Il boss Graviano intercettato in carcere: "Berlusconi dietro le stragi del 1992/93"
Una intercettazione clamorosa, da prendere con le molle: Silvio Berlusconi sarebbe stato il mandante delle stragi di mafia del 1992-93. A sostenerlo, intercettato in carcere con il detenuto Umberto Adinolfi, è stato il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano, il 10 aprile 2016. "Berlusca mi ha chiesto questa cortesia... per questo è stata l'urgenza di... come mai questo qua, poi che successe, ero convinto che Berlusconi vinceva le elezioni in Sicilia, Berlusconi...". Gli atti delle intercettazioni sono adesso finiti nel dibattimento per la trattativa tra Stato e mafia. "Lui voleva scendere - dice ancora Graviano al suo interlocutore - però in quel periodo c'erano i vecchi e lui mi ha detto ci vorrebbe una bella cosa...". Le accuse di collusione con la mafia rivolte a Berlusconi (e al suo storico braccio destro in Forza Italia Marcello Dell'Utri) sono note, ma il "salto di qualità" in questo caso è notevole.
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Graviano ripercorre poi a modo suo la carriera del Cavaliere: "Berlusconi ha iniziato negli anni '70 con i piedi giusti, mettiamoci la fortuna da solo e si è ritrovato ad essere quello che è. Quando lui si è ritrovato ad avere, grazie a diversi... un partito così nel ’94... si è ubriacato. Perché lui dice Non posso dividere quello che ho con chi mi ha aiutato. Pigliò le distanze e ha fatto il traditore...". "Al Signor Crasto gli faccio fare la mala vecchiaia", è la minaccia finale del boss a Berlusconi. "Trenta anni fa mi sono seduto con te, 25 anni fa mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere, 24 anni fa mi arrestano e tu cominci a pugnalarmi". E ancora: "Tu lo sai che mi sono fatto 24 anni, ho la famiglia distrutta... alle buttane glieli dà i soldi ogni mese. Io ti ho aspettato fino adesso... e tu mi stai facendo morire in galera senza che io abbia fatto niente". "Ma pezzo di crasto - continua lo sfogo di Graviano - ma vagli a dire come sei al governo. Che hai fatto cose vergognose, ingiuste...".
Con Adinolfi Graviano ha sottolineato anche come la mafia, con quelle stragi, non c'entrasse: "...Poi nel 1993 ci sono state altre stragi ma no che era la mafia, la mafia, iddi ricinu (loro dicono, ndr) che era la mafia, allora che fa il governo senza, ha deciso di allentare il 41bis, poi c'è la situazione che hanno levato pure i 450...". In un'altra intercettazione, il 17 settembre 2016, Graviano parla della notte del 27 luglio 1993, quella degli attentati al Pac di Milano e alla basiliche di San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma. Quella sera i telefoni di Palazzo Chigi rimasero isolati per alcune ore. "...Quella notte si sono spaventati, un colpo di Stato, e Ciampi (l'allora premier, ndr) è andato subito a Palazzo Chigi assieme ai suoi vertici, fanno il colpo di Stato. Loro, loro hanno voluto nemmeno la resistenza, non volevano nemmeno resistere. Avevano deciso già... In quel periodo il 41 bis è stato modificato e 300 di loro...". Il riferimento è ai detenuti di Cosa Nostra per cui nel novembre 1993 l'allora ministro della Giustizia Giovanni Conso decise di non prorogare il "carcere duro".
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