Dopo La Giunta Politica quella tecnica Dopo la tecnica, il vuoto
di Gaetano Daniele
La tradizione vuole che Pulcinalla sia una maschera acerrana, ma noi ne dubitiamo sempre più. In questi mesi infatti è a pochi chilometri, a Caivano, che si vive aria della grande tradizione della commedia dell’arte. C’è un sindaco, Simone Monopoli, insediatosi nel giugno del 2015 sulla base di grandi promesse, forte del suo quasi 60% ottenuto al turno di ballottaggio. Quali promesse? Tra l’altro il reddito di cittadinanza (sic!) e rilancio occupazionale, mica noccioline.
Ma che poi, appena proclamato sindaco, ha dichiarato lo stato di dissesto finanziario di cui, evidentemente, non si era accorto nei cinque anni precedenti in cui era seduto tra gli scranni dell’opposizione nonché in consiglio provinciale, dov’era perfino in maggioranza.
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Una presa in giro vera e propria sotto il punto di vista politico per i cittadini di Caivano. Un sindaco che avrebbe Forza Italia come partito di riferimento, ma Forza Italia pare che non lo sappia. Da anni Monopoli litiga con tutti e tutto, soprattutto negli ultimi due anni, a partire dal suo presunto partito di riferimento. Perde per strada una lista civica, la Svolta, che ha eletto ben consiglieri. Entra in fibrillazione con Forza Italia che già tempo fa in un documento formale e pubblico gli chiedeva maggior rispetto per le regole e i patti, e che alla fine ha deciso di uscire dalla maggioranza e di dichiarare l’appoggio esterno. A che? Quale è la maggioranza che regge il sindaco? Non esiste più, ma Monopoli è sempre lì.
Un sindaco che ignora le regole del confronto e che regolarmente non si presenta alle riunioni. Un sindaco che almeno in teoria non avrebbe i numeri per portare avanti il suo programma, se si capisse quale è. Forse a tutto oggi non lo conosce neanche lui. Vivacchia col sostegno di Forza Italia, però accusandola di vivere e di chiedere prebende e che a dar credito alle sue parole se è ancora lì è perché, evidentemente, scende sul piano delle loro richieste.
Un sindaco che non rinuncia al colpo teatrale delle dimissioni, ma sempre al modo della commedia dell’arte, dove tutto è scherzo, apparenza e sberleffo. Ritira le dimissioni poche ore prima che diventino definitive e prende in giro ancora una volta i cittadini della sua città, negando loro la parola e il ruolo di arbitri della contesa.
Un sindaco che non pare in grado di far politica, è accusato di non rispettare i patti, invitato in modo insistentemente dalle opposizioni a dimettersi (l’ultima volta nelle scorse ore) e che non si sa per quale ragione è attaccato alla poltrona e per fare cosa. Sindaco, la farsa quando finirà? Quando calerà il sipario?
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