi la priorità restano le riforme istituzionali, Senato, titolo V e legge elettorale che garantisca governabilità, potere dei cittadini di scegliere da chi essere governati, certezza di chi vince e chi perde, secondo il percorso che abbiamo individuato". Guerini suggerisce poi che un eventuale incontro venga mandato in diretta streaming: "Visti i precedenti con i 5 Stelle, ne suggeriamo comunque l'adozione". Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'altro vicesegretario del Pd Debora Serracchiani: "L'annuncio - dice - di una apertura al dialogo da parte di Grillo non ci coglie impreparati, perchè la nostra disponibilità a un confronto a tutto campo l'abbiamo dichiarata da molto tempo. Dopo l'annuncio - conclude - però bisogna vedere come intende passare alla prova dei fatti".

Ipotesi voto anticipato - Sondaggio Swg: cresce la Lega, cala il Pd

Ipotesi voto anticipato - Sondaggio Swg: cresce la Lega, cala il Pd



L'ipotesi di un voto anticipato continua a girare tra le stanze di palazzo Chigi. Nonostante la direzione Pd abbia chiarito la linea dura di Renzi verso i dissidenti Pd come Mineo, dall'ala ribelle del Nazareno guidata da Pippo Civati arrivano segnali di guerra. Proprio Civati ha criticato fortemente la scelta di Matteo Orfini per la presidenza del Pd: "Io mi asterrò - spiega Civati - perchè avrei voluto un presidente di garanzia. Invece è stato scelto un membro della componente più governista della minoranza". Insomma al Nazareno soffia vento di guerra. Se la fronda dovesse mollare la maggioranza di Renzi è probabile che il premier decida di forzare la mano e di chiedere il voto anticipato per la primavera del 2015. E così i sondaggisti sono già a lavoro per sondare gli uomori dell'elettorato dopo le europee e le amministrative.

Il sondaggio - Lega Nord e Movimento 5 Stelle sono gli unici due partiti a guadagnare consenso dopo i risultati delle Amministrative. Nello specifico il Carroccio guadagna mezzo punto percentuale passando dal 6,5% al 7%. Secondo i dati del sondaggio Swg il Movimento 5 Stelle passa invece dal 17,8% al 19,3%. Nel suo complesso il centrodestra passa dal 32% al 31,3%, con Forza Italia che perde un punto percentuale e scende dal 17,5% al 16,5%. Arretra anche Fratelli d’Italia che passa dal 3,9% al 3,4%, mentre la coalizione Ncd+Udc perde tre decimi di punto assestandosi al 4,4%.

Il Pd scende - Anche il centrosinistra è in calo e passa dal 47,2% al 46,3% dei consensi, rimanendo comunque la prima coalizione in Italia. Il Partito democratico perde uno 0,3% che lo fa calare al 41,8%, mentre la Lista Tsipras, formata da Sinistra ecologia e liberta e Rifondazione, passa dal 4,6% al 4%. Stazionaria l’Italia dei Valori, ferma allo 0,5%

domenica 15 giugno 2014

DITE ADDIO AGLI 80 EURO DI RENZI Le cifre della Tasi: ecco quanto vi costerà...

DITE ADDIO AGLI 80 EURO DI RENZI Le cifre della Tasi: ecco quanto vi costerà...



Dopo le televendite sugli 80 euro da palazzo Chigi, il bagno di voti alle europee, gli italiani da lunedì cominceranno a fare i conti con la vera faccia del governo Renzi. Lunedì scatta l'incubo Tasi che sarà di certo ben più pesante dell'Imu del governo Monti. Insomma gli 80 euro del bonus Irpef non sono nemmeno entrati nelle tasche degli italiani che già devono sborsarli per la tassa sulla casa. Secondo uno studio del servizio politiche territoriali della Uil, che ha incrociato oltre 75mila combinazioni diverse, per il 52,8% delle famiglie italiane la Tasi sarà più pesante dell'Imu.

Lo studio sulle tasse - Una famiglia su due pagherà di più. Per Adusbef e Federconsumatori si tratterà addirittura di una vera e propria stangata. "Le detrazioni, laddove applicate, sono inferiori a quelle che si pagavano precedentemente con l’Imu", fanno notare le associazioni di consumatori sottolineando che la nuova imposta sugli immobili "si attesterà nella media nazionale a 231 euro qualora sia fissata al 2,5 per mille". La Tasi colpirà anche 5 milioni di famiglie che  grazie alle detrazioni sulla prima casa e alle basse rendite catastali non pagavano l'Imu. Di queste, infatti, la metà che beneficerà di una minima detrazione passerà dal non pagare affatto a una media di 118 euro. L'altra metà senza detrazione arriverà addirittura a sborsare 183 euro.

La stangata - "Una condotta scandalosa e inaccettabile quella delle amministrazioni comunali, che non sono state in grado di tutelare le fasce più deboli della popolazione definendo detrazioni adeguate", affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. E così arriva un appello al governo Renzi perchè intervenga per reintrodurre le detrazioni. Lunedì comunque sarà una giornata nera per chi dovrà pagare le tasse: l'importo totale per le famiglie ammonta in media a 231 euro. 



L'Italia parte col botto Balotelli piega l'Inghilterra: 2-1

Mondiali, Italia-Inghilterra 2-1



Due urli in piena notte da Aosta a Palermo. Il primo è per Marchisio, il secondo è per Mario Balotelli. L'Italia batte l'Inghilterra 2-1 e porta a casa 3 punti d'oro per volare verso gli ottavi del mondiale brasiliano. La partita si gioca a Manaus davanti a 83mila spettatori con un caldo e un'umidità che tolgono il fiato. Il match è duro, combattuto. Prandelli sceglie Balotelli come unica punta e lascia in panchina Insigne e Immobile. L’Italia all’Arena Amazonia è quella annunciata, con Chiellini a sinistra e Paletta al centro della difesa. Nell’Inghilterra alla fine c’è Sterling e non Lallana alle spalle di Sturridge, con Welbeck a destra e Rooney sul lato opposto. Darmian comincia subito la sua corsa sfruttando la scarsa propensione di “Wazza” al contenimento in fascia. La migliore tra le incursioni dell’esterno granata trova Balotelli finalmente in grado di eludere la guardia di Jagielka e Cahill, ma la deviazione di testa non arriva. E’ il primo acuto azzurro dopo cinque pericoli inglesi. Le insidie per gli azzurri ci sono e nascono da ripartenze avversarie, inevitabili quando si cerca di costruire una manovra. 

SuperMario fa volare l'Italia - Il doppio playmaker funziona, Pirlo e Verratti si cercano, dalla parte di Candreva e Darmian riusciamo ad allargare il gioco. Al 35' arriva ilo vantaggio. Verratti corre a raccogliere un corner corto e Pirlo fa velo sul suo passaggio, Marchisio si ritrova metri liberi per caricare il destro dai venti metri. Gol! Rasoterra su cui Hart non arriva. Passano due minuti e un pallone perso malamente finisce a Sterling, che mette in partita Rooney, sul cui cross Sturridge si avventa come un centometrista per l’1-1. Si esce dagli spogliatoi con una parata di Sirigu su Sturridge, ma al 5’ è di nuovo Italia. Candreva spara Cahill perde Balotelli e Mario gli salta alle spalle, incornando il 2-1 che fa esplodere Manaus.

Dentro Thiago Motta per Verratti, Hodgson risponde con Barkley al posto di Welbeck. Il clima di Manaus ci dà una mano, perché smorza la foga dei nostri avversari protesi nel tentativo di recuperare. Fuori Balotelli, Henderson, Candreva e Sturridge. Gerrard ci grazia su punizione. Il brivido finale lo regala Pirlo: traversa su punizione in pieno recupero. Poi il fischio finale. La festa durerà poco. Ci attende la Costa Rica...

sabato 14 giugno 2014

Berlusconi suona la carica: "Ritorniamo a combattere"

Berlusconi suona la carica: "Ritorniamo a combattere"


di Luca Romano 


Il Cavaliere, in collegamento telefonico a Napoli: "Durante la campagna elettorale delle Europee abbiamo commesso alcuni errori ma sapremo far tesoro di questo errori"


"Questa prima manifestazione segna il nostro ritornare a combattere, la nostra voglia di reagire e di andare avanti con Forza Italia capace di rinnovarsi e combattere per assicurare a tutti noi un futuro di democrazia e di libertà. Siamo già in pista". Così Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico a Napoli durante la manifestazione "La Campania guida un nuovo Sud". "Sapete bene che sono in condizioni particolari, devo stare dove vogliono loro", ha aggiunto il Cavaliere.

Che poi ha fatto una sorta di mea culpa: "Durante la campagna elettorale delle Europee abbiamo commesso alcuni errori ma sapremo far tesoro di questo errori". "Dopo i risultati delle ultime elezioni sappiamo di avere di fronte l’assoluta possibilità di arrivare alle prossime elezioni a convincere tanti italiani a non restare a casa e dare il loro voto ad una forza politica come la nostra", gli ha fatto eco Francesca Pascale in prima fila.

Il leader di Forza Italia ha poi parlato della situazione economica: "Oggi l'euro per noi è una moneta straniera perché non c'è alle sue spalle una banca che lo garantisca. Siamo nelle condizioni dell'Argentina che metteva i suoi titoli in dollari e poi è andata in default. Possiamo tenere l'euro come nostra moneta a patto che la Bce diventi una vera banca centrale, che garantisca i debiti, che stampi moneta quando uno Stato non riesce a pagare i titoli pubblici che vanno in scadenza. La ricetta è una svalutazione dell'euro".

In merito alle riforme, il Cavaliere ha annunciato: "Per mercoledì credo saremo pronti per presentare un referendum che dia agli italiani la possibilità di eleggere il presidente della Repubblica". Il programma di Forza Italia che verrà presentato nei prossimi giorni sarà "assolutamente chiaro, all’opposto della sinistra che non è assolutamente cambiata", ha assicurato Berlusconi. Che poi ha aggiunto: "Già dalle prime azioni del governo si è capito che la sinistra non è assolutamente cambiata. Questo è il terzo governo non eletto dai cittadini, noi avremo un programma assolutamente chiaro" ricordando quanto fatto nel corso degli ultimi 20 anni. Abbiamo presentato 40 riforme e guardandole ad una ad una abbiamo un unico grande torto. Abbiamo fatto un solo grande errore a noi imputabile: non convincere il 51% degli italiani a dare il voto a noi. Solo così si potrà cambiare l’assetto istituzionale del Paese".

In un teatro gremito, alla Mostra d’Oltremare, ci sono anche Giovanni Toti, Barbara Matera, il governatore Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini, tra gli altri. "C’è bisogno di dibattito interno", ma non esistono "formule magiche per trovare la svolta" e le primarie interne al partito "sono uno strumento semplificato per risolvere il problema". Così il consigliere politico di FI, Giovanni Toti. Che poi sulla richiesta di Raffaele Fitto di aprire una discussione ricorda che "stiamo dibattendo tutti i giorni, l’ho chiesto a tutti coordinatori regionali ed è stato Berlusconi nel settembre scorso, quando ha deciso di tornare a FI, che ha chiesto al partito di rinnovarsi nei contenuti e nella classe dirigente".