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martedì 25 febbraio 2014

Tabaccai: O aumenta l'aggio o sciopero. Dal 3 marzo serrata dalle 9 alle 12

Tabaccai: O aumenta l'aggio o sciopero. Dal 3 marzo serrata dalle 9 alle 12


Giovanni Risso
Presidente Nazionale Federazione Tabaccai
Dal 3 marzo i tabaccai si asterranno dalla vendita del tabacco dalle 9 alle 12 di ogni lunedì, ad oltranza se non verrà aumentato l'aggio. Lo annuncia Giovanni Risso, Presidente Nazionale della Federazione Italiana Tabaccai. "La nostra neutralità è indubbia e storicamente accertata - spiega Risso - se dunque altri decidono di portare avanti una guerra di posizione, facendo scendere i prezzi delle sigarette, facciano pure. Il nostro aggio è una percentuale di quei prezzi, più questi scendono e più l'aggio deve aumentare". 

Renzi, fiducia del Senato con 169 sì, stamane alle 10 il premier alla Camera

Renzi, fiducia del Senato con 169 sì, stamane alle 10 il premier alla Camera


Il governo Renzi ha ottenuto la fiducia del Senato con 169 sì e 139 no. I senatori presenti erano 309, 308 i votanti. Il Senatore Rossi di Per l'Italia non ha partecipato al voto. Al momento della proclamazione della fiducia per il governo erano presenti solo i ministri Roberta Pinotti e Maria Elena Boschi e il sottosegretario Delrio. Nell'ultima fiducia dell'11 dicembre, dopo l'ingresso di Nuovo Centro Destra nella maggioranza e l'uscita di Forza Italia, il governo Letta aveva ottenuto 173 sì, 4 in più rispetto a Renzi, e 127 no. Stamane alle 10, a Montecitorio il premier chiederà la fiducia alla Camera. 

lunedì 24 febbraio 2014

Caso Marò - India: "No a Sua Act". Alta Corte rinvia ancora

Caso Marò - India: "No a Sua Act". Alta Corte rinvia ancora 


Ci vorranno ancora due settimane per conoscere i capi di imputazione per i due Marò. Il Procuratore generale indiano Vahanvati ha presentato l'opinione del governo favorevole ad abbandonare il Sua Act (legge antipirateria) ma ha chiesto che i capi di accusa vengano formulati dalla polizia Nia, l'Unità antiterrorismo che ha svolto le indagini. La difesa si è opposta a quest'ultima ipotesi e il giudice ha fissato una nuova udienza al 7 marzo. "E' impossibile utilizzare la Nia in assenza del Sua Act", ha obiettato la difesa. Rohatgi, legale dei Marò, all'uscita dall'Aula sottolinea che "l'eliminazione del Sua Act è un primo passo". Intanto è in corso a Palazzo Chigi un vertice sulla vicenda dei due Marò in India con il presidente del Consiglio Renzi. All'incontro partecipano il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e l'inviato speciale del governo Staffan De Mistura. 

Quanto veleno se la poltrona va a chi non è laureato

Quanto veleno se la poltrona va a chi non è laureato


Uno su quattro degli incaricati da Renzi non ha il titolo di dottore, ma neanche Marconi ce l'aveva e ha cambiato il mondo. Conta solo il lavoro che sapranno fare

Tradizione rispettata. Anche questo governo, fortemente voluto da Matteo Renzi detto Fenomeno, pur non avendo ancora mosso un dito, è già stato subissato di fischi per vari motivi, uno soprattutto: è colpevole di essere nato.



Succede così da sempre. Seguo da cronista la politica da mezzo secolo e non mi è mai capitato di udire elogi unanimi diretti a un neopremier o ai neoministri. Perfino Alcide De Gasperi fu salutato con sospetto. Con l'andare del tempo divenne antipatico addirittura agli amici del suo partito, la Dc, i quali brigarono per rispedirlo in Trentino affinché cedesse il posto a giovani (si fa per dire) rampanti. Missione compiuta. Una volta morto, lo statista fu elevato agli altari. Oggi chiunque loda le sue opere.


Dubito che Renzi sia la reincarnazione di De Gasperi, però non me la sento di definirlo sciocco il primo giorno di scuola. C'è chi invece si è già scagliato contro di lui e la sua squadra. Lo biasimano perché dice una cosa e ne fa un'altra, tradendo il desiderio di entrare a Palazzo Chigi anche a costo di piegarsi alle pretese delle segreterie e agli ordini del Colle, come se fosse facile ignorare le prime e i secondi.

Sui nomi dei prescelti dal presidente del Consiglio si è aperta una gara a chi li bastona di più. Un esercizio abbastanza semplice. È sufficiente consultare il dizionario dei sinonimi per trovare epiteti originali con cui deridere i fortunati vincitori delle cadreghe ministeriali: otto uomini e otto donne, in omaggio alla moda delle pari opportunità. Molti responsabili di dicastero sono volti nuovi, altri meno: in linea di massima, comunque, gente sconosciuta o semisconosciuta al grande pubblico. Pertanto chi fa il mio mestiere ha indagato in fretta e furia per rintracciare qualche dettaglio biografico degno di nota e idoneo a imbastire articoli pepati su questo o su quel personaggio. Cosicché alcune penne intinte nel veleno hanno raccontato che un quarto dei 16 componenti della compagine governativa è privo di laurea.

Ecco l'elenco: Beatrice Lorenzin (Sanità), Maurizio Martina (Politiche agricole), Andrea Orlando (Giustizia) e Giuliano Poletti (Lavoro e welfare). In che cosa consista lo scandalo non è chiaro. Tuttavia il tono con cui si scrive sul conto di costoro è sfottitorio. Come dire: che aspettarsi da politici che non hanno neppure concluso gli studi universitari? E si sorvola sul fatto innegabile che è più importante aver imparato a stare al mondo che non aver conseguito un diploma al massimo livello accademico. Ma, quando si tratta di prendere in giro una persona assurta ad alte responsabilità, è comodo sbattergli in faccia la patente di ignorante: non comporta nemmeno lo sforzo di verificare se ciò corrisponda a realtà.

Può darsi che un signore e una signora privi di laurea siano impreparati a gestire un ministero, ma può anche essere che un laureato non sia in grado di mandare avanti un negozio di frutta e verdura. La storia ci insegna che un alto numero di autodidatti è stato premiato con il Nobel non certo perché abbia conseguito brillantemente titoli di studio, bensì per meriti legati ad attività professionali egregiamente svolte.

Lo abbiamo ricordato spesso, ma giova rammentarlo ancora: a parte Luigi Pirandello, tutti gli altri Nobel italiani per la letteratura - Grazia Deledda, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale - non erano laureati. Non citiamo Dario Fo per decenza. Segnaliamo inoltre che Benedetto Croce e Gabriele D'Annunzio l'università la videro col binocolo. E Guglielmo Marconi? Mai frequentato corsi scolastici superiori con regolarità. Ciononostante, egli è lo scienziato che ha segnato una svolta nella storia dell'umanità con un'invenzione da lasciar senza fiato. Con questo non stiamo sostenendo che i quattro rimorchiati da Renzi, benché sprovvisti di titoli, siano dei geni apparecchiati per risolvere i problemi del Paese, tutt'altro. Ma siamo convinti che il loro rendimento al tavolo dell'esecutivo non dipenderà dalle pergamene (che non hanno) ma dalle capacità che ci auguriamo abbiano.

Nei casi della Lorenzin e di Orlando sarebbe lecito azzardare un giudizio, poiché entrambi non sono esordienti nel ruolo di ministri. Ma ci zittiamo per prudenza, essendo consapevoli che con un capo diverso da Enrico Letta, cioè Renzi, essi potrebbero fare meglio del peggio combinato nella precedente esperienza. È solo un auspicio.

Intendiamo sottolineare che polemizzare sulle lauree in mancanza di argomenti più seri è una manifestazione di meschinità. Lo è tantopiù in un momento, quale il presente, caratterizzato dalla crescente disoccupazione giovanile, particolarmente accentuata fra i laureati. Dal che si evince che conviene saper esercitare un mestiere ben retribuito che non farsi chiamare dottore gratis.

Fonte: Il Giornale.it

Caso Marò - India: Nessun cedimento. Oggi nuova udienza Corte suprema

Caso Marò - India: Nessun cedimento. Oggi nuova udienza Corte suprema 


Mentre l'india detta il bello e il cattivo tempo
sui due Marò, ormai detenuti "ingiustamente" da 24 mesi, al governo italiano
l'unica cosa che gli riesce fare è "dormire" sugli allori!
Nessun cedimento del governo indiano sul processo dei Marò. Lo annuncia il ministro della Difesa indiano A.K Antony. "Stiamo andando avanti su questa vicenda in base alle leggi indiane" ha assicurato, "non c'è spazio per compromessi" e non "faremo marcia indietro, saranno processati con le leggi del nostro Paese". Antony sottolinea che comunque la decisione viene trattata dai ministeri dell'Interno e degli Esteri (che si era espresso su inapplicabilità Sua Act). Oggi la procura dovrebbe presentare alla Corte indiana la decisione del governo per processare i due fucilieri. 



Governo: Esplode caso su tassazione "Bot"

Governo: Esplode caso su tassazione "Bot"


Il colpevole è lui........ Non io!
La Patrimoniale? "Non la faremo". Lo dice Delrio a "In mezz'ora" sostenendo invece che va valutata la tassazione delle rendite finanziarie, "non in linea con l'Ue", e ipotizzando un aumento per i Bot. "Se una signora anziana ha messo da parte 100 mila euro di Bot, non credo che se le togli 25/30 euro ne avrà problemi di salute. Vediamo", argomenta Delrio. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio rassicura: "Aumenteremo seriamente il taglio del cuneo fiscale" ricavando le risorse dalla spending review e dal rientro dei capitali. E sulla P.A: va resa "più efficiente". "Non credo che in questo momento il Paese possa permettersi di licenziare". E aggiunge: "Contro il governo Letta non c'è stato alcun complotto di potere". "Le forze politiche dovevano scegliere se far passare 8 mesi e poi votare o dare alla legislatura un orizzonte di riforme" e hanno scelto la seconda via. "Non abbiamo defenestrato nessuno", sono solo "letture diverse". Ora "se il Parlamento ci sta" a fare le riforme "bene. Altrimenti Renzi non ha certo paura delle urne". Delrio auspica "una legge sul conflitto d'interessi". E sull'Italicum assicura: "Non è stato congelato", presto la legge elettorale. Sui conti: "Non vogliamo sforare il 3%". E sul ministro Guidi e sul ministro Poletti nota: "Tutti gli atti che potranno avere un potenziale conflitto d'interesse del ministro Guidi e del ministro Poletti verranno esaminati dal presidente del Consiglio personalmente". "Sui ministri tecnici non abbiamo chiesto a nessuno per chi votavano, non ci interessava saperlo, ma sapere cosa avrebbero fatto nel settore in cui si sarebbero impegnati", ha puntualizzato. "C'è un giro di dolore - conclude Delrio - che viene dal Paese" e "va rappresentato anche da persone che lo conoscono e lo toccano". 

Ma pronta la risposta di Palazzo Chigi: "Non ci sarà alcuna nuova tassa. Lo precisa l'ufficio stampa di Palazzo Chigi, dopo quanto annunciato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Delrio, alla Annunziata, riguardo una possibile tassazione dei Bot. "L'orizzonte del governo è quello di una riduzione della pressione fiscale attraverso una rimodulazione delle rendite finanziarie e delle tasse sul lavoro". Questo tema "sarà illustrato domani dal premier Renzi nel corso del suo intervento in Parlamento per il voto di fiducia". 

Un netto "No" arriva anche da Forza Italia e Lega: "Se il buongiorno si vede dal mattino, si è fatta già notte sul governo Renzi. Delrio delinea una politica economica che prevede di tassare anche quel che resta del risparmio degli italiani, cioè i Bot". Il vicecapogruppo vicario di Forza Italia, Bernini, boccia l'ipotesi dicendo: "Ci opporremo al massacro economico e sociale" ventilato dal governo. Bocciatura appunto anche dalla Lega: "Il governo Renzi-Merkel pensa di tassare i Bot. A me pare un'idea folle, demenziale, suicida", dice il segretario Salvini su Twitter. 

Insomma, il sottosegretario Delrio, lancia la "Bomba tassazione-Bot" dopo una settimana dall'insediamento del nuovo governo Renzi. Il governo delle tasse inizia a prendere forma, e mentre il sottosegretario annuncia una ipotetica tassazione dei Bot, Palazzo Chigi smentisce. E' proprio il caso di dirlo, oltre alle tasse, il gioco delle 3 carte continua. Il governo Renzi è fallito prima di nascere. 

domenica 23 febbraio 2014

Berlusconi: Democrazia se governo eletto, "tenerci pronti per le elezioni"

Berlusconi: Democrazia se governo eletto, "tenerci pronti per le elezioni"


"Vi ricordo che la democrazia si ha quando c'è un governo eletto dai cittadini, in caso contrario non è più democrazia". Cosi il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con una riunione di Forza Italia. "Non sappiamo quando verranno le elezioni, ma dobbiamo comunque tenerci pronti", ha esortato. Il leader di Forza Italia ha ribadito la necessità di fare le riforme per modernizzare il Paese. Ha indicato tra quelle "urgenti", la riforma della Giustizia. Poi ha detto: "Il Paese è ingovernabile, ha un assetto istituzionale che consente non di decidere ma di proibire", serve "un solo partito che abbia la maggioranza assoluta, il 51% alle elezioni".