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giovedì 29 maggio 2014

Lupi molla Renzi per ridimensionare Alfano

Lupi molla Renzi per ridimensionare Alfano



Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi starebbe seriamente valutando di lasciare il suo dicastero e volare a Strasburgo con l'obiettivo di far crescere il suo partito, l'Ncd, che alle elezioni non è riuscito a prendere più di un risicato 4,3%. Ma, secondo il retroscena di Amedeo La Mattina raccontato su La Stampa, ci sarebbero un po' di problemi. Il primo, il più evidente, è su chi lo sostituirebbe al ministero: si aprirebbe la sarabanda nel partito e soprattutto si lascerebbe una posto nel governo con il rischio di perderlo definitivamente. Poi c'è il problema della leadership del Nuovo centrodestra: ci sono già Quagliariello e Schifani a guidare la baracca. E infine con Lupi di fatto segretario, Angelino Alfano verrebbe oscurato. 

I più diplomatici del Ncd sostengono che la scelta di Lupi di lasciare il governo Renzi per dedicarsi al partito e al parlamento europee, secondo il retroscena di La Mattina, è fatta di comune accordo. Ma ci sono anche voci che questa mossa sia una bocciatura di Alfano che non è riuscito a far decollare la sua creatura. Da parte sua Alfano per fare il leader di Ncd dovrebbe dimettersi da ministro dell'Interno: cosa che però non sembra assolutamente intenzionato a fare. E' convinto che tutti, Lupi compreso, dovrebbero rimanere al loro posto e far lavorare tranquillamente Quagliariello e Schifani. Chi ha incarichi di governo, ragiona Alfano, deve continuare a garantire la governabilità facendo valere con forze le proprie idee e proposte a cominciare dal fisco. Una presenza, insomma, che smentisca il monocolore renziano. 

E dopo? All'interno di Ncd c'è un dibattito molto acceso: da una parte c'è chi come Schifani vuole un partito di centrodestra alternativo al Pd anche se da soli sembra quasi impossibile visto che l'alleanza con Berlusconi, Salvini o Meloni è sempre più lontanta. Dall'altra c'è chi vede la possibilità di allearsi con Renzi e far diventare, sottolinea La Mattina, Ncd quello che erano i liberali e i repubblicani per la Dc. Un satellite.

Terremoto in Parlamento. Ecco chi vuole andare col PD e rischia la poltrona

Terremoto in Parlamento. Ecco chi vuole andare col PD e rischia la poltrona



Dopo le europee e il risultato uscito dalle urne cominciano le grandi manovre per salire sul carro di Renzi. La maggioranza attuale con cui il Pd governa si basa saldamente su un'alleanza con Ncd di Angelino Alfano. Ma dalle parti di Montecitorio e a palazzo Madama cominciano a circolare strane voci che parlano di nuovi ingressi nella maggioranza. I primi a bussare alla porta di Renzi sono i vendoliani di Sel. A chiedere un'alleanza con il premier e con il Pd è stato Gennaro Migliore che parla di una prospettiva di un “soggetto unitario di sinistra”, formato da Pd e Sel, e anche della possibilità di un “governo politico da discutere con gli alleati naturali: chi sta a sinistra”. 

Nuove alleanze - Se l'operazione reunion dei compagni dovesse convincere Renzi, il primo a farne le spese potrebbe essere proprio Angelino Alfano e il suo Ncd. Nonostante il premier non parli di maggioranze "alternative" a quella attuale, nel Pd qualcuno lavora per cambiare lo scenario in Parlamento. Il senatore dem Andrea Marcucci si dice molto fiducioso sulla possibilità che a Palazzo Madama alcuni M5s vadano a ingrossare le fila del nascituro gruppo parlamentare formato dai dissidenti pentastellati. Il Colle però frena e avvisa Renzi. Il messaggio è chiaro:nel caso cambiasse la maggioranza di governo per la eventuale e futuribile sostituzione delle truppe di Alfano con nuovi apporti grillini e/o da Sel, la gestione del tutto passerebbe attraverso una crisi formale di governo. Renzi lo sa bene e così per il momento va avanti a fari spenti. 

Il nodo Lupi - A sbloccare la situazione potrebbe essere il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. I più dicono che se Lupi optasse per Strasburgo non sarebbe scontato che il suo dicastero resti al Ncd. L’offerta di Migliore non è passata affatto inosservata in maggioranza. Da un lato, ha allarmato gli alfaniani. Dall’altro ha incoraggiato i renziani che da tempo dialogano con Sel. In sostanza, il capogruppo di Sinistra e libertà a Montecitorio fa questo ragionamento: “Con il crollo di Sc e il ridimensionamento di Ncd, è possibile passare dalle formule delle piccole intese a un governo che sia davvero politico, da discutere con gli alleati naturali: chi sta a sinistra”. Non è un caso che gli stessi pensieri attraversino la mente dei renziani più vicini al premier. Insomma il terremoto in Parlamento potrebbe essere alle porte e qualcuno di certo rimarrà sotto le macerie...

mercoledì 28 maggio 2014

Le prime parole di Iovine pentito: «Soldi per corrompere tutti, anche i sindaci»

Le prime parole di Iovine pentito: «Soldi per corrompere tutti, anche i sindaci»


di C.D.M




Le dichiarazioni di 'O ninno, ex capoclan dei Casalesi: «Esiste una mentalità camorrista inculcata fin da giovani»


NAPOLI - «So benissimo dei delitti di cui mi sono macchiato. Ma la camorra non è l'unica responsabile». Sono queste le prime parole del neo-collaboratore di giustizia Antonio Iovine, detto 'o Ninno, uno dei vertici del clan dei Casalesi. Che ha aggiunto: «C'erano soldi per tutti in un sistema che era completamente corrotto», soldi anche per sindaci. Non aveva alcuna differenza il colore politico del sindaco perché il sistema era ed è operante allo stesso modo». Le dichiarazioni sono contenute nel verbale depositato per il processo dell'ex consigliere Pd Fabozzi.

«POLITICI CONNIVENTI» - «In questo ambito naturalmente - ha proseguito Iovine - si deve considerare anche la parte politica ed i sindaci dei Comuni i quali avevano l'interesse a favorire essi stessi e alcuni imprenditori in rapporto con il clan per avere dei vantaggi durante le campagne elettorali in termini di voti e finanziamenti». «Generalmente - continua 'o Ninno - io ero del tutto indifferente rispetto a chi si candidava a sindaco nel senso che chiunque avesse vinto automaticamente sarebbe entrato a far parte di questo sistema da noi gestito. Devo però anche dire che altre persone del clan potevano avere passione per la politica e comunque un interesse per un candidato piuttosto che per un altro».

INTERROGATORIO 7 GIUGNO - Il pm Antonello Ardituro ha anche chiesto che il pentito venga interrogato per riferire sui suoi rapporti con alcuni imprenditori imputati nel processo. Il collegio ha fissato l'interrogatorio per il prossimo 7 giugno. L'udienza in programma oggi non si è svolta a causa dell'astensione degli avvocati.

«MENTALITA' CAMORRISTA» - Esiste una «mentalità casalese inculcata fin da giovani», spiega ancora l'ex capoclan al magistrato. Si potrebbe definire «la regola del 5 per cento, della raccomandazione, dei favoritismi, la cultura delle mazzette e delle bustarelle che, prima ancora che i camorristi, ha diffuso nel nostro territorio proprio lo Stato che invece è stato proprio assente nell'offrire delle possibilità alternative e legali alla propria popolazione».

ATTACCO A LORENZO DIANA, SIMBOLO ANTIMAFIA - Prosegue: «Anche la parte politica che dovrebbe rappresentare la parte buona dello Stato è stata quantomeno connivente con questo sistema se non complice. Sicuramente era del tutto consapevole di come andavano le cose». Iovine ha citato l'esempio degli appalti per la refezione scolastica in numerosi comuni dell'agro aversano aggiudicati a un'impresa a lui legata. «Era noto a tutti - ha detto Iovine al pm - che quella era un'impresa di Antonio Iovine eppure nessuno si è mai opposto a questo sistema. Per esempio, a San Cipriano una personalità come Lorenzo Diana che pure ha svolto un'azione politica dura di contrasto alla criminalità organizzata facendo parte anche della commissione antimafia, ha permesso che noi continuassimo ad avere questi appalti anche quando erano sindaci Lorenzo Cristiano e Angelo Reccia della sua stessa parte politica. Il sistema - ha concluso - è andato avanti fino al 2008 e allo stesso modo nulla ha avuto da ridire il sindaco Enrico Martinelli che era invece del centrodestra».

Forza Italia, Toti: "Giusto firmare i referendum della Lega"

Forza Italia, Toti: "Giusto firmare i referendum della Lega"



Un nuovo asse dopo il calo alle europee. Forza Italia si rimette in discussione e prova a cercare nuove strade e nuove alleanze per rilanciare il centrodestra. L'assist ideale per riaprire il dialogo con il carroccio sono i referendum promossi dal partito di Salvini (abrogazione legge Merlin, abrogazione legge Fornero, abrogazione legge Mancino sui reati di opinione, abolizione delle prefetture, esclusione degli extracomunitari dai concorsi pubblici), referendum che l'ex Cav firmerà. Ad annunciarlo il suo consigliere politico Giovanni Toti: "Credo - dice - che andremo già questa settimana a firmare insieme al presidente Berlusconi". Un modo dunque per provare a rinsaldare l'asse con l'unico partito del centrodestra che ha sbancato alle europee crescendo a suon di consensi dopo il calo delle politiche 2013. Merito di una campagna molto identitaria guidata in prima persona da Matteo Salvini, capolista in tutte le circoscrizioni. 

Il patto Silvio-Salvini - Ed è da un patto con Matteo Salvini che Silvio Berlusconi prova a ripartire. Salvini si candida non solo a portare la Lega verso altri traguardi ma anche come leader di un nuovo centrodestra: "Gli altri sono andati indietro, noi no. Il centrodestra, quello che abbiamo conosciuto, in Italia non esiste più. Bisogna adeguarlo al vento nuovo che soffia in Europa". L'alleanza con gli ex Pdl il Lombardia e Veneto "non è in discussione, però avverto la necessità di mettere in campo qualcosa di nuovo, di dare risposte vere ai problemi veri della gente", spiega Salvini, secondo cui "la lezione di queste europee è che se il centrodestra fa il centrodestra, com'è successo in Europa, vince; se fa la stampella della sinistra, perde. E perde anche se non ha il coraggio di avviare un ricambio interno".

Sallusti: "Ho delle carte che scottano su Scalfari"

Sallusti: "Ho delle carte che scottano su Scalfari"



"Ho delle carte scomode che prima o poi mostrerò a tutti senza sconto alcuno". Alessandro Sallusti in un'intervista a Panorama punta il dito contro Eugenio Scalfari e il gruppo L'Espresso. Tra Sallusti e Scalfari le scintille non mancano mai. Così adesso il direttore de Il Giornale rilancia e accusa a viso aperto il fondatore di Repubblica: "Se oggi può fare finta di additare i cattivi evasori fiscali lo deve solo al buonsenso e alla riservatezza di chi ha potuto leggere certe carte che lo riguardano. Sono carte che riguardano il travagliato passaggio del gruppo Espresso. Dentro ci sono verità delle quali il fondatore di "Repubblica" dovrebbe davvero vergognarsi". E ancora: "Mi chiedo con quale coraggio si indigna per coloro che per peccati minori, peraltro presunti, vengono condannati ai servizi sociali".

Le carte - A questo punto Sallusti spiega come è entrato in possesso di queste carte così scottanti: "Il gruppo Espresso è passato di mano più volte in poco tempo. Le varie proprietà hanno avuto accesso alle carte. E non è stato un bel vedere". Poi precisa: "Chiariamoci, ormai non costituiscono più materia penale. Però sono agghiaccianti dal punto di vista etico di chi pontifica sugli altri e poi appartiene alla schiera dei "così fan tutti". Infine arriva la minaccia: "Attendo la prossima lezione moralista del papa laico. Alla sua prima dimostrazione di incoerenza tra il detto e il fatto mostro tutto a tutti, senza sconto alcuno". 

Fininvest, Marina Berlusconi: "Io in politica? Inutile discutere, non ci sono le condizioni"

Fininvest, Marina Berlusconi: "Io in politica? Inutile discutere, non ci sono le condizioni"




"Basta parlare di me come leader del centrodestra. E' una ipotesi non attuale". Marina Berlusconi, ufficialmente, di politica non vuole parlare, soprattutto visto il momentaccio post-elettorale di Forza Italia. Ma coi suoi più stretti collaboratori, secondo un'indiscrezione dell'agenzia Ansa, la figlia del Cavaliere nonché presidente di Fininvest ribadisce il suo no alla discesa in campo. La primogenita di Silvio starebbe resistendo al pressing telefonico sempre più insistente dai vertici di Forza Italia, che dopo le europee starebbero sondando quotidianamente le intenzioni di Marina. La Cavaliera avrebbe anche auspicato che la questione venga lasciata cadere: "Continuare a discutere su una candidatura che non c'è, avrebbe spiegato, non contribuisce al positivo sviluppo di quel dibattito interno al partito che il risultato elettorale ha avviato". 

L'intervista al Corriere - Dal giorno di una sua chiacchieratissima intervista al Corriere della Sera in cui, in un breve passaggio, non escludeva l'eventualità di un suo impegno politico, le attese intorno alla Berlusconi sono naturalmente salite alle stelle. Politici e collaboratori si sono sentiti dire più volte che quella della "successione dinastica" è una suggestione che può in qualche modo ostacolare l'individuazione di "strade nuove", di "volti nuovi", di risorse interne ed esterne utili a rendere "sempre più incisiva" l'opera di rinnovamento voluta e guidata da Berlusconi padre.

"Non è il momento" - Ai suoi interlocutori Marina ha ripetuto che "la leadership non si trasmette per via ereditaria, che va costruita un passo dopo l'altro, nel pieno rispetto degli elettori e delle regole di democrazia interna". L'ipotesi di un suo impegno politico, anche in seguito a eventuali primarie di coalizione e investiture popolari, è "indissolubilmente legata a determinati tempi, modi e contesti". Condizioni che, avrebbe ribadito, attualmente "non ci sono".

martedì 27 maggio 2014

Europee, ecco tutti gli eletti

Europee, ecco tutti gli eletti

di Gaetano Daniele


Il sito del Ministero dell'Interno pubblica la lista ufficiale degli eletti. 31 eurodeputati al Pd, 17 a M5S, 13 a Forza Italia



Questa la lista ufficiale degli eletti all'Europarlamento secondo quanto riporta il sito del Viminale

NORD OVEST  

Pd 9 (Mosca, Cofferati, Bresso, Toia, Panzeri, Briano, Morgano, Benifei, Viotti) 

M5S 4 (Beghin, Valli, Evi, Zanni) 

FI 3 (Toti, Comi, Cirio) 

Lega Nord 2 (Salvini, Buonanno) 

Ncd 1 (Lupi) 

Tsipras 1 (Ovadia) 

NORD EST  

Pd 6 (Moretti, Zanonato, Kyenge, De Castro, De Monte, Schlein)  

M5S 3 (Borrelli, Affronti, Gibertoni) 

FI 2 (Gardini, Sernagiotto ) 

Lega Nord 2 (Salvini, Tosi) 

Sudtiroler Volkspartei 1 (Dorfmann) 

CENTRO  

Pd 7 (Bonafé, Sassoli, Gasbarra, Bettini, Danti, Costa, Gualtieri) 

M5S 3 (Agea, Castaldo, Gamburrano)  

FI 2 (Tajani, Mussolini) 

Tsipras 1 (Spinelli) 

Lega Nord 1 (Borghezio)

SUD  

Pd 6 (Pittella, Picierno, Gentile, Paolucci, Cozzolino, Caputo) 

M5S 5 (Adinolfi, Ferrara, D’Amato, Aiuto, Pedicini) 

FI 4 (Fitto, Patriciello, Martusciello, Matera) 

Ncd 1 (Cesa) 

Tsipras 1 (Spinelli) 

ISOLE  

Pd 3 (Soru, Chinnici, Giuffrida) 

M5S 2 (Corrao, Moi) 

FI 2 (Pogliese, Cicu)

Ncd 1 (La Via)