LO "SCIVOLONE" DEL
VICEMINISTRO MARTONE
di Sabatino Laurenza
“Essere secchione è bello,
chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato”. Un messaggio chiaro,
chiarissimo, quello lanciato dal giovane viceministro al Welfare,
Michele Martone. Una provocazione che ha fatto scoppiare la
ribellione, con polemiche a non finire sul web e l’indignazione di
vari esponenti politici. L’affermazione di Martone, alla "giornata
sull'apprendistato" organizzata dalla regione Lazio, intendeva
esortare i giovani ad affrontare lo studio con piglio più deciso
evitando di girovagare presso le Università, a scegliere i propri
indirizzi tenendo conto degli sbocchi professionali (“se decidi di
fare un istituto tecnico sei bravo”), a riconoscere dignità ai
cosiddetti “secchioni” (“essere secchioni è bello, almeno hai
fatto qualcosa”). Se lo spirito che animava il viceministro è
condivisibile, il tono delle sue parole non è apprezzabile. Per
diversi motivi. Pontificare sui giovani oggi, soprattutto da parte di
chi detiene una carica di governo, non è elegante né opportuno. Le
nuove generazioni stanno vivendo un momento delicatissimo. Conosco
tantissimi laureati con lode, dottorati, master e specializzazioni a
spasso o alle prese con occupazioni mortificanti e precarie. In
Italia mancano borse di studio che favoriscano il merito e consentano
a tutti, ricchi e poveri, di andare all’università senza dover
lavorare per mantenersi. Perchè a questo mondo non tutti sono figli
di papà.....non tutti possono contare su spalle forti e su
raccomandazioni che ti mandano in orbita senza meriti. Dichiarazioni
del genere, quelle rese da Martone, che offendono gli studenti meno
fortunati che non possono dedicarsi in modo pieno agli impegni
universitari. Fare di tutta l’erba un fascio è segno di
superficialità. Una bacchettata dunque al viceministro Martone: la
prossima volta, sono sicuro, sarà più controllato nelle sue
esternazioni. Il mestiere dei giovani oggi è oltremodo faticoso, ed
esige rispetto.