Il ritratto sbiadito del sindaco in terra atellana
di Sossio Barra
Il suo arresto di una settimana fa ha destato scalpore nella zona a cavallo fra le province di Napoli e Caserta. Chi abita in queste zone conosce bene la storia dello scempio urbanistico del comune di Orta di Atella. Ma chi è e chi è stato Angelo Brancaccio?
Sicuramente un politico potente ma che ha avuto non pochi problemi nella sua carriera. Assicuratore di professione, si candida a sindaco nella sua città natale per la prima volta nel 1996 a capo di una lista di centrosinistra ed ottiene il 52% dei consensi racimolando 3894 col turno unico contro lo sfidante più accreditato Pasquale Di Lorenzo, candidato sindaco di centrodestra che ottenne 3245 voti pari al 43% delle preferenze. Brancaccio vince e governa per tutta la durata del mandato. Alle elezioni amministrative del 2001 si candida nuovamente a sindaco a capo di una lista civica e viene riconfermato col quasi 90% delle preferenze. Un consenso bulgaro. Poco prima della fine del suo mandato decide di fare il salto di qualità e si candida alle elezioni regionali del 2005 nei Ds a sostegno del Governatore uscente ed ex sindaco di Napoli, Antonio Bassolino.
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Per il politico ortese è boom di preferenze. Entra in consiglio regionale ottenendo 18818 voti. E da qui iniziano i primi problemi. Brancaccio viene arrestato a maggio 2007 per corruzione, estorsione e peculato. Dopo alcune settimane passate in carcere passa ai domiciliari per essere poi scarcerato il 24 luglio dello stesso anno. Il gruppo dei Ds, a seguito di questa storia, non lo reintegra dopo averlo sospeso. Così Brancaccio decide di passare nelle fila dell'Udeur, il partito dell'ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella, attualmente sindaco di Benevento. Nel 2010 viene si candida e risulta eletto al consiglio provinciale di Caserta a sostegno del candidato presidente Domenico Zinzi ed ottiene 4282 voti e diventa pure sindaco di Orta di Atella per la terza volta.
Nel 2015 viene arrestato per la seconda volta con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione aggravata e turbativa libertà degli incanti. E così fino ai giorni nostri. All'arresto dell'altro giorno. La giustizia farà il suo corso. Le rivelazioni fatte dai collaboratori di giustizia sono gravissime ma al netto delle possibili interpretazioni si potrà fare finalmente luce su uno dei più grandi scempi paesaggistici della Campania.
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