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lunedì 6 giugno 2016

Gran Bretagna ormai fuori dall' Europa Scenario devastante anche per l'Italia

Gran Bretagna fuori dall'Europa. Ecco cosa succederà all'Italia


di Carlo Palenda



Valutiamo l'interesse nazionale italiano nei casi di permanenza o uscita del Regno Unito dall' Ue. Londra, in realtà, è già formalmente fuori dal Trattato di Maastricht (1992) da quando ha ottenuto, mesi fa, nuove condizioni di associazione all' Ue: rifiuto dell' integrazione politica e monetaria e limitazioni all' importazione di norme europee.

Negli anni '70 aderì alla Comunità europea per un doppio obiettivo: garantirsi l'accesso al mercato continentale e, in convergenza con l' interesse statunitense, impedire la formazione di un superstato europeo a conduzione franco-tedesca. Cameron continua questa strategia, ma ha trovato crescenti difficoltà nel contenere l' ondata uscitista nella sua area politica e a evitare il tracollo del Partito conservatore a favore dei sovranisti dell' Ukip, questi per altro non lepenisti con progetto di nazionalismo protezionista, ma portatori di buoni argomenti di sovranità democratica. Per questo ha tentato l' azzardo: indire un referendum con il triplice scopo di costringere l' Ue a concedere mani più libere, restandovi per mantenere il diritto di veto e contrastare l' uscitismo mostrando che Londra ha recuperato una sovranità sufficiente entro l' Ue stessa. Questa strategia ha già scosso l' architettura europea: le 10 nazioni non-euro della Ue potrebbero invocare la stessa relazione meno condizionante ottenuta da Cameron. I Paesi baltici ci stanno pensando. E ne hanno i motivi perché per loro è essenziale solo l' accesso al mercato europeo integrato mentre per il resto è più utile mantenere la sovranità monetaria ed essere meno dipendenti dalla Germania e più connessi all' America perché la prima è ricattabile dalla Russia mentre la seconda ha l' interesse di inglobare gli europei orientali e baltici dando loro una protezione credibile contro Mosca e, indirettamente, contro le pretese egemoniche di Berlino.

Cosa cambierebbe per l'Italia in base all' esito del referendum? Se Londra uscisse, sarebbe più facile per la Germania proporre un' Eurozona più integrata in base al "criterio tedesco", instaurando trattati di libero scambio con le nazioni non euro. Per l' Italia, in tale scenario, ci sarebbe lo svantaggio di non potersi liberare da un modello di rigore depressivo, ma anche il vantaggio che Berlino dovrebbe attutirlo per tenere l' Italia entro la sua area d' influenza. Inoltre l' America avrebbe solo l' Italia come alleato affidabile entro un' Europa ristretta e ciò produrrebbe sostegni e facilitazioni per Roma. Se Londra restasse, l' Italia manterrebbe gli svantaggi di cui soffre ora. Londra ostacolerebbe un' Eurozona più integrata e così Berlino potrebbe mantenere il potere di fatto sulle euroregole senza doverle flessibilizzare perché avrebbe un minore bisogno della convergenza italiana per mantenere la propria area d' influenza. E avrebbe la scusa del possibile no di Londra per evitare riduzioni di sovranità entro un' Eurozona più strutturata. Infatti, Merkel non ha avuto esitazioni nello spingere Bruxelles a concedere a Londra un' associazione molto lasca per farla restare dentro. In sintesi, l' interesse nazionale italiano sarebbe favorito in caso di Brexit. Anche perché Londra e Bruxelles dovrebbero creare un nuovo trattato di libero scambio, Berlino e Parigi dovrebbero trovare un nuovo modello per tenere insieme l' Europa e l' America non potrebbe evitare di sedersi al tavolo di un negoziato complessivo che, alla fine, produrrebbe un accordo economico per integrare i mercati europei, inglese e americano, eventualità di massimo vantaggio economico e geopolitico, nonché finanziario, per l' Italia. Se Londra resta, invece, mancherà la pressione per tale riconfigurazione del sistema atlantico e l' Italia rimarrà compressa entro un' Eurozona germanocentrica.

Probabilmente, in base ai sondaggi, Londra starà dentro e Roma perderà l'opportunità di una ricombinazione favorevole del sistema. Ma all' Italia resta l' opzione di spingere di più il trattato euroamericano di libero scambio, TTIP, per ottenere un sistema che tenga insieme europei, inglesi e nordamericani e che, via convergenza euro-dollaro, garantisca di fatto l'enorme debito italiano e riduca il potere della Germania nel sistema stesso. Tale possibilità è a rischio nel caso fosse eletto Trump e prevalessero i protezionismi in Europa, ma essendo interesse oggettivo per tutti è probabile che nel medio-lungo termine verrà realizzata. Roma dovrebbe essere più attiva in questa direzione vantaggiosa, che sarebbe anticipata in caso di Brexit.

L'ultima mossa di Draghi sui mutui Quanto costa comprar casa

Mutui, arriva il regalo di Mario Draghi. Quanto costerà comprare casa I tassi 


di Tobia De Stefano



È plausibile uno scenario di lungo periodo dove chiedere un mutuo a tasso fisso che costerà meno del 2%? E possiamo immaginare che buona parte dei variabili messi sul mercato restino sotto l' 1%? In entrambi i casi la risposta è sì. E una spinta decisiva verso questo nuovo Eldorado dei prestiti immobiliari l' ha fornita in settimana Mario Draghi. Quando ha ribadito che i tassi resteranno bassi ancora per un lungo periodo.

Cosa vuol dire? Che già oggi le migliori banche offrono prodotti intorno a quelle percentuali. Ma sono assolutamente delle eccezioni. Nei prossimi mesi potrebbero diventare la regola. «Siamo su livelli di tassi talmente bassi - spiega il direttore marketing di MutuiOnline, Roberto Anedda - che è difficile aspettarsi degli stravolgimenti. Ma le parole di Draghi confermano che la situazione resterà invariata per molto tempo e quindi sia l' Euribor sia l' Eurirs potrebbero calare ancora. Del resto con un orizzonte di basso costo del denaro di lungo periodo anche le banche avranno maggiori possibilità di tagliare gli spread e concorrenza per accaparrarsi la maggior parte della clientela».

Dalle tabelle si può vedere che già oggi i migliori variabili oscillano intorno all' 1%. Ma molto dipende dal loan to value, il rapporto tra l' importo del finanziamento e il valore della casa. Se chiediamo in prestito metà del costo dell' immobile (130mila euro su 260mila) a 30 anni vediamo che Hello Bank (la banca online di Bnl) ci concede il denaro all' 1%. Poi ci sono tutte le altre spese (200 euro di istruttoria, per esempio) e arriviamo a un Taeg (costo complessivo) dell' 1,09% (la rata è di 418,13 euro). E più o meno sullo stesso livello ci sono anche i prodotti offerti da Banca Dinamica, Webank e Cariparma.

Il problema è che al crescere del loan to value aumenta anche il costo del mutuo. Se per la stessa casa di prima (valore 260mila euro) chiediamo 182 mila euro di prestito, che rappresentano il 70% di loan to value, il discorso cambia e di molto. Perché i finanziamenti più a buon mercato, Banca Dinamica precede Webank e Iwbank, hanno un tasso variabile intorno all' 1,20% e un Taeg che non va sotto l' 1,26%.

E il fisso? «Negli ultimi mesi - continua Anedda - il variabile ha ripreso qualche punto, ma la tendenza al tasso fisso resta predominante. Del resto già oggi i migliori prodotti riescono ad andar sotto la soglia psicologica del 2%, appena un punto in più del variabile, e in futuro altri istituti potrebbero offrire mutui altrettanto allettanti».

Per esempio, alle stesse condizioni di cui sopra (casa da 260mila euro e prestito a 30 anni da 182mila) il miglior fisso lo offre Intesa Sanpaolo, ma non andiamo sotto un tasso del 2,40%. Basta però chiedere una cifra più bassa, 130mila euro, e accorciare la durata del prestito, 20 anni, per avere sempre con Intesa San Paolo un tasso fisso all' 1,80 che con le spese varie ci dà un Taeg del 2%.

Salvatore Girone, l'annuncio della moglie (e quella foto commovente)

Salvatore Girone, l'annuncio della moglie (e quella foto commovente su Facebook)



Anche Argo è finalmente in Italia. Il cane del marò Salvatore Girone è arrivato questa mattina all’aeroporto di Fiumicino. Il golden retriever, era rimasto in India per l’assenza dei documenti. "Argo sta bene. Finalmente la famiglia è al completo", afferma all'Adnkronos Vania Girone, moglie di Salvatore tornato in Italia il 27 maggio.

"I nostri figli sono felicissimi, in particolare la piccola, Martina - prosegue Girone - il cane lo avevamo preso soprattutto per lei. Ora torniamo a casa, in Puglia, felici e tutti insieme".

Lega sconvolta dal lutto improvviso: morto Buonanno, aveva 50 anni

Lutto improvviso nella Lega: è morto Gianluca Buonanno



Lutto nella Lega. L’europarlamentare della Lega Nord Gianluca Buonanno, 50 anni, è morto nel pomeriggio di ieri in un incidente stradale lungo la Pedemontana a Gorla Maggiore (Varese). Buonanno che è sindaco di Borgosesia (Vercelli) era a bordo di una vettura che si è scontrata con un altro mezzo ferma per un guasto. Aveva 50 anni. Il leder del Carroccio, Matteo Salvini, afferma: «Non ho parole, in un incidente ci ha lasciato Gianluca Buonanno. Una preghiera. Buon viaggio a una persona leale, coraggiosa, concreta, onesta, generosa, sempre fra la sua gente da Sindaco e parlamentare. Un pensiero ai suoi famigliari e alla gente della sua valle. Un impegno: non molleremo mai, anche per Te. Ciao Gianluca, mancherai». Cordoglio da tutti i principali esponenti leghisti a cominciare da Calderoli. Condoglianze e vicinanza alla famiglia anche dall'Amministratore del blog il Notiziario sul web, Gaetano Daniele.

L'incidente - Nell'autovettura dell'europarlamentare c'era anche la moglie, che secondo quanto si apprende, è ricoverata in ospedale. Il leghista avrebbe perso il controllo della sua autovettura.

La carriera  - La carriera politica di Buonanno è iniziata in An, poi il passaggio alla Lega Nord. Era stato sindaco di Serravalle e Varallo, in Valsesisa, e ora era il primo cittadino di Borgosesia. Parlamentare tra il 2008 e il 2014, quando è stato eletto a Strasburgo, Buonanno era conosciuto per le sue "sparate" provocatorie. In qualche caso non troppo gradite al segretario federale Matteo Salvini che di recente lo aveva bacchettato.  Tra le sue uscite più celebri, la partecipazione a una trasmissione tv con la pistola: era stato il suo modo di affrontare il tema della sicurezza e delle legittima difesa.  Da sindaco di Varallo Sesia, Buonanno aveva esordito lanciando la campagna anti velo islamico e aveva vietato l'ingresso alla piscina comunale alle cittadine mussulmane, intenzionate a nuotare con il burkini, il costume da bagno integrale.  Una volta eletto alla Camera aveva fatto di più. Si era dipinto la faccia di nero e durante una seduta aveva detto che anche i parlamentari volevano "gli aiuti che si danno a chi arriva agli ultimi minuti", riferendosi agli stanziamenti del governo per profughi e migranti. Bersaglio preferito di Buonanno anche Sel e il leader del partito Nichi Vendola. "Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso - aveva detto - alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di 'Sinistra e libertà cambino nome e si chiamino, invece, 'Sodomia e libertà'". E quando ha traslocato in Europa, il suo atteggiamento da provocatore non era cambiato. A Strasburgo ha rimediato infatti diverse espulsioni e reprimende da parte della Presidenza della plenaria. Il 9 marzo del 2015 va in Libia e si fa fotografare con un kalashnikov.

Buonanno, le foto del tragico schianto Ecco come è ridotta la sua auto / Guarda

Buonanno, agghiaccianti foto dello schianto




Sono agghiaccianti le foto dell'auto su cui viaggiava Gianluca Buonanno, l'europarlamentare leghista morto tragicamente per un incidente sulla Pedemontana. Il politico viaggiava con sua moglie quando si è scontrato contro una vettura ferma in autostrada. 

L'analisi del voto delle Comunali Bechis: chi perde, quanto e dove

Bechis e l'analisi del voto delle Comunali: chi perde, e dove


di Franco Bechis


Primi giudizi politici a metà dello spoglio delle elezioni comunali. Il risultato finale è ancora lontano, il bilancio però è già quasi definito. E Franco Bechis lo riassume in pochi numeri, incisivi. Un confronto (indicativo, non scientifico) con le ultime regionali per capire come sta cambiando il vento.

Pd in calo quasi ovunque - Il Pd, per esempio, chiude in testa a Torino e Bologna, due roccaforti sempre più traballanti, crolla a Roma ma soprattutto a Napoli, dove resta fuori dal ballottaggio. I numeri però dicono qualcosa in più: a Milano i dem aumentano di 3 punti (28%) ma si dimezza a Roma (17%) e a Napoli (12%) e perde 8 punti a Bologna (35%) e 7 a Torino (29%). 

Boom 5 Stelle - In molti casi il Movimento 5 Stelle riesce a scavalcare il partito di Renzi, mettendo a segno risultati in qualche modo storici. I grillini arretrano sì a Napoli (9%) e restano stabili a Milano (10%) ma crescono a Bologna (record, 16%), raddoppiano a Roma (35%) e aumentano di un terzo a Torino (30%). 

Bagno di sangue azzurro - Capitolo centrodestra. Per Forza Italia è un bagno di sangue: perde 3 voti su 4 a Roma (ridotta al 4%), due voti su tre a Torino (4,7%), si dimezza a Napoli (9%) e tiene bene soltanto a Milano (20%), dove anzi aumenta di 8 punti. Proprio la scelta di Parisi, moderato in grado di mettere in un angolo la destra salviniana-meloniana, secondo molti analisti sarebbe la chiave di volta per Berlusconi per riprendersi la leadership del centrodestra anche a livello nazionale. Resta però il dubbio che Milano sia un'oasi felice per gli azzurri, non facilmente ripetibile in altri contesti (locali e nazionali). E la Lega Nord? Raddoppia a Milano (quasi il 12%), segno che un candidato moderato fa bene anche a Salvini, cresce anche a Bologna dove ha corso da sola con una candidata molto salviniana (10%), perde però due puntia Torino (quasi al 6%) e non sfonda a Roma (2,5%) mentre a Napoli ha rinunciato anche a proporre una sua lista. Segno che la quadra è ancora lontanissima.

L'avvocato Risponde: "Tradimento e Divorzio"

L'avvocato Mario Setola risponde a Giovanna, 34 anni di Caivano in provincia di Napoli



Avv. Mario Setola

La Domanda

EGREGIO AVVOCATO, MI CHIAMO GIOVANNA HO 34 ANNI E SCRIVO DA CAIVANO. SONO SPOSATA DA 5 ANNI CON MAURIZIO, UN UOMO CON CUI GIA’ DA ANNI NON VADO D’ACCORDO E DAL QUALE, CONSENSUALMENTE AVEVO GIA’ DECISO DI SEPARARMI. DA QUALCHE SETTIMANA HO SCOPERTO CHE MI TRADISCE DA MESI CON UN’ALTRA DONNA. QUINDI, VORREI SAPERE, E’ POSSIBILE CHE LA SEPARAZIONE VENGA ADDEBITATA A LUI? E POI,  PER CURIOSITA’, NELLE CAUSE DI DIVORZIO IL GIUDICE E’ TENUTO A DISPORRE IN OGNI CASO INDAGINI FISCALI SUI PATRIMONI DEI CONIUGI?




L'avvocato Risponde

Gentile signora Giovanna, veda, l’obbligo di fedelta’ coniugale costituisce una regola di condotta imperativa, oltreche’ una direttiva morale di particolare valore sociale. La separazione coniugale può essere addebitata al coniuge che abbia violato l’obbligo di fedeltà senza che in precedenza il rapporto coniugale sia entrato in crisi. In linea di principio deve ritenersi comportamento contrario ai doveri nascenti dal matrimonio la violazione, in assenza di una consolidata separazione di fatto, dell’obbligo della fedeltà coniugale, che costituisce una regola di condotta imperativa (art. 143 comma 2 cod. civ.) e che assume una gravità ancora maggiore allorché venga attuata in maniera reiterata o, addirittura, attraverso una stabile relazione extraconiugale. Determinando normalmente l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza, essa deve ritenersi, di regola, causa della separazione e ne giustifica pertanto l’addebito, potendosi presumere che abbia esercitato in tale direzione un ruolo decisivo. Solo eccezionalmente, qualora risulti, attraverso un’indagine rigorosa e penetrante ed una valutazione complessiva del comportamento di entrambi i coniugi, l’irrilevanza di una tale violazione per mancanza di un nesso di causalità con la crisi coniugale, irrimediabilmente già in atto in un contesto caratterizzato da una convivenza meramente formale, può escludersi l’addebitabilità, trattandosi in tal caso di comportamenti successivi al determinarsi di tale situazione. Sperando di averle chiarito le idee sul controverso e delicato tema, vado a rispondere al suo secondo quesito, che a lei, come scrive va ad appagare la mera sete di curiosità, ma per molte altre coppie, rappresenta davvero un interrogativo importante e determinante le sorti della loro separazione e/o divorzio. Nelle cause di divorzio i coniugi, in base all’art. 5 della legge n. 898 del 1970, devono presentare “la dichiarazione personale dei redditi e ogni documentazione relativa ai loro redditi e al loro patrimonio personale e comune”. La stessa norma stabilisce che “in caso di contestazione, il Tribunale dispone indagini sui redditi, sui patrimoni e sull’effettivo tenore di vita, valendosi, se del caso, anche della Polizia Tributaria”. Questa disposizione non comporta, in via diretta ed automatica, il dovere di indagine, anche fiscale, ogni qual volta sia contestato un reddito indicato e documentato, ma rimette, come per ogni mezzo istruttorio, al giudice la valutazione di quella esigenza, in forza del generale principio che qualunque attività intesa alla ricerca della prova e all'accertamento dei fatti, perché sia ammessa, disposta o compiuta, richiede il preventivo giudizio di rilevanza e conferenza, secondo criteri discrezionali, che è sufficiente siano compiutamente rappresentati nella motivazione della decisione. La contestazione non è, dunque, di per sé idonea a determinare l'obbligo della indagine. Nella linea del filtro valutativo del giudice la richiesta di indagini non è, pertanto, un effetto automatico della contestazione, a nulla giovando la espressione "il tribunale dispone indagini" - in cui la facoltà di non disporle sembrerebbe negata, una volta che la contestazione vi sia - posto che a delimitare l'esercizio del potere di "indagine" istruttoria resta pur sempre l' art. 187 cod. proc. civ., che attribuisce al giudice la facoltà di ammettere i mezzi di prova proposti dalle parti e di ordinare gli altri che può disporre di ufficio "se ritiene che siano ammissibili e rilevanti".     


Avv. Mario Setola – Foro di Napoli 
Studio: Cardito (Na) Corso Cesare Battisti n. 145
Cell. 3382011387 Email: avvocato.mariosetola@libero.it

domenica 5 giugno 2016

La proposta dell'Austria sui migranti: "Portiamoli sulle isole e teniamoli lì"

Migranti, la proposta dell'Austria: "Portiamoli sulle isole"



Portare sulle isole i rifugiati salvati in mare e accogliere solo quelli che chiedono asilo nei campi in Medioriente. Sono alcune delle proposte avanzate dal ministro degli Esteri dell'Austria, il conservatore Sebastian Kurz, in un'intervista rilasciata al quotidiano Die Presse. Secondo Kurz, i migranti salvati mentre provano ad arrivare in Europa devono essere rimandati nel loro Paese d'origine oppure si può provare a raggiungere un accordo in merito con la Libia. Nel caso in cui questa cooperazione non sia possibile, per Kurz "le persone devono essere allora accolte in un centro di asilo, idealmente su un'isola. Da qui bisogna organizzare il loro rientro e dare loro appoggio finanziario". E come esempi di isole Kurz cita Lesbo. Il modello a cui pensa è quello che si applica in Australia: aumentare le pattuglie marittime per intercettare le imbarcazioni con rifugiati e portarli sulle isole, come l'Australia fa con Nauru e Papua Nuova Guinea.

Come Ellis Island - Quanto ai rifugiati che scappano dalla Siria, il ministro dice che finché non si creeranno zone sicure nel Paese dovranno continuare a restare in campi di accoglienza in Turchia, ma avverte che Ankara può cancellare "in qualunque momento" l'attuale accordo con l'Unione europea e che l'Ue deve essere capace di proteggere da sé le sue frontiere e "decidere chi possa venire e chi no". Nonostante riconosca che il modello australiano non si può copiare per intero, Kurz insiste sul sistema di internamento nelle isole e cita come esempio Ellis Island, a New York, dove per decenni è esistito un centro di smistamento degli immigrati.

Meteo-horrror per la prossima settimana Ancora con ombrello fino a questa data

Previsioni-brivido della settimana prossima. Non chiudete gli ombrelli fino a questa data



Dopo un week end da brividi per il meteo, non arrivano notizie tranquillizzanti per gli italiani. Se pensate di andare al mare o di godervi un week end dovete rinviare il progetto di almeno una settimana.  “Continueranno  ad affluire correnti settentrionali che renderanno il tempo sull’Italia estremamente variabile ed instabile non solo nel fine settimana ma a anche nella prima parte della prossima settimana", dicono gli esperti del Centro Epson Meteo, "ci attendono altre giornate con numerosi temporali specie nelle ore pomeridiane e serali, non solo al Centronord ma sul Sud peninsulare con un tempo più stabile e soleggiato soltanto nelle nostre due Isole maggiori". 

Temperature  - Le temperature nei prossimi giorni subiranno un graduale rialzo ad iniziare dalle Isole maggiori per poi interessare anche il resto del Paese: il clima diventerà tipico di inizio giugno e nonostante l’instabilità i valori pomeridiani arriveranno un po’ dappertutto ad oscillare intorno ai 25 gradi.

Domenica 5 giugno - La giornata vedrà una prevalenza di nuvole al Centronord anche se non mancheranno delle schiarite e anche dei bei momenti soleggiati nelle regioni centrali esclusa però la Toscana. Le piogge, anche sotto forma di intensi rovesci o temporali, interesseranno il Nord e il nord-ovest della Toscana già nel corso della mattinata.

L’instabilità si accentuerà nelle ore pomeridiane e serali quando i rovesci e i temporali si formeranno anche nelle zone interne del Centro con locali sconfinamenti lungo le coste adriatiche.

Nel complesso ben soleggiato nelle Isole e al Sud con soltanto un temporaneo aumento della nuvolosità nella parte centrale della giornata nelle zone interne di Campania, Basilicata e Puglia. Temperature senza variazioni di rilievo, al più in lieve aumento; in Sardegna e Sicilia valori oltre i 25 gradi. Venti deboli, salvo le raffiche associate ai temporali.

Nel resto d’Italia prevalenza di nuvole soprattutto nelle regioni settentrionali dove il cielo risulterà per lo più nuvoloso con poche schiarite. Nel corso del giorno saranno numerosi i rovesci e i temporali, localmente anche di forte intensità, in gran parte delle regioni settentrionali (esclusa la Liguria), nell’intermo del Centro e lungo l’Adriatico dal Veneto alla Puglia. Piogge sparse in veloce transito tra Sicilia e Calabria meridionale.

Benigni, un retroscena clamoroso: "Era per il no". Poi una telefonata...

Benigni, il retroscena clamoroso di Rodotà: "Era per il no al referendum". Poi..."



Un giro di telefonate frenetico per convincersi a passare dalla parte di Renzi. Gli ultimi giorni di Roberto Benigni prima della sua adesione al fronte del sì al referendum costituzionale del prossimo autunno sarebbero stati a dir poco intensi ed è Il Fatto quotidiano a ricostruirli sommariamente. Inizialmente il comico toscano, criticatissimo per il suo "tradimento" alla Costituzione, sarebbe stato propenso per il "no", anche se dubbioso e incerto. Anche per questo avrebbe cortesemente respinto la richiesta del comitato "per la difesa della Carta" di diventare loro testimonial. Prima dello show su Raiuno che ha scatenato la bagarre, il Piccolo Diavolo avrebbe contattato niente meno che Stefano Rodotà, bandiera del comitato del no: "Alcuni giorni fa Alfiero Grandi e Alfonso Gianni - rivela il professore che i grillini sognavano al Quirinale -mi dissero che Roberto Benigni voleva parlarmi. Benigni mi ha chiamato tre volte. Mi disse che non se la sentiva di esprimersi per il Sì o per il No". A fargli cambiare idea, però, sarebbe stata una chiacchierata con Ezio Mauro, ex direttore di Repubblica: "Riforma pasticciata? Vero. Scritta male? Sottoscrivo. Ma meglio di nulla".

"BOSSETTI INCASTRATO" Quel dettaglio macabro sul cadavere di Yara

Yara, il particolare macabro del suo cadavere che può incastrare Bossetti



C'è un macabro particolare del cadavere di Yara Gambirasio che potrebbe, alla fine, rivelarsi decisivo per le sorti di Massimo Bossetti. Nel processo per l'omicidio della 13enne di Brembate, in cui l'operaio di Mapello è l'unico imputato, l'accusa punta forte anche sul dettaglio del ciuffo d'erba che la povera Yara aveva ancora in mano al momento del ritrovamento del suo corpo senza vita. Il 26 febbraio, tre mesi dopo la sua scomparsa, la ragazzina aveva serrato nella mano un ciuffo d'erba ancora attaccato al terreno del campo di Chignolo d'Isola. Dettaglio importante perché secondo l'accusa significa che la vittima è stata seviziata e abbandonata su quello stesso terreno, dov'è morta per le ferite e per il freddo. Secondo la difesa di Bossetti, invece, Yara sarebbe stata rapita e uccisa altrove, prima di essere trasportata a Chignolo. 

Il carabiniere e la dottoressa - L'accusa porta a sostegno della propria tesi le foto scattate il giorno del ritrovamento e la ricostruzione del colonnello dei Ros Michele Lorusso, primo a giungere su campo, secondo cui il ciuffo d'erba era ancora attaccato al terreno, per poi staccarsi al momento del sollevamento del cadavere. Anche l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, che seguì l'autopsia di Yara, sostiene che quell'erba
proviene dal campo di Chignolo.

Oggi alle urne per eleggere i sindaci Facci: vi dico cosa resterà del voto

Oggi alle urne per eleggere i sindaci. Facci: vi dico cosa resterà del voto


di Filippo Facci



Ma perché ce la raccontiamo? La vigilia di queste Amministrative dice più della passione politica dei giornalisti che non di quella degli italiani. Nonostante le parate di carta e i politologi spaccacapello - che spiegano, semmai, perché l' astensione cresca anche in edicola - le elezioni amministrative sono elezioni amministrative: dunque non sono il test nazionale di niente, la prova generale di niente, lo stop o il viatico di niente; e se le "conseguenze politiche" si tradurranno in qualche cambio di poltrona, sai che sovvertimento. Ma è un attimo, sui giornali, trasformare chessò, un Parisi vincente in un futuro Berlusconi o in un futuro premier: la politica non si fa con i se, ma i giornali sì. E sta bene, basta che non ce la raccontiamo troppo: ma non è vero che con Renzi la gente tornerà a votare, non è vero che non lo farà per le inchieste della magistratura, non è vero che è tutta colpa dell' antipolitica o che Grillo sta per prendere il 120 per cento: più banalmente, nei Paesi a democrazia matura la gente vota progressivamente sempre di meno, in generale se ne fotte di più, passa subito alle pagine dello sport, così come nelle borghesie più solide si sedimenta la convinzione che la politica non stravolgerà più di tanto le nostre vite.

Se poi le elezioni sono queste amministrative, hai voglia: le città, lo sappiamo, sono realtà a sé, i candidati sono slegati ai partiti nazionali e forse anche a quelli locali, a fare la differenza spesso è solo l' affabilità di chi avrebbe potuto essere candidato tranquillamente nello schieramento opposto. Il caso Milano è emblematico. Aggiungi che le casse comunali - come già scritto - sono vuote, e ogni neo-sindaco passerà da propositi rivoluzionari all' impresa ben più ardua di pagare gli stipendi ai dipendenti, e garantire l' esistente come dei mezzi pubblici decenti, non troppe buche per strada, montagne di rifiuti che non oltrepassino le palazzine, e una percezione della microcriminalità (si dice così) che viaggi su binari diversi da quelli su cui giungono sempre nuovi immigrati.

Questo da una parte. Dall' altra ci sarà da smantellare (sostituire) qualche sacca clientelare negli assessorati e negli uffici tecnici, fare buon viso a qualche scandaletto bustarellaro che emergerà nel frattempo, naturalmente difendersi dalle accuse sempre più personali e insultanti delle opposizioni. Eccola qui la grande guerra per le Amministrative: nella migliore delle ipotesi si tradurrà nella conquista di un potere trascurabile (perché mancano i soldi) utile a piazzare un po' di gente o a portare a casa qualche affare, possibilmente lecito. Può essere appassionante per chi nelle città ci vive, certo, e poi è vero che i ballottaggi e le personalizzazioni possono favorire un clima da derby: ma i "riflessi nazionali" o peggio "di immagine" sono per lo più una sciocchezza, una forzatura di chi avrebbe da guadagnarci o cerca di vendere tre copie in più. Niente di nuovo. Ieri Renzi ha detto che si vota per i sindaci e non per il governo: lo dicevano anche i premier della Prima repubblica. Di nuovo c' è che i veri esperti di flussi elettorali sono ormai i meteorologi, i più consapevoli che con la calura cresce anche la temperatura dell' astensione. Tra un temporale e l' altro.

sabato 4 giugno 2016

Tragedia in Moto2, muore Salom Dubbio di Rossi: "Tutto Molto strano"

Moto2, paura in Catalogna: morto Luis Salom. Travolto dalla moto, i dubbi di Rossi



È morto Luis Salom, il giovane pilota spagnolo classe Moto2 della Sag Team, caduto durante la seconda sessione di prove libere del Gp di Catalogna. Alla curva 12, il 24enne di Palma di Maiorca è scivolato e, stando alle prime ricostruzioni della stampa spagnola, sarebbe stato travolto dalla sua stessa moto. In pista era arrivata subito un'ambulanza, mentre accorreva anche un elicottero pronto a trasportarlo in ospedale. I medici sul posto però hanno preferito la prima soluzione, portandolo con urgenza all'ospedale universitario generale di Catalogna già in condizioni molto gravi.

La dinamica dell'incidente è ancora tutta da chiarire, ma qualche dettaglio sono riusciti a darlo alcuni testimoni. Lo racconta a Gazzetta.it Valentino Rossi che ha riferito del racconto di un amico che avrebbe visto la scena. L'amico di Rossi ha confermato che il pilota è stato travolto dalla sua moto: "è andato dritto contro le barriere e poi la moto è caduta su di lui. Questo è molto strano - ha ammesso il pesarese - probabilmente ha subito un guasto, altrimenti non si spiega".

E' morto a 74 anni Muhammad Ali Addio a una leggenda del pugilato

Lutto nella boxe, è morto Muhammad Ali. Addio a una leggenda del pugilato



Muhammad Ali, leggenda della boxe, è morto all'età di 74 anni. L’annuncio è stato dato da un portavoce della famiglia: ricoverato giovedì in un ospedale di Phoenix, Arizona, l’ex campione del mondo dei pesi massimi soffriva di una malattia respiratoria complicata dal Parkinson, di cui era malato da tempo.

I funerali, è stato annunciato, si svolgeranno nella città natale di Ali a Louisville, nel Kentucky. Ali, nato Cassius Marcellus Clay, divenne celebre con la vittoria della medaglia d’oro dei pesi mediomassimi alle olimpiadi di Roma del 1960. Unico pugile al mondo ad aver conquistato per tre volte il titolo di campione del mondo dei pesi massimi, Ali si ritirò nel 1981 dopo aver vinto 56 dei 61 incontri disputati.

Ma la sua influenza, fuori dal ring, non è stata da meno, dalla conversione all'Islam al gran rifiuto ad andare a combattere in Vietnam che gli costò il ritiro della licenza pugilistica e l’interruzione della sua attività dall’aprile del 1967 al settembre del 1970, quando era già il numero uno. Negli anni, il deterioramento della sua salute non ha fiaccato il suo spirito da lottatore. Lo scorso dicembre aveva fatto irruzione anche nella campagna elettorale americana con una dichiarazione contro il candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump che ha proposto di bandire i musulmani dagli Usa. "Noi come musulmani - aveva avverto Alì - dobbiamo reagire contro coloro che usano l’Islam per portare avanti la loro agenda personale".

Elezioni, l'allarme dei sondaggisti: il grande rischio di questo voto

Elezioni, l'allarme dei sondaggisti: l'effetto sorpresa



C'è il silenzio pre-voto. Non si possono pubblicare i sondaggi. Ma i sondaggisti lanciano l'allarme astensionismo. Nicola Piepoli al Corriere della Sera spiega come, con il passare del tempo, dal lontano 1946 l'affluenza alle urne sia sempre più diminuita. Alle politiche del 2013 votò il 75,2 per cento. Ma per Piepoli il calo delle presenze alle urne non è un dramma e cita il caso della Gran Bretagna che, non registra punte altissime di partecipazione al voto, eppure "è un paese molto democratico". Diversamente la pensa Roberto Weber: "Il calo è molto allarmante. C' è scontento, insofferenza. Si rischia di scendere sotto il 50 per cento: i sondaggi sottostimano le astensioni, perché chi non è interessato al voto tende a non partecipare". Secondo Weber non bisogna attribuire la responsabilità della disaffezione al fatto che si voti in una domenica di giugno, per di più alla fine di un lungo ponte:  "Quando c' è la motivazione, il resto incide poco". Carlo Buttaroni (Tecnè) concorda sostenendo che la campagna elettorale è statas "fiacca e i candidati non sono di livello". 

venerdì 3 giugno 2016

Caivano (Na): I ginnasti della Physical Good in trionfo a Pesaro

Caivano (Na): I ginnasti della Physical Good in trionfo a Pesaro Ginevra Maria Pagnano si aggiudica il 3° Posto


di Angela Bechis


Ginevra Maria Pagnano


Successo per la Physical Good di Caivano che ai campionati nazionali di ginnastica artistica ha raggiunto varie postazioni importanti, come l'enorme successo di Ginevra Maria Pagnano, 7 anni appena compiuti, che dopo aver raggiunto il primato alle scorse regionali, grazie all'istruttrice Luisa Di Micco, è arrivata terza ai campionati nazionali di ginnastica artistica. L'enorme successo sta ancora una volta a dimostrare che la città di Caivano si può "vantare" di avere molti concittadini che portano in giro per il mondo non solo l'alto profilo morale e culturale, ma anche successi sportivi di livello nazionale e internazionale. 

Celentano, un "outing" incredibile "La Meloni? Lei mi...": il ribaltone

Il voto di Adriano, Celentano fa outing: "Mi piace la Meloni ma...."



Adriano Celentano fa outing. Parla di elezioni e, in un articolo che ha la forma di una lettera su Il Fatto Quotidiano, scrive quanto siano importanti queste elezioni. Pensa a Milano, la sua città, dove si confrontano sostanzialmente tre candidati: Sala, Parisi e Corrado. E si augura che chiunque diventi sindaco si soffermi sui danni che hanno commesso i loro predecessori. Ma il ragionamento di Celentano si sposta soprattutto su Roma. Parla del degrado, delle buche, del traffico ma tuttavia spiega come la città eterna non possa essere abbandonata. Ed ecco che, passando in rassegna tutti i candidati Celentano spiazza tutti. Perché, di fatto, non boccia nessuno. Non Alfio Marchini perché, dice,  il fatto che sia ricco è solo un bene.”Potrebbe essere una chance, in quanto non avrebbe alcun  bisogno di rubare”. Di Giachetti e Fassina esalta la tenacia. Ma Celentano si concentra soprattutto sulle donne, Virginia Raggi e Giorgia Meloni.

La confessione - A sorpresa il Molleggiato confessa che Giorgia gli piace molto. “Il più delle volte in quello che dice, potrebbe sicuramente regalare delle sorprese”. Tuttavia Celentano fa outing per Virginia Raggi che, dice, rispetto alla Meloni ha il merito di essere “un’incognita”.  La definisce “un salto nel buio a cui i romani non possono sottrarsi”. Si augura che Grillo non la espella al primo rifiuto di un suo comando e prevede che possa indirettamente fare bene anche a Renzi. Poi va oltre e dice: “Già lunedì potrebbe chiedere un incontro con il Movimento Cinque Stelle. E insieme, rivoluzionare ciò che Renzi intende fare al Senato”.

"Una porno-vendetta per Marita" La detenuta: "La verità su Bossetti"

"Una porno-vendetta su Marita", parla la detenuta: la verità su Massimo Bossetti



Parla Gina, la detenuta a cui Massimo Bossetti ha scritto molte lettere hot. Secondo lei il carpentiere accusato di avere ucciso Yara Gambirasio le mandava quelle lettere per vendicarsi della moglie Marita dopo la scoperta dei tradimenti. “Non avevo capito l’altra faccia di Bossetti. Mi meraviglio che la sua difesa non abbia mai preso in considerazione la possibilità di chiedere un accertamento sul suo profilo psicologico”, scrive il settimanale Giallo. La signora Gina si stupisce che lui continui a scriverle anche adesso che la vicenda e le lettere sono finite  sui giornali. 

Carriera criminale - Il settimanale in edicola questa settimana ricostruisce la vita di questa donna di 44 anni. In passato truffò un direttore di banca, amante degli animali, spacciandosi per una veterinaria. Si presentava in abiti succinti per estorcere denaro come aveva farro già in passato. Un giorno il direttore, credendola veterinario, la chiamò perché il suo cane stava male. Lei non sapendo cosa fare somministrò, stando a quanto scrive il settimanale di Cairo, un’aspirina. Il cane cominciò a vomitare ma anche a stare meglio. Da quel momento Gina oltre a guadagnarsi la stima del direttore ottenne anche tanti soldi. La sua carriere di truffatrice comincia però con un furto un chiesa. Lei era poco più che bambina e rubò dal sacchetto delle offerte ventimila lire.  Poi arrivarono i furti e a vent’anni riuscì anche a sfilare una pelliccia da un manichino del negozio. In una pescheria ha rubato due astici e poi li ha infilati negli slip.  Più recentemente Gina si era specializzata nel commercio di auto di lusso. Le cercavano su internet e le pagavano con assegni scoperti o carte di credito clonate. A tradirla è stata la sua socia. Dal carcere uscirà nel 2020.

Berlusconi show a L'Aria che tira: "Ecco cosa faccio dopo le elezioni"

Berlusconi show all'Aria che tira: "Ecco cosa farò se vincerò le elezioni comunali e nazionali"




Silvio Berlusconi all'Aria che tira parla di scenari politici. Se a ottobre vincerà il "no" al referendum sulle riforme costituzionali cosa succederà? Se Matteo Renzi dovesse lasciare, dovrebbe nascere un governo di unità nazionale. Lo sostiene il Cavaliere. 

Nelle intenzioni del leader di Forza Italia, si andrebbe verso un governo d'emergenza sostenuto da un Parlamento che modifichi di nuovo l'Italicum. "Forza Italia è disponibile" a votare anche col Pd, ha detto Berlusconi: "Non è solo disponibile ma è necessario che lo faccia". Parlando del futuro del centrodestra: "Ha una sola possibilità di vincere le elezioni: farlo al primo turno superando il 40%".  "Solo chiacchiere elettorali", assicura, toccando l'argomento delle polemiche con Giorgia Meloni e Matteo Salvini. "Tutti sanno che c’è una probabilità di vincere solo se stiamo tutti insieme, altrimenti è sconfitta sicura. Salvini quando sta con me è ragionevole, c’è cordialità e non c’è alcun timore per i nostri rapporti futuri. In Italia ormai ci sono 3 poli. Il centrodestra non può pensare di vincere al ballottaggio, perché se andasse al ballottaggio contro M5S gli elettori del Pd voterebbero per questi, mentre se andasse al ballottaggio con il Pd tutti gli elettori di di M5S voterebbero per il Pd".

"Io sono stato dichiarato incandidabile per 6 anni", dice, parlando di leadership, "e non ho alcuna intenzione di propormi come candidato premier. Berlusconi non è un problema, vuole solo tenere insieme tutti, Berlusconi è il federatore". Legato sentimentalmente da anni con la trentenne Francesca Pascale, chiude dicendo: "Se ho intenzione di sposarmi presto? No, assolutamente no".

IL COMICO DI RENZI Benigni, mega spot a Matteo: piovono insulti per lo show

Benigni si schiera per il "sì" E riceve una raffica di insulti



Roberto Benigni torna in televisione e si esprime sulla Costituzione italiana, la cui riforma è al centro del referendum di ottobre. Non nasconde di essere per il sì. "La cosa bella della Costituzione è che la puoi cambiare", ha detto. Non tutti hanno gradito il suo supporto al governo di Matteo Renzi. "Adesso Renzi riformerà anche la Divina Commedia?", è stato uno dei tweet sarcastici.

Il quotidiano Il Tempo parla poi di "Oscar all'ipocrisia". "Il toscanaccio si fa toscanello alla vaniglia, diventa dolce, odoroso e caldo", si legge. "Dunque Benignaccio ci ripensa, in onore del suo compatriota e compagnuccio Renzi". "Fa parte della recita, fa parte del copione e del programma scritto con la testa e con il cuore, le parti del suo corpo che sono in conflitto e lo hanno portato, appunto, a dire un giorno «NO» e un altro «SI», perché lui verso il Matteo porta stima, il Renzaccio, quando non era ancora premier, stava in seconda, terza, quarta fila ad assistere ogni dì agli spettacoli danteschi del Roberto".  Insomma, "lo manda Renzi". Sarà vero?

Occhio a pannelli e condizionatori: ecco come avere gli sconti fiscali

Al via il nuovo Conto termico: pannelli e condizionatori, gli sgravi fiscali



 Il 16 giugno sarà un giorno infernale per gli italiani: il tax day della casa, con il versamento della prima rata (50%) di Imu e Tasi, la tassa sui servizi comunali. La tassa non riguarderà più le prime case (escluse quelle di lusso), ma tutti gli altri immobili commerciali e privat. Secondo la Cgia di Mestre, il Fisco incasserà 10,2 miliardi, la metà dei quali pagati dalle famiglie.

I nuovo Conto termico - Ed entro il 30 giugno i Comuni invieranno la cartella per la Tari, la tassa sui rifiuti, che secondo la Uil costerà in media a famiglia 300 euro. Se il Fisco pressa da una parte, dall'altra offre sgravi fiscali. Come spiega il quotidiano Il Giorno, il 31 maggio è partito il nuovo Conto termico che incentiva l' utilizzo di energie rinnovabili. In pratica si tratta degli incentivi (900 milioni, di cui 200 destinati alle istituzioni pubbliche e 700 ai privati) per gli interventi che, secondo il decreto approvato a febbraio, riducono l' inquinamento legato alla produzione di calore. Gli incentivi del Conto termico 2.0 riguardano sia interventi di piccole dimensioni per l' incremento dell' efficienza energetica sia la produzione di calore utilizzando fonti rinnovabili. Gli incentivi, non cumulabili con le detrazioni fiscali del 50 e del 65%, possono durare da 2 fino a 5 anni rispetto alla tipologia e vengono pagati dal Gestore dei servizi energetici (Gse) con rate annuali (o con un unico rimborso se l' importo non supera i 5mila euro) fino a un massimo del 65% della spesa.
Gli sgravi - Tra gli interventi interessati dal Conto termico, ci sono gli impianti a pompe di calore, stufe a pellet e termocamini, i pannelli solari, gli scaldacqua a pompe di calore ma anche la coibentazione di pareti e coperture, la sostituzione di serramenti, l' installazione di schermature solari. In particolare è incentivata la sostituzione di impianti di climatizzazione invernali con apparecchi anche combinati per la produzione di acqua calda dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, che utilizzano energia aerotermica, geotermica o idrotermica. Ma i bonus riguardano anche gli impianti alimentati da biomassa, quelli solari (compresi i pannelli utilizzati per il raffreddamento), la sostituzione degli scaldacqua elettrici con quelli a pompa di calore.

Come pagare - Per usufruire del Conto termico, oltre a presentare la domanda per via telematica al Gse, è necessario che i lavori siano pagati con bonifico bancario o postale (in futuro potranno essere utilizzate le carte di credito) e che sia conservata tutta la documentazione tecnica e fiscale.

Prince, arriva tutta la verità sulla morte: il verdetto (raccapricciante) dell'autopsia

Prince, finalmente tutta la verità sulla morte: il verdetto dell'autopsia, risultato raccapricciante



Finalmente la verità sulla morte di Prince. Secondo il verdetto dell'autopsia, è stata un' overdose da oppiacei a uccidere la popstar lo scorso 21 aprile. L' indiscrezione dell'agenzia Ap cita un esponente delle forze dell'ordine vicino all'inchiesta, che avrebbe rivelato i particolari dell' autopsia e dei test tossicologici sotto condizione di anonimato. L' ipotesi di suicidio come causa della morte del cantante 57enne era stata quasi subito scartata. Le indagini si erano concentrate sui medici che avevano Prince in cura e che potrebbero avergli prescritto dosi eccessive di antidolorifici. L' artista aveva iniziato ad assumere oppiacei per alleviare il dolore procurato da un intervento subito alcuni anni fa. Prince fu ritrovato senza vita in un ascensore all' interno di Paisley Park, la sua residenza alle porte di Minneapolis.

Ecco le telefonate di Napolitano che ora fanno tremare il governo

Ecco le telefonate di Napolitano che ora fanno tremare il governo Renzi


di Giacomo Amadori



Mentre il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano si spende h24 per il sì al referendum sulle riforme, il ministero della Giustizia si premura di tutelare la verginità istituzionale di cotanto padre costituente inviando gli ispettori a Palermo nel tentativo di tamponare eventuali fughe di notizie sul suo conto. Quantomeno questo è quello che ieri lasciava intendere un articolo di Giovanni Bianconi sul Corriere della sera.

Il casus belli è un' intervista rilasciata nel novembre scorso dall' ex pm Antonio Ingroia al nostro quotidiano. Una lunga conversazione in cui il magistrato che condusse le indagini sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia promise di rendere pubbliche, parafrasandole in un romanzo, le intercettazioni distrutte su ordine della Corte costituzionale tra l' allora ministro dell' Interno Nicola Mancino (indagato) e lo stesso ex presidente Napolitano. Chiacchierate dai toni poco istituzionali, in cui i due vecchi amici si lasciavano andare a commenti sapidi non in linea con il paludato linguaggio quirinalizio. Battute, si dice, irriguardose anche nei confronti degli inquirenti. Peccato che il capo dello Stato sia pure il presidente del Consiglio superiore della magistratura. Un corto circuito che, se reso pubblico, rischierebbe di gettare una luce sinistra sulla Madonna pellegrina delle riforme.

Un pericolo che evidentemente il governo non sembra pronto a correre. Il Corriere racconta che dopo l' intervista, Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro Andrea Orlando «fece seguire una richiesta di accertamenti al capo dell' ispettorato Elisabetta Cesqui», ex consigliera del Csm in quota Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe. Cesqui chiese alla procura di Palermo se esistessero copie o ulteriori registrazioni sull' argomento. La risposta fu negativa. Ma a fine marzo, evidentemente non convinto, l' ispettorato ha ordinato nuove verifiche sul server che registra le telefonate a caccia di «tracce di eventuali duplicazioni e accessi diversi». Per questo è stato scomodato pure un tecnico della ditta che ha realizzato il sistema informatico e gli ispettori hanno messo sotto torchio tutti e sei i magistrati ancora in attività che, per motivi di indagine, hanno avuto contezza delle conversazioni: tutti hanno dovuto confermare in una nota che le intercettazioni erano state regolarmente distrutte come «richiesto in data 17 gennaio 2013». Nino Di Matteo avrebbe aggiunto anche una postilla stizzita per la «ingiustificata sfiducia» del ministero nei suoi confronti. In realtà gli ispettori hanno potuto controllare tutti fuorché il principale sospettato, quell' Ingroia divenuto avvocato. Il quale sta scrivendo il libro come ha annunciato a Libero.

«Il grosso però lo butterò giù in estate». Comunque l' incipit provvisorio è già sul computer: «Ciao Giorgio come stai? Ti ricordi quando l' abbiamo sentita la prima volta…». Il riferimento è ovviamente a un' intercettazione, perché «ci sono delle cose che vanno raccontate» chiosa l' ex magistrato. «Se a distanza di 4 anni, dopo che mi sono dimesso dalla magistratura e dopo che Napolitano ha lasciato il Quirinale, si mobilita, a spese dell' erario, un' intera squadra di ispettori per verificare che nessuno sia in possesso di quelle telefonate è normale che i cittadini si domandino che cosa contenessero.

Ecco il perché del libro che sarà un racconto a posteriori dell' Italia che ha rinunciato a fare i conti con alcune verità scomode: descriverà un Paese di ricatti e ricattatori, di sentenze politiche. La storia sarà ambientata in un futuro prossimo, tra la Sicilia, Roma e altri luoghi e narrerà le vite parallele di alcuni reduci della stagione dei grandi processi di mafia, politici e magistrati. Tra i protagonisti ci sarà chi avrà abbandonato l' Italia e chi avrà fatto carriera; a un certo punto le loro storie si incroceranno e avremo dialoghi e flashback. In cui si parlerà anche delle intercettazioni di Napolitano e Mancino». Immaginava di creare tutto questo trambusto con le sue dichiarazioni? «Trovo che sia fuori dal mondo che un' intervista, persino un po' scanzonata, abbia avuto come conseguenza che il ministero della Giustizia, seriosamente e con le scarpe chiodate, sia tornato a calcare i corridoi della procura di Palermo per verificare se i magistrati del pool abbiano scritto la verità nelle relazioni che gli sono state richieste. Non credo che ci siano precedenti in Italia e neppure all' estero. Il motivo è che quelle intercettazioni fanno paura». Per quale motivo? «Bisognerebbe chiederlo a chi si è spaventato. Soprattutto a chi non conosce o non ricorda l' esatto contenuto di quanto detto in quelle registrazioni». Alla fine, però, Ingroia tranquillizza tutti: «Il libro uscirà dopo il referendum».

giovedì 2 giugno 2016

Arriva il vaccino contro tutti i tumori: rivoluzione scientifica, come funziona

Arriva il vaccino contro tutti i tumori. Rivoluzione scientifica, come funziona



Siamo sempre più vicini al vaccino contro il cancro. Una vaccinazione terapeutica universale contro i tumori è stata ideata da scienziati tedeschi dell'università Johannes Gutenberg a Mainz: si tratta di un antidoto che induce una fortissima risposta del sistema immunitario.

Secondo quanto riferito sulla rivista Nature, il vaccino è stato testato con successo su animali e su tre pazienti in stadio avanzato di melanoma. Già a basse dosi la vaccinazione è stata in grado di attivare una risposta immunitaria efficace contro il tumore.

Fazio sfora di un'ora, Angela si sfoga La furia di Alberto: ecco come va in onda

Fazio sfora di 1 ora, furia di Angela. Ribellione in diretta: cosa va in diretta / Guarda






Riavvolgiamo il nastro fino a sabato sera. Siamo su Rai3, dove Fabio Fazio sta officiando la sua messa laica che risponde al nome di Che tempo che fa. Sfilano Massimiliano Allegri, la Gialappa's Band, Niccolò Fabi e Flavio Caroli. Poi, certo, c'è spazio, tempo e modo anche per Luciana Littizzetto. La trasmissione prosegue, si chiacchiera, ci si dilunga. Anzi, ci si dilunga tantissimo: quasi un'ora, uno sforamento probabilmente che vale un record assoluto.

E a pagarne le conseguenze è il povero Alberto Angela, il cui Ulisse doveva andare in onda alle 21.45 e, invece, è cominciato a ridosso delle 22.45. Insomma, un ottimo motivo per essere nervosi. Non soltanto per una questione di rispetto, ma anche per una questione di share: a quell'ora il pubblico si riduce e l'audience ne risente. Ma Alberto Angela, come ha notato l'attentissimo Italia Oggi, si è vendicato. Come? Semplice, nel corso della puntata di Ulisse è andata in onda la protesta dei telespettatori, di chi ha dovuto a lungo attendere il programma. Come potete vedere nella gallery  lo scontento montava su Twitter: vi proponiamo soltanto alcuni dei (numerosissimi) messaggi infuocati contro Fazio e le sue lungaggini.

Scordateti le ferie, non avrete più soldi "Horror" nella busta paga di luglio

Le ferie? Scordale: non avrai i soldi. "Horror" in busta paga



Deadline posticipata per la presentazione del 730, ma non è necessariamente una buona notizia. Martedì sera, Matteo Renzi ha firmato un decreto legge della presidenza del Consiglio che proroga il termine ultimo per la presentazione del 730 sui redditi del 2015 dal 7 al 23 luglio (sia per quello presentato al Caf, sia per quello precompilato online), concedendo più tempo per presentare la dichiarazione dei redditi semplificata. La misura era stata richiesta sia dalla Commissione Finanze della Camera sia dalla Consulta dei Caf.

Tuttavia, lo slittamento di due settimane potrebbe allungare anche i tempi dei possibili rimborsi in caso di deduzioni e detrazioni, come ad esempio il mutuo o le spese mediche, che comportano un rimborso da parte del Fisco. I rimborsi del 730 in busta paga o nel cedolino della pensione rischiano infatti di arrivare nel mese successivo, creando problemi ai sostituti d’imposta perché in agosto gli uffici del personale degli enti di previdenza lavorano a ranghi più ridotti. Insomma, una dilazione che a qualcuno potrebbe costare le vacanze estive.

LISTA COL SANGUE BLU Il "colpaccio" della Meloni: con lei la (bella) principessa

Una principessa nella lista della Meloni


Giacinta Ruspoli

Nella lista civica "Con Giorgia", e dunque in appoggio alla candidatura a sindaco della Meloni, c' è Giacinta Ruspoli. Avvocato, 28 anni, della omonima casata.  Giacinta è la figlia del principe Sforza Ruspoli e della principessa Maria Pia. "Lillio", come lo chiamano intimi e familiari, è stato uno dei protagonisti (non ortodossi) della destra romana.  Nel 1989 si candidò alle Comunali da indipendente nel Movimento sociale italiano e prese 37mila voti. Tanti. Uno, per capirci, che si poteva permettere di sfottere il ras della dc romana Vittorio Sbardella. Non lo chiamava "squalo" come gli altri, ma "spigola". Papalino e anticapitalista. Nobile ma non restauratore. Nel '93 gli spettava la candidatura a sindaco del Msi contro Francesco Rutelli. Non per diritto dinastico, ma a causa della forza elettorale che aveva dimostrato in precedenza. Alla fine preferì cedere il passo a Gianfranco Fini. Ma con l' allora segretario missino i rapporti erano tutt' altro che cordiali.

Avevano due idee diverse di destra. Ruspoli smentì ripetutamente di essere uno dei padri fondatori di Alleanza nazionale. D' altronde, mentre Gianfranco si accordava con Berlusconi, Casini e Mastella, il principe nero ospitava a cena nel suo palazzo il leader del Front National Jean Marie Le Pen. Era il 1994. Un salto di una generazione ed ecco in campo la figlia Giacinta. Pure lei si proclama nobile atipica, attenta alle periferie della capitale e alle «giustizia sociale». Meglio nobili, che ignobili, è il suo slogan. Anche questo arriva dalla tradizione di famiglia. In una intervista con Il Tempo ricorda che il papà da consigliere comunale fondò la Casa Accoglienza di Santa Giacinta. Sulla Casilina Vecchia. Che nel frattempo ha smesso di essere periferia ed è diventata il quartiere hipster del Pigneto. «I nobili oggi sono i contribuenti italiani che pagano regolarmente le tasse», dice. L' intenzione è di fare il pieno di voti come il padre. Ci spera anche Giorgia Meloni, ovviamente.

L'INTESA RITROVATA L'abbraccio di Salvini a Silvio Le parole che cambiano tutto

L'abbraccio di Salvini a Silvio: "La frase che cambia tutto"



"Il 5 giugno liberiamo qualche città e dal 6 giugno parliamo di programmi con Berlusconi". Lo ha detto Matteo Salvini ad Agorà su RaiTre. "Secondo me - ha spiegato - Renzi è tanto arrogante e sbruffone da farmi capire che tra un pò si vota, perché ha capito che la trippa è finita anche per lui"-A proposito della corsa alla leadership del centrodestra il segretario federale della Lega ha poi affermato: "Siamo il centrodestra, non spetta a me decidere chi comanda. Berlusconi è il mio presidente. Da milanista sarà sempre il mio presidente»".  

Gli esperti danno i voti ai candidati Ecco chi ha vinto il confronto tv

Gli esperti danno i voti ai candidati Ecco chi ha vinto il confronto tv



Per stabilire chi ha vinto un confronto televisivo, negli Stati Uniti usano i sondaggi tra il pubblico, ma da quelle parti la tradizione è ormai consolidata e chi vince e chi perde è un po' più chiaro che da noi. Stabilire invece chi ha fatto meglio di tutti altri nel confronto su Skytg24 tra i cinque candidati a sindaco di Roma è assai complesso, comunque soggettivo. Secondo la rilevazione tra i telespettatori di Sky, la Raggi avrebbe convinto più degli altri, anche se nessuno stacca davvero l'altro. Stando a sentire invece alcuni tra i maggiori esperti di comunicazione politica e televisione, come ha fatto il Messaggero, è proprio la grillina a uscire dal confronto con le ossa rotte e un'immagine molto più appannata.

Fare una classifica diventa complesso, secondo il prof. Edoardo Novelli, docente di comunicazione politica all'Università Roma Tre: "Mi basta notare - ha detto - che Virginia Raggi, la meno conosciuta tra tutti e quindi la più attesa, non è riuscita a sciogliere i dubbi che la riguardano". Una classifica prova ad azzardarla lo studioso di flussi elettorali di Ipr Marketing, Antonio Noto: "Marchini e Meloni primi a pari merito. Inseguiti da Raggi e Giachetti" e pure stavolta per la Raggi sfuma la prima piazza. Più duro Alessandro Amadori di Coesis Research: "sconta l'inesperienza amministrativa - ha chiarito - Si è avvertita molto questa lacuna. Non sono bastate le cifre per dare spessore alle sue parole". L'errore madornale della Raggi, secondo Piepoli, è stato presentarsi davanti alle telecamere con la "sicurezza della prima della classe", come se avesse già vinto. E invece resta sempre valida la lezione dello Squalo di democristiana memoria che diceva sempre: "Guarda che uno ha vinto le elezioni un minuto dopo che ha portato l'ultima vecchietta a votare nell'ultimo minuto utile prima che chiudano le urne".

mercoledì 1 giugno 2016

Ercolano (Na): Percosse e minacce Denunciato 16enne

Ercolano (Na): Percosse e minacce Denunciato 16enne


Uno scatto d'ira degenera in minacce e mani addosso ai danni di un bambino di 6 anni. Non era il primo episodio. Il 16enne denunciato E.S da tempo minacciava anche i nonni materni. 


di Angela Bechis


Via Gen. Gennaro Niglio
già Via 4 Orologi

ERCOLANO. Una triste vicenda familiare. Una delle tante storie che, a volte, si consumano all'interno di nuclei familiari disagiati e non è che poi, restano “sepolte” per sempre. Nessuno ne parla. Nessuno le racconta. Stavolta è accaduto ad Ercolano. Un episodio triste. Un episodio che non vorremmo mai commentare. Ma il nostro dovere di cronisti ci impone di farlo. E allora capita anche che in una famiglia (papà e  mamma) ospita a sua volta la figlia separata G.I., per motivi giudiziari, ed il nipote minorenne, E.S. (figlio di G.I.). Tutto sembra apparentemente normale. Sembra. Ma accade che questo “minore”, E.S, non solo usa violenza verbale contro i nonni, che pur tra enormi sacrifici non hanno esitato ad ospitare sia lui che la madre, ma picchia anche un altro “minore”. Un innocente. Un bambino di appena 5 anni. E lo fa senza farsi tanti scrupoli. Lo fa minacciando anche la zia, che, insieme ad altre sorelle, si recava spesso in quella abitazione per salutare i propri cari. E allora per E.S. scatta la denuncia. Intervengono i Carabinieri. E.S. era solito trascorrere gran parte della giornata per strada. Era quella la sua dimora abituale. Ma la sua aggressione al piccolo di pochi anni rappresenta, forse, l’esecuzione di un’azione il cui intento, sia conscio che inconscio, voleva causare un’offesa. E questo di solito dipende da esperienze frustranti, ma, comunque, questa scellerata azione di violenza nasce anche da problemi relazionali tra individui. Ci auguriamo soltanto che episodi di questo genere non si abbiamo più a verificare e che i responsabili di tali soprusi ai danni di bambini o di anziani, oltre ad essere puniti secondo le vigenti disposizioni di legge, siano affidati soprattutto alle cure di esperti psicologi e/o casa-famiglie per un loro pieno recupero sociale e morale.