Diritti tv, un disastro per Juventus, Milan e Inter: come cambia il calciomercato
Il mancato accordo sui diritti tv della Serie A 2018-2021 è una bomba sul calcio italiano e sul mercato. La Lega ha deciso di riproporre entro fine anno il bando per l'acquisto dei pacchetti che ieri ha segnato un clamoroso flop: Mediaset e Telecom non hanno presentato proposte, l'offerta di Sky si è fermata complessivamente a meno di 500 milioni di euro, mentre il presidente della Figc Carlo Tavecchio puntava a ricavare dall'asta almeno un miliardo di euro, cifra in linea (e anzi leggermente inferiore) a quanto si paga all'estero per i diritti di Premier League inglese, Bundesliga tedesca e Liga spagnola. Per Tavecchio la nostra Serie A ha valore mediatico e di marketing pari a quei campionati, da qui la decisione di non assegnare i diritti a Sky, unica concorrente.
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La decisione rischia però di avere ripercussioni gravissime a livello finanziario e tecnico sulle squadre italiane, che come ricorda il Corriere della Sera nella maggioranza dei casi incassano il 90% dei loro ricavi proprio dai diritti tv. La speranza di Tavecchio e del mediatore Infront è che tra qualche mese Mediaset e Vivendi-Telecom trovino un'intesa per presentare una proposta comune e alzare la posta, ma nel frattempo i club saranno chiamati a riempire il "buco in cassa", e proprio nel momento in cui entra nel vivo il calciomercato. Proprio per questo non è pessimistico, ma quasi logico immaginare una difficoltà dei top club italiani nel competere su certe cifre con le altre squadre di vertice europee: senza soldi sicuri, è quasi impossibile garantire ingaggi o tantomeno pagamenti cash o dilazionati per decine se non centinaia di milioni. E se per club come Juventus, Milan, Inter, Napoli o Roma si tratta di far fronte a una minor competitività, per i club di provincia il problema sarà la loro stessa sopravvivenza.
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