Terremoto in Parlamento. Ecco chi vuole andare col PD e rischia la poltrona
Dopo le europee e il risultato uscito dalle urne cominciano le grandi manovre per salire sul carro di Renzi. La maggioranza attuale con cui il Pd governa si basa saldamente su un'alleanza con Ncd di Angelino Alfano. Ma dalle parti di Montecitorio e a palazzo Madama cominciano a circolare strane voci che parlano di nuovi ingressi nella maggioranza. I primi a bussare alla porta di Renzi sono i vendoliani di Sel. A chiedere un'alleanza con il premier e con il Pd è stato Gennaro Migliore che parla di una prospettiva di un “soggetto unitario di sinistra”, formato da Pd e Sel, e anche della possibilità di un “governo politico da discutere con gli alleati naturali: chi sta a sinistra”.
Nuove alleanze - Se l'operazione reunion dei compagni dovesse convincere Renzi, il primo a farne le spese potrebbe essere proprio Angelino Alfano e il suo Ncd. Nonostante il premier non parli di maggioranze "alternative" a quella attuale, nel Pd qualcuno lavora per cambiare lo scenario in Parlamento. Il senatore dem Andrea Marcucci si dice molto fiducioso sulla possibilità che a Palazzo Madama alcuni M5s vadano a ingrossare le fila del nascituro gruppo parlamentare formato dai dissidenti pentastellati. Il Colle però frena e avvisa Renzi. Il messaggio è chiaro:nel caso cambiasse la maggioranza di governo per la eventuale e futuribile sostituzione delle truppe di Alfano con nuovi apporti grillini e/o da Sel, la gestione del tutto passerebbe attraverso una crisi formale di governo. Renzi lo sa bene e così per il momento va avanti a fari spenti.
Il nodo Lupi - A sbloccare la situazione potrebbe essere il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. I più dicono che se Lupi optasse per Strasburgo non sarebbe scontato che il suo dicastero resti al Ncd. L’offerta di Migliore non è passata affatto inosservata in maggioranza. Da un lato, ha allarmato gli alfaniani. Dall’altro ha incoraggiato i renziani che da tempo dialogano con Sel. In sostanza, il capogruppo di Sinistra e libertà a Montecitorio fa questo ragionamento: “Con il crollo di Sc e il ridimensionamento di Ncd, è possibile passare dalle formule delle piccole intese a un governo che sia davvero politico, da discutere con gli alleati naturali: chi sta a sinistra”. Non è un caso che gli stessi pensieri attraversino la mente dei renziani più vicini al premier. Insomma il terremoto in Parlamento potrebbe essere alle porte e qualcuno di certo rimarrà sotto le macerie...