Tasi, rischio aumenti in mezza Italia: ecco tutte le città a rischio
Ora è ufficiale: con l'ok del Senato al decreto Salva Roma sarà pioggia di aumenti di tasse sulla prima casa. Tutto grazie alla Tasi, l'imposta sui "servizi indivisibili" (illuminazione, manutenzione, anagrafe eccetera) che sulla carta avrebbe dovuto sostituire l'Imu diminuendo la pressione dei tributi ma che, a giochi fatti, peserà ancora di più sulle tasche di molti italiani. Il punto è che, infatti, la Tasi sarebbe più leggera solo nel caso in cui l'aliquota base, dell'1%, fosse rispettata dai Comuni. Purtroppo per i contribuenti, però, le abitazioni principali si salveranno solo in 9 casi su 20. Unica consolazione, sottolinea il Sole 24 Ore, nel 2014 non si pagherà la "maggiorazione Tares" toccata nel 2013 a proprietari e inquilini. Un miliardo in meno, su un bottino totale di 20 miliardi...
La grana detrazioni - Detto che la Tasi è sempre più leggera rispetto alla vecchia Imu solo per le prime case di valore più elevato (ma non di lusso), il problema maggiore è legato alle detrazioni, fisse con l'Imu ma che dal 2014 diventano "flessibili". Risultato: non è detto che verranno applicate, e quando ci saranno i Comuni le copriranno con un aumento delle tasse su seconde case, imprese e negozi. Per queste categorie, già stressate da una Imu che gravava sulle loro spalle per 20 miliardi nel 2013 (contro i 9 della vecchia Ici), si tratterà di un aumento di tasse per il 7,5 per cento.
Quanto si spende, città per città - Il Sole 24 Ore ha elaborato una tabella con le prospettive per le principali città italiane. Prospettive, come detto, non incoraggianti. Nessun aumento sulle abitazioni principali di Ancona, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, Torino. Rischiano invece Roma e Venezia, mentre sono quasi certi i rischi di aumento ad Aosta, Milano, Ravenna, Reggio Emilia. A Milano, in particolare, l'aliquota sarà del 2,5 per mille con detrazioni fisse per le case fino a 350 euro di rendita catastale e riservate ai redditi fino a 21mila euro per le case tra i 350 e i 700 euro di rendita. A Roma l'aumento è quasi certo invece per le altre abitazioni e gli immobili strumentali, con aliquote allo 0,8 per mille per la Tasi e di 10,6 per mille per l'Imu. Ricapitolando, le città che hanno messo l'aliquota aggiuntiva Tasi sulla prima casa ma l'ha abbinata ad un ampio sistema di detrazioni (Firenze, Bologna, Torino) non faranno sentire il peso dell'imposta sui servizi indivisibili. Ma sono poche città. A Milano, per esempio, l'applicazione dell'aliquota Tasi al 2,5 per mille con detrazioni prima casa molto limitate (sopra i 450 euro di rendita catastale si applicheranno solo ai proprietari con reddito fino a 21mila euro lordi) fa sì che per un appartamento in periferia da 450 euro di rendita (valore catastale di 72mila euro) si pagheranno fino a 180 euro, il doppio dell'Imu 2012.